TRAGEDIA DELLA STRADA A PALERMO
Giovane investe bimbo e crede di averlo ucciso: così si lancia da un ponte e muore
Il 21enne dopo l'incidente era fuggito senza prestare soccorso. Il piccolo, ricoverato, non è in pericolo di vita
PALERMO - «Quella Smart era lì, per strada. Lui camminava nevroticamente a ridosso della ringhiera». Gli automobilisti che ieri sera hanno attraversato viale Regione Siciliana all’altezza del ponte Corleone, raccontano così la scena che hanno visto coi propri occhi, poco prima di lanciare l’allarme alle forze dell’ordine. Un’angoscia evidente, il senso di colpa, il raptus e infine il lancio. Il gesto estremo è di P.G.M, un ragazzo di 21 anni che, dopo avere investito un bambino di 10 anni, A.C, è fuggito, senza soccorrerlo, per poi decidere di gettarsi dal ponte Corleone. Credeva di averlo ucciso, di avere spezzato una giovane vita. E invece il piccolo era soltanto rimasto ferito.
Un incidente stradale sfociato in una vera e propria tragedia quindi, che aumenta la lunga lista nera di suicidi di cui è stato triste teatro uno dei ponti più antichi del capoluogo siciliano: il 21enne l’ha raggiunto dopo qualche minuto dall’impatto col piccolo. L’incidente è infatti avvenuto in via Capitano Emanuele Basile, dalle parti di Mezzomonreale. Lo schianto è stato immediatamente seguito dalla paura, dal panico e dall’istinto dell’automobilista: il giovane non ha prestato soccorso dandosi ad una disperata fuga, fino alla circonvallazione. Ma non per scamparla. Anzi. Titubante, ha camminato per qualche minuto osservando quel burrone, e poi si è inflitto da solo la condanna, la più dura.
Le telefonate ai vigili del fuoco e ai carabinieri sono arrivate a decine: «C’è un uomo che vuole uccidersi, fermatelo». «Ha abbandonato l’auto e sembra volersi lanciare». E così ha fatto. Ai militari dell’Arma, ai pompieri e al medico legale arrivati sul posto, non è così rimasto che accertare quanto successo, visto che il giovane si è lasciato cadere giù ancor prima che qualcuno lo bloccasse. Il bambino, invece, è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Di Cristina, dove è stato ricoverato in prognosi riservata. Non è in pericolo di vita.
Monica Panzica
23 marzo 2011
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mercoledì 23 marzo 2011
martedì 7 luglio 2009
STATISTICA DEI SUICIDI E DEI TENTATIVI DI SUICIDIO
Statistica dei suicidi e dei tentativi di suicidio per l'anno 2008.
http://www.istat.it/dati/dataset/20090703_00/
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lunedì 30 marzo 2009
MORTE IN CELLA
Alle Vallette è morto suicida un boss mafioso condannato all'ergastolo. Fra gli indagati [ma perché mai dovrebbero esserci degli indagati?]ci sono tre psichiatri del carcere che avrebbero diminuito il dosaggio della terapia [per che cosa?].
Leggi qui http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200903articoli/9991girata.asp
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martedì 18 marzo 2008
FALSE PERIZIE E ABORTI
Ci sarebbe una storia di false perizie dietro l'inchiesta sugli aborti a Genova.
