Il criminologo Bruno: «Troppe le analogie con il delitto di Rossella Goffo»
Sul corpo di Melania 35 coltellate
Il medico: è stato un delitto passionale
L'autopsia sul cadavere di Carmela-Melania:nessun segno di violenza sessuale
Il criminologo Bruno: «Troppe le analogie con il delitto di Rossella Goffo»
Sul corpo di Melania 35 coltellate
Il medico: è stato un delitto passionale
L'autopsia sul cadavere di Carmela-Melania:nessun segno di violenza sessuale
Carmela Rea, detta Melania
MILANO - Trentacinque coltellate su tutte il corpo, soprattutto sul tronco e sul collo, ma nessun segno di violenza sessuale. È questo l'esito dell'autopsia sul cadavere di Carmela Rea, detta Melania, la 29enne originaria del Napoletano, ma residente a Folignano (Ascoli Piceno) scomparsa il 18 aprile da Ascoli Piceno e trovata morta mercoledì in un bosco del Teramano. Una delle ferite sul corpo della donna è profonda, alla gola; altre sono arrivate in profondità a ledere organi interni. Lo si è appreso dall'anatomopatologo Adriano Tagliabracci a conclusione del primo esame autoptico. I colpi - ha spiegato - fanno propendere per un delitto d'impeto, passionale e non premeditato o legato alla criminalità organizzata. La ventinovenne, scomparsa durante una gita col marito e la figlioletta, secondo il medico è stata uccisa nella notte tra il 18 e il 19 e più precisamente tra le ore 24 del 18 aprile e le 3 del 19. È stato poi confermato che l'omicidio è avvenuto in un luogo diverso da quello in cui nel primo pomeriggio di mercoledì è stato ritrovato il cadavere. Il sostituto procuratore della Repubblica di Ascoli Piceno, Umberto Monti, ha fatto intanto sapere che non c'è nessun indagato al momento e che si procede con l'ipotesi di omicidio.
LA TELEFONATA - Sulle indagini vige il massimo riserbo, ma in mattinata si è appreso che la telefonata anonima che ha segnalato la presenza del cadavere nella zona boscosa a Ripe di Civitella è stata fatta da un uomo da una cabina telefonica nel centro di Teramo. Il corpo della 29enne non sarebbe inoltre sfigurato, come appreso in un primo momento, ma avrebbe un taglio sul collo e un'incisione a forma vagamente di svastica sulla coscia destra. Sul cadavere poi è stata trovata una sola siringa contenente ancora del liquido che sarà esaminato. Gli investigatori stanno setacciando diversi casolari abbandonati tra Ascoli e il luogo del ritrovamento, in quanto vogliono verificare se il corpo sia stato nascosto dopo l'omicidio in un posto diverso da quello dove è stato trovato. Non si esclude che possa esservi stato trasportato all'alba di mercoledì. «Si deve sapere cosa è successo a mia sorella» ha detto Michele, il fratello di Carmela Rea, che sta seguendo le indagini portate avanti dalle procure di Ascoli e Teramo e dai carabinieri. «Lei - ha aggiunto - non si sarebbe mai allontanata da sola».
IL CRIMINOLOGO - Dietro il delitto potrebbe esserci l'ombra di un serial killer, stando almeno a Francesco Bruno. Secondo il noto criminologo, infatti, l'assassino è un uomo che agisce da solo, in fretta, non per sesso, ma solo per il gusto di uccidere. «Quello che ha ucciso Carmela Rea è un serial killer e potrebbe colpire ancora» ha detto Bruno. Le analogie con l'omicidio di Rossella Goffo, d'altra parte, non mancano. E non si limitano all'area del ritrovamento. «In entrambi i casi - spiega il criminologo - abbiamo due donne dalla vita apparentemente ineccepibile, con le stesse caratteristiche somatiche. Ma anche la modalità degli omicidi è simile». L'una, Rossella Goffo, strangolata. La seconda, Carmela Rea, sgozzata. Su nessuno dei due corpi, segni evidenti di violenza sessuale. Ma c'e dell'altro: «Troppi militari in questa storia». Militare il marito di Carmela. Militari i frequentatori del poligono dell'area militare delle Casermette, dove il corpo di Melania è stato ritrovato. «Io - afferma il criminologo - cercherei in quell'ambiente per scoprire se tra i frequentatori di quel poligono c'è qualche soggetto «a rischio», con un profilo psichiatrico instabile».
«ERA TROPPO BELLA» - È affettuoso il ricordo di Melania Rea offerto da alcune vicine di casa. Era bella «troppo bella», «alta come un'attrice», tanto che quando passava «tutti si voltavano», racconta Marina Angelucci, che gestisce una cartolibreria a Folignano, il piccolo paese in provincia di Ascoli dove la donna viveva con il marito e la figlioletta in un condominio di una quindicina di famiglie in Piazza Luigi Dari. La Angelucci racconta che Melania la aiutava nelle incombenze in parrocchia, ma soprattutto le «passava» ricette di piatti campani. «Mi ripromettevo - spiega - di ricambiare ed insegnarle a preparare le olive all'ascolana». Un'altra vicina ricorda di aver visto la donna sul Colle San Marco due settimane fa, quando sembrava che fosse esplosa l'estate.
Redazione online
21 aprile 2011
1 commento:
Non capisco come si possa dire che ci sono molte similitudini con il caso Goffo.
A parte la vaga somiglianza etetica non c'è proprio nulla..
Se la goffo è stata strangolata e la Rea sgozzata, mi pare assurdo ritenere questo dato un elemento in comune.
1. Sono due modalità di aggressione totalmente differenti sia per esecuzione che per armi utilizzate, e questo vale soprattutto se parliamo di serial killer e quindi di una persona che usa sempre lo stesso modus operandi.
2. Come se non bastasse, il cadavere della Goffo è stato occultato vicino al bosco dell'Impero a Colle San Marco, è stato sepolto ed è stato ritrovato solo dopo molti mesi.
Il cadavere della Rea, invece, è stato abbandonato accanto a una strada poco frequentata in un altro luogo ed in superficie (non si è tentato di occultarlo, anzi ci hanno pure piazzato una siringa abbassando i pantaloni della vittima come a voler farla trovare in quelle condizioni, altrimenti sarebbe stata sepolta pure lei).
Ora, non è che lo stesso serial killer occulta il primo cadavere mentre il secondo lo lascia in bella mostra.
Certo che se addirittura i nostri criminologi ragionano in questo modo, è comprensibile che la polizia italiana faccia una fatica immane a risolvere i casi di omicidio come questo.
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