domenica 20 dicembre 2009

GIUDICE DI PACE

Le competenze del Giudice di pace in materia penale sono elencate qui
http://sosonline.aduc.it/scheda/giudice+pace+competenze+penali_16090.php

giovedì 17 dicembre 2009

TRAUMI E AVVELENAMENTI IN EUROPA

Traumi e avvelenamenti in Europa
di Criel, 16 dicembre 2009 Un commento
Pubblicato oggi dall’Istituto Superiore di Sanità il rapporto europeo Injury Database 2009.


The European Injury Database (IDB)
Ogni anno, nell’Unione Europea, circa 7 milioni di persone sono ricoverate in ospedale e 35 milioni giungono in pronto soccorso a causa di un traumatismo o di un avvelenamento conseguente ad incidente o violenza.

Eurosafe, l’associazione europea per la prevenzione degli infortuni e la promozione della sicurezza, e la rete del sistema europeo di sorveglianza degli incidenti Injury Database (IDB) supportato dalla Commissione Europea presentano il rapporto 2009 Injuries in the European Union, contenente i dati rilevati dal sistema nel periodo 2005-07.

Secondo i dati, i gruppi di popolazione a maggior rischio di incidente sono i bambini, i giovani (in particolare adolescenti), gli anziani e gli utenti deboli della strada quali pedoni e ciclisti. Le attività prevalenti sono quelle sportive e quelle legate all’uso di prodotti per il consumatore, al suicidio e alla violenza interpersonale.

Dal rapporto emergono alcune informazioni chiave:


Ogni due minuti una persona muore per infortunio, per un totale di un quarto di milione di morti per infortunio ogni anno nell’Unione Europea.
C’è una forte differenza nei tassi di mortalità tra i Paesi dell’Unione. Più di 100.000 persone ogni anno potrebbero essere salvate se ciascuno dei 27 Paesi membri riducesse il proprio tasso di mortalità per infortuni al livello minimo di mortalità osservato tra i paesi dell’Unione.
Ogni anno un ammontare di almeno 15 miliardi di Euro viene speso nell’Unione per il solo trattamento ospedaliero dei ricoverati per infortunio.
Tre quarti degli infortuni avvengono per incidente domestico e del tempo libero.
L’andamento della mortalità per infortuni stradali, anche grazie allo specifico programma comunitario di contrasto, negli ultimi anni risulta in diminuzione.
Analoga riduzione si osserva nelle morti per incidente sul lavoro.
Per gli infortuni domestici e del tempo libero si ha invece una modesta riduzione, indice di una tuttora difficile capacità di controllo del fenomeno.
I dati sugli incidenti e la violenza possono essere ottenuti da un ampio spettro di fonti quali i rapporti di polizia, quelli dei servizi di emergenza non sanitaria (es. Vigili del Fuoco) e i dati assicurativi. Sfortunatamente queste fonti sono frammentarie e spesso incomplete. Al contrario, i dati ospedalieri costituiscono la fonte informativa più attendibile sugli infortuni, specialmente per quelli più gravi che normalmente vengono trattati nei servizi di emergenza e nei reparti ospedalieri.

Tredici Paesi dell’Unione, tra cui l’Italia, tramite l’Istituto Superiore di Sanità e la rete di ospedali che con esso collaborano sul tema, stanno raccogliendo dati sugli infortuni, secondo un formato comune europeo, nei servizi di emergenza ospedaliera. Questi dati sono detenuti e diffusi dalla Direzione Generale Salute Pubblica della Commissione Europea.

Ad oggi circa 350.000 accessi all’anno in pronto soccorso ospedaliero vengono registrati dall’IDB, consentendo di avere informazioni sul luogo e le circostanze dell’incidente, nonché sui prodotti coinvolti nel medesimo.

L’Istituto Superiore di Sanità, coordinatore per l’Italia dell’IDB nell’ambito delle attività del Sistema Informativo Nazionale sugli Infortuni in Ambienti di Civile Abitazione (SINIACA), rende disponibile sul proprio sito il rapporto.

