venerdì 31 ottobre 2008

RIVEDRO' SINGAPORE?

Livorno: sequestrate 5 tonnellate di pesce al mercurio, due denunce
31 ott 16:54 CRONACHE

LIVORNO - Cinque tonnellate di pesce spada con una quantita' di mercurio superiore a quella consentita sono state sequestrate dai carabinieri. Il pesce proveniva da Singapore. Due persone sono state denunciate. L'azienda importatrice del prodotto, con stabilimento a Livorno, avrebbe poi rivenduto il pesce spada a grandi catene di distribuzione. (Agr)

Vi ricordate della baia di Minamata?

giovedì 30 ottobre 2008

AMORE E ODIO

Odio e amore: stesse aree cerebrali
Scoperti i circuiti coinvolti dai due sentimenti opposti. Ma l'emozione negativa è più «razionale»


Odio e amore hanno gli stessi «interruttori» cerebrali (Grazia Neri)
Nel cervello odio e amore hanno uno stesso «interruttore». A scoprirlo è stato un gruppo di ricercatori guidati da Semir Zeki, dell'University College di Londra. I risultati della sperimentazione decgli scienziati britannici sono stati pubblicati sulla rivista scientifica «Plos One». Zeki e i suoi colleghi hanno «fotografato» la mente di un gruppo di volontari che erano impegnati a guardare la foto di qualcuno che detestavano cordialmente e hanno scoperto che i circuiti cerebrali attivati dall'odio hanno parecchio in comune con quelli dell'amore. Un risultato che potrebbe spiegare perchè questi due sentimenti possano portare a gesti simili e di tipo estremo, eroici o delittuosi, spiega Zeki.

LO STUDIO - Proprio per capire in che modo due passioni così differenti possono spingere verso azioni simili gli studiosi hanno reclutato alcuni volontari, 17 dei quali professavano un odio viscerale e profondo per qualcuno. I ricercatori hanno poi analizzato l'attività dei circuiti neurali che si attivavano nel cervello alla vista del volto della persona odiata, scoprendo che i circuiti dell'odio includono parti del cervello (putamen e insula) note per essere collegate a disprezzo e disgusto, ma anche in parte al sistema necessario per controllare movimento e azione. «Ma, cosa ancor più significativa, putamen e insula sono attivate anche dall'amore romantico - precisa Zeki - In particolare, il putamen potrebbe essere coinvolto nella preparazione di azioni aggressive in un contesto passionale, come ad esempio situazioni in cui un rivale rappresenta un pericolo».

AMORE IRRAZIONALE - Una delle maggiori differenze tra odio e amore sembra essere collegata alla razionalità. Larghe parti della corteccia cerebrale - associate con giudizio e ragionamento - sono disattivate nel caso dell'amore, mentre questo accade solo in piccola parte per l'odio. «Può sembrare sorprendente, dal momento che questo sentimento consuma e brucia come il suo opposto. Ma se nell'innamoramento spesso si è poco critici nei confronti dell'amato, nel caso dell'odio le nostre indagini rivelano che siamo più razionali: spesso si calcolano bene prima le mosse mirate a danneggiare il nemico o a vendicarsi per qualcosa». (DA CORRIERE.IT, 30 OTTOBRE 2008)

lunedì 27 ottobre 2008

SANITA' CALABRESE

Carabinieri sequestrano reparti Ospedale Vibo Valentia: 33 indagatiEsisterebbero "situazioni di pericolo concreto e gravi carenze sia sotto il profilo igienico-sanitario che sotto quello della prevenzione degli infortuni sul luogo di lavoro" ma le prestazioni sanitarie non sono sospese

