LA STORIA
Bimba morì per diagnosi sbagliata
Pediatra in ferie dovrà risarcire i danni
Tre milioni di euro per la morte di una bambina di 10 anni, sua paziente, causata da un errore di diagnosi della sua sostituta, che non riconobbe una peritonite
FIRENZE - Anche se era assente per le ferie e aveva il telefono staccato, una pediatra di Firenze dovrà lo stesso risarcire il danno per la morte di una bambina di 10 anni, sua paziente, causata da un errore di diagnosi della sua sostituta, che non riconobbe un attacco di peritonite. Lo ha stabilito il tribunale di Firenze secondo quanto riporta oggi il quotidiano La Repubblica. La bimba si sentì male a marzo del 2008 e morì al Meyer dopo giorni in rianimazione, i genitori avevano chiamato la sostituta della pediatra che in quel periodo era in ferie, e la donna aveva diagnosticato un'influenza: invece si trattava di peritonite. La pediatra in ferie non è mai stata coinvolta nel procedimento penale ma adesso il giudice ha stabilito che dovrà pagare un risarcimento.
LA CONDANNA - Il giudice ha condannato la sostituta a 1 anno e un medico di guardia a 8 mesi, entrambi per omicidio colposo, ma ha anche fissato un risarcimento di 3 milioni di euro da pagare alla famiglia da parte dei due imputati e della pediatra in vacanza. Il presidente dell’ordine dei medici di Firenze, Antonio Panti, ha criticato la sentenza come «poco logica» spiegando che «la responsabilità nella scelta del professionista da cui farsi sostituire ha senso solo quando c’è una gerarchia di medici, ad esempio in un reparto di ospedale, mentre nel caso dei medici convenzionati con la Asl il sostituto è alla pari». Il presidente della Federazione dei medici pediatri, Giuseppe Mele, ha sottolineato che «ogni professionista deve rispondere solo per i suoi atti medici. La colpa è solo soggettiva, non può essere oggettiva».
21 gennaio 2011
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