Fonti:

ISS – Rapporto IDB 2009
The European Injury Database (IDB)(17 DIC. 2009 DA EUMED.ORG)

sabato 12 dicembre 2009

UNA SCUOLA NAZIONALE DI MEDICINA LEGALE

Il 25 febbraio 2009 scrivevo su questo blog di un'idea, un'ipotesi non investigata fino in fondo, una proposta non ancora tale. Accennavo ad una scuola nazionale di medicina legale. Per una serie di ragioni: 1) la preparazione degli specialisti non è omogenea sul territorio; 2) i medici legali, o sedicenti tali, sono in numero eccessivo; 3) può capitare che alcune scuole non diano una preparazione sufficiente, o che alcuni specialisti non siano preparati; 4) il sistema di reclutamento è inadeguato, nella convinzione che il medico legale sia solo un chiacchierone; 5) recentissimi casi giudiziari mostrano che il PM può dire qualunque cosa su dati medico legali, tanto nessuno lo contesterà sul piano tecnico; 6), 7) ecc. Infine: si stanno cercando di accorpare alcune scuole di specializzazione.
Il mio status attuale (sapete tutti che con il 31.12.08 mi sono dimesso dall'università) non mi consente ovviamente di prendere iniziative concrete, ma non mi sono dimesso dal pensiero. Nella assoluta certezza che non avrò alcuna risposta od opinione su questo tema, nondimeno vi prego di farmela avere.

giovedì 10 dicembre 2009

AMIANTO

CronacaPercorso:ANSA.it > Cronaca > News
Eternit, al via il maxi processo Vertici sotto accusa per morti amianto
Tremila parti lese, alla sbarra i due responsabili della multinazionale
10 dicembre, 09:29
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Eternit, via al maxi processo

TORINO - Folla davanti al tribunale di Torino, per l'inizio del maxiprocesso Eternit. Sono almeno un centinaio le persone, provenienti dall'Italia e dall'estero, che manifestano di fronte al tribunale in attesa che abbia inizio il dibattimento del più grande processo d'Europa. All'udienza sono attese 2 mila persone. Sono una decina di pullman che stanno arrivando al Palagiustizia. Trasportano i parenti delle quasi 3 mila vittime dell'amianto, le quasi 700 parti civili, sindaci e amministratori della zona di Casale Monferrato, dove aveva sede il più grande stabilimento italiano della Eternit. Tanti gli striscioni esposti, tra i quali quelli delle associazioni vittime dell'amianto di Italia, Svizzera e Francia.

"Signor Stephan Schmidheiny: la attendiamo anche in Svizzera", è lo striscione dell'associazione svizzera delle vittime dell'amianto, appeso alla cancellata del tribunale e circondato dai nomi di alcune delle vittime Eternit. Di fronte al tribunale si stanno inoltre radunando i partecipanti al corteo organizzato dalla Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro, in concomitanza con l'apertura del processo e a pochi giorni dal secondo anniversario del rogo della Thyssenkrupp. Vi aderiscono, oltre ai sindacati e alle associazioni dei lavoratori, anche i giovani dei centri sociali. Presenti numerosi rappresentanti dei lavoratori delle vittime della Eternit di Svizzera, Francia e Belgio. "Un solo essere umano - si legge sullo striscione dei minatori francesi - ha più valore che tutto l'amianto e il profitto del mondo" (10 DICEMBRE 2009)

mercoledì 9 dicembre 2009

LA STORIA DEL DR SMITH

CRIME
Pathology
Dr. Charles Smith: The man behind the public inquiry
Last Updated: Monday, December 7, 2009 | 1:38 PM ET Comments0Recommend4
CBC News
Dr. Charles Smith was long regarded as one of Canada's best in forensic child pathology. A public inquiry was called after an Ontario coroner's inquiry questioned Smith's conclusions in 20 of 45 child autopsies. (Frank Gunn/Canadian Press)On a typical case, he might have to decide whether a child had been shaken to death or accidentally fallen from a highchair.

Dr. Charles Smith was once considered top-notch in his field of forensic child pathology. In 1999, a Fifth Estate documentary singled him out as one of four Canadians with this rare expertise.