Vibo Valentia, 27 ott. - (Adnkronos) - E' in corso da questa mattina un'operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia, del Noe di Reggio Calabria e dei Nas di Catanzaro all'ospedale civile Jazzolino di Vibo Valentia. I militari stanno procedendo al sequestro dei reparti di Ortopedia, Immunoematologia e Pronto soccorso su esecuzione di un provvedimento di urgenza emesso dalla Procura vibonese. L'intervento di sequestro si rende necessario a causa delle "gravi inadeguatezze evidenziate nel corso delle precedenti ispezioni e mai sanate".Secondo quanto rilevato dagli investigatori e dalla Procura, esisterebbero "situazioni di pericolo concreto e gravi carenze sia sotto il profilo igienico-sanitario che sotto quello della prevenzione degli infortuni sul luogo di lavoro". Contemporaneamente i carabinieri stanno notificando 33 avvisi di garanzia nei confronti di medici, dirigenti e responsabili di settore dell'ospedale civile. I reati contestati vanno dall'abuso d'ufficio all'illecito stoccaggio di rifiuti speciali, al mancato rispetto delle normative antinfortunistiche e sanitarie. La Procura precisa che le prestazioni sanitarie non sono sospese. La legge inoltre obbliga il commissario straordinario del Nas di Vibo Valentia a provvedere all'adeguamento strutturale entro 30 giorni.

CONCORSO?

Vince il concorso a Medicina
ma è laureata in Lettere

di MARINO BISSO E CARLO PICOZZA


ROMA - Et voilà, dal cilindro di un docente a contratto escono i nomi dei vincitori di due concorsi per tre posti da ricercatore. Accade prima che si svolgano le prove. Teatro: la facoltà di medicina dell'università Cattolica del Sacro Cuore. Così, quei concorsi che appaiono pilotati, finiscono nel mirino delle indagini coordinate da Maria Cordova, procuratore aggiunto di Roma. La previsione centrata e non solo: a incuriosire gli inquirenti, ci sarebbero i titoli dei vincitori. In particolare, il possesso di una laurea in lettere per un concorso in medicina legale vinto dalla figlia di un ordinario della facoltà e componente del consiglio di amministrazione dell'ateneo. 

Gli inquirenti vogliono chiarire se le prove sostenute da diversi aspiranti ricercatori per l'istituto di Medicina legale dell'università Cattolica del Sacro Cuore siano state decise anzitempo. In anticipo, come le previsioni di un candidato escluso. I carabinieri della sezione di palazzo di giustizia hanno concentrato le indagini proprio sul concorso svolto per la nomina di un ricercatore a Medicina legale e vinto da una candidata con una laurea in Lettere. 

Il sostituto procuratore Maria Cristina Palaia ha disposto nei giorni scorsi l'acquisizione della documentazione inerente la selezione. L'inchiesta, al momento contro ignoti, è scattata dopo alcuni esposti. In particolare quelli di uno dei candidati che aveva partecipato alle due selezioni e previsto i risultati delle prove. E per dare maggiore valore probatorio ai suoi pronostici, aveva inviato una lettera al ministro dell'Università e della Ricerca con i nomi dei futuri vincitori, quando ancora non si conoscevano numero e identità dei concorrenti. In effetti, su sei candidati, ha centrato il nome dei due fortunati. 

A tutta risposta, dal ministero è arrivata al docente a contratto la comunicazione che le sue segnalazioni erano state girate alla magistratura. E adesso, con la procura di Roma, a occuparsi del caso sono anche i giudici del Tribunale amministrativo regionale del Lazio. 

Le indagini dei pm tendono a chiarire se il possesso di una laurea in lettere per un concorso in Medicina legale, sia titolo adeguato. Tanto più che le prove vertevano sugli accertamenti dell'autopsia. Certo, nel bando la Cattolica chiede che i candidati sappiano anche di Bioetica clinica. Ma proprio sulle parole sembra consumarsi l'equivoco. E la vittoria del concorso. La candidata scelta, infatti, ha sì un curriculum orientato sulla Bioetica ma non, naturalmente, su quella clinica. I magistrati vogliono far luce sulla regolarità delle prove e sulle procedure. 

E sciogliere ogni dubbio sui possibili vantaggi derivanti dalla parentela stretta della vincitrice con un prof di Medicina che siede anche nel cda dell'università. 
Ora il candidato escluso dopo cinque anni di insegnamento si sfoga: "Non è la prima volta con lo stesso presidente di commissione: anche l'anno scorso fui l'unico escluso in un concorso per dottorato in Scienze medico-forensi pur essendo il solo ad avere in tasca la laurea in Medicina". (da repubblica.it, 27 ottobre 2008) 

SUGGESTIONE IPNOTICA?

