mercoledì 30 aprile 2008

DNA E CARCERE

Di oggi è la notizia che l’esame del Dna ha scagionato un uomo, in carcere in Texas da ventisette anni per violenza carnale e omicidio della sua fidanzata. Come hanno commentato i media locali, James Woodward, un afroamericano di 55 anni, è il detenuto americano che ha trascorso più tempo in carcere nonostante la sua innocenza; il diciottesimo, in quello Stato, a essere assolto grazie all’esame del Dna. "In Texas abbiamo raggiunto un picco delle condanne sbagliate. Nessuno può dubitare che esista un problema", ha detto il senatore Rodney Ellis, il quale ha annunciato per l’8 maggio un incontro ad Austin per approfondire le cause di queste condanne sbagliate e individuare i modi per prevenirle. (da ilgiornale.it 30 aprile))

martedì 29 aprile 2008

NUOVI SCHIAVI

Muratore riduce in schiavitù la moglie
Un uomo di 43 anni originario di Amorosi (Benevento) è stato sottoposto a fermo con l'accusa di sequestro della consorte
L'accusa è grave: sequestro e riduzione in schiavitù la consorte di 44 anni. Un muratore di 43 anni, di Amorosi (Benevento) è stato sottoposto a fermo per disposizione della distrettuale antimafia di Napoli per i reati di riduzione in schiavitù, sequestro di persona, maltrattamenti in famiglia, lesioni personali nei confronti della moglie, una donna di 44 anni, di Lucera (Foggia). L’uomo è stato fermato ad Amorosi, dove vive, dai carabinieri della cittadina campana in collaborazione con quelli della compagnia di Lucera, che con i militari beneventani hanno condotto le indagini sulla base delle denunce della donna e dei parenti di questa.
ALLARME DEI FAMILIARI - Sono stati infatti proprio i familiari della donna - a quanto viene reso noto - a scoprire, nel febbraio scorso, le condizioni nelle quali veniva tenuta la loro congiunta, a portarla via da casa e a ricondurla a Lucera, dove è stata curata in ospedale. Di qui la denuncia ai carabinieri di Lucera, che hanno informato i militari di Amorosi e la procura campana, le indagini e il provvedimento di fermo eseguito nelle ultime ore.
29 aprile 2008 (da corrieredelmezzogiorno.it)

domenica 27 aprile 2008

CONIUGI DI VERONA

Alcuni anni fa, pubblicai questo lavoro Giusti G., Marella G. L., Cave Bondi G., Marinelli E., Rossi P., D’Alfonso A., Intini A., Liviero V.: L’omicidio dell’omosessuale. Riv. It. Med. Leg., 1, 1343, 1997, che, come si vede, coinvolgeva colleghi di diversi istituti e un paio di poliziotti di alto grado. Un particolare importante, a nostro parere, era rappresentato dal fatto che talune richieste non gradite potevano suscitare l'ira incontrollata del partner più giovane (spesso un immigrato rumeno) ed eventualmente la morte del partner più anziano, in genere un italiano di livello socio- economico più elevato. Questo modello si è ripetuto più volte da quell'analisi del 1997, e non ho personalmente motivo per modificare l'opinione allora espressa.
E' ovvio che questo post fa riferimento a quanto accaduto l'altro giorno nei pressi di Verona, e questa opinione tende ad avvalorare l'ipotesi investigativa che si sta formando, anche se, bisogna pur dirlo, vi è almeno un'altra ipotesi che spiega la morte della signora, possibilmente avvenuta per prima, e quella del marito, avvenuta possibilmente in seguito per ragioni diverse da quelle attualmente privilegiate.

venerdì 25 aprile 2008

MORTE DEL FETO DURANTE IL PARTO

Genova, 17:54
GENOVA: TRAGICO PARTO IN CLINICA, INDAGATO GINECOLOGO
Il pm della Procura di Genova Pier Carlo Di Gennaro ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico del ginecologo che martedi' sera in una nota clinica genovese ha assistito una trentenne genovese durante il parto in cui e' morto il bambino. La donna e' stata trasferita nel reparto di Rianimazione dell'ospedale pubblico San Martino ed e' trattenuta sotto stretto controllo medico. La cartella clinica della donna e' stata sequestrata dalla polizia del nucleo di polizia giudiziaria del Tribunale. E' stata intanto disposta l'autopsia sulla piccola salma che sara' effettuata sabato presso l'istituto di medicina legale dell'ospedale San Martino. Non sarebbe stata la rara sindrome di Hellp - come in principio appreso in ambiente medico - a causare il decesso del bambino ma la rottura dell'utero della partoriente. La Procura intende chiarire le cause di tale patologia. (da repubblica.it)

GSR

Un nuovo e semplice metodo per i residui di sparo: estrazione + analisi al gas-cromatografo.

Tuesday, April 8, 2008
New Method Improves Gunshot Residue Analysis
Scientists in Texas report development of a dependable, rapid, and inexpensive new method for identifying the presence of gunshot residue (GSR). The test fills a GSR-detection gap that results from wider use of "green"--lead free—ammunition.
It requires only a single speck of GSR smaller than the period at the end of this sentence and could boost the accuracy of one of the most widely used tests employed at crime scenes involving gunplay, according to the researchers.
The new method extracts almost all components of gunpowder residue from particles about 15 times smaller than the width of a human hair, without the use of chemical reagents. After extraction, gas chromatography coupled with a nitrogen phosphorus detector is used to separate and identify the analytes.
This research was presented at the 235th American Chemical Society National Meeting in New Orleans, LA.
Full Text: EurekAlert

CIOCCOLATA + VIAGRA

Usa, vende viagra come integratore: rischia 20 anni di carcere

ROMA (24 aprile) - Un imprenditore americano rischia vent'anni di carcere per aver venduto online del cioccolato al Viagra spacciandolo come integratore alimentare. Nelle etichette del prodotto "Boom", non era specificato che conteneva una dose del farmaco contro la disfunzione erettile maschile, ma c'era soltanto scritto che il prodotto era composto da polvere di cioccolato e erbe varie, con il rischio di provocare gravi effetti collaterali. Tibro Liska, questo il nome dell'uomo, ha venduto tra marzo 2006 e novembre 2007 circa 12mila pacchetti di cioccolato al Viagra al mese. Grazie alla collaborazione della compagnia Yoi Jin Sei, inoltre il falso integratore è stato venduto in otto paesi: Stati Uniti, Australia, Colombia, Svizzera, Russia, Argentina, Giappone e Repubblica Ceca. Adesso Liska dovrà subire un processo, che inizierà il 25 luglio, e rischia oltre al carcere anche una maximulta di 250mila dollari. (da ilmessaggero.it del 25 aprile)

giovedì 24 aprile 2008

OMICIDIO- SUICIDIO

24 apr 16:19
Belluno: uccide moglie e poi si getta nel lago
BELLUNO - Ha ucciso la moglie a coltellate nella loro casa poi si e' gettato nel lago del Mis, morendo annegato. E' accaduto a Sedico, in provincia di Belluno. Le vittime avevano 45 anni lui e 36 lei. A trovare il cadavere dell'uomo e' stato un passante mentre a scoprire quello della donna sono stati i genitori di lei. (Agr)

VIOLENZA A DISABILE

24 apr 17:13
Bologna: ragazza disabile violentata da compagni di classe
BOLOGNA - Violentata da due compagni di classe, all'interno della scuola. Vittima una ragazza maggiorenne, che soffre di problemi psichici. La violenza risalirebbe a quelche mese fa ed e' venuta alla luce quando la ragazza, dopo aver tentato il suicidio, e' stata portata al pronto soccorso. Gia' interrogati il preside dell'istituto e alcuni professori. (Agr)

CANNABIS

Cassazione: «E' reato la coltivazione di cannabis per uso personale»

