Cairo, 14-02-2011
I militari al potere in Egitto hanno chiesto la fine delle proteste che stanno paralizzando Il Cairo e altre città del Paese. In un nuovo comunicato diffuso dalla tv di Stato, il quarto dalle dimissioni di Hosni Mubarak, il Consiglio supremo delle forze armate afferma che le proteste stanno avendo impatto negativo sulla sicurezza e sull'economia del Paese e di conseguenza sugli interessi dei cittadini e stanno "creando il terreno per azioni illegittime da parte di persone irresponsabili".
Almeno duemila persone si sono radunate a nella piazza centrale del Cairo, Tahrir, bloccando il traffico nelle strade circostanti.
Soltanto poche ore prima gli ultimi irriducibili erano stati cacciati dalla piazza da soldati e poliziotti in assetto anti-sommossa, che avevano minacciato di arrestarli. Ma a prenderne il posto erano arrivati centinaia di agenti di polizia, sfilati in corteo per solidarizzare con la rivolta democratica al grido di "Noi e il popolo siamo una cosa sola!". I militari non erano intervenuti e a quel punto sono tornati in piazza anche molti civili sventolando bandiere con il tricolore nazionale rosso, bianco e nero.
Il clima in Egitto resta comunque ben diverso da quello che incombeva fino a venerdì scorso, prima delle dimissioni del presidente Hosni Mubarak: gli attivisti che promossero la rivolta attraverso appelli e passaparola via Internet hanno infatti reso noto di essere stati ricevuti dai vertici militari.
A riferire il contenuto dei colloqui, tenutisi domenica, sono stati gli stessi ex manifestanti tramite una nota diramata sul Web e firmata tra gli altri dal blogger Amr Salama e da Wael Ghonim, il manager di Google diventato un eroe dopo essere rimasto in carcere per dodici giorni. "Abbiamo incontrato l'Esercito per comprendere il suo punto di vista ed esporre il nostro", scrivono i due. Il Consiglio si è impegnato a varare una nuova Carta Costituzionale "entro dieci giorni" e a sottoporla a referendum popolare nel giro di due mesi. I generali hanno inoltre confermato di voler indire libere elezioni al massimo in sei mesi.
L'ambasciatore americano al Cairo, Sameh Shoukry, ha indirettamente confermato che Hosni Mubarak è gravemente malato.
Intanto è giallo sulle condizioni di salute dell'ex Rais. Dopo le indiscrezioni di stampa che parlano di un peggioramento delle condizioni di salute del Rais, forse addiritura in coma, ha parlato il diplomatico americano Sameh Shoukry: "Sto seguendo le indiscrezioni e le notizie di stampa su Mubarak e non nego che ho ricevuto comunicazione che l'ex presidente è in cattiva salute", ha
riferito alla Nbc.
Shoukry ha pero' precisato di non avere "informazioni sufficienti": per questo motivo, ha aggiunto, "non vorrei speculare" su queste notizie.
La situazione sembra più calma in Algeria, malgrado la nuova manifestazione di massa indetta per venerdì prossimo dalle forze di opposizione: il ministro degli Esteri algerino Mourad Medelci ha preannunciato che "entro pochi giorni" sarà revocato lo stato di emergenza, in vigore da 19 anni, e che nel Paese maghrebino "tornerà lo stato di diritto" che "consentirà piena libertà di espressione, entro i limiti di legge".
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