Re dell´ipnosi
violentava le anoressiche

di Marino Bisso
L´ex primario di Villa San Pietro condannato a 5 anni e mezzo
Curava con l´ipnosi le pazienti anoressiche, le addormentava sul lettino dell´ospedale e poi abusava di loro. È stato condannato anche in appello l´ex primario di chirurgia dell´ospedale Villa San Pietro nonché docente universitario di tecnica chirurgica e grande studioso dell´ipnosi, da lui utilizzata per interventi in sala operatoria senza ricorrere all´anestesia. Il professore Aldo Antonino Sodaro, 75 anni, specializzato nella cura dell´anoressia, è stato condannato a cinque anni e mezzo. I giudici della terza sezione penale della corte d´appello, pur riducendo la pesante condanna rimediata in primo grado nel 2003 (8 anni di reclusione) hanno creduto alla tesi dell´accusa.

Le violenze denunciate risalirebbero agli inizi del Novanta quando Sodaro, in servizio presso l´ospedale romano sulla Cassia, si sarebbe «congiunto carnalmente» con due pazienti e avrebbe indotto altre cinque a commettere atti di libidine su se stesse o su di lui approfittando «della loro malattia di mente» o «dell´incapacità di resistergli a causa delle loro condizioni di inferiori psichica, da lui stesso aggravate mediante suggestione ipnotica» o, comunque «adottando una condotta insidiosa e fraudolenta (simulazione di atti terapeutici) o improvvisa, tale da non rendere possibile un´adeguata difesa».

Fu proprio la denuncia presentata da una ex paziente, poi seguita da altre donne, a determinare le indagini del pm Marcello Cascini anche se soltanto due, attraverso gli avvocati Antonio Cardamone e Marcello Di Sante, hanno trovato la forza per costituirsi parte civile. Le accusatrici di Sodaro, che avevano all´epoca tra i venti e i trenta anni, si trovavano tutte in una situazione psicologica di estrema debolezza. La maggior parte soffriva di grossi problemi di anoressia, qualcuna era alle prese con crisi di ansia e ripetuti stati di panico. Per la difesa, rappresentata dagli avvocati Franco Coppi e Vincenzo Crupi, il racconto delle parti offese, da inquadrare come espressione di una patologia di gruppo, era frutto di un delirio erotico o di uno stato di allucinazione indotto dall´ipnosi.

Il professor Sodaro, la cui terapia prevedeva pressioni su alcune parti del corpo (tra l´ombelico e il pube) per stimolare le funzioni nervose, ha sempre respinto le accuse sostenendo di essere stato vittima delle fantasie di un gruppo di pazienti, in contatto tra di loro, che avrebbero travisato la realtà. Invece, per i giudici, che si sono serviti anche di una perizia collegiale, le accuse contro il medico hanno un fondamento di verità, anche se pronunciate da pazienti tuttora con problemi e disturbi.(DA REPUBBLICA.IT 27 OTTOBRE 2008)

domenica 26 ottobre 2008

STATO VEGETATIVO

Errore al parto, maxi risarcimento

La Spezia,bimba vive da vegetale:4 mln

Il tribunale civile della Spezia ha emesso una sentenza a favore di una bambina nata invalida al 100% a causa di un errore al parto. Per il danno morale e biologico la Asl 5 dovrà risarcire la famiglia con 4 milioni e 200mila euro. La bimba, che ora ha 15 anni, è in stato vegetativo dalla nascita in conseguenza delle sofferenze patite nel travaglio.

Secondo quanto stabilito, alla nascita, la notte del 25 maggio del 1993 all'ospedale di Sarzana fu commesso più di un errore. Si scelse di non procedere con un parto cesareo, malgrado il travaglio fosse difficile. Venne utilizzata una ventosa e non fu intubata la piccina appena nata. 

Per il giudice, la ricostruzione di quelle drammatiche ore mostra che l'assistenza fu "deficitaria". E non solo: già prima, malgrado le sette ecografie fatte, non fu ben colto il "quadro complessivo", che avrebbe dovuto far presagire le difficoltà. 

