In coma e legata alla barella da 4 giorni
Choc al pronto soccorso dell'Umberto I
Una donna di 59 anni con trauma cranico attendeva ricovero. La denuncia dei senatori Marino e Gramazio. Il ministro della Salute, Renato Balduzzi avvia ispezione
ROMA - In coma dopo un trauma cranico, legata alla barella con delle lenzuola - mani e piedi «per evitare cadute» - e senza nutrizione da quattro giorni, in attesa di essere ricoverata «da un minuto all'altro». È la condizione in cui i senatori Ignazio Marino e Domenico Gramazio hanno trovato una signora di 59 anni. La scoperta dei due parlamentari è avvenuta durante una loro visita senza preavviso al Pronto Soccorso del Policlinico Umberto I di Roma, lunedì 20 febbraio. Il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha disposto l'invio d'urgenza di una visita ispettiva mentre i due senatori hanno annunciato denuncia alla Procura della Repubblica.
BALDUZZI: «NULLA GIUSTIFICA TALE INDEGNITA'» - «Se sono confermate le informazioni si tratta di una situazione che non è giustificabile in alcun modo» ha detto il ministro della Salute, Renato Balduzzi. «Fermo restando le valutazioni di competenza della Magistratura non c’è nulla che possa giustificare una tale indegnità: né il sovraffollamento del Pronto Soccorso per inappropriatezza degli accessi, né le restrizioni di budget connesse con la necessità da parte delle Regioni in piano di rientro, né altre ragioni di emergenza».
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«SUCCEDE SPESSO» - «La donna, di circa 50 anni, è in coma da tre giorni e viene assistita al meglio, con terapia idrica». Ad affermarlo il direttore del Dea del Policlinico Umberto I che aggiunge: «Non è nei miei poteri trovare il posto dove dovrebbe essere ricoverata, cosa che auspico, ma si cerca comunque di curarla al meglio. È un fatto che capita spesso, ma in questi casi l'ammalato è comunque assistito. È assistita al meglio dalle migliori professionalità medico-infermieristiche, 24 ore su 24. Certo, non dal punto di vista "alberghiero": come comfort starebbe meglio se fosse ricoverata. Ma questo non dipende da noi del pronto soccorso». «I due senatori - conclude - hanno verificato un fenomeno noto da anni, quello dei grandi ospedali in cui i pazienti aspettano per ore, o per giorni, un ricovero».
«SITUAZIONE INTOLLERABILE» - Al Pronto soccorso del Policlinico Umberto I «la situazione è intollerabile, totalmente indecente», hanno commentato i senatori Gramazio (Pdl) e Marino (Pd) dopo il blitz effettuato in tre Pronto Soccorso di Roma: oltre al Policlinico, i due si erano recati al San Camillo e al San Giovanni. Nella cosiddetta «piazzetta», dove ci sarebbe posto per 8 malati - hanno riferito - «c'erano almeno 20 persone, con le barelle una accanto all'altra senza corridoi e persone in attesa di trasferimento anche da venerdì».
VERTICE IN REGIONE - Sul caso dei pronto soccorso affollati si è tenuto domenica sera alla Regione Lazio un vertice con tutti i direttori generali e i dirigenti dell'assessorato alla Sanità. Si è discusso anche del Policlinico Umberto I, già sotto i riflettori dopo che giornalisti di La7 avevano filmato con una telecamera nascosta decine di pazienti ammassati nella stanza d'attesa del pronto soccorso.
Intanto i medici denunciano situazioni drammatiche in tutti i nosocomi di Roma: dall'Umberto I a Tor Vergata, dal San Filippo Neri al San Camillo: ore di attesa nei pronto soccorso della Capitale; si calcola che ogni giorno ci siano almeno 300 pazienti in barella in attesa di essere ricoverati.
Intanto i medici denunciano situazioni drammatiche in tutti i nosocomi di Roma: dall'Umberto I a Tor Vergata, dal San Filippo Neri al San Camillo: ore di attesa nei pronto soccorso della Capitale; si calcola che ogni giorno ci siano almeno 300 pazienti in barella in attesa di essere ricoverati.
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ATTESE DA 24 ORE A 4 GIORNI -Al di là dell'emergenza degli ultimi giorni, il Tribunale dei diritti del malato con un'indagine su 27 pronto soccorso del Lazio ha rivelato che l'attesa per un ricovero varia da 24 ore a 4 giorni e in 6 strutture su 10 curarsi per uno straniero è molto difficile perché mancano i mediatori culturali. «In alcuni casi - aggiunge Giuseppe Scaramuzza, segretario regionale di Cittadinanzattiva - abbiamo trovato i pazienti in attesa di essere visitati, in piedi».
20 febbraio 2012 | 18:16
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