E' stato detto che la cultura è ciò che ti rimane, dopo che hai dimenticato tutto quello che hai appreso. In altri termini, cultura è ciò che sei, grazie all'educazione ricevuta. Cultura è un modo di essere, non una somma di conoscenze. Dare una cultura è sempre stato lo scopo di tutte le società umane, e, per quello che più riguarda noi, cittadini dell'Europa e figli della cultura greco- romana, la cultura riguarda essenzialmente la capacità di vivere insieme possibilmente senza conflitti eccessivi.
Nell'ultimo secolo, l'Europa ha attraversato conflitti terribili, apparentemente, ma concretamente sedati dopo il 1945. Da alcuni decenni, cessati i conflitti fra le nazioni europee, compaiono i conflitti fra gruppi di cittadini e fra individui. Parlo dell'Italia, non avendo esperienza sufficiente di altri paesi per affermare le stesse cose, anche se le notizie date dai mezzi di comunicazione consentirebbero di farlo.
Esemplifico alcuni conflitti fra gruppi: criminalità organizzata contro cittadini, ma non una contro l'altra; partiti politici sempre più numerosi e dunque sempre più piccoli, tesi ad una sostanziale prevaricazione sui cittadini; associazione di vario tipo ed origine, nominalmente a carattere difensivo, in realtà anch'esse volte a prevaricare, ecc.
Esemplifico alcuni conflitti inter-individuali: sono i normali reati, come il furto, l'omicidio, ma anche l'illegalità diffusa, la cd. microcriminalità, ecc.
Se questa dunque è la nostra cultura, che si appalesa con deprecabili manifestazioni esteriori, temo che per noi non vi siano molte speranze nel breve periodo. Non voglio essere più pessimista di quanto io sia abitualmente, ma conflitti e contrapposizioni di vario tipo ci stanno portando allo sfascio.
Mi domanderete: cosa ha a che fare tutto questo con la medicina legale? Vi risponderò: niente, o quasi niente. I Giudici ci chiamano con un appellativo che a me pare umiliante, ma non è vietato pensare, anche in termini molto più ampi di quanto sia consentito ad un semplice professionista o insegnante. Sono dunque dell'idea che, fintantochè non avremo cominciato a sostituire i vetri rotti delle finestre, non ne usciremo.