ROMA (24 aprile) - Rimane illecito penale coltivare qualche pianta di cannabis per uso personale. Lo hanno stabilito le sezioni unite della Cassazione, che ha sposato così la linea "dura" nel perseguire chi coltiva qualche piantina di marijuana sul balcone o nel giardino di casa. La Cassazione non ha dunque accolto la richiesta fatta stamani dal sostituto procuratore generale della Cassazione, Vittorio Esposito, che aveva invece chiesto di rendere non perseguibile penalmente chi coltiva qualche piantina di marijuana in casa. La questione della coltivazione di cannabis per uso personale è sempre stata controversa perché la stessa Cassazione in alcuni casi ha condannato la coltivazione e in altri, invece, l'ha ritenuta lecita. Proprio per risolvere questa oscillazione giurisprudenziale, il problema è stato sottoposto all'attenzione delle sezioni unite, presiedute dal primo presidente Vincenzo Carbone. I radicali italiani che da questa mattina stanno manifestazione in piazza Cavour insieme ale associazioni, ai partiti e ai movimenti anti proibizionisti, non saranno soddisfatti della decisione presa dalla Cassazione.L'antiproibizionista radicale, Rita Bernardini, commentando la requisitoria del Pg Esposito ha detto: «È una ottima cosa che la Procura della Cassazione, rappresentata da Vitagliano Esposito, si sia espressa a favore della non perseguibilità penale di chi coltiva qualche pianta di cannabis per uso personale: è una scelta di ragionevolezza in conformità a quanto prevedono le norme». «Sarebbe inoltre assurdo - prosegue Bernardini - se si considerasse illecita la coltivazione domestica a fronte della depenalizzazione della detenzione e del consumo personale di cannabis: se non si depenalizza la coltivazione ad uso personale si finisce per istigare chi consuma cannabis a rivolgersi al mercato criminale». (da ilmessaggero.it 24 aprile)

COPPIA MASSACRATA

Tutto in ordine nell'abitazione: forse conoscevano l'assassino e lo hanno fatto entrare
Coppia massacrata in casa, giallo a Verona
Due anziani coniugi uccisi con colpi alla testa nella loro villa di Lugagnano di Sona. I corpi scoperti dal nipote
VERONA - Li hanno uccisi dopo averli colpiti più volte alla testa con un corpo contundente ancora non identificato. Luigi Meche e la moglie Luciana Rambaldo, due coniugi di Lugagnano di Sona, nel Veronese, rispettivamente di 60 e 57 anni, sono morti in modo atroce e violento. E, per ora, senza che vi sia un plausibile motivo.
IL RITROVAMENTO DEI CORPI - L'omicidio è avvenuto con tutta probabilità nella giornata di mercoledì, ma il loro ritrovamento è avvenuto poco prima dell'una ad opera di un nipote della coppia, che non aveva figli, che aveva deciso di raggiungere la loro abitazione dopo avere tentato per tutto il pomeriggio di mettersi in contatto con loro telefonicamente. I due, secondo quanto riferiscono le agenzie di stampa, avevano profonde ferite al capo.
LE INDAGINI DEI CARABINIERI - Nella casa, un'elegante villa con piscina, pare che fosse tutto in ordine e quindi i carabinieri di Verona che svolgono le indagini ritengono che i due coniugi conoscessero il loro assassino e che per questo lo abbiano fatto entrare. Già nella notte i militari dell'arma, coordinati dal pm Fabrizio Celenza hanno iniziato a sentire parenti e amici delle vittime per cercare qualche elemento che possa portare ad individuare l'omicida. (DA CORRIERE.IT)

mercoledì 23 aprile 2008

AMIANTO

Il problema dell'amianto diventerà sempre più serio.

23 apr 11:43
Genova: bidella muore per amianto, Comune citato in giudizio
GENOVA - Il Comune di Genova e' stato trascinato in giudizio con una richiesta di risarcimento di 600.000 euro per la morte di una donna in una scuola genovese. La 63enne, impiegata come bidella, e' morta per 'mesotelioma pleurico', dovuta alle inalazioni di polvere di amianto presenti sul posto di lavoro: i familiari hanno citato in giudizio il Comune, in qualita' di datore di lavoro, poiche' non avrebbe predisposto per la propria dipendente un ambiente lavorativo che la tenesse immune dal rischio di contrarre la malattia. Nei locali della scuola in cui lavorava la donna non vi erano sistemi di depurazione o di aspirazione dell'aria, ne' finestre per un'eventuale ventilazione. (Agr)

CALABRIA

Sanità in Calabria, irregolarità in 36 strutture su 39

CATANZARO (23 aprile) - Manca una rete d'emergenza per cui il posto letto per un paziente che deve essere trasferito viene cercato dai medici al telefono, l'attività libero professionale è senza regole tanto da arrivare a un'evasione del 90 per cento, mentre alcuni dei direttori generali delle Asl sono nominati senza averne i requisiti: sono solo alcuni de mali della sanità calabrese. Su 39 strutture ben 36 presentano irregolarità. È quanto emerge dal rapporto della commissione d'indagine nominata dal Ministro della Sanità, Livia Turco, e presieduta prima dal prefetto Achille Serra e poi da Silvana Riccio. I contenuti della relazione sono stati pubblicati stamani dai quotidiani Il Sole 24 Ore e Calabria Ora. Dalla relazione emerge anche che nelle 63 strutture sanitarie verificate 38 hanno mostrato problemi. E su tutte le sei case di cura private calabrese messe sotto osservazione sono stati fatti rilievi. «Il rapporto parla di metodologia dell'inefficienza elevata a sistema: dove gli attori sono il governo regionale, quello delle aziende sanitarie, l'inadeguatezza delle strutture, la disorganizzazione e la scarsa professionalità». Per uscire dalla situazione trovata la commissione raccomanda di mettere al primo posto il ripristino della legalità. Le 102 verifiche dei carabinieri dei Nas, dal gennaio 2004 al marzo 2008, non hanno inciso sulla situazione, così come avrebbero dovuto. Ci sono poi 900 milioni di deficit; la sanità privata in Calabria è tutta convenzionata con il servizio sanitario nazionale: ma, in una situazione definita di generale impunità dalla commissione, si assiste a un altrettanto generale inattendibilità dei dati contabili.

martedì 22 aprile 2008

EPARINA CINESE

Usa: Fda, salgono a 81 i morti per assunzione eparina contaminata
22 apr 16:39 Scienze e tecnologia
WASHINGTON - La Food and Drugs Administration ha certificato oggi che alcuni lotti di eparina di produzione cinese sono collegati a 81 decessi negli Stati Uniti, e non piu' 62 come precedentemente accertato. Intanto continuano le polemiche tra gli Stati Uniti e la Cina per l'assunzione di responsabilita' rispetto alla diffusione nel mondo dell'anticoagulante contraffatto. Il lotto di eparina in questione e' stato diffuso anche nei Paesi europei, compresa l'Italia. Pechino respinge la palla al mittente: in Cina non si e' verificato alcun caso di morte, afferma l'ambasciata cinese negli Usa, e quindi la causa e' da ricercare nel trattamento a cui la sostanza viene sottoposta una volta giunta in America. Per quanto riguarda il nostro Paese, all'inizio di aprile l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) aveva reso noto che l'azienda Sanofi Aventis aveva provveduto, a scopo cautelativo, al ritiro di un lotto (n. 291) del medicinale Clexane T 6000 UI, a base di enoxaparina. (Agr)
PROCURATORE GUARINIELLO, PENSACI TU!

