lunedì 29 giugno 2009

CONSULENZE PER IL PM

Milano: arresti domiciliari per Marabotto, ex pm di Pinerolo
29 Giugno 2009 00:00 CRONACHE

MILANO - Da oggi e' agli arresti domiciliari. Giuseppe Marabotto, ex procuratore di Pinerolo, e' uscito dal carcere, dopo l'arresto lo scorso febbraio con le accuse di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e truffa aggravata. L'indagine, coordinata dai magistrati di Milano, ha chiarito che Marabotto avrebbe preso tangenti per assegnare consulenze tributarie e finanziarie delle quali non c'era alcun bisogno. (Agr)

sabato 27 giugno 2009

BABYSITTER

Inghilterra, babysitter di 15 anni
uccide a pugni e morsi una bimba di 2


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LONDRA (27 giugno) - Stanco dei suoi pianti e grida che non gli consentivano di guardare la televisione, un ragazzo di 15 anni improvvisato babysitter ha massacrato a pugni e morsi una bimba di due anni, che è morta in ospedale dopo due giorni di agonia.

Oggi - scrivono i giornali britannici online - la giuria del tribunale (Crown Court) di Manchester dopo un processo di soli quattro giorni ha riconosciuto Karl McCluney colpevole del brutale omicidio della piccola Demi Leigh-Mahon. Il ragazzo, che frequenta una scuola serale e lavora part-time in un ristorante, rischia dai 12 anni di carcere all'ergastolo quando il giudice, il mese prossimo, emetterà la sentenza.

La madre della bambina, una tossicodipendente, si era fidata del giovane mentre usciva a incassare un assegno familiare per la figlia. Quando è tornata a casa dopo soli 90 minuti, ha trovato il ragazzo seduto sul gradino della porta di casa che le ha detto di aver portato fuori la figlia, che è caduta mentre si trovavano al parco. Lei è corsa dentro trovando la bambina nel lettino, all'apparenza addormentata, con il viso gonfio e livido. «La testa è ciondolata all'indietro quando l'ho raccolta, non riusciva a respirare», ha raccontato la madre, Ann McDonald. Addosso alla piccola Demi, che aveva danni gravissimi al cervello, i medici, dopo che è morta, hanno trovato ben 68 lesioni.

Secondo il sito del Daily Mirror, Demi «è stata ripetutamente colpita coi pugni sul viso, è stata morsa e una parte del cuoio capelluto strappata». «Non sono fiero di quello che ho fatto - ha dichiarato il giovane McCluney, citato dal Mirror - e tutti penseranno che sono un mostro ma nessuno mi potrà mai punire tanto quanto io punirò me stesso».

Malgrado il ragazzo soffra di disturbi ed abbia un quoziente intellettivo nettamente inferiore alla media, non ha beneficiato dell'infermità mentale chiesta dalla difesa. Il Times online e anche la Bbc puntano oggi il dito sui servizi di assistenza sociale che, nel caso di una bimba figlia di madre tossicodipendente, avrebbe potuto vegliare meglio sulla sorte.(da ilmessaggero.it)

mercoledì 24 giugno 2009

INAIL

IL RAPPORTO ANNUALE: SONO STATI 1.120 (-7,2%), MINIMO DAL '51
Inail, nel 2008 meno morti sul lavoro
Ma aumentano gli incidenti degli stranieri
Un bilancio infortunistico che, «pur nella drammaticità dei numeri, «segna un incoraggiante record storico»



Le sagome disegnate a terra a simboleggiare le morti bianche in occasione della 58esima Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro (Emblema) ROMA - Nel 2008 il numero di morti sul lavoro è sceso ai livelli minimi dal dopoguerra. Lo sottolinea l'Inail nel Rapporto annuale 2008, precisando che l'anno si è chiuso con 874.940 infortuni sul lavoro e 1.120 incidenti mortali. Un bilancio infortunistico che, «pur nella drammaticità dei numeri, «segna un incoraggiante record storico», evidenzia l'Inail: il numero di infortuni mortali è infatti sceso, per la prima volta dal 1951, al di sotto dei 1.200 casi l'anno. Nel 2008, in particolare, i morti sul lavoro sono diminuiti del 7,2% rispetto ai 1.207 dell'anno precedente.
GLI STRANIERI - Il calo, tuttavia, non c'è stato per i lavoratori stranieri, tra i quali si è invece registrato un aumento (+2%) degli incidenti sul luogo di lavoro. La flessione degli infortuni nel 2008 è stata nettamente superiore al -1,7% registrato tra 2006 e 2007, evidenzia l'Inail, aggiungendo che anzi, se si tiene conto dell'incremento dello 0,8% del numero degli occupati, il miglioramento reale, in termini relativi, sale al 4,8%. Il calo - aggiunge - conferma il trend decrescente degli ultimi 8 anni: dal 2001 le denunce di infortunio sono scese del 14,5% e se si considera che nello stesso periodo c'è stato un aumento occupazionale dell'8,3%, la flessione raggiunge il 21,1%. Per quanto riguarda i lavoratori stranieri, il cui numero di assicurati all'Inail è aumentato del 6% (oltre quota 3.266.000), gli incidenti sul lavoro sono cresciuti a 143.561, mentre il numero di infortuni mortali rimane invariato a 180 casi. Gli immigrati continuano a presentare un'incidenza infortunistica più elevata rispetto ai colleghi italiani: 44 casi denunciati all'Inail ogni 1.000 occupati, contro i 39 degli italiani. Nel 2008 gli eventi infortunistici accaduti a lavoratori stranieri hanno rappresentato il 16,4% del totale. Aumentano, invece, le malattie professionali che salgono del 3,2% con 29.704 denunce. Nel giro degli ultimi due anni, le patologie denunciate all'Inail sono cresciute di 3mila casi (+11%).

LE CAUSE - Ed è la strada la principale causa di morte per i lavoratori secondo l'Inail: su di essa infatti si verifica oltre la metà delle morti bianche. Dei 1.120 infortuni mortali, ben 611 sono quelli avvenuti su strada e, precisamente, 335 quelli provocati da circolazione stradale in occasione di lavoro e 276 quelli in itinere (ovvero sul percorso casa lavoro e viceversa), avvenuti prevalentemente su strada. Quest'ultimo dato, evidenzia l'Inail, è particolarmente importante se si considera che alcuni paesi dell'Ue 15 (Danimarca, Irlanda, Paesi Bassi, Regno Unito e Portogallo) non rilevano gli infortuni in itinere e che Irlanda e Regno Unito non registrano neppure quelli stradali avvenuti durante l'esercizio dell'attività lavorativa. Per quanto riguarda gli infortuni, degli 874.940 mila incidenti denunciati all'Inail nel 2008, ben 50.861 (5,8%) sono stati causati da circolazione stradale in occasione di lavoro e 97.201 (11,1%) sono avvenuti in itinere.


DOVE - La maggior parte degli infortuni si verifica nel Nord (61%): in particolare Lombardia (149.506 casi), Emilia Romagna (123.661) e Veneto (104.134), che assommano insieme oltre il 43% degli infortuni. Dal punto di vista dell'età, gli infortuni sono scesi dell'8% per i giovani fino a 34 anni, mentre per i casi mortali le flessioni più consistenti (-16%) riguardano gli over 50. Per quanto riguarda gli stranieri, poco meno del 96% degli infortuni si è verificato nell'industria e servizi (contro il 90% per il totale dei lavoratori): in particolare nelle costruzioni (13,7% di tutti gli infortuni riguardanti stranieri), che detengono anche il primato degli infortuni mortali tra gli immigrati (1 decesso su 4 nel 2008). Per quanto riguarda il personale domestico, 72 infortuni su 100 hanno colpito lavoratori stranieri, quasi sempre colf o badanti di sesso femminile. L'Italia, infine, evidenzia l'Inail sulla base dell'ultima rilevazione Eurostat, non risulta affatto maglia nera in Europa: nel 2006, ultimo anno disponibile, ha infatti registrato un indice infortunistico pari a 2.812 infortuni per 100mila occupati, inferiore alla media delle due aree Ue (3.469 per l'Area-Euro e 3.013 per l'Europa a 15), collocandosi al di sotto di importanti Paesi come Spagna, Francia e Germania. Stesso discorso per gli infortuni mortali: con 2,9 decessi per 100mila occupati nel 2006, l'Italia, pur con un indice leggermente superiore alla media Ue, si pone al di sotto di grandi Paesi come Portogallo, Austria, Grecia, Spagna e Francia. (da corriere.it)


