Contro l'accanimento carcerario Contrada chiede di morire
di Lillo Maiolino
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Ormai debole e provato sia nel fisico che nella volontà, Bruno Contrada aspetta con rassegnazione, ma probabilmente anche come liberazione dal suo lungo calvario giudiziario, la “sentenza” di Dio. Attraverso la sorella, infatti, l’ex dirigente del SISDE ha chiesto l’autorizzazione all’eutanasia.
“È l’unico modo per mettere fine alle sue pene – ha dichiarato la sorella Anna Contrada – la quale ha presentato al giudice tutelare del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere la “formale autorizzazione per uccidere legalmente il fratello”.
A depositare la richiesta è stato l’avvocato di Contrada, Giuseppe Lipera, che in tutti questi mesi si è adoperato con ogni forza affinché fosse trovata una soluzione fuori dal carcere, per gli ultimi anni, o forse mesi di vita, che rimangono all’ex poliziotto.
Alla fine, però, con l’opinione divisa tra favorevoli e contrari alla richiesta di grazia o comunque di prosecuzione della pena fuori dal carcere, Bruno Contrada seriamente malato, continua a rimanere dietro le sbarre.
L’ex dirigente del SISDE, infatti, sconta una pena di 10 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, dopo un lungo calvario processuale e la testimonianza di numerosi pentiti di mafia - alcuni dei quali fatti arrestare da Contrada stesso negli anni di servizio al SISDE -; durante i processi ha subito una condanna in primo grado, l’assoluzione in appello, e successivamente, con l’annullamento da parte della Cassazione della sentenza d’appello, un nuovo processo che l’ha portato alla condanna che sta scontando.
Bruno Contrada ha ormai 76 anni ed è segnato dal diabete e dal pericolo di attacchi ischemici. A dirlo non sono solo i familiari e il suo legale. Pochi mesi fa, infatti, una perizia di parte ha stabilito che le sue condizioni risultano critiche. Il prof. Carlo Torre, docente di Medicina legale all’Università di Torino, ha scritto che “esiste il pericolo di possibili nuovi attacchi ischemici cerebrali e le condizioni di salute dell’ex dirigente del SISDE non sono compatibili con il regime carcerario”.
Inoltre, nella perizia di parte, il prof. Torre fa riferimento a come la situazione medica di Contrada sia stata monitorata dal dott. Francesco Cariello, ufficiale medico presso il carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, dove Contrada è rinchiuso.
Le relazioni vanno dal 31 ottobre al 27 dicembre 2007. “All’interno di queste – ribadisce Torre nella sua consulenza sono spiegate le gravi e varie patologie delle quali è affetto Contrada e permettono di capire quanto negativamente stia pesando il regime carcerario sulle condizioni di salute dell’ex poliziotto.
Ma tutto questo fin adesso non è servito e non è stato consentito – perché di questo si tratta – a un uomo di avere la dignità di morire fuori dal carcere. Adesso ha deciso lui per tutti, chiede di “scomparire”.
No
18 Aprile 2008 eutanasia giustizia Italia (da l'occidentale, 19 aprile)
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