http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/False-perizie-dietro-l´inchiesta-sugli-aborti/2005798
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venerdì 11 gennaio 2008
STRAGE IN FAMIGLIA
Pordenone, uccide moglie e figlioPoi si impicca nel bagno
PORDENONE - Un uomo ha ucciso la moglie e il figlio e si è suicidato in una casa di accoglienza a Pordenone. I tre corpi sono stati trovati stamani da un sacerdote che si era recato a far visita alla famiglia. La donna e il figlio erano sul letto con un laccio di stroffa stretto intorno al collo, l'uomo, impiccato, era nel bagno. Secondo le prime informazioni, la famiglia viveva dallo scorso luglio nella casa di accoglienza dopo una grave crisi economica che li aveva ridotta praticamente sul lastrico. Una situazione che aveva gettato l'uomo nella più cupo depressione.(11-01-2008)
(da repubblica.it)
PORDENONE - Un uomo ha ucciso la moglie e il figlio e si è suicidato in una casa di accoglienza a Pordenone. I tre corpi sono stati trovati stamani da un sacerdote che si era recato a far visita alla famiglia. La donna e il figlio erano sul letto con un laccio di stroffa stretto intorno al collo, l'uomo, impiccato, era nel bagno. Secondo le prime informazioni, la famiglia viveva dallo scorso luglio nella casa di accoglienza dopo una grave crisi economica che li aveva ridotta praticamente sul lastrico. Una situazione che aveva gettato l'uomo nella più cupo depressione.(11-01-2008)
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lunedì 26 novembre 2007
MARITO UCCISO (suicidio dell'omicida)
Aveva freddato con una fucilata alle spalle un compagno di caccia di vecchia dataall'origine del gesto ci sarebbero stati motivi passionali: arrestata la moglie della vittima
Finge incidente di caccia e uccide l'amico-dopo una settimana si toglie la vitaLA SPEZIA - Ha ucciso un amico, fingendo un incidente di caccia, ha cercato di tenere nascoste le proprie responsabilità ma non ce l'ha fatta, e si è tolto la vita. Una doppia tragedia quella che si è consumata tra le province di Massa e di La Spezia nell'ultima settimana. Domenica 18 novembre, nei boschi di Pallerone, in Toscana, era stato trovato il cadavere di Maurizio Cioni, 49enne magazziniere di Follo (La Spezia), ucciso da un colpo di fucile alle spalle. Ieri, il suo amico e compagno di caccia da una vita Giordano Trenti, 45 anni, dipendente dell'Enel, si è tolto la vita: alla famiglia ha lasciato una lettera in cui ha scritto di non essere il responsabile della morte dell'amico, ma forse è stato proprio il rimorso ad essergli fatale. All'origine di tutto vi sarebbero motivi passionali. Arrestata anche la moglie di Cioni, con l'accuso di concorso in omicidio. E' accaduto tutto durante una battuta di caccia al cinghiale. Il corpo di Cioni era stato rinvenuto la domenica mattina, ai margini di una radura, da alcuni passanti che avevano dato l'allarme. Al momento si era pensato a un colpo partito accidentalmente, sparato forse da un bracconiere nel corso di una battuta di caccia al cinghiale che, nel giorno del sabato, è vietata. Ad alimentare la tesi, il fatto che lo sconosciuto autore del gesto si fosse dato alla macchia. Sul caso avevano cominciato a indagare i carabinieri della stazione di Pontremoli (Massa). Ieri, il suicidio di Trenti. Accanto al cadavere, rinvenuto nei boschi di Pallerone (Massa), i militari dell'Arma hanno trovato il fucile da caccia, ma anche due biglietti. Su uno c'era scritto "non c'entro nulla con la morte del mio amico". L'uomo, sostiene l'accusa, non ha retto dopo quel che aveva fatto una settimana prima, e si è sparato con lo stesso fucile con il quale avrebbe freddato il suo amico, sembra per motivi passionali. Un rancore, secondo indiscrezioni, che nutriva da molto tempo nei confronti di Cioni.