24 giugno 2009

TRAPIANTI

Tempo fa, lo Stato di Singapore approvò una legge che consentiva la vendita di organi o di parte di essi. In Italia è vietato. Probabilmente la nostra è una posizione di saggezza, ma, a quanto pare, molte persone mettono in vendita i loro organi, o parte di essi. La ragione sarebbe la necessità economica. Leggi qui http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/cronaca/traffico-organi/traffico-organi/traffico-organi.html

NUOVI SICARI

Narcos messicani assoldano killer in Usa
Ragazzini minorenni americani dai 13 anni in su, di solito residenti in Texas. Fino a 50 mila dollari per omicidio



Rosario Reta in galera. Sul viso i tatuaggi della gang (da New York Times)WASHINGTON - Un numero crescente di ragazzi americani dai 13 anni in su, in genere residenti in Texas, viene assoldato e addestrato come killer dai narcotrafficanti messicani. Per conto dei signori della droga, i minorenni assassini commettono delitti sia negli Stati Uniti, dove continuano a vivere, sia in Messico. Vengono pagati 500 dollari la settimana, fino a 50 mila dollari per omicidio, e ricevono premi in cocaina, automobili, donne e così via. Lo rivela il New York Times in un articolo intitolato «I cartelli messicani degli stupefacenti inducono i teen ager americani a diventare killer». (da corriere.it)

mercoledì 10 giugno 2009

TRATTATO

La CEDAM sta pubblicando la seconda edizione del Trattato di Medicina legale e Scienze affini. I primi tre volumi sono già rilegati, gli ultimi due saranno pronti in brevissimo tempo (prima delle vacanze). Voglio ringraziare gli Autori dei capitoli e la CEDAM per la splendida veste editoriale.

martedì 9 giugno 2009

NUOVI SCHIAVI

ARRESTI IN SEDICI CITÀ ITALIANE ESEGUITI DALLA SQUADRA MOBILE DI VENEZIA
Immigrazione clandestina,
decine di arresti in Italia e e in Europa
Azzerata banda di aguzzini con base nel Kurdistan: in tre anni ha fatto entrare in Ue migliaia di clandestini

MILANO - Migranti curdi o iracheni trasferiti prima in Turchia e da lì in Grecia, nascosti nei tir o anche a piedi. Poi il viaggio della speranza verso l'Italia, a bordo di traghetti di linea diretti a Venezia, Ancona, Bari e Brindisi, anche in questo caso nascosti all'interno dei camion. Clandestini fatti arrivare nel nostro Paese direttamente dalla Turchia a bordo di carrette del mare e poi "smistati" verso altri paesi europei. Il tutto grazie a una organizzazione ben ramificata e strutturata con basi in Iraq, in Turchia e in diversi paesi d'Europa, messa ora alle strette anche grazie al lavoro della squadra mobile di Venezia, che in collaborazione e con il Servizio centrale operativo (Sco) ha eseguito decine di arresti nei confronti dei membri di un'organizzazione criminale transnazionale, con base nel Kurdistan iracheno, ma con diversi gruppi operativi in Italia, che negli ultimi tre anni ha fatto entrare in Europa migliaia di clandestini curdi. Decine di arresti in sedici città italiane e in sette paesi europei.



