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lunedì 27 ottobre 2008

CONCORSO?

Vince il concorso a Medicina
ma è laureata in Lettere

di MARINO BISSO E CARLO PICOZZA


ROMA - Et voilà, dal cilindro di un docente a contratto escono i nomi dei vincitori di due concorsi per tre posti da ricercatore. Accade prima che si svolgano le prