Vi ricordate di quella ragazza saudita che era stata violentata da 7 uomini, e che per questo era stata condannata a 6 mesi di galera e a 200 frustate? Il caso aveva suscitato l'indignazione internazionale, ed anche la mia. Adesso il re Abdullah dell'Arabia saudita l'ha perdonata, e a questo, nel mio piccolissimo, ho contribuito anch'io. Sono contento dell'esito, ma non del modo: che cosa deve farsi perdonare? La legge va cambiata. Leggi dal corriere.it
la decisione del Re saudita Abdullah
Graziata la ragazza stuprata e condannata
La giovane doveva essere punita con 200 frustate e il carcere per aver violato la legge islamica
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La notizia sul New York Times
La notizia sulla Cnn
MILANO - Il re saudita Abdullah ha concesso la grazia alla «giovane di Qatif», dal nome della città dell'Est dove tutto è successo due anni fa: una ragazza di 19 anni che parla in auto con un ex fidanzato, senza nascondersi. Sette uomini che li sorprendono, li rapiscono, li violentano entrambi. Una prima condanna da 10 mesi a 5 anni per gli stupratori. E per i due giovani 90 frustate ciascuno. Poi l'appello dell'avvocato di lei, noto difensore dei diritti umani. E 18 mesi dopo la nuova sentenza. Per la donna che ha osato infrangere il tabù della segregazione tra sessi, pena aggravata: 200 frustate, sei mesi di carcere. L'adolescente vittima di una violenza di gruppo era così stata umiliata di nuovo, questa volta dalla giustizia del suo Paese. Anche perché lei, la ragazza senza nome, fa parte della minoranza sciita, da sempre discriminata mentre i violentatori sono sunniti.
INDIGNAZIONE INTERNAZIONALE - Il caso aveva sollevato l'indignazione internazionale. La vasta eco avuta sui media di tutto il mondo e le critiche di numerosi governi occidentali e organizzazioni umanitarie avevano messo in imbarazzo la famiglia reale saudita. Che, dopo due anni, ha deciso di graziare la giovane. La notizia diffusa su al-Jazira, è stata ripresa anche dal sito della Tv satellitare al-Arabiya.Il sovrano «è l'unico ad avere il diritto di stabilire quali siano gli interessi generali nell'esecuzione di queste pene» ha spiegato il ministro della Giustizia Abdullah bin Muhammad al al-Sheikh, aggiungendo che il «perdono» del sovrano «viene emesso quando si ritiene che siano nell'interesse comune». Il ministro ha ricordato come il monarca saudita abbia più volte invitato i tribunali del paese a essere giusti nelle loro sentenze. (19.12.07)
1 commento:
AHHHHHHHHHHH questa magistratura sorda agli inviti di giustizia nelle sentenze provenienti da una personcina illuminata come re Abdullah... per fortuna che c'è il suo perdono.
Una domanda di un semplice: ma dopo due anni non hanno già eseguito la condanna?
Un pensiero di un semplice: Ma se anche il re si rende conto che giustizia non vi è stata perché non cambia la legge?
La battuta di un semplice: forse anche in Arabia i tribunali sono congestionati per cause di colpi di frusta da tamponamento fra cammelli.
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