«AZZERATA UNA BANDA DI AGUZZINI» - Una «agguerrita banda di aguzzini», responsabile di aver fatto entrare in Europa migliaia di clandestini e in grado, se non fosse stata fermata, di continuare a portare nei paesi dell'Unione decine di migliaia di immigrati in modo illegale. Così al Dipartimento della pubblica sicurezza definiscono l'organizzazione criminale azzerata. I risultati sono «di indubbia rilevanza», prosegue il Dipartimento, sottolineando che l'organizzazione «agiva in regime di monopolio» su tutta la zona orientale dell'Italia, da Bari a Venezia.

MANDATI EUROPEI - Contestualmente all'operazione nel nostro paese , denominata "Ticket to ride" e coordinata dalla procura di Venezia, arresti sono in corso anche in Francia, Inghilterra, Germania, Belgio, Svizzera, Grecia e Svezia in esecuzione di mandati europei. Gli indagati devono rispondere tra l'altro di associazione a delinquere e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. L'indagine è partita nel 2006 in seguito agli accertamenti fatti su un gruppo di clandestini bloccati a Venezia. L'organizzazione, secondo quanto accertato dagli investigatori, oltre che in Italia aveva basi operative in Turchia, Iraq, Grecia e in altri paesi europei. Gruppi operativi erano sparsi in diverse nazioni europee, in modo che ogni paese - sia di transito che di arrivo - fosse «coperto» da membri dell'associazione. Frequenti, inoltre, erano i passaggi dei singoli membri da uno Stato all'altro, e questo sia per evitare di finire nella rete delle polizie europee, sia per la necessità dell'organizzazione di rafforzare i gruppi presenti in uno dei paesi, in vista di un nuovo arrivo di clandestini.

LA ROTTA PER L'ITALIA - Grazie alle intercettazioni e alle dichiarazioni rese da alcuni degli immigrati bloccati dalle forze di polizia, è stato possibile ricostruire la rotta seguita per raggiungere l'Italia: i migranti arrivavano dall'Iraq in Turchia, dove venivano nascosti in appartamenti o cantine, in attesa di proseguire il viaggio verso la Grecia, nascosti nei tir o anche a piedi. Dalla Grecia i clandestini arrivavano in Italia a bordo di traghetti di linea diretti a Venezia, Ancona, Bari e Brindisi, anche in questo caso nascosti all'interno dei camion. In alcuni casi i clandestini partivano direttamente dalla Turchia e in questo caso raggiungevano il nostro paese a bordo di carrette del mare. Una volta in Italia, venivano presi in consegna dall'organizzazione che provvedeva a trasferirli verso i paesi di destinazione, soprattutto Germania e Svezia, ma anche Francia, Svizzera, Gran Bretagna e Norvegia.

LE CELLULE - L'organizzazione, sottolineano gli inquirenti, era «stabile, efficiente e strutturata», ben ramificata in tutta Europa, con referenti nei vari paesi e in grado di presentarsi come «punto di riferimento» per altre organizzazioni coinvolte nella tratta di esseri umani. Nel nostro paese, in particolare, operavano diverse cellule - a Roma, Milano, Rimini, Ancona, Como, Venezia, Bolzano - collegate tra loro e ognuna con specifiche «zone d'influenza» e un forte «controllo del territorio». L'associazione, hanno infine accertato le indagini, non esitava a mettere a rischio la vita degli immigrati, e in almeno un caso si sono registrate delle vittime. È avvenuto a Venezia, il 14 luglio del 2007, quando gli investigatori hanno trovato i cadaveri di quattro clandestini morti per asfissia in seguito alla rottura dell'impianto di refrigerazione del tir in cui erano nascosti. (DA CORRIERE.IT)


09 giugno 2009