Sospese cure a bambino di 6 anni che poi morì, medico rinviato a giudizio
Secondo il pm il dottore passò alla medicina ayurvedica per curare la fibrosi cistica
BOLOGNA - Il pubblico ministero di Bologna, Antonella Scandellari, ha chiesto il rinvio a giudizio per omicidio colposo nei confronti del medico G. S., 52 anni. Un caso simile a quello della sedicenne diabetica a Firenze morta dopo che un medico omeopata le aveva sospeso le cure tradizionali. Secondo l'accusa, il medico avrebbe fatto sospendere la terapia tradizionale a un bambino di 6 anni affetto da fibrosi cistica per curarlo con la medicina ayurvedica indiana (erbe medicinali e polveri minerali). Dopo alcuni mesi, nel giugno 2006, però il piccolo è morto.
I FATTI - Il dottore prese in cura il bambino di Cavalese (Trento) in una località di mare della provincia di Teramo, dove la famiglia si era trasferita per vedere se le condizioni del piccolo malato miglioravano. G. S. respinge però ogni accusa, chiarendo che non fu lui a suggerire di interrompere la terapia e sottolineando come la malattia del piccolo, accertata con diagnosi neonatale, fosse ormai in uno stadio avanzato: «Quando i genitori del bimbo si sono rivolti a me avevano già interrotto la terapia tradizionale perché il trattamento a base di cortisone e antibiotici, oltre a debilitarlo, non portava né miglioramenti né benefici», ha dichiarato. Una consulenza ha indicato in 30 anni la prospettiva di vita di casi simili. Fino al settembre 2005, quando interruppe le cure tradizionali, il piccolo era stato seguito da un centro specializzato di Verona e dalla pediatra di base. I genitori del bambino (prima indagati e poi prosciolti) erano venuti a conoscenza della medicina alternativa praticata dal medico bolognese tramite una farmacista. Così decisero per un consulto nel settembre 2005. Il medico prescrisse erbe e polveri minerali, confezionati dalla moglie erborista. «I genitori sapevano bene che si trattava di un caso estremamente grave e con una prognosi che non lasciava speranze, anche i medici di Verona erano stati chiari in merito», si difende G.S. «La decisione di interrompere parte delle cure era già stata presa, tanto è vero che non si sono più presentati ai controlli fissati dal centro specialistico. In aggiunta agli enzimi che il bimbo continuava a prendere, ho prescritto una terapia ayurvedica a base di erbe che ha consentito al piccolo di superare alcune gravi crisi respiratorie senza dover assumere antibiotici. È una terapia che rientra nelle linee guida mediche previste per la fibrosi cistica». (da corriere.it 15 maggio)
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