Trento, picchia e sfigura con l'acido la moglie
TRENTO (28 gennaio) - Prima è stata picchiata brutalmente, poi sfigurata con l'acido muriatico. Quindi è stata abbandonata per strada in stato di choc. La vittima di questa bestiale storia di violenza è una ragazza di 24 anni di Trento. A colpirla e sarebbe stato il marito, un immigrato magrebino di 26 anni, per ragioni ancora da chiarire. La ragazza, che è stata ricoverata prima all'ospedale Santa Chiara di Trento e poi trasferita per le sue gravi condizioni al Centro grandi ustionati dell'ospedale di Verona dove ora si trova in prognosi riservata, è stata trovata nella notte lungo la statale della Valsugana. Erano da poco passate le due quando un automobilista di passaggio nei pressi del Cirè di Pergine l'ha notata mentre vagava lungo la strada: aveva mani e volto segnati e non riusciva a spiegare cosa le fosse accaduto.La donna è stata raggiunta al volto e poi ha tentato di proteggersi con le mani. L'uomo risulterebbe latitante già dal novembre del 2007 e ora è ricercato anche per lesioni gravissime alla consorte. Secondo una prima, sommaria ricostruzione dei fatti, l'aggressione sarebbe avvenuta proprio al Cirè, vicino al distributore dell'Agip, e si tratta di aggressione molto presumibilmente premeditata, dal momento che l'acido muriatico non è un liquido che si trovo facilmente. (da ilmessaggero.it)
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lunedì 28 gennaio 2008
sabato 1 dicembre 2007
EUTANASIA
Prato, uccide la moglie ricoverata per Alzheimer:tre colpi per porre fine alle sue sofferenze
PRATO (1 dicembre) - Un uomo di 77 anni nel pomeriggio è entrato in ospedale a Prato armato di pistola, ed ha sparato tre colpi alla moglie, 82 anni, malata terminale ricoverata nel reparto di Medicina, uccidendola. Agli agenti che lo hanno arrestato ha detto: «Ho sparato perchè non ce la facevo più a vederla soffrire». Due colpi in faccia e uno al cuore. L' uomo ha sparato alla moglie due colpi in faccia e uno al cuore davanti agli occhi delle altre pazienti. La vittima era malata di Alzheimer dal 1999 ed era ricoverata da alcuni giorni. Intono alle 17.30, l' uomo si è presentato all' ospedale come gli altri giorni, ma appena è stato vicino alla moglie ha estratto la pistola e ha sparato. Poi si è messo in un angolo della stanza ed ha avvertito la polizia, che era già stata contattata dal personale del reparto subito dopo il primo colpo. La coppia aveva due figli. Il reparto è rimasto chiuso fino alle 20. (da ilmessaggero.it)
E' certamente casuale, ma dell'eutanasia, così come dello sciopero della fame, mi sono occupato parecchio tempo fa (mi pare circa 25 anni fa), con una monografia, intitolata "Eutanasia: diritto di vivere/diritto di morire", pubblicata da CEDAM. Il diritto di vivere e il diritto di morire sono tuttora gli argomenti su cui verte buona parte della discussione bioetica e giuridica. Non si è giunta ad una conclusione in Italia, anche se in Olanda e Belgio sono state promulgate due leggi permittenti l'eutanasia, leggi basate su una solida etica collettiva e responsabile, diffusa nelle popolazioni. Sono del parere che una legge in Italia non sia attualmente proponibile, ma sono anche del parere che la magistratura debba analizzare la casistica con comprensione ed amore per il prossimo, perchè l'eutanasia rappresenta un atto destinato a far cessare sofferenze ritenute inutili ed eccessive.
PRATO (1 dicembre) - Un uomo di 77 anni nel pomeriggio è entrato in ospedale a Prato armato di pistola, ed ha sparato tre colpi alla moglie, 82 anni, malata terminale ricoverata nel reparto di Medicina, uccidendola. Agli agenti che lo hanno arrestato ha detto: «Ho sparato perchè non ce la facevo più a vederla soffrire». Due colpi in faccia e uno al cuore. L' uomo ha sparato alla moglie due colpi in faccia e uno al cuore davanti agli occhi delle altre pazienti. La vittima era malata di Alzheimer dal 1999 ed era ricoverata da alcuni giorni. Intono alle 17.30, l' uomo si è presentato all' ospedale come gli altri giorni, ma appena è stato vicino alla moglie ha estratto la pistola e ha sparato. Poi si è messo in un angolo della stanza ed ha avvertito la polizia, che era già stata contattata dal personale del reparto subito dopo il primo colpo. La coppia aveva due figli. Il reparto è rimasto chiuso fino alle 20. (da ilmessaggero.it)
E' certamente casuale, ma dell'eutanasia, così come dello sciopero della fame, mi sono occupato parecchio tempo fa (mi pare circa 25 anni fa), con una monografia, intitolata "Eutanasia: diritto di vivere/diritto di morire", pubblicata da CEDAM. Il diritto di vivere e il diritto di morire sono tuttora gli argomenti su cui verte buona parte della discussione bioetica e giuridica. Non si è giunta ad una conclusione in Italia, anche se in Olanda e Belgio sono state promulgate due leggi permittenti l'eutanasia, leggi basate su una solida etica collettiva e responsabile, diffusa nelle popolazioni. Sono del parere che una legge in Italia non sia attualmente proponibile, ma sono anche del parere che la magistratura debba analizzare la casistica con comprensione ed amore per il prossimo, perchè l'eutanasia rappresenta un atto destinato a far cessare sofferenze ritenute inutili ed eccessive.
