Il testo del decreto:
Questo è il testo: «In attesa dell'approvazione di una completa e organica disciplina legislativa in materia di fine vita, l'alimentazione e l'idratazione, in quanto forme di sostegno vitale e fisiologicamente finalizzate ad alleviare le sofferenze, non possono in alcun caso essere rifiutate dai soggetti interessati o sospese da chi assiste soggetti non in grado di provvedere a se stessi».
Una cosa che fa ridere i polli: è come dire che non ci deve suicidare ("... rifiutate dai soggetti interesati" ...) nè si deve ammazzare ("... sospese da chi assiste soggetti non in grado di provvedere a se stessi"). La prima affermazione non è proponibile, la seconda la conoscevamo già.
Il fatto è che, allo stato attuale della legislazione, la morte cerebrale corrisponde alla morte fisica dell'individuo, e la morte cerebrale è definita per legge secondo determinati criteri, che NON corrispondono ai criteri clinici dello stato vegetativo persistente. Per legge, chi si trova in condizione di SVP non è morto. Di conseguenza, se lo fai morire, commetti un omicidio.
Per consentire, dunque, l'interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione ad un soggetto in SVP, bisogna ammettere che questo soggetto sia morto, parificare cioè la morte cerebrale con lo SVP. Altrimenti è omicidio (se preferite, eutanasia).
In Italia, il rifiuto delle cure è ammesso, purchè la persona sia capace di intendere e di volere. Se non lo è, o non lo è più, il rifiuto delle cure non può essere ammesso, a meno che la persona, quando era capace di intendere e di volere, non abbia espresso senza equivoci e con testimonianze e per iscritto la propria volontà di non essere curata, trovandosi in certe condizioni.
Perciò, e per concludere, il caso di Eluana NON PUO' essere risolto se non cambiando la legislazione.
Il mio personale parere sul caso non ha alcuna rilevanza, perchè quello che conta è il parere della maggioranza del Parlamento, acquisito ed espresso nelle debite forme e nel rispetto delle leggi vigenti.
Adesso, sparatemi pure addosso.