TESTAMENTO DI VITA

l'eutanasia resta vietata, ma si potra' rinunciare all'accanimento terapeutico
Spagna: via legge su «morte dignitosa»
Da mercoledì in vigore la norma: si potranno lasciare ai familiari indicazioni sulla sospensione delle terapie
MADRID (SPAGNA) – Terapie fino all’ultimo respiro o sospensione di trattamenti sanitari, alimentazione, idratazione, respirazione artificiale che prolungano una vita ormai incosciente e condannata? Da mercoledì prossimo gli spagnoli potranno lasciare, per iscritto, le loro volontà al riguardo, nel caso si trovassero un giorno nelle condizioni di non poterle più esprimere lucidamente.
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TESTAMENTI VITALI - Non è un’opzione per l’eutanasia “attiva”, tuttora illegale in Spagna. Ma un’indicazione da lasciare a medici, familiari, amici costretti a dover prendere eventuali decisioni sulle scelte terapeutiche più indicate per un malato terminale o colpito da danni cerebrali irreversibili. La legge che regola i “testamenti vitali” completa il percorso avviato dal parlamento spagnolo con l’approvazione, nel 2002, della Legge sulla Autonomia del paziente. Fin da allora fu stabilita la creazione nelle 17 comunità autonome di registri dove i cittadini potessero depositare le loro decisioni sui trattamenti medici che avrebbero voluto o non avrebbero voluto ricevere se non fossero più stati in grado di manifestare la loro volontà, un giorno, ai sanitari. I dati contenuti nei registri finiscono poi in un archivio centrale, al ministero della Sanità, che già raccoglie, attualmente, 30.500 testamenti inviati da dodici comunità. Le legge non obbliga però i medici a ottemperare alle volontà espresse dal paziente: l’ultima parola sulle terapie da somministrare o da interrompere spetta in definitiva sempre ai clinici. La nuova normativa soddisfa soltanto parzialmente l’associazione Derecho a Morir Dignamente (DMD), il cui presidente, Antonio José Bautista Sánchez, in un’intervista a El Pais, critica le difficoltà burocratiche legate a un registro non accessibile nei fine settimana e di notte, almeno finché non saranno informatizzati e connessi i dati. Dall’associazione, che raccoglie fin dagli anni ’60 le volontà dei suoi iscritti per una “morte dignitosa”, consigliano di compilare il testamento con l’aiuto del proprio medico per poter chiarire al meglio i propri desideri secondo le circostanze e le condizioni che possono presentarsi; e di lasciarne copie a un notaio e in famiglia. La legge spagnola vieta richieste di eutanasia, aiuto al suicidio o di trattamenti contrari alle corrette pratiche mediche.
Elisabetta Rosaspina22 aprile 2008 (da corriere.it)

GIPF- GRUPPO ITALIANO PATOLOGI FORENSI

Ricevo dalla prof. Rossana Cecchi e diffondo ai non iscritti al Gruppo.

semin.Rom...doc (109,8 KB)
Cari Colleghi ed Amici del G.I.P.F., finalmente vi contatto per annunciare il prossimo evento seminariale organizzato dal nostro Gruppo. Si tratta di un seminario che si terrà il 17 maggio p.v., presso il Dipartimento di Medicina Legale dell’Università “Sapienza” di Roma, in cui si discuterà degli aspetti istologici del polmone di interesse forense. Si tratta di un primo tentativo di dare ai nostri seminari una impostazione maggiormente volta alla formazione pratica dei presenti e, proprio in questa ottica, è prevista la proiezione contestuale delle immagini dei vetrini istologici che i relatori osserveranno al microscopio. In questo modo sarà come trovarsi in laboratorio a discutere assieme all’istologo forense i casi di nostro interesse.Riteniamo possa costituire un efficace mezzo per fare informazione e formazione.Vi invio in allegato il programma del seminario e vi ricordo che l’incontro costituirà anche l’opportunità per versare le quote di iscrizione al G.I.P.F. (Euro 30,00) per l’anno 2008. Come sempre il seminario avrà la durata dell’intera mattinata e del primo pomeriggio del sabato e prevederà momenti di ristoro e di incontro per i partecipanti.In attesa di farlo personalmente, vi saluto cordialmente.Prof. Rossana Cecchi
document.getElementById("MsgContainer").innerHTML='\x0d\x0a\x3cp\x3eCari Colleghi ed Amici del G.I.P.F., finalmente vi contatto per annunciare il prossimo evento seminariale organizzato dal nostro Gruppo. Si tratta di un seminario che si terr\u00e0 il 17 maggio p.v., presso il Dipartimento di Medicina Legale dell\u2019Universit\u00e0 \u201cSapienza\u201d di Roma, in cui si discuter\u00e0 degli aspetti istologici del polmone di interesse forense. \x3cbr\x3e\x0d\x0aSi tratta di un primo tentativo di dare ai nostri seminari una impostazione maggiormente volta alla formazione pratica dei presenti e, proprio in questa ottica, \u00e8 prevista la proiezione contestuale delle immagini dei vetrini istologici che i relatori osserveranno al microscopio. In questo modo sar\u00e0 come trovarsi in laboratorio a discutere assieme all\u2019istologo forense i casi di nostro interesse.\x3cbr\x3e\x0d\x0aRiteniamo possa costituire un efficace mezzo per fare informazione e formazione.\x3cbr\x3e\x0d\x0aVi invio in allegato il programma del seminario e vi ricordo che l\u2019incontro costituir\u00e0 anche l\u2019opportunit\u00e0 per versare le quote di iscrizione al G.I.P.F. \x28Euro 30,00\x29 per l\u2019anno 2008. \x3cbr\x3e\x0d\x0aCome sempre il seminario avr\u00e0 la durata dell\u2019intera mattinata e del primo pomeriggio del sabato e preveder\u00e0 momenti di ristoro e di incontro per i partecipanti.\x3cbr\x3e\x0d\x0aIn attesa di farlo personalmente, vi saluto cordialmente.\x3cbr\x3e\x0d\x0aProf. Rossana Cecchi\x0d\x0a';

INFEZIONI NOSOCOMIALI

Orologio fonte di infezioni in ospedale, avviso a medici e infermieri
Barcellona, 21 apr. (Adnkronos Salute) - Meglio diffidare di medici e infermieri che, in ospedale, non si tolgono l'orologio dal polso. Potrebbero essere potenziali untori di numerose infezioni batteriche. L'avvertimento proviene dal XVIII Congresso europeo di microbiologia clinica e malattie infettive (Eccimid), in corso fino a martedì a Barcellona (Spagna). Secondo uno studio condotto dai ricercatori britannici dell'università di Sheffield, infatti, camici bianchi e infermieri che lavorano in ospedale dovrebbero togliersi gli orologi per evitare che, tra cinturino e polso, si dia vita a una vera e propria coltura batterica, potenzialmente pericolosa per i malati che sono più vulnerabili alle infezioni. Prima di puntare il dito contro gli orologi da polso, gli scienziati hanno misurato la contaminazione batterica di mani e polsi di due gruppi di operatori sanitari ospedalieri. Un gruppo abituato a portare sempre con se l’orologio, l'altro a toglierlo. Ebbene, i microbiologi hanno scoperto la presenza dello stafilococco aureo nel 25% dei primi, e percentuali molto più basse nei secondi. Non solo: il polso di chi non ama separarsi mai dal proprio orologio è risultato una vera e propria coltura dei più diversi batteri. ''Che per fortuna - aggiungono - non si propaga alle mani''. Le conclusioni fanno il paio con quelle di un'altra ricerca secondo cui ''solo il 40% del personale ospedaliero rispetta le regole igieniche - prima tra tutte il lavaggio delle mani - necessarie per ridurre al minimo la possibilità di propagare infezioni opportunistiche tra i pazienti ricoverati''. Tra i comportamenti sotto osservazione, l'abitudine o meno di lavarsi le mani dopo essersi recati in bagno, che i ricercatori olandesi del Canisius-Wilhelmina Hospital hanno misurato nel personale sanitario ospedaliero e in altre due categorie di persone: i partecipanti all'Eccimid dello scorso anno, e quanti visitano i bagni pubblici delle stazioni di servizio sulle autostrade. Il risultato, poco confortante, è che medici e ricercatori che lavorano in ospedale sono risultati la categoria che si lava meno le mani (46%), rispetto ai congressisti microbiologi che, forse per deformazione professionale, nell'84% dei casi dopo essere andati in bagno usano il lavandino. Anche i comuni cittadini che vanno nelle toilette pubbliche delle autostrade sono più attenti, con una percentuale del 75% di persone che prima di uscire si lavano le mani. In questo caso, ipotizzano i ricercatori olandesi, a suggerire questa sana abitudine anche in chi non la applica nella vita di tutti i giorni potrebbero essere l'ambiente circostante, non sempre paradigma dell'igiene. Come fare per convincere o ricordare ai medici che lavarsi le mani è una misura precauzionale necessaria? Gli scienziati olandesi suggeriscono carta igienica e salviette 'promozionali', con su scritti messaggi tipo 'ricordati che devi lavarti le mani'. Laddove sono stati usati, la sana abitudine è diventata più comune. ''Con modesti investimenti finanziari'', concludono. (Univadis, 22 aprile)

sabato 19 aprile 2008

NUOVI SCHIAVI

Usa: rapporti sessuali con detenute, incriminato sceriffo
19 apr 11:30 Esteri
ARAPHAO (Usa) - Prometteva un trattamento migliore in cambio di rapporti sessuali. Uno sceriffo di Araphao, in Oklahoma, e' stato incriminato per aver schiavizzato le sue detenute per anni. Michael Burgess, 55 anni, rischia fino a 467 anni di carcere. E' infatti accusato di 35 capi d'imputazione, tra cui stupro, sesso orale forzato, corruzione. Le denunce sono state presentate da 12 ex detenute. Dai loro racconti traspare lo squallore della prigionia: alcune erano costrette a lottare fra di loro, con le magliette bagnate; chi si toglieva la maglia veniva ricompensata con sigarette. In un caso, una detenuta ha detto che lo sceriffo abuso' di lei anche dopo la fine della prigionia: ando' in un albergo, la ammanetto' e la violento' con una torcia elettrica. (Agr)