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lunedì 26 novembre 2007
MARITO UCCISO (suicidio dell'omicida)
Aveva freddato con una fucilata alle spalle un compagno di caccia di vecchia dataall'origine del gesto ci sarebbero stati motivi passionali: arrestata la moglie della vittima
Finge incidente di caccia e uccide l'amico-dopo una settimana si toglie la vitaLA SPEZIA - Ha ucciso un amico, fingendo un incidente di caccia, ha cercato di tenere nascoste le proprie responsabilità ma non ce l'ha fatta, e si è tolto la vita. Una doppia tragedia quella che si è consumata tra le province di Massa e di La Spezia nell'ultima settimana. Domenica 18 novembre, nei boschi di Pallerone, in Toscana, era stato trovato il cadavere di Maurizio Cioni, 49enne magazziniere di Follo (La Spezia), ucciso da un colpo di fucile alle spalle. Ieri, il suo amico e compagno di caccia da una vita Giordano Trenti, 45 anni, dipendente dell'Enel, si è tolto la vita: alla famiglia ha lasciato una lettera in cui ha scritto di non essere il responsabile della morte dell'amico, ma forse è stato proprio il rimorso ad essergli fatale. All'origine di tutto vi sarebbero motivi passionali. Arrestata anche la moglie di Cioni, con l'accuso di concorso in omicidio. E' accaduto tutto durante una battuta di caccia al cinghiale. Il corpo di Cioni era stato rinvenuto la domenica mattina, ai margini di una radura, da alcuni passanti che avevano dato l'allarme. Al momento si era pensato a un colpo partito accidentalmente, sparato forse da un bracconiere nel corso di una battuta di caccia al cinghiale che, nel giorno del sabato, è vietata. Ad alimentare la tesi, il fatto che lo sconosciuto autore del gesto si fosse dato alla macchia. Sul caso avevano cominciato a indagare i carabinieri della stazione di Pontremoli (Massa). Ieri, il suicidio di Trenti. Accanto al cadavere, rinvenuto nei boschi di Pallerone (Massa), i militari dell'Arma hanno trovato il fucile da caccia, ma anche due biglietti. Su uno c'era scritto "non c'entro nulla con la morte del mio amico". L'uomo, sostiene l'accusa, non ha retto dopo quel che aveva fatto una settimana prima, e si è sparato con lo stesso fucile con il quale avrebbe freddato il suo amico, sembra per motivi passionali. Un rancore, secondo indiscrezioni, che nutriva da molto tempo nei confronti di Cioni.
I carabinieri hanno arrestato anche la moglie di Cioni, Clara Maneschi, con l'accusa di concorso in omicidio. Da tempo la donna conosceva Trenti e, secondo gli investigatori, con una telefonata lo avrebbe avvertito che quella mattina suo marito sarebbe andato a caccia. Nei giorni scorsi lo stesso Trenti era stato ascoltato a lungo dagli investigatori, insieme agli altri cacciatori aveva anche cercato il cadavere dell'amico e aveva partecipato al funerale. (26 novembre 2007) (da repubblica.it)
Finge incidente di caccia e uccide l'amico-dopo una settimana si toglie la vitaLA SPEZIA - Ha ucciso un amico, fingendo un incidente di caccia, ha cercato di tenere nascoste le proprie responsabilità ma non ce l'ha fatta, e si è tolto la vita. Una doppia tragedia quella che si è consumata tra le province di Massa e di La Spezia nell'ultima settimana. Domenica 18 novembre, nei boschi di Pallerone, in Toscana, era stato trovato il cadavere di Maurizio Cioni, 49enne magazziniere di Follo (La Spezia), ucciso da un colpo di fucile alle spalle. Ieri, il suo amico e compagno di caccia da una vita Giordano Trenti, 45 anni, dipendente dell'Enel, si è tolto la vita: alla famiglia ha lasciato una lettera in cui ha scritto di non essere il responsabile della morte dell'amico, ma forse è stato proprio il rimorso ad essergli fatale. All'origine di tutto vi sarebbero motivi passionali. Arrestata anche la moglie di Cioni, con l'accuso di concorso in omicidio. E' accaduto tutto durante una battuta di caccia al cinghiale. Il corpo di Cioni era stato rinvenuto la domenica mattina, ai margini di una radura, da alcuni passanti che avevano dato l'allarme. Al momento si era pensato a un colpo partito accidentalmente, sparato forse da un bracconiere nel corso di una battuta di caccia al cinghiale che, nel giorno del sabato, è vietata. Ad alimentare la tesi, il fatto che lo sconosciuto autore del gesto si fosse dato alla macchia. Sul caso avevano cominciato a indagare i carabinieri della stazione di Pontremoli (Massa). Ieri, il suicidio di Trenti. Accanto al cadavere, rinvenuto nei boschi di Pallerone (Massa), i militari dell'Arma hanno trovato il fucile da caccia, ma anche due biglietti. Su uno c'era scritto "non c'entro nulla con la morte del mio amico". L'uomo, sostiene l'accusa, non ha retto dopo quel che aveva fatto una settimana prima, e si è sparato con lo stesso fucile con il quale avrebbe freddato il suo amico, sembra per motivi passionali. Un rancore, secondo indiscrezioni, che nutriva da molto tempo nei confronti di Cioni.
I carabinieri hanno arrestato anche la moglie di Cioni, Clara Maneschi, con l'accusa di concorso in omicidio. Da tempo la donna conosceva Trenti e, secondo gli investigatori, con una telefonata lo avrebbe avvertito che quella mattina suo marito sarebbe andato a caccia. Nei giorni scorsi lo stesso Trenti era stato ascoltato a lungo dagli investigatori, insieme agli altri cacciatori aveva anche cercato il cadavere dell'amico e aveva partecipato al funerale. (26 novembre 2007) (da repubblica.it)
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