La sentenza è parziale perché non quantifica ancora i danni patrimoniali. L'invalidità ha infatti privato Chiara della possibilità di lavorare, e ha costretto la mamma a licenziarsi per starle vicino. (da tgcom 26 ottobre 2008)

martedì 14 ottobre 2008

IL DISASTRO DELLA THYSSENKRUPP

Thyssen,pm:"Fu omicidio volontario"

"La politica aziendale era rischiosa"

Udienza preliminare davanti al gup di Torino per la strage della Thyssenkrupp. Sul banco degli imputati i vertici del colosso dell'acciaio. Dall'altra parte i pm che nella loro requisitoria hanno lanciato pesanti accuse: "Il rogo che ha causato la morte di 7 operai è frutto di una politica aziendale, tutti sapevano che nello stabilimento di Torino si correvano dei rischi". Con queste motivazioni si è chiesto il rinvio a giudizio per omicidio volontario.

Ad essere chiamati in causa sono sei dirigenti più la stessa multinazionale (nella veste di persona giuridica) perché, come ha precisato il procuratore Raffaele Guariniello, "i reati sono stati commessi nell'interesse della società". Lo dimostrano, per l'accusa, gli elementi illustrati dal pm Francesca Traverso. Nel febbraio del 2007, qualche mese dopo il rogo che devastò uno stabilimento in Germania, la Thyssenkrupp convocò una riunione per parlare del problema incendi.

Incalzata anche dalla compagnia assicuratrice, la dirigenza stanziò dei fondi per opere di miglioria. Che a Torino, però, non furono eseguite: la sede era sul punto di essere trasferita a Terni. Via da una città che, in un memorandum interno sequestrato dalla guardia di finanza, viene dipinta come un luogo difficile per una fabbrica: una "culla delle Brigate Rosse", dove i maggiori sindacalisti provengono dalla "scuola torinese filocomunista" e dove il magistrato Guariniello conduce indagini "controverse" ostentando "intransigenza" verso le industrie.

Ma non è stato il trasloco in Umbria a far chiudere la sede: è stato l'incendio del 6 dicembre, quello che per l'accusa si doveva abbondantemente prevedere. Quando la pm Laura Longo ha ricostruito l'accaduto, le mamme e le sorelle delle vittime sono uscite dall'aula: "Non ce la facciamo ad ascoltare come sono morti i nostri cari".

L'azienda: colpa degli operai
Nel memorandum, scritto una decina di giorni dopo, la colpa dell'incidente viene attribuita agli operai. C'era un nastro che scorreva irregolarmente spandendo scintille ma l'allarme non scattò: forse il personale non era al proprio posto. "Una squadra attenta (non era per niente stressata perché non c'era produzione in corso: era concentrata a fare una pausa) avrebbe dovuto accorgersene. Un'azione tempestiva avrebbe potuto evitare il primo incendio". E' possibile che la linea difensiva dell'azienda, al processo, sarà completamente diversa, meno dura. Ma il documento, in aula, è stato brandito da Sergio Bonetto, uno degli avvocati di parte civile, per lanciare strali contro la multinazionale.

L'imputazione più grave, l'omicidio volontario con dolo eventuale mossa all'ad Harald Espenhahn, potrebbe portare la causa - e sarebbe la prima volta in Italia per un incidente sul lavoro - in Corte d'Assise, come i delitti di mafia o terrorismo. L'avvocato Cesare Zaccone, dello staff difensivo, si dice perplesso: "Una Corte non è strutturalmente attrezzata a fronteggiare reati come questo. Potrebbe trovarsi in difficoltà". Non è escluso che diversi imputati chiedano il rito abbreviato. (da tgcom 14 ottobre 2008)

venerdì 10 ottobre 2008

ESERCIZIO ABUSIVO

Brescia, chiuso centro cura abusivo

Era gestito da falso medico cinese

Un centro di cura clandestino gestito da uno pseudo medico cinese è stato scoperto dai carabinieri del Nas di Brescia nel centro della città. Il poliambulatorio è stato chiuso mentre il cittadino cinese e il proprietario dell'immobile sono stati denunciati per l'esercizio abusivo della professione medica, detenzione e commercio di farmaci non conformi, importazione illegale di farmaci e smaltimento illegale rifiuti sanitari potenzialmente infetti. (da tgcom)