I carabinieri hanno arrestato anche la moglie di Cioni, Clara Maneschi, con l'accusa di concorso in omicidio. Da tempo la donna conosceva Trenti e, secondo gli investigatori, con una telefonata lo avrebbe avvertito che quella mattina suo marito sarebbe andato a caccia. Nei giorni scorsi lo stesso Trenti era stato ascoltato a lungo dagli investigatori, insieme agli altri cacciatori aveva anche cercato il cadavere dell'amico e aveva partecipato al funerale. (26 novembre 2007) (da repubblica.it)
Finge incidente di caccia e uccide l'amico-dopo una settimana si toglie la vitaLA SPEZIA - Ha ucciso un amico, fingendo un incidente di caccia, ha cercato di tenere nascoste le proprie responsabilità ma non ce l'ha fatta, e si è tolto la vita. Una doppia tragedia quella che si è consumata tra le province di Massa e di La Spezia nell'ultima settimana. Domenica 18 novembre, nei boschi di Pallerone, in Toscana, era stato trovato il cadavere di Maurizio Cioni, 49enne magazziniere di Follo (La Spezia), ucciso da un colpo di fucile alle spalle. Ieri, il suo amico e compagno di caccia da una vita Giordano Trenti, 45 anni, dipendente dell'Enel, si è tolto la vita: alla famiglia ha lasciato una lettera in cui ha scritto di non essere il responsabile della morte dell'amico, ma forse è stato proprio il rimorso ad essergli fatale. All'origine di tutto vi sarebbero motivi passionali. Arrestata anche la moglie di Cioni, con l'accuso di concorso in omicidio. E' accaduto tutto durante una battuta di caccia al cinghiale. Il corpo di Cioni era stato rinvenuto la domenica mattina, ai margini di una radura, da alcuni passanti che avevano dato l'allarme. Al momento si era pensato a un colpo partito accidentalmente, sparato forse da un bracconiere nel corso di una battuta di caccia al cinghiale che, nel giorno del sabato, è vietata. Ad alimentare la tesi, il fatto che lo sconosciuto autore del gesto si fosse dato alla macchia. Sul caso avevano cominciato a indagare i carabinieri della stazione di Pontremoli (Massa). Ieri, il suicidio di Trenti. Accanto al cadavere, rinvenuto nei boschi di Pallerone (Massa), i militari dell'Arma hanno trovato il fucile da caccia, ma anche due biglietti. Su uno c'era scritto "non c'entro nulla con la morte del mio amico". L'uomo, sostiene l'accusa, non ha retto dopo quel che aveva fatto una settimana prima, e si è sparato con lo stesso fucile con il quale avrebbe freddato il suo amico, sembra per motivi passionali. Un rancore, secondo indiscrezioni, che nutriva da molto tempo nei confronti di Cioni.
I carabinieri hanno arrestato anche la moglie di Cioni, Clara Maneschi, con l'accusa di concorso in omicidio. Da tempo la donna conosceva Trenti e, secondo gli investigatori, con una telefonata lo avrebbe avvertito che quella mattina suo marito sarebbe andato a caccia. Nei giorni scorsi lo stesso Trenti era stato ascoltato a lungo dagli investigatori, insieme agli altri cacciatori aveva anche cercato il cadavere dell'amico e aveva partecipato al funerale. (26 novembre 2007) (da repubblica.it)
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sabato 24 novembre 2007
SUICIDIO
Aprilia, Tiziana B., 35 anni, si è lanciata dal terzo piano con il bimbo di 3 annie la figlioletta di 7 che è in condizioni preoccupanti. Era in cura da tempo
Giù dal balcone con i figli in braccioTragedia della depressione a Latina
In casa c'era il marito che non si è accorto di nulla. La donna non ha lasciato alcun bigliettoAPRILIA (LATINA) - Un volo di circa dodici metri, con i figli in braccio. Si è tolta la vita così Tiziana B., 35 anni, mentre i bambini, un maschio di 3 anni e una femmina di 7, saranno trasferiti dall'Ares 118 al Cto di Roma. Le condizioni più preoccupanti sono quelle della piccola. E' accaduto poco dopo le 17,30 in pieno centro ad Aprilia, una popolosa città a nord di Latina. Secondo i primi riscontri dei carabinieri in casa al momento della tragedia c'era il marito della donna che però non si sarebbe accorto di nulla. Si cerca di capire il movente del gesto, la donna non avrebbe lasciato alcun biglietto. Sulla tragedia stanno svolgendo accertamenti i carabinieri. Secondo i primi accertamenti dei carabinieri, la donna soffriva di crisi depressive ed era seguita da tempo dal dipartimento di salute mentale. Nulla, finora, aveva fatto presagire un gesto del genere. Secondo la ricostruzione effettuata dai militari, Tiziana B. ha improvvisamente preso i figli, è uscita e si è lanciata dal terzo piano. (24 novembre 2007) (da repubblica.it)
Sono piuttosto numerosi i casi in cui un adulto si uccide per depressione e tenta di portare con sè altri membri della famiglia. Pare possibile che questi casi siano legati ad insufficiente terapia farmacologica. Di solito, gli psichiatri dicono che la persona non si era più fatta vedere da tempo. E' lecito immaginare che in questi periodi di assenza dal Centro di Igiene Mentale la terapia non sia stata assunta. Cosa volete che vi dica, a me questi fatti ricordano la parabola del Buon Pastore, che va in cerca della pecorella smarrita. Intendo dire, che la terapia psichiatrica non può essere lasciata al desiderio del paziente, di farla oppure no, ma il paziente deve essere controllato, in particolare nei periodi in cui non si fa vivo al CIM. Non ci sono assistenti sociali a dare una mano?