BRUNO CONTRADA

Contro l'accanimento carcerario Contrada chiede di morire
di Lillo Maiolino
Article content:
Ormai debole e provato sia nel fisico che nella volontà, Bruno Contrada aspetta con rassegnazione, ma probabilmente anche come liberazione dal suo lungo calvario giudiziario, la “sentenza” di Dio. Attraverso la sorella, infatti, l’ex dirigente del SISDE ha chiesto l’autorizzazione all’eutanasia.

“È l’unico modo per mettere fine alle sue pene – ha dichiarato la sorella Anna Contrada – la quale ha presentato al giudice tutelare del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere la “formale autorizzazione per uccidere legalmente il fratello”.
A depositare la richiesta è stato l’avvocato di Contrada, Giuseppe Lipera, che in tutti questi mesi si è adoperato con ogni forza affinché fosse trovata una soluzione fuori dal carcere, per gli ultimi anni, o forse mesi di vita, che rimangono all’ex poliziotto.
Alla fine, però, con l’opinione divisa tra favorevoli e contrari alla richiesta di grazia o comunque di prosecuzione della pena fuori dal carcere, Bruno Contrada seriamente malato, continua a rimanere dietro le sbarre.
L’ex dirigente del SISDE, infatti, sconta una pena di 10 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, dopo un lungo calvario processuale e la testimonianza di numerosi pentiti di mafia - alcuni dei quali fatti arrestare da Contrada stesso negli anni di servizio al SISDE -; durante i processi ha subito una condanna in primo grado, l’assoluzione in appello, e successivamente, con l’annullamento da parte della Cassazione della sentenza d’appello, un nuovo processo che l’ha portato alla condanna che sta scontando.
Bruno Contrada ha ormai 76 anni ed è segnato dal diabete e dal pericolo di attacchi ischemici. A dirlo non sono solo i familiari e il suo legale. Pochi mesi fa, infatti, una perizia di parte ha stabilito che le sue condizioni risultano critiche. Il prof. Carlo Torre, docente di Medicina legale all’Università di Torino, ha scritto che “esiste il pericolo di possibili nuovi attacchi ischemici cerebrali e le condizioni di salute dell’ex dirigente del SISDE non sono compatibili con il regime carcerario”.
Inoltre, nella perizia di parte, il prof. Torre fa riferimento a come la situazione medica di Contrada sia stata monitorata dal dott. Francesco Cariello, ufficiale medico presso il carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, dove Contrada è rinchiuso.
Le relazioni vanno dal 31 ottobre al 27 dicembre 2007. “All’interno di queste – ribadisce Torre nella sua consulenza sono spiegate le gravi e varie patologie delle quali è affetto Contrada e permettono di capire quanto negativamente stia pesando il regime carcerario sulle condizioni di salute dell’ex poliziotto.
Ma tutto questo fin adesso non è servito e non è stato consentito – perché di questo si tratta – a un uomo di avere la dignità di morire fuori dal carcere. Adesso ha deciso lui per tutti, chiede di “scomparire”.
No
18 Aprile 2008 (da l'occidentale, 19 aprile)

venerdì 18 aprile 2008

NUOVI SCHIAVI

Bergamo: 15 cinesi schiavizzati in un laboratorio
18 apr 04:33 Cronache
BERGAMO - Una quindicina di cinesi irregolari tenuti segregati all'interno di un laboratorio clandestino scoperto dai carabinieri in provincia di Bergamo. Arrestato un cinese di 50 anni per sfruttamento e favoreggiamento della manodopera clandestina, sequestrato il locale. (Agr)

MALASANITA'

«Suo figlio sta fingendo». Invece muore
TORINO—«Signora, suo figlio finge, probabilmente è spaventato e sta rivivendo il trauma della caduta… E anche lei non deve agitarsi così tanto. Se vuole possiamo chiamare lo psicologo per aiutarvi tutti e due». Ma il bambino, il piccolo Martino Audibert, 8 anni, non fingeva, una lesione al diaframma che nessun medico era riuscito a vedere lo stava uccidendo. Ed ora dall’inchiesta aperta dalla Procura di Torino emergono le prime, sconcertanti testimonianze di medici e infermieri, come il consiglio di ricorrere all’aiuto psicologico.
Martino era caduto il 1˚ marzo dopo un volo di parecchi metri a Bielmonte, vicino Biella: una raffica di vento aveva strappato da terra il castello gonfiabile sul quale stava giocando. Trasportato al Regina Margherita di Torino, era stato operato per una frattura al bacino. Ma il 6 marzo il bambino aveva cominciato a lamentarsi di fortissimi dolori alla pancia: un calvario durato due giorni. E all’alba dell’8 marzo Martino è morto.
V. Sc.18 aprile 2008 (da corriere.it)

NUOVI SCHIAVI

18/4/2008 (7:22) - REPORTAGE, LE PIU' BELLE IN EUROPA, ANCHE IN ITALIA, LE ALTRE SUL "MERCARTO" LOCALE
Le nuove schiave del Paraguay
Sono 10.000 le donne che ogni anno finiscono in questa rete

