domenica 15 maggio 2011

PEDOFILIA DI UN PARROCO


Sestri, sacerdote arrestato
accusato di pedofilia

 Nell'indagare e intercettare alcune persone nell'ambito di un'inchiesta riguardante un presunto traffico di cocaina nel capoluogo ligure, i carabinieri si sarebbero "imbattuti" nell'adolescente che frequentava don Riccardo.

Il parroco della chiesa di Santo Spirito di via Calda di Sestri Ponente, don Riccardo Seppia, 50 anni, è stato arrestato ieri mattina con l'accusa di violenza sessuale: avrebbe avuto rapporti sessuali con un ragazzino genovese di 16 anni. Secondo gli investigatori, gli abusi sarebbero stati ripetuti e si sarebbero protratti nel tempo. Non si esclude che possano aver coinvolto anche altri ragazzi del quartiere.

Nell'indagare e intercettare alcune persone nell'ambito di un'inchiesta riguardante un presunto traffico di cocaina nel capoluogo ligure che avrebbe coinvolto anche minorenni, i carabinieri si sarebbero "imbattuti" nell'adolescente che frequentava don Riccardo. Da alcune telefonate, gli inquirenti avrebbero accertato e compreso i rapporti tra il sedicenne e il sacerdote.

L'arresto è stato effettuato dai carabinieri su richiesta della procura di Milano e sottoscritto dal gip di Genova Annalisa Giacalone. L'uomo è accusato di "atti immorali nei confronti di minori e cessione di sostanze stupefacenti".

A poche ore dall'arresto, ieri il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, ha deciso di celebrare messa proprio nella chiesa il cui parroco è stato arrestato.

Prima delle celebrazione eucaristica, un sacerdote ha letto a nome dell'autorità ecclesiastica un breve comunicato nel quale la Curia annuncia la sospesnione "da ogni atto sacramentale" del sacerdote. Don Riccardo Seppia non potrà più celebrare messa né confessare i suoi parrocchiani. Confermando piena fiducia nella magistratura, l'Arcivescovo ha espresso "fraterna vicinanza alle eventuali vittime e ai loro familiari. Queste accuse offendono tutta la diocesi. Sono comportamenti inqualificabili, tanto più per un sacerdote".
(15 maggio 2011)

SPINACI O STRAMONIO?


TRENTO

Pensavano fossero spinaci e invece era stramonio: due donne intossicate

Avevano comprato dei semi convinte fosse innocua verdura: erano invece della potente pianta allucinogena

Lo stramonio
Lo stramonio
MILANO- Mangiano a cena piante di stramonio, l'«erba del diavolo con proprietà allucinogene, pensando che siano spinaci, e rimangono intossicate finendo all'ospedale. È successo ad Ala, in Trentino, a madre e figlia di 64 e 25 anni. Entrambe sono fuori pericolo.
INNOCUI SPINACI - Le donne hanno raccontato di aver raccolto dal loro orto le piante, cresciute dopo aver piantato semi comprati in un centro commerciale del Veneto. Le donne, convinte si trattassero di innocui spinaci, le hanno cucinate e poi mangiate. Subito hanno accusato gravi sintomi con problemi alla vista e strane allucinazioni. Trasportate al Centro antiveleni di Padova, sono state sottoposte alle prime cure di disintossicazione, poi sono state dimesse. Lo stramonio, conosciuto anche come erba delle streghe, ha proprietà narcotiche, sedative ed allucinogene e viene utilizzato fra l'altro nei rituali degli sciamani di numerose tribù indiane. Saranno ora le forze dell'ordine a stabilire il motivo per cui i relativi semi fossero liberamente in vendita. (Fonte: ANSA).

14 maggio 2011

sabato 14 maggio 2011

energia elettrica

NEL BRESCIANO

Quel lago di luce: il primato europeo
di una piccola valle

In val Sabbia, in provincia di Brescia, la più grande centrale fotovoltaica pubblica d'Europa

