mercoledì 2 maggio 2012

cannabis contro il dolore


La Toscana approva la legge
per l'uso sanitario di cannabis

La cannabis come terapia contro il dolore. Il Consiglio regionale toscano approva la prima legge in Italia per facilitare l’uso di farmaci con cannabinoidi

FIRENZE - La cannabis come terapia contro il dolore. Il Consiglio regionale toscano approva la prima legge in Italia per facilitare l’uso di farmaci con cannabinoidi, nella cura di specifiche malattie, come la sclerosi multipla, la depressione o il glaucoma. Le strutture sanitarie avranno un ruolo fondamentale riducendo gli attuali tempi burocratici lunghissimi (anche quattro mesi) per ottenere la cannabis. E poi i trattamenti potranno essere continuati anche in sede domiciliare. A Palazzo Panciatichi sono arrivati in tanti, da tutte le regioni, per assistere all’approvazione della legge. Attualmente sono un centinaio i pazienti, in tutta Italia, che fanno uso legalizzato di cannabis, come previsto da due decreti del 1997. Poi «esistono migliaia di malati che devono ricorrere al mercato nero – spiega il consigliere Enzo Brogi (Pd) – oppure all’autoproduzione, generando problemi di sicurezza del farmaco e problemi legati alla commercializzazione». I benefici dell’uso di cannabis nella terapia del dolore sono comprovati: «Gli studi mostrano come nel caso di malattie legate ai muscoli, come ad esempio la distrofia – continua Brogi – l’uso di medicine a base di cannabinoidi sono in grado di ridurre anche del 50 per cento l’uso di morfina».
La legge approvata dà sia la possibilità di acquistare farmaci a base di cannabinoidi, come pasticche che spesso arrivano da Canada e Olanda, sia preparazioni galeniche attraverso il controllo delle strutture sanitarie. Proprio i presidi sanitari potranno acquistare i farmaci, entro i budget aziendali previsti. «Si tira fuori il paziente dal labirinto della soggettività», dice Monica Sgherri (Fds-Verdi). Come si può accedere ai medicinali cannabinoidi? «I pazienti dovranno chiedere i farmaci presso gli ospedali o al proprio medico», spiega il consigliere regionale Mauro Romanelli (Fds-Verdi). «Dopo potranno poi decidere di proseguire la terapia a casa», aggiunge la consigliera Lucia Martegi (Pd) “Questa legge non ha la presunzione di risolvere la questione ma di affrontare in modo più dignitoso alcune patologie”, dice Marco Remaschi (Pd). Qualche dubbio arriva da Marco Carraresi (Udc), che vota contrario insieme al Pdl (la Lega si astiene): «E’ veramente necessario che la Toscana faccia da apripista? io credo che sarebbe più saggio aspettare di avere chiarezza su questa materia». «Non è la politica a dover decidere se un farmaco è utile oppure no - aggiunge Stefano Mugnai del Pdl - questa legge non cambia poi così tanto nel processo di reperimento del farmaco e allora se si tratta di un’iniziativa manifesto abbiamo qualche difficoltà ad approvarla». Il Pdl ha chiesto anche una breve sospensione dell’assemblea per decidere: «Abbiamo convenuto di dare ampia libertà di voto su questo tema - dice Paolo Ammirati - non vogliamo dare una connotazione politica a questo tema, probabilmente c’è stata troppo fretta da parte della Toscana di essere prima della classe».
Federica Sanna02 maggio 2012

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