Nella capitale della tratta delle bianche: migliaia di donne rapite e costrette a vendersi
EMILIANO GUANELLA
ASUNCION DEL PARAGUAYSabrina T. ha 24 anni, pochi soldi in tasca e due figli da mantenere quando una cugina di Asuncion le racconta come fare per svoltare vita: un lavoro sicuro in Spagna come impiegata domestica, settecento euro più vitto e alloggio, quanto basta per mettere insieme, nel giro di un anno, il denaro sufficiente per tornare in Paraguay e iniziare un’attività in proprio. Spuntano due persone che hanno già pronto per lei il biglietto aereo per Madrid, una borsa con 500 euro per passare la dogana e il passaporto con il visto. A destinazione viene caricata su un’auto e portata in un night club di bassa lega dove le spiegano che dovrà lavorare fino a cancellare il debito di tremila euro contratto per lei dai suoi «datori di lavoro». Florencia L. ha appena 17 anni quando viene presentata ad un’agenzia di lavoro interinale per un posto da cameriera in Argentina: caricata su un camion assieme ad altre sei ragazze, viene violentata lungo il cammino e «affittata» in una mezza dozzina di locali notturni. «Mi sono sentita una stupida - confessa oggi - ancora adesso non riesco a capire come ci sono potuta cascare». La tratta delle bianche è un fenomeno in forte crescita in Sud America, con epicentro nella zona della triplice frontiera fra Argentina, Brasile e Paraguay. Zona di confine tra la legge e il crimine, dove passano tra le sei e le diecimila donne all’anno. Una rete fatta da reclutatori, trasportatori, compratori e venditori, che ha spesso come destinazione finale l’Europa, Spagna, Italia, Svizzera, Grecia. «La cosa più sconvolgente - spiega Cynthia Bendlin, responsabile di un programma di prevenzione premiato l’anno scorso dal Dipartimento di Stato americano - è che la catena inizia spesso con un familiare o una persona molto vicina alla vittima. Un cugino, un fidanzato che si presenta con un volantino con l’annuncio di un’offerta di lavoro ben retribuita all’estero».La rotta tradizionale passa attraverso le province argentine di Missiones e Corrientes fino alla periferia di Buenos Aires dove avviene una seconda selezione; le ragazze dalla migliore presenza vengono mandate in Europa, le altre si smistano nella zona. Il Paraguay è il serbatoio maggiore. A volte i trafficanti organizzano delle messe in scena, finti concorsi di bellezza in hotel di lusso, casting per campagne pubblicitarie. Qualche anno fa la stampa locale ha smascherato un traffico di detenute del carcere femminile di Asuncion, vendute direttamente dal direttore del penitenziario. Nelle scuole vengono distribuiti depliant in stile fotoromanzo, la polizia ogni tanto organizza retate ma sembra impossibile controllare la tratta, specie nella zona di Ciudad del Este, capitale sudamericana del contrabbando, crocevia di traffici di ogni tipo. L’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (Oim) cerca di sensibilizzare governi nazionali e locali. «Il Brasile - spiega Eugenio Ambrosi, direttore italiano della sede regionale - è l’unico paese della regione con una politica chiara e una legislazione adeguata. In Argentina è appena stata promulgata una legge sulla tratta, in Uruguay, Paraguay e Cile mancano gli strumenti giuridici adeguati». Polizia e inquirenti fanno distinzioni tra la vittima minorenne e quella maggiorenne: sono solleciti nel primo caso, pochissimo nel secondo, prendendo come pretesto che la donna potrebbe essere consenziente. Ma i fattori chiave sono la paura e la vergogna. «Le ragazze - spiega la Bendlin - vengono violentate e malmenate non appena rapite. Solo dopo subentra la tortura psicologica. I sequestratori le ricordano che sanno dove abitavano, le ripetono i nomi dei loro figli, le convincono che nessuno a casa crederà alla loro versione. Quando la polizia le libera poche prestano denuncia, le inchieste si arenano». Nelle stanze del centro di recupero «Luna Nueva» una ventina di ex ragazze di strada imparano a cucire, ad usare il computer, a leggere e scrivere in spagnolo oltre al guaranì, la lingua indigena che si parla in tutto il Paraguay. Tutte minorenni, quasi tutte giovani madri. «Facciamo del nostro meglio - spiega la direttrice Raquel Bermudes - ma quando escono si trovano di nuovo con la mancanza cronica di lavoro, il rischio che finiscano di nuovo in strada o sequestrate all’estero è altissimo». La «vita utile» di una ragazza finita nella tratta difficilmente supera i 30-35 anni. Alcune di loro continuano a lavorare per conto loro, altre vengono obbligate a fare da «mule» portando droga in Europa. Ma ci sono casi di ragazze che vengono assoldate e tornano in Paraguay come reclutatrici. Vittime che diventano complici in un circolo che non si spezza mai. (da lastampa.it 18 aprile 2008)

giovedì 17 aprile 2008

CONTRADA

Quest'uomo morirà in carcere, anche se il suo stato di salute e l'età sono incompatibili con la detenzione.

Napoli - L’ex dirigente del Sisde Bruno Contrada è stato trasferito dal carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, dove sconta una condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, nell’ospedale della stessa città. Lo ha reso noto il suo difensore, l’avvocato Giuseppe Lipera, secondo il quale Contrada è stato colpito da una ischemia cerebrale. (da ilgiornale, 17 aprile 2008)

L'IMPORTANZA DEI FUTILI MOTIVI

16 apr 19:46
Salerno: doppio omicidio e suicidio per futili motivi
SALERNO - Omicidio-suicidio a Buccino, zona rurale del salernitano. Gregorio Iuzzolino, 67 anni, ha ucciso la sorella Antonia e il cognato Giuseppe Ianniello, entrambi ex agricoltori 70enni. Dopo il doppio assassinio, l'uomo e' tornato a casa sua, distante solo pochi metri da quella della sorella, e si e' tolto la vita con un colpo alla testa. Secondo quanto si e' appreso, i dissapori tra cognati avevano origine dall'abitudine di Iuzzolino, celibe, di andare abitualmente a casa della sorella per mangiare. Consuetudine mal sopportata dal marito di lei. (Agr)

EVVIVA!

Non so se mettermi a ridere o a piangere.

Trovato nudo insieme a sei prostitute:arrestato il capo della polizia di Teheran
TEHERAN (16 aprile) - Nell'ultimo anno ha fatto incarcerare migliaia di ragazze iraniane perché indossavano veli che lasciavano uscire troppo i capelli o indumenti che facevano intravedere il corpo, ma è stato incastrato da un blizt in un bordello. L'uomo in questione è il capo della polizia di Teheran, il generale Reza Zarei, il cui compito consisteva nel reprimere tutte le pratiche ritenute immorali: è stato trovato nudo in compagnia di sei prostitute e arrestato. In Iran la prostituzione è infatti illegale. A riferirlo è il sito del quotidiano israeliano Yediot Ahronot, spiegando che la vicenda è avvenuta il mese scorso. Il generale, che si è scoperto essere il primo a non rispettare le leggi dell'Islam, in seguito a quanto accaduto ha dovuto presentare le dimissioni. Le autorità iraniane hanno mantenuto sulla vicenda un quasi assoluto silenzio. Il portavoce dell'apparato giudiziario, Ali Reza Jamshidi, si è limitato a dire che «uno degli ex comandanti della polizia» è in carcere, in attesa di giudizio, ma non ha voluto fare alcun commento sulle accuse che gli vengono mosse. «Poiché il caso è nella fase giudiziaria - ha sottolineato Jamshidi - non possiamo dare alcuna informazione». Solo qualche giornale iraniano riformista ha fatto vaghi cenni alla vicenda, anche in questo caso senza pubblicare il nome di Zarei e le accuse che gli sarebbero rivolte. (da ilmessaggero.it)

domenica 13 aprile 2008

VIOLENZA SESSUALE

Credevo di averle sentite tutte, ma questa mi giunge nuova. Si diceva una volta silenzio- assenso, ora bisogna considerare il silenzio- dissenso. Mi domando se, con tutto il rispetto, non stiamo esagerando.

Cassazione: moglie rifiuta silenziosamente rapporti sessuali? E' comunque stupro -->
La Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione (Sent. 13983/2008) ha stabilito che sussiste il reato di violenza sessuale anche nel caso in cui, in un rapporto coniugale, la donna non esprima esplicitamente al compagno il suo rifiuto al rapporto sessuale. In tema di reati contro la libertà sessuale, infatti, secondo gli Ermellini, nei rapporti tra coniugi, non ha valore scriminante il fatto che la donna non si opponga esplicitamente al rapporto e lo subisca. In tal caso, infatti, si può ugualmente configurare la sussistenza di un costringimento psicofisico idoneo a incidere sulla libertà di autodeterminazione delle persone (e quindi del reato) e ciò nel caso in cui si provi che l'autore del fatto, aveva la consapevolezza del rifiuto implicito della compagna agli atti sessuali. Con questa decisione la Corte ha confermato la condanna a un marito che continuava ad avere rapporti con la moglie nonostante fosse a conoscenza che lei non volesse. La donna, infatti, non esprimeva esplicitamente il suo dissenso, solo ed esclusivamente per evitare scenate indecenti davanti ai figli. (Data: 07/04/2008 - Autore: Cristina Matricardi) --> (studiocataldi.it)

sabato 12 aprile 2008

E TU DAGLI FUOCO!