Dal nostro inviato  GIAN ANTONIO STELLA 


C'è un lago di luce, tra le valli padane. Nei giorni in cui l'Italia si spacca sul nucleare, emerge dal profondo Nord una comunità montana virtuosa che si è dotata della più grande centrale pubblica fotovoltaica d'Europa. La quale distribuisce elettricità gratis a tutti gli uffici municipali, le strade, i semafori, i pensionati, le scuole... Senza un centesimo di soldi statali.
Siamo in Valle Sabbia, a nord-est di Brescia, lungo il fiume Chiese. Zona per secoli poverissima. Di emigrazione. Di parenti sparsi per l'Australia, la Merica, il Belgio, il Brasile... Di profumi forti come quello del Bagòss, il celeberrimo formaggio di Bagolino. Di infanzie passate nelle stalle o intorno al fuoco a cantare «baghècc». Di montanari cresciuti nel mito della Ferriera Italiana di Vobarno e delle acciaierie Falck, finite una quindicina di anni fa alla famiglia Chan di Hong Kong. Di fabbrichette nate dal contagio del virus dell'«imprenditorite».
Valle di gente seria. Che aveva fatto della Comunità montana una cosa seria. Al punto che, quando esplose lo scandalo delle comunità montane a livello del mare e si pose il problema di cancellare le comunità pataccare proprio per salvare quelle vere e virtuose, uno degli esempi citati a modello era sempre questo: la Val Sabbia.
Qui l'organismo altrove ridotto a un carrozzone ha messo insieme 25 comuni della valle più altri 16 che si sono aggregati. Qui la Secoval (società per i servizi comunali) frutto dell'alleanza è riuscita a strappare contratti altrimenti impensabili per la fornitura del gas e la rimozione dei rifiuti urbani pretendendo che i vincitori delle gare si accollassero il disturbo di servire anche le contrade che mai avrebbero servito perché poco remunerative. Qui sono stati raggruppati per risparmiare tutti i servizi Ici, Tarsu (smaltimento spazzatura), Tia (Tariffa di igiene ambientale). Qui c'è una banca dati che gestisce tutti gli strumenti di pianificazione e programmazione territoriale così precisa e aggiornata da contenere le foto di ogni edificio e ogni cancello d'accesso, consentendo insieme la massima vigilanza contro l'abusivismo e la massima disponibilità nei confronti dei cittadini che via Internet possono fare gran parte delle pratiche senza doversi mettere in coda agli sportelli. Qui 15 dipendenti coprono il lavoro di una ragioneria unica, un ufficio tecnico unico, una segreteria unica. Totale dei dipendenti comunali: 297 per 41 comuni con 160.000 abitanti complessivi. Uno ogni 538 abitanti. Un settimo, dicono le carte, di quelli milanesi: uno ogni 74.
Fatto sta che quando il governo Berlusconi ha deciso di sopprimere di fatto tutte le comunità montane, sia quelle «marine» sia quelle serie e funzionanti pur di non fare una scelta (questa sì, questa no) che sarebbe stata rognosa dal punto di vista clientelare, in Val Sabbia non si sono lagnati più di tanto. E dopo aver mandato un moccolo a chi non aveva capito niente del loro ruolo, si sono impuntati di sopravvivere a dispetto di Roma. Contando solo su 300 mila euro della Regione Lombardia e sulle entrate derivanti dai risparmi fatti fare ai comuni consorziati.
La centrale della Val Sabbia
La centrale della Val Sabbia
Ma veniamo alla centrale fotovoltaica. «Siamo partiti nel giugno dell'anno scorso», spiega il presidente della comunità montana Ermano Pasini, che è consigliere provinciale e sindaco di Provaglio dal 1985, quando aveva solo 21 anni, prima come democristiano, poi come pidiellino. «C'erano finanziamenti per le energie alternative di scadenza il 31 dicembre 2010. Una volta deciso, dovevamo fare in fretta. Tre mesi, tartassando gli uffici tutti i giorni, se ne sono andati per le autorizzazioni. A settembre, finalmente, siamo partiti: ci restavano 90 giorni».
L'area giusta viene individuata in una valletta isolata in località Gusciana, sotto il monte Budellone nel comune di Paitone. Non si vede se non ci vai apposta e deve comunque esser risanata: ci sono infatti i ruderi un vecchio allevamento di tacchini. Tredici capannoni con i tetti di amianto. Tutta roba pericolosissima, da smaltire come rifiuti speciali in discariche speciali per un totale di 350 mila chili di materiale contaminato.
Tre mesi per buttare via tutto, ripulire, risanare, costruire la centrale: da far tremare le vene ai polsi. Ma è lì che viene fuori uno dei rarissimi esempi virtuosi di questa Italia litigiosissima: tutte ma proprio tutte le decisioni da prendere passano all'unanimità sia nei comuni di destra, dove vota sì anche la sinistra, sia nei comuni di sinistra, dove vota sì anche la destra. Un piccolo miracolo. Vengono trovati i soldi: 23 milioni e mezzo di euro anticipati (mutuo ventennale) dalla Banca Cooperativa Valsabbina. Viene individuato chi può costruire l'impianto, il Consorzio Stabile Sardegna.
Ai primi di settembre 2010 partono i lavori. Che vanno avanti senza un attimo di sosta col sole, la pioggia, il vento e la neve. «Non ce l'avremmo mai fatta, senza quegli operai, quei tecnici, quei manovali sardi. Erano un centinaio. Hanno lavorato come pazzi anche di notte, con i fari. Perfino la vigilia di Natale, hanno lavorato», spiega l'architetto Antonio Rubagotti, che ha firmato il progetto complessivo. «Demoliti i capannoni e portato via l'amianto, hanno posato 24.024 pannelli per un totale di 38.438 metri quadri. Tutti stesi seguendo il più possibile la conformazione del terreno, tra gli alberi, in modo da avere il minor impatto possibile dal punto di vista visivo. E posati con una inclinazione di 10 gradi rinunciando a quella ideale (oltre i 30) purché dessero meno nell'occhio. Certo, ci rimettiamo il 5 o 6% di resa. In compenso non è orrendo come certi impianti che si vedono in giro. A guardarlo da lontano sembra un lago...».
Fatto sta che il 28 dicembre l'impianto era finito. Pronto per essere allacciato alla rete elettrica. E da allora fornisce energia per 7,8 milioni di kilowattora all'anno. Il che consente un ricavato annuale di circa 5 milioni di euro: «Uno e otto lo diamo alla banca per restituire il mutuo, uno e qualcosa se ne va per la gestione e l'assicurazione e due tornano ai comuni che non pagano più un centesimo per tutta l'illuminazione pubblica. Tutti soldi di risparmio sulla partita corrente. Quella che toglie il sonno ai sindaci», ride Ermano Pasini. «Abbiamo fatto o no un affarone?».
Non basta. Oltre a fornire energia elettrica (è anzi previsto un aumento di 1 milione di kilowattora l'anno), la valletta risanata con la rimozione di quella montagna di amianto diventerà un Parco delle energie rinnovabili. Dove le scolaresche in visita potranno vedere anche una (piccola) pala eolica e, grazie a un vicino ruscello, un mulino ad acqua. E dove ogni metro di spazio libero ospiterà grandi siepi di lavanda profumata e distese di piante e di fiori che seguono l'andamento del sole, come appunto il girasole. E al primo che sparerà a zero su «tutte» le comunità montane (magari per salvare le province), quelli della Val Sabbia faranno, rispettosamente, un pernacchio.

