martedì 24 novembre 2009

compatibilita' carceraria

Cari Colleghi, sapete cos'è il riflesso rotuleo?
Catania, preso il boss latitante
Era invalido ma viaggiava sulla Bmw
Per i medici doveva muoversi su una sedia a rotelle perché affetto da una paraplegia, ma andava al ristorante su una Bmw. Il latitante Carmelo Di Stefano, 39 anni, ritenuto un elemento di spicco della cosca dei Cursoti emigrata a Milano, è stato arrestato dalla polizia a Catania. Il boss, al quale nel dicembre del 2008 era stati concessi gli arresti domiciliari perchè invalido dal Tribunale di sorveglianza di Bologna, è stato bloccato da agenti della Squadra mobile alla guida di una Bmw da poco uscita dal concessionario.

Nei confronti di Carmelo Di Stefano, che deve scontare 30 anni di reclusione per associazione mafiosa, omicidio e traffico di droga, nel settembre scorso era stata ripristinata un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, ma nel frattempo si era reso irreperibile. Carmelo Di Stefano è fratello di Francesco, ritenuto il reggente della cosca a Catania, che è latitante perchè ricercato per associazione mafiosa nell'ambito dell'operazione Revenge della Dda della Procura etnea. Il loro padre, Gaetano Di Stefano, è uno dei nomi storici della mafia siciliana ed è stato coinvolto nell'inchiesta sull'autoparco di Milano.

Di Stefano è stato arrestato mentre era con la moglie, una catanese di 36 anni residente a Bologna, in un ristorante della costa ionica, a Carrabba di Mascali. Il latitante era da poco giunto nel locale alla guida di Bmw serie 3, intestata a una giovane parente, ed era in possesso di una carta d'identità falsificata. Di Stefano in passato aveva ottenuto gli arresti domiciliari per gravissimi motivi di salute, dopo due ricoveri ospedalieri urgenti e per la necessità di doversi sottoporre a terapie riabilitative perchè affetto da una "paraplegia post-traumatica" e da "deperimento organico su base anoressica". Nelle scorse settimane la presenza del ricercato era stata segnalata proprio nella rione Nesima superiore di Catania, dove è maggiormente radicata la cosca dei cursoti milanesi. La condanna a 30 anni di reclusione che deve scontare è frutto di un cumulo di pene principalmente comminate in due maxi processi: Cuspide e Skorpion, celebrati a Catania.
(da repubblica.it Palermo, 24 novembre 2009)

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