Napoli: parenti ex gli danno fuoco, 24enne resta grave
12 apr 11:27 Cronache
NAPOLI - E' sempre grave, ma non in pericolo di vita, Antonio Della Mura, il 24enne a cui ieri e' stato dato fuoco dal fratello e dal cugino della sua ex ragazza a Santa Maria La Carita', nel napoletano. Ha riportato ustioni sul 40 per cento del corpo, a preoccupare maggiormente sono mani e torace. E' ricoverato al Cardarelli di Napoli. I due aggressori sono in stato di fermo al carcere di Poggioreale. (Agr)

venerdì 11 aprile 2008

NUOVI SCHIAVI

Roma, religiosa di origini filippine scappa dal conventoLa madre superiora sotto accusa nega e parla di una vendetta
Confessione choc di una suora"Io, trattata come una schiava"
Confessione choc di una suora"Io, trattata come una schiava"' src="http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/cronaca/suora-schiava/suora-schiava/fran_12693323_13510.jpg" width=230>
Il convento albergo delle suore dello Spirito Santodi MARINO BISSO e CARLO PICOZZA ROMA - Scappa dal convento e si rifugia in un centro contro la violenza alle donne. È la storia di una suora trattata come schiava. Vittima di ricatti psicologici, si sottopone a visita ginecologica per far certificare la sua verginità. Angherie e vessazioni: cure mediche negate, mortificazioni e punizioni come "il bacio al pavimento". Le accuse sono finite ora al centro di un'inchiesta della procura di Roma che ha iscritto la madre superiora nel registro degli indagati contestandole il reato di maltrattamenti. Il racconto choc della suora è stato confermato da due consorelle sentite ieri a palazzo di giustizia a Roma. L'inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore Nicola Maiorano che ha affidato le indagini alla polizia giudiziaria diretta dal vicequestore Orlando Parrella. Scenario dei presunti maltrattamenti è un convento, vicino all'ospedale Gemelli, della Congregazione dello Spirito Santo, che funziona da "albergo a una stella". Vittima, suor Maria (chiamiamola così), nata 48 anni fa nelle Filippine e sbarcata a Roma nel giugno del '97. Un anno fa, l'otto marzo giorno dedicato alle donne, la religiosa lo ricorda così: "Sono stata costretta ad allontanarmi dal convento perché gravemente ammalata e vittima di maltrattamenti da parte delle mie superiore". "Ora", continua, "ho trovato rifugio in un centro antiviolenza". Le sue sofferenze sono condensate in una denuncia presentata dall'avvocato Teresa Manente, dell'ufficio legale di "Differenza donna". Al centro antiviolenza era stata accompagnata da due connazionali dell'associazione "Donne filippine". Una ventina di giorni dopo, "colpita da una grave emorragia", era stata costretta a lasciare il centro alla volta dell'ospedale San Camillo per essere operata. "Nonostante fossi gravemente malata da tempo", racconta, "la madre superiora mi privava di qualsiasi cura e assistenza medica, delle medicine e mi ordinava di continuare a lavorare". Già, i lavori: "Quando sono arrivata a Roma con altre consorelle", ricorda suor Maria, "mi era stato detto che avrei dovuto imparare l'italiano e dedicarmi all'apostolato con periodi di formazione e meditazione". "Ma - continua - ho sempre e solo lavorato nel convento che, in realtà, è una pensione a una stella, "Albergo suore dello Spirito Santo", con oltre 50 stanze". All'inizio, "da sola, dovevo preparare ogni giorno colazione, pranzo e cena per almeno 15 persone: al lavoro alle 6 per far mangiare le consorelle; alle 6.30 preghiera e messa e alle 8.30 servivo le colazioni in refettorio. Poi di nuovo ai fornelli per il pranzo delle 12.30. Quindi rassettavo la cucina per tornarvi alle 17 a preparare la cena". "Tre giorni a settimana, tra le 15 e le 17, pulizie in chiesa".


Cinque mesi e, "nel dicembre 1997, mi comparvero spaccature della pelle sulle mani: "Dermatite grave", diagnosticò il dermatologo", invitandola a tenere al riparo le mani. Ma la superiora minimizza e prescrive un'altra terapia: "Crema e guanti di gomma". "Le ferite facevano molto male ma non avevo il coraggio di chiedere di cambiare mansioni per paura che la superiora si arrabbiasse e mi accusasse di non aver voglia di lavorare". Ma le piaghe si infettano. Arriva la febbre. "Allora mi accompagnò in ospedale: il dermatologo avvertì che l'infezione metteva a rischio le dita". A suor Maria viene assegnato un altro lavoro: "Lavare e stirare biancheria di consorelle e ospiti". Tra le mura della Congregazione, suor Maria viene "sottoposta a continue aggressioni e umiliazioni". "Mi venivano consegnati 20 euro al mese", racconta, "e di ogni acquisto dovevo mostrare alla superiora gli scontrini". Quest'ultima, alcune settimane fa, è stata interrogata. Assistita dall'avvocato Stefano Merlini ha negato gli addebiti dicendo di essere vittima di una vendetta e di accuse inventate dalle tre suore. (11 aprile 2008) (da repubblica.it)

NUOVI SCHIAVI

Roma, prima l'inserzione, poi la parola d'ordine:solo così si poteva andare con le schiave cinesi

ROMA (10 aprile) - Sottoporsi ad una specie di quiz e poi spendere da 70 a 150 euro per fare l'amore in stanzette divise da tende e in mezzo alla spazzatura. Succede (succedeva?) a Roma dove per accompagnarsi ad una prostituta cinese prima bisognava rispondere ad un'inserzione, poi, una volta avuta la parola d'ordine in cinese, si poteva accedere in una specie di tugurio per potersi intrattenere con le ragazze alcune delle quali minorenni. Dall'esterno sembrava abbandonata, ma quando gli agenti del commissariato Esquilino, hanno fatto irruzione nella villa di via del Mandrione 370, si sono trovati di fronte a uno scenario che loro stessi definiscono «incredibile». Quattro donne di origine cinese, dai 16 anni in su, venivano costrette da tre loro connazionali a prostituirsi, in un ambiente fatiscente e in condizioni igieniche pessime.L'indagine ha preso il via da un appartamento del quartiere Esquilino dal quale partivano furgoni che, come poi si è scoperto, trasportavano le ragazze alla villa nella quale venivano rinchiuse. I clienti, tutti extracomunitari e alcuni italiani, vi avevano accesso solo attraverso un complicato sistema di passaparola: per ottenere un appuntamento era necessario rispondere a un annuncio pubblicato su un quotidiano e fornire una parola d'ordine in cinese. Solo allora veniva fornito l'indirizzo esatto della villa, protetta da catene, lucchetti e da quattro cani da guardia. Le tariffe andavano dai 70 ai 150 euro, per prestazioni consumate in piccole stanze divise da tende. Secondo gli agenti che hanno portato a termine l'operazione, le donne venivano trattenute all'interno della villa per più giorni e a rotazione sostituite da altre connazionali. I responsabili dell'organizzazione, due uomini e una donna, sono stati arrestati con le accuse di sfruttamento della prostituzione, riduzione in schiavitù e immigrazione clandestina. (da ilmessaggero.it)

giovedì 10 aprile 2008

SESSO IN OFFERTA

E' buffo, e non ho altre informazioni.


In piazza Carlo III a Napoli
Chiede un passaggio, poi offre sesso al conducente. Lui rifiuta e viene picchiato
Carmela Scala, 41 anni, è stata arrestata con Giuseppe Pestorino, di 46 anni, accorso da lei per pestare l'automobilista «riottoso»
NAPOLI – Una donna chiede un passaggio; durante il tragitto si offre per una prestazione sessuale, ma l’automobilista rifiuta. Lei per vendetta chiama con un cellulare un amico che raggiunta l’auto dei due, a suon si spranghe e catene, distrugge la vettura del povero guidatore. Sembra uno scherzo, ma non lo è; il fatto è accaduto questa mattina, mercoledì 9, alle prime luci dell’alba presso piazza Carlo III, a Napoli. Carmela Scala, 41 anni, è stata arrestata con Giuseppe Pestorino, di 46 anni, già noto alle forze dell’ordine. La donna ha chiesto un passaggio ad un automobilista per raggiungere da piazza Garibaldi, nei pressi della stazione ferroviaria, proprio piazza Carlo III. Lungo il tragitto per 10 euro la donna avrebbe offerto una prestazione sessuale.
Al rifiuto del guidatore, la Scala non ha esitato a chiamare Pestorino. L’automobilista prontamente ha avvertito la polizia che ha rintracciato i due che non si erano disfatti della catena. La coppia ora dovrà difendersi dell’accusa di tentata rapina.
09 aprile 2008 (da corrieredelmezzogiorno.it)

mercoledì 9 aprile 2008

STRAGE IN FAMIGLIA

Germania: avvelenano i 4 figli e si suicidano
BERLINO (9 aprile) - Hanno avvelenato i loro quattro figli, poi si sono tolti la vita con lo stesso veleno. La polizia di Westerhausen, cittadina della Sassonia- Anhalt, Stato dell'ex Germania dell'Est, ieri pomeriggio ha scoperto nella loro casa i cadaveri dei due genitori. Due dei quattro figli, di otto e 13 anni, versano in gravi condizioni, mentre le altre due bambine, di dieci e 11 anni, sono fuori pericolo. In casa è stata trovata una bottiglia di plastica con del liquido non ancora analizzato. La polizia ritiene che la coppia abbia prima avvelenato i piccoli e poi si sia suicidata ingerendo lo stesso veleno. Rimangono ignote le cause del gesto. I risultati delle autopsie sono attesi nelle prossime ore. (DA ILMESSAGGERO.IT)