Giù dal balcone con i figli in braccioTragedia della depressione a Latina
In casa c'era il marito che non si è accorto di nulla. La donna non ha lasciato alcun bigliettoAPRILIA (LATINA) - Un volo di circa dodici metri, con i figli in braccio. Si è tolta la vita così Tiziana B., 35 anni, mentre i bambini, un maschio di 3 anni e una femmina di 7, saranno trasferiti dall'Ares 118 al Cto di Roma. Le condizioni più preoccupanti sono quelle della piccola. E' accaduto poco dopo le 17,30 in pieno centro ad Aprilia, una popolosa città a nord di Latina. Secondo i primi riscontri dei carabinieri in casa al momento della tragedia c'era il marito della donna che però non si sarebbe accorto di nulla. Si cerca di capire il movente del gesto, la donna non avrebbe lasciato alcun biglietto. Sulla tragedia stanno svolgendo accertamenti i carabinieri. Secondo i primi accertamenti dei carabinieri, la donna soffriva di crisi depressive ed era seguita da tempo dal dipartimento di salute mentale. Nulla, finora, aveva fatto presagire un gesto del genere. Secondo la ricostruzione effettuata dai militari, Tiziana B. ha improvvisamente preso i figli, è uscita e si è lanciata dal terzo piano. (24 novembre 2007) (da repubblica.it)
Sono piuttosto numerosi i casi in cui un adulto si uccide per depressione e tenta di portare con sè altri membri della famiglia. Pare possibile che questi casi siano legati ad insufficiente terapia farmacologica. Di solito, gli psichiatri dicono che la persona non si era più fatta vedere da tempo. E' lecito immaginare che in questi periodi di assenza dal Centro di Igiene Mentale la terapia non sia stata assunta. Cosa volete che vi dica, a me questi fatti ricordano la parabola del Buon Pastore, che va in cerca della pecorella smarrita. Intendo dire, che la terapia psichiatrica non può essere lasciata al desiderio del paziente, di farla oppure no, ma il paziente deve essere controllato, in particolare nei periodi in cui non si fa vivo al CIM. Non ci sono assistenti sociali a dare una mano?
domenica 22 luglio 2007
ANORESSIA
Non è la prima volta che mi capita di verificare abusi di vario tipo su persone anoressiche. Questa volta, a quanto pare, ci sono anche gli abusi sessuali e l'esercizio abusivo della professione medica.
Come posso farvi capire che l'anoressia è una malattia seria e grave, per la quale si può anche morire. Non fatevi ingannare. Se non sapete dove andare, rivolgetevi all'Ordine dei Medici della vostra città e troverete le giuste indicazioni.
Leggi qui quel che è successo vicino a Como.
http://www.repubblica.it/2007/07/sezioni/cronaca/anoressia/sesso-suicidio/sesso-suicidio.html
Come posso farvi capire che l'anoressia è una malattia seria e grave, per la quale si può anche morire. Non fatevi ingannare. Se non sapete dove andare, rivolgetevi all'Ordine dei Medici della vostra città e troverete le giuste indicazioni.
Leggi qui quel che è successo vicino a Como.
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