For 24 years, Smith worked at Toronto's Hospital for Sick Children. In the hospital's pediatric forensic pathology unit, he conducted more than 1,000 child autopsies.

But Smith no longer practises pathology. An Ontario coroner's inquiry reviewed 45 child autopsies in which Smith had concluded the cause of death was either homicide or criminally suspicious.

The coroner's review found that Smith made questionable conclusions of foul play in 20 of the cases — 13 of which had resulted in criminal convictions. After the review's findings were made public in April 2007, Ontario's government ordered a public inquiry into the doctor's practices.

That inquiry, led by Justice Stephen Goudge and concluding in October 2008, found that Smith "actively misled" his superiors, "made false and misleading statements" in court and exaggerated his expertise in trials.

'Smith was adamant that his failings were never intentional. I simply cannot accept such a sweeping attempt to escape moral responsibility.'
—Justice Stephen Goudge
Far from an expert in forensic child pathology, "Smith lacked basic knowledge about forensic pathology," wrote Goudge in the inquiry report.

"Smith was adamant that his failings were never intentional," Goudge wrote. "I simply cannot accept such a sweeping attempt to escape moral responsibility."

Acted more like a prosecutor

Some have accused Smith of taking on a role larger than pathologist. The lawyer for Brenda Waudby said he was on a crusade and acted more like a prosecutor. Waudby was convicted in the murder of her daughter after Smith analyzed the case.

Brenda Waudby was wrongly accused of killing her 21-month-old daughter Jenna in 1997. (Frank Gunn/Canadian Press)A pubic-like hair found on her daughter went missing during Smith's investigation. It was discovered he had kept the hair in his office before police found it five years later. In the end, Waudby's charges were dropped and the child's babysitter was convicted.

Smith said he had a passion for uncovering the truth in child deaths. The Ontario pathologist told media lampooning him he had "a thing against people who hurt children." He welled up when speaking about a mother looking for the cause of her baby's death.

Smith had been in search of his own personal truths. He was born in a Toronto Salvation Army hospital where he was put up for adoption three months later. After years of looking for his biological mother, he called her on her 65th birthday. But she refused to take his call.

Smith's adoptive family moved often. His father's job in the Canadian Forces took them throughout Canada and to Germany. He attended high school in Ottawa, and graduated from medical school at the University of Saskatchewan in 1975.

Sick Kids tenure

Hired by Toronto's Hospital for Sick Children in 1979, Smith worked in surgery for a year and then moved on to pathology training. A pathologist studies diseases and illnesses by assessing matter such as cells, tissues, organs and fluids. Pathologists also examine biopsy material, and give a subsequent diagnosis.

When it comes to autopsy reports, the field of pathology can be a subjective one. It's based on research and opinion, and it's especially controversial in Canada, where there is no formal training or certification process. Only a handful of practitioners in Ontario are entrusted with the job — and they've learned by doing.

With child victims, forensic analysis is rarely cut and dried. It can take an infant up to 24 hours to die of a shaking incident, which is a crime that doesn't leave evidence the way a regular killing might.

After his initial training at Sick Kids, as the Toronto hospital is known, Smith began conducting child autopsies in 1981. He started with children who had died of accidental and natural causes. By the late '90s, Smith saw more forensic child cases than any other pathologist across the country.

Smith's unit used arrest warrants to reinvestigate cases of sudden infant death syndrome (SIDS). He oversaw the autopsies of exhumed babies that led to new murder charges.

In one such case, Smith appeared before a court in the death of six-month-old Sara Podniewicz. He concluded she had been dead for up to 15 hours before her parents reported the death. The parents had told a 911 operator the girl had died just moments before. Smith's analysis led to second-degree murder charges.

In December 2009, Sherry Sherrett-Robinson was acquitted of killing her son whom Smith had concluded died of asphyxia a decade earlier. Smith suggested Sherrett-Robinson's son, Joshua, suffered a skull fracture and neck hemorrhages. Ontario's chief forensic pathologist, Dr. Michael Pollanen, however, told the Ontario Court of Appeal that he did not find a skull fructure and noted the neck hemorrhages were caused during the autopsy process.