Il Messaggero: Abusa per quattro anni della figlia: arrestato

Il Messaggero: Abusa per quattro anni della figlia: arrestato

Perugia: donna trovata assassinata in casa Corriere della Sera

Perugia: donna trovata assassinata in casa Corriere della Sera

martedì 8 aprile 2008

Cosa prevede il Ddl stalking | DIRE WELFARE | Agenzia DIRE

Cosa prevede il Ddl stalking DIRE WELFARE Agenzia DIRE

Si stanno approntando modifiche al codice penale in merito al reato di stalking, cioè di persecuzione mediante approcci, lettere, telefonate sgraditi e continuativi. Penso che se ne occuperà il prossimo Parlamento.

HIV- AIDS

Genova: infetta compagna con virus Hiv, condannato
08 apr 15:31 Cronache
GENOVA - Sette anni di reclusione. Questa la condanna inflitta a un uomo accusato di lesioni personali gravissime per aver infettato la propria conpagna con il virus dell'Hiv. Il giudice ha condannato inoltre l'uomo, 39enne, a pagare all'ex compagna, all'epoca dei fatti di 21 anni, una provvisionale di 90mila euro e tutte le spese processuali. (Agr)

NUOVI SCHIAVI

Ad Eboli: la giovane, 24enne, è stata liberata dai carabinieri
Compra connazionale per 570 euro e poi la costringe a prostituirsi. Arrestato
Bulgara, madre di due figli, tenuta in schiavitù in casa del protettore. Le ha fatto credere che in Italia avrebbe fatto la badante
SALERNO - Un'altra brutta storia di moderna schiavitù. Ragazze dell'est oggetto di compravendita in patria, portate in Italia, imprigionate tra quattro mura e cosrette a prostituirsi. Stavolta, è toccato ad una bulgara 24enne, tenuta sotto chiave ad Eboli dal suo protettore, che l'aveva «comprata» in Bulgaria per 570 euro. A liberarla sono stati i carabinieri del reparto operativo del Comando provinciale di Salerno che hanno fatto irruzione in un’abitazione di un comune della Piana del Sele, dove si trovava rinchiusa la donna, sposata e madre di due figli, che vivono in Bulgaria.
Il suo protettore, M.V.V. di 38 anni, anch’egli di nazionalità bulgara, sposato con due figli abitanti nello stesso appartamento, è stato denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica del tribunale di Salerno per sequestro di persona e sfruttamento della prostituzione. La donna ha raccontato ai carabinieri di essere stata acquistata in Bulgaria per 570 euro. Alla ventiquattrenne era stato promesso che in Italia avrebbe svolto mansioni di badante ed invece una volta giunta sul territorio nazionale è stata costretta a prostituirsi e a subire continue percosse a causa dei suoi dinieghi. La donna è stata ora trasferita in una località protetta.
08 aprile 2008 (da corrieredelmezzogiorno.it)

sabato 5 aprile 2008

AIDS

Canada: Aids, condannato a 18 anni per sesso non protetto
05 apr 01:59 Esteri
OTTAWA - Un 32enne canadese e' stato condannato a 18 anni di carcere per aver avuto rapporti non protetti con 15 donne diverse pur sapendo di avere l'Aids. Cinque delle ex partner dell'uomo sono state contagiate. (Agr)

MEDICO ARRESTATO PER OMICIDIO COLPOSO

Arrestato medico ospedale Pescara per omicidio colposo e falso
Inviato da Redazione il 5/4/2008 10:18:24 -->(369 letture)
ULTIM’ORA. Marco Basile, primario di Chirurgia 1 dell’ospedale di Pescara, è stato arrestato questa mattina dalla squadra mobile di Pescara. Per lui accuse pesantissime: soppressione di atti pubblici, falso in atti pubblici e omicidio colposo. La vicenda sarebbe riconducibile alla morte di una signora di 74 anni, operata in ospedale nel gennaio scorso. A seguito della morte della donna i familiari hanno presentato una denuncia per chiarire le cause del decesso.Dopo tre mesi di indagini la procura ha ritenuto che si fossero raccolti elementi sufficienti per chiedere l'arresto dell'uomo.Questa mattina sono scattate le manette. I particolari della vicenda saranno illustrati in tarda mattinata alla stampa.05/04/2008 10.11TRE INTERVENTI E UN'ASPORTAZIONE DEL RENELa morte della paziente risale a gennaio 2007. Si trattava di una donna di 74 anni malata di tumore all’intestino. Ricoverata a ottobre 2006, dopo tre interventi, è morta nel gennaio 2007.Dopo il decesso della donna, però, la figlia ha presentato una denuncia in Procura. Il pm Gennaro Varone chiede l’autopsia ed è proprio da questa che emerge un fatto inquietante: alla donna manca un rene.Nessuno in famiglia era al corrente di un intervento per la sua asportazione.Cominciano le indagini e si comincia a ricostruire tutta la cartella clinica della vittima.Il primo intervento all’ospedale di Pescara risale al 2006 quando i medici tentano di asportare il tumore all’intestino.Qualche mese dopo c’è un secondo intervento per una seticemia: si era scoperto, infatti, che i punti non erano stati messi beni e la ferita si era riaperta.La terza operazione avviene invece a dicembre del 2006, un mese prima della morte. E proprio durante questo intervento, presumibilmente, sarebbe stato asportato il rene.Gli inquirenti, infatti, hanno ritrovato una radiografia della donna datata 4 dicembre 2006. Due giorni prima dell’ultimo intervento nel corpo della donna c’erano ancora tutti e due i reni. (da primadanoi.it 5 aprile)

venerdì 4 aprile 2008

UNA PROPOSTA

UNA PROPOSTA PER I NOSTRI POLITICI, BIPARTISAN COME QUALCUNO DICE. VI RICORDATE QUEL CHE FECE L'IMPERATORE GIUSTINIANO? "D'ENTRO LE LEGGI TRASSE IL TROPPO E IL VANO" DICHIARA DANTE. FATE LO STESSO. NOMINATE UNA PICCOLA COMMISSIONE DI GIURISTI ECCELSI, FATELI LAVORARE A TEMPO PIENO, A SFOLTIRE L'INTRICATA FORESTA DI LEGGI E DI SENTENZE, ORMAI SUPERATE DAI TEMPI E DAL BUON SENSO, E A DARCI UN CORPUS COERENTE E COMPRENSIBILE.

mercoledì 2 aprile 2008

ELOGIO DELLA STUPIDITA'

Negli Stati Uniti. Il direttore di uno degli ospedali coinvolti: «evento raro»
Espianto di organi da ragazzo malato di tumore: morti due trapiantati
Per i medici il donatore era morto di meningite, deceduti 2 dei 4 pazienti che hanno ricevuto i suoi organi
WASHINGTON - Quattro persone che avevano ricevuto organi in trapianti eseguiti negli Stati Uniti, sono state sottoposte a espianti dopo la scoperta che il donatore era morto per un tumore. Ma per due dei quattro pazienti era ormai troppo tardi: il decesso è arrivato prima che la chemioterapia potesse garantire loro la sopravvivenza, come accaduto per i due sopravvissuti.
«EVENTO ESTREMAMENTE RARO» - Gli organi, fegato, pancreas e reni, appartenevano ad Alex Koehne, un ragazzo di 15 anni, deceduto un anno fa per quella che i medici pensavano fosse meningite. In realtà, come emerge da un articolo pubblicato dalla rivista American Journal of Transplantation, l'autopsia effettuata un mese dopo ha rivelato che il giovane era stato ucciso da un cancro raro e fulminante. La vicenda è venuta ora alla luce per la morte di due delle persone che avevano ricevuto organi, un uomo di 52 anni al quale era stato trapiantato il fegato di Koehne e una donna di 36 anni che aveva ricevuto il pancreas. «Si è trattato di un evento estremamente raro», ha detto il dottor Lewis Teperman, del New York University Medical Center, uno degli ospedali coinvolti nei trapianti. I destinatari dei reni, due uomini di 46 e 64 anni, sono ora sottoposti a trattamenti di chemioterapia.
02 aprile 2008 (da corriere.it)

