scoperti dall’esercito nella cittadina di San Fernando, nello stato di Tamaulipas
Traffico di clandestini in Messico
Due fosse comuni con 60 cadaveri
Erano i passeggeri di un bus sequestrato il 25 marzo
scoperti dall’esercito nella cittadina di San Fernando, nello stato di Tamaulipas
Traffico di clandestini in Messico
Due fosse comuni con 60 cadaveri
Erano i passeggeri di un bus sequestrato il 25 marzo
(Reuters)
WASHINGTON – Due fossi comuni: all’interno dozzine di corpi. Tra i 50 e i 60 o forse di più. I resti sono stati scoperti dall’esercito nella cittadina di San Fernando, nello stato messicano di Tamaulipas. Secondo una prima ricostruzione i soldati hanno catturato un gruppo di uomini che aveva sequestrato il 25 marzo i passeggeri di un bus. Gli arrestati hanno confessato e fornito le informazioni per arrivare alle fosse. Per le autorità gli uccisi potrebbero essere degli migranti diretti negli Stati Uniti. Poco distante dalle fosse comuni sorgeva il ranch, dove nell’estate 2010, furono rinvenuti i cadaveri di 72 clandestini provenienti dal Sud America. Nella regione di Tamaulipas si danno battaglia i Los Zetas e gli ex alleati del cartello del Golfo. Uno scontro per controllare il corridoio che punta verso il Texas ma anche per il traffico dei clandestini. I Los Zetas avrebbero compiuto numerose stragi, compresa quella dei 72, per punire gli immigrati che si erano rivolti ai rivali per ottenere un «passaggio» verso gli Stati Uniti. Altre fonti hanno sostenuto che il massacro era stato provocato dal rifiuto dei clandestini di collaborare con i narcos. I cartelli, oltre a farsi pagare, costringono spesso i disperati a portare droga oltre confine o a collaborare in altre azioni criminose. Chi si rifiuta è assassinato in modo brutale. Poi fatto a pezzi. Oppure appeso ad un ponte.
I GRUPPI - I Los Zetas, che per anni hanno svolto il ruolo di sicari per il Golfo, si sono messi in proprio gestendo traffici di droga, immigrati e petrolio rubato. Una scissione contro la quale si sono mossi altri gruppi. Negli stati di Nuevo Leon e Tamaulipas sono apparsi striscioni per annunciare la nascita di un patto: il cartello del Golfo, quello di Sinaloa e la Familia – banditi di ispirazione messianica – si sono alleati per muovere guerra ai Los Zetas. Questi ultimi si sono lanciati in una massiccia campagna di reclutamento per avere nuovi «soldati». Hanno ingaggiato ex membri delle forze speciali del Guatemala, i Kabiles, ma anche criminali comuni poi addestrati all’uso di armi potenti, dai Kalashnikov ai lanciagranate. La maggior parte dell’equipaggiamento arriva dagli stati frontalieri americani dove operano sia organizzazioni che singoli, le «formiche». Comprano in modo legale i mitra – e montagne di proiettili – quindi le contrabbandano in Messico.
Guido Olimpio
07 aprile 2011
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