First doubts

In 1991, a family in Timmins, Ont., was the first to raise questions about Smith's work. He had concluded their one-year-old baby had died from being shaken. The child had been under the care of a babysitter who said the baby had fallen down stairs.

In court, experts challenged Smith's opinion, which had resulted in the babysitter's charge of manslaughter. The judge in the case stated Smith should have taken other causes into consideration.

Once the most prolific pathologist, Smith began getting a reputation for late cases, and his disorderly desk produced samples that had gone missing.

In 2002, he received a caution from the Ontario College of Physicians and Surgeons. The college said he was being "overly dogmatic" and had a "tendency towards overstatement."

In June 2005, Dr. Barry McLellan, Ontario's chief coroner, started the review of 45 child autopsies conducted by Smith between 1991 and 2002. The review, released in April 2007, found that Smith had made mistakes in 20 cases involving the deaths of children. The review cast doubt on criminal convictions in 13 of the cases.

"I am very surprised with the overall results of the review, and concerned," McLellan said. "In a number of cases, the reviewers felt that Dr. Smith had provided an opinion regarding the cause of death that was not reasonably supported by the materials available for review."

The chief coroner said the results of the review were being shared with defence and Crown attorneys involved in all of the relevant criminal cases.

After resigning from Sick Kids in 2005, Smith accepted a pathology position in Saskatoon. He was fired after three months. A tribunal later reinstated him, but without a licence, Smith was unable to practise.

Smith told media his marriage ended in light of stress from the highly publicized events. He had lived with his wife and two children on a farm north of Newmarket, Ont.

As a member of the Christian and Missionary Alliance, Smith says he has been fuelled by his life's purpose — finding out the truth for parents who have lost babies. (da CBC News Canada)

martedì 8 dicembre 2009

COME MUORE UN BAMBINO

Peter, bimbo morto di indifferenza
Gb, ospedale tenta corrompere medico
Il Great Ormond Street Hospital è conosciuto come uno dei migliori ospedali pediatrici del mondo, potrebbe perdere questa pregiata etichetta se le accuse mosse dal Dottor Holt nei confronti della struttura sanitaria si rivelassero fondate. Dopo oltre due anni di indagini si è giunti ieri a scoprire una verità fatta di indifferenza, incapacità e superficialità. Retroscena shock di una storia costata la vita ad un bimbo.


Arriva ad un ormai probabile scioccante epilogo la storia di un bimbo inglese che la stampa britannica ha soprannominato “Baby P.”, il bimbo di 17 mesi morto durante l’agosto del 2007 a causa delle iterate violenze subite.

I principali quotidiani del Regno Unito hanno riportato uno stralcio dell’intervista rilasciata dal Dottor Kim Holt, impiegato presso il Great Ormon Street Hospital, che ha curato più volte il piccolo Peter. Il medico si era attenuto alle procedure, avvertendo la direzione dell’ospedale, chiedendo che venissero messe in atto le misure del caso: l’intervento delle forze dell’ordine e dei servizi sociali. Nessuno lo ha mai ascoltato. Nel 2007 il tragico epilogo: “Baby P.” è stato trovato morto nella sua culla. Aveva testa e schiena rotte, i denti scheggiati, un dito parzialmente amputato e il corpicino coperto di lividi.

La madre, il suo convivente e il proprietario della pensione in cui vivevano sono stati immediatamente arrestati. Le indagini hanno portato gli inquirenti a ricostruire che, durante i suoi infernali 17 mesi di vita, il bimbo era stato portato per ben 35 volte negli ospedali londinesi. I vertici del Great Ormond Street, secondo quanto detto alla stampa dal Dottor Holt, hanno cercato allora di compare il suo silenzio, offrendogli 120mila sterline (poco più di 130mila euro).

Già subito dopo la morte del piccolo, la direzione dell’ospedale pediatrico avevano ammesso una parziale responsabilità, sollevando però obiezioni di tipo sindacale, imputando alla mancanza di personale e ai turni stressanti di lavoro la mancata comuicazione dei fatti di violenza alle autorità.