SANITA' CARCERARIA

Carceri: la salute dei detenuti passa al SSN
02 apr 13:06 Politica
ROMA - La tutela della salute dei detenuti nella carceri italiane passa al Servizio Sanitario Nazionale. L'Iter si e' perfezionato con il DPCM di attuazione dell'art. 2 (comma 283) della legge finanziaria 2008 sottoscritto ieri dal presidente del Consiglio dei ministri Romano Prodi e dai ministri proponenti Livia Turco e Luigi Scotti. Il principio costituzionale del fine rieducativo della pena diventa cosi' ancora piu' concreto: i detenuti, al pari dei cittadini liberi, hanno diritto ad ottenere un'assistenza sanitaria organizzata secondo un principio di globalita' degli interventi sulle cause che possono pregiudicare la salute, di unitarieta' dei servizi e delle prestazioni, di integrazione dell'assistenza sociale e sanitaria e di garanzia della continuita' terapeutica. L'obiettivo e' di fornire una piu' efficace assistenza migliorando la qualita' delle prestazioni di diagnosi, cura e riabilitazione negli istituti penitenziari. (Agr)

AMIANTO

Amianto, prima condanna per omicidio colposo

GORIZIA ( 2 aprile) - Prima condanna per omicidio colposo dovuto all'amianto a Gorizia. Il giudice monocratico del Tribunale, Caterina Brindisi, ha condannato Manlio Lippi, 85 anni, ex direttore degli stabilimenti navalmeccanici Italcantieri, oggi Fincantieri, di Monfalcone (Gorizia), a un anno di reclusione (pena sospesa) per omicidio colposo. È la prima sentenza del Tribunale di Gorizia in un processo legato a un caso di decesso per amianto a fronte di centinaia di fascicoli aperti dalla Procura per altrettanti casi di operai deceduti per malattie riconducibili all'esposizione all'amianto. Lippi è accusato della morte nel 1998 di Annamaria Greco, dipendente di una ditta che si occupava delle pulizie nel cantiere. La donna vi aveva lavorato negli anni Settanta prestando servizio sulle navi in fase di costruzione in ambienti nei quali - secondo l'accusa - la concentrazione di fibre d'amianto era di dieci volte superiore al quantitativo minimo per contrarre l'asbestosi. Era deceduta per un mesotelioma alla pleura a 52 anni. Il pm Annunziata Puglia aveva chiesto la condanna a 2 anni di reclusione. Il giudice Brindisi ha condannato Lippi al pagamento di una provvisionale di 100mila euro e al risarcimento ai familiari da quantificare in sede civile. Al momento della lettura, le persone presenti in aula , fra le quali i due figli della donna - Andrea e Michela - e i rappresentanti dell'Associazione dei parenti delle vittime degli esposti all'amianto, hanno applaudito a lungo. «Abbiamo aspettato per anni questo momento» è stato il commento del presidente dell'associazione dei familiari delle vittime dell'amianto Davide Bottegaro. Ora sono un migliaio i fascicoli aperti che aspettano una risposta. Contestualmente, il giudice Brindisi ha emesso la sentenza di assoluzione (per insussistenza del fatto) in un altro procedimento nel quale è ipotizzato il reato di lesioni personali ai danni di un altro ex dipendente del cantiere di Monfalcone. Nel processo erano imputati, oltre allo stesso Manlio Lippi, gli ex presidenti del cda di Fincantieri Vittorio Fanfani, Enrico Bocchini e Corrado Antonini (tuttora presidente del gruppo navalmeccanico), e gli ex direttori Dario Alessandrini e Giancarlo Testa. (ilmessaggero.it 2 aprile)

VEDI COSA SUCCEDE

L'odontotecnico ha inoltre depistato i carabinieri denunciando una rapina
Spara a falso dentista che lo cura male
A Roma un pregiudicato arrestato per tentato omicidio con aggravanti di premeditazione e futili motivi
ROMA - Non si trattava di un tentativo di rapina, ma di una vendetta per denti curati male e in modo doloroso. Alle 15 di lunedì un uomo ha sparato alle gambe a un dentista nell'androne di un palazzo nel quartiere di Torpignattara, a Roma. Intervenuti i carabinieri, il dentista 57enne ha denunciato un tentativo di rapina finito male, ma non è stato creduto.
ODONTOTECNICO - Messo alle strette, ha ceduto. Non è un dentista, ma un odontotecnico che curava abusivamente i denti. Un romano 50enne, pregiudicato, gli ha sparato perché insoddisfatto delle cure ricevute che, non solo gli avevano peggiorato la condizione dentale, ma pare che fossero state particolarmente dolorose. Rintracciato dai carabinieri, il feritore ha confessato le proprie responsabilità ed è stato sottoposto a fermo per tentato omicidio con l'aggravante della premeditazione e dei futili motivi. Anche il falso dentista, ricoverato in ospedale dove è stata operato, è stato denunciato a piede libero per esercizio abusivo della professione. Anche l'ex moglie, il fratello e il nipote del ferito sono stati denunciati per simulazione di reato e favoreggiamento personale.
ALTRI CASI - Non è l'unico caso negli ultimi giorni di odontotecnici che sono stati denunciati per esercizio abusivo della professione dentistica. La Guardia di finanze ne ha scoperti e denunciati due ad Adrano, in provincia di Catania, e a Castellammare di Stabia (Napoli).
02 aprile 2008 (da corriere.it)

martedì 1 aprile 2008

ELOGIO DELLA STUPIDITA'

Il comune toglie il permesso di parcheggio,bimbo disabile non può più andare a scuola
TORINO (31 marzo) - Una triste vicenda di incomprensioni di paese e una vittima innocente: un bambino con tanti problemi che da una settimana ha smesso di frequentare la scuola. E' accaduto a Barbania, un piccolo paese vicino a Torino. Il bambino frequenta la terza elementare ed è autistico con disabilità al 100%. La scuola è situata in una stretta via in salita ed alla famiglia Scrimenti, questo il cognome del bambino, era stato dato il permesso di parcheggiare davanti all'istituto. Ora non più. La revoca del permesso sarebbe arrivata dopo la protesta di alune mamme per la guida pericolosa di Antonio, il padre del bambino che spiega: «Mio figlio è un bambino difficile che non può stare solo un secondo, imprevedibile, può camminare ma è pericoloso. Per il primo anno, nel 2006, non ci sono stati problemi, parcheggiavo davanti alla scuola, poi altri genitori hanno cominciato ad accusarmi di ogni cosa, compreso di guidare male e di investire le persone. Tutte bugie, è solo che non sopportano che io abbia questo aiuto. Purtroppo nei paesi succede anche questo». La moglie, Natalina Bruzzese, che ha anche altri due bimbi, piange di disperazione: «Adesso ci accusano di tutto perché devono pur trovare un modo per far accettare la loro protesta che è assurda. Ma non sanno cosa vuol dire avere un problema come questo».Domani i radicali terranno una conferenza stampa per parlare delle politiche per i disabili e per chiedere spiegazioni. E ill sindaco Giovanni Drovetti spiega: «Mi spiace molto di come si stanno mettendo le cose. Noi avevamo dato il permesso di parcheggio per dare una mano a questa famiglia, poi le polemiche delle altre famiglie ci hanno portato a cercare strade alternative mai però prese in considerazione. Abbiamo proposto che la Scuolabus andasse a prendere il bambino fin dentro casa con un insegnante di sostegno o anche che il padre potesse parcheggiare in una piazzola a 80 metri dalla scuola, ma come risposta non hanno portato più il bimbo a scuola». Pronta la risposta del papà: «Mio figlio non è in grado di camminare 80 metri e il medico ci ha sconsigliato in ogni modo lo Scuolabus, perché non vogliono capire?». (da corriere.it)