MORTE IN CUSTODIA

Doveva essere processato per direttissima. Disposta l'autopsia
Georgiano 25enne trovato morto in Questura
Sorpreso a rubare con due connazionali, ieri sera era stato messo in una cella singola. Nessun segno di violenza sul corpo
MILANO - Un ragazzo georgiano di 25 anni, Georgi B., senza fissa dimora, è morto nella notte in una camera di sicurezza della Questura di Milano. Ad una prima analisi si tratterebbe di decesso per cause naturali. Il ragazzo era giunto in Questura ieri verso le 20 e posto in una camera di sicurezza singola, dopo essere stato fermato per aver tentato di rubare Mp3 e altre apparecchiature elettroniche alla Feltrinelli di corso Buenos Aires con altri due connazionali.
LA SCOPERTA - Secondo una prima ricostruzione, stamani quando gli agenti hanno aperto la stanza per prelevare il ragazzo e portarlo in tribunale dove doveva essere processato per direttissima, lo hanno trovato cadavere. Sono in corso i rilievi del medico legale e del magistrato. La vittima non ha nessun segno di violenza sul corpo. Sarà l'autopsia ad accertare le cause del decesso.
09 ottobre 2008 (da corriere.it 9 ottobre)

giovedì 9 ottobre 2008

CASA PER ANZIANI

Roma: casa per anziani abusiva, 4 denunciati

09 ott 12:36 CRONACHE

ROMA - Pagavano una retta mensile di 1500 euro ma la casa di riposo era completamente abusiva, priva di autorizzazioni e assistenza medica qualificata. Quattro le persone denunciate: un 60enne romano, un 38enne e di una 36enne di Ardea e di una 36 enne romena, tutti incensurati. Gli anziani ricoverati erano 15. I carabinieri di Ardea hanno sequestrato la struttura, un villino unifamiliare. (Agr)

martedì 7 ottobre 2008

QUESTI SONO FUTILI MOTIVI!

L'uomo si era fermato a fare pipì in alcuni cespugli vicino al cancello di un bar. Il proprietario gli ha sparato

ALESSANDRIA - Un banale litigio sarebbe all'origine dell'omicidio avvenuto lunedì pomeriggio a pochi chilometri da Tortona. Daniele Picchi, 42 anni, autista abitante a Pavia e dipendente di una ditta di Stradella, sarebbe stato ucciso perchè si era fermato a urinare vicino ad alcuni cespugli, in una piazzola adiacente lo snack-bar 'La Capitania'. Arrestato il titolare del locale, Michele Maggio, 34 anni.

LA DINAMICA - Secondo la prima ricostruzione fatta dai carabinieri, nel pomeriggio il barista stava verniciando con il padre una cancellata della loro casa, che è vicina al bar. Picchi è arrivato con il camion, si è fermato a bordo strada ed è andato a fare pipì vicino ad alcuni cespugli in fondo allo spiazzo. Quando il barista lo ha visto, è nato un litigio a distanza. Rientrato in casa a prendere la pistola, Michele Maggio avrebbe sparato per paura. Sembra infatti che, poco prima di fare fuoco, abbia visto il rivale mettere una mano in tasca come se volesse prendere qualcosa. La vittima è stata colpita alle gambe e alla schiena. Il barista lo ha trascinato dietro a due contenitori per i rifiuti e ha chiamato il 118, ma per l'uomo non c'è stato nulla da fare. (da corriere.it 7 ottobre)

sabato 4 ottobre 2008

IN CARCERE DONNA DI 76 ANNI

UN ANNO PER UN REATO DEL 1997, ARRESTATA 76ENNE

Una donna di settantasei anni e' stata arrestata e condotta in carcere perche' deve scontare un residuo di pena di un anno e dieci mesi per il reato di estorsione commessa ai danni di un familiare nel 1997. Antonietta Di Bona e' stata raggiunta questa mattina da una misura restrittiva eseguita dai carabinieri della compagnia di Casal Di Principe, nel casertano. L'anziana, secondo quanto si e' appreso, non ricordava nemmeno il reato commesso piu' di dieci anni fa e quando si e' vista giungere i militari a casa per notificare il provvedimento e' rimasta piu' che stupita. Ora trascorrera' in carcere quanto meno questa notte.


(03 ottobre 2008)

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