Altri medici della stessa struttura si erano dimessi subito dopo lo scandalo. Tramite un portavoce, i dirigenti della struttura medica negano ogni addebito, ritrattando in parte quanto avevano sostenuto, dicendo di non avere mai ricevuto segnalazioni da parte dello staff.

Resta ancora da chiarire, in questa indagine che si profila ingarbugliata e complessa, perché davanti ad un simile orribile sospetto il Dottor Holt non abbia scavalcato la direzione del nosocomio, richiedendo in prima persona l’intervento delle autorità.

Giuditta Mosca
(DA TGCOM)

NON HO PAROLE

È MORTA PER UNA SETTICEMIA PARTITA DAL CORDONE OMBELLICALE
Morte neonata romena: indagati 11 sanitari di Palermo e Canicattì
La piccola era stata partorita su una sedia in una corsia all'ospedale in provincia di Agrigento

AGRIGENTO - Undici sanitari dell'ospedale di Canicattì (Ag) e dell'ospedale dei bambini di Palermo sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla procura di Agrigento per il decesso di una neonata figlia di genitori di origine romena avvenuto la sera del 3 dicembre. La piccola era stata partorita il 27 novembre su una sedia all'ospedale di Canicattì, poi era stata trasferita a Palermo quando una setticemia, partita dal cordone ombelicale, si era allargata. Lunedì l'assessore regionale alla Sanità ha inviato gli ispettori nel'ospedale di Canicattì. Anche la commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori sanitari ha annunciato l'avvio di un'inchiesta sulla morte.

INFEZIONE - Il pm Michela Francorsi, in seguito alla denuncia dei genitori, due disoccupati di Camastra, aveva deciso l'autopsia e il sequestro delle cartelle cliniche. La madre, 24 anni, aveva partorito su una sedia del corridoio del reparto di maternità dell'ospedale di Canicattì e, insieme al marito Valentin Paun, 23 anni, sin da subito ha sostenuto che l'infezione è la conseguenza delle condizioni precarie in cui è avvenuto il parto e di una serie di gravi negligenze. I medici hanno diagnosticato un'infezione che attecchisce dalla cicatrice ombelicale.


NESSUN AIUTO - I genitori hanno raccontato di avere suonato per mezz'ora alla porta del reparto, ma non ha risposto nessuno. Solo quando la piccola era stata partorita si è presentata una donna che ha tagliato il cordone ombelicale e ha accompagnato la madre in corsia. Ma la piccola si è rapidamente aggravata ed è stata trasferita a Palermo dove è morta una settimana dopo la nascita.


08 dicembre 2009 (da corriere.it)

lunedì 7 dicembre 2009

URANIO IMPOVERITO

Uranio, condannato ministero Difesa
Risarcimento a famiglia militare morto
Il tribunale di Roma ha condannato il ministero della Difesa a un risarcimento di 1,4 milioni ai familiari di un militare sardo morto alcuni anni fa per presunta contaminazione da uranio impoverito. La sentenza giunge a meno di un anno di distanza da un'altra condanna simile inflitta alla Difesa dal tribunale civile di Firenze: il caso riguardava un reduce dalla Somalia risarcito con 545 mila euro e deceduto un mese dopo.


La notizia è stata resa nota dal sito www.vittimeuranio.com, secondo cui, stando a un bilancio del gruppo operativo interforze della Sanità Militare, in Italia sarebbero 250 i morti e 1991 i malati per possibile contaminazione da uranio.

Sempre secondo il sito, proprio in questi giorni sarebbe morto un altro militare per le stesse cause. Si tratterebbe di un sottufficiale dell'Esercito della provincia di Cagliari, che ha prestato servizio nel poligono di Teulada. "Mio padre - racconta la figlia - ha sofferto per una mielodisplasia linfatica degenerata in seguito, nonostante lunghe cure, in leucemia mieloide acuta, causa tre mesi fa del suo decesso". (DA TGCOM, 7 DICEMBRE 2009)