28 aprile 2011(ultima modifica: 11 maggio 2011)

giovedì 12 maggio 2011

SERRATIA


ALL'OSPEDALE DI PESCARA

Tre neonati muoiono per un batterio

Aperta un'inchiesta. I piccoli contagiati in corsia

Neonati in ospedale
Neonati in ospedale
PESCARA - La Procura di Pescara ha aperto un fascicolo sulla morte di tre neonati avvenuta nei giorni scorsi all'ospedale civile di Pescara in seguito molto probabilmente ad un'infezione causata dal batterio «Serratià». Al momento il reato ipotizzato è quello di omicidio colposo. Sono comunque in corso accertamenti per fare luce sulla vicenda.
IL CONTAGIO - Secondo alcune fonti i neonati deceduti erano affetti da alcune precedenti patologie. Le indagini sono coordinate dal pm Mirvana Di Serio. I neonati avrebbero contratto il virus da un quarto bambino che era in cura nel reparto di neonatologia terapia intensiva dell'ospedale di Pescara e poi guarito. Anche la Asl ha avviato un'indagine interna.
LE INCHIESTE - Presidente della Commissione d'inchiesta della Camera sugli errori in campo sanitario e le cause dei disavanzi sanitari regionali, Leoluca Orlando, ha scritto al Presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, chiedendo una relazione in merito al decesso dei tre neonati. «La Commissione d'inchiesta che presiedo, senza pregiudizio per le indagini in corso da parte della competente autorità giudiziaria - si legge nella lettera inviata da Orlando a Chiodi - intende acquisire ogni dato utile a conoscere lo svolgimento dei fatti, sia in merito alle eventuali criticità organizzative riscontrate, che in ordine ad iniziative amministrative, sanzionatorie o cautelari assunte a fronte di eventuali responsabilitá individuali.
IL BATTERIO «SERRATIA» - Il batterio è responsabile di infezioni ospedaliere, in particolare a quelle alle vie urinarie e alla cute.Il bacillo si sviluppa a temperature tra i 5 e i 40 °C, ed in ambienti con pH tra 5 e 9 e preferisce le zone umide come i bagni (soprattutto nelle fughe tra le mattonelle). L'eliminazione di queste colonie può essere effettuata tramite disinfettanti a base di candeggina, anche se la completa rimozione è spesso difficile. Nei bambini il batterio «Serratia» attacca principalmente il sistema gastrointestinale.
Redazione online
12 maggio 2011

DRAGHI

Bce/ Bondi: Scelta Draghi andrebbe considerata successo da tutti

E' un riconoscimento per lui e un risultato positivo Italia

postato 1 ora fa da TMNews
Roma, 12 mag. (TMNews) - Il coordinatore del Pdl Sandro Bondi invita a un riconoscimento bipartisan del successo italiano che l'indicazione di Mario Draghi al vertice della Bce può rappresentare.
"La decisione che si sta profilando al vertice della banca europea - ha affermato Bondi- rappresenta un importante riconoscimento del valore personale di mario draghi e del peso riconosciuto all'italia e agli sforzi compiuti dal presidente del consiglio berlusconi. Di questo risultato tutte le forze politiche dovrebbero felicitarsi, considerandolo un successo di tutti e un rafforzamento del ruolo e degli interessi del nostro paese in Europa e nel mondo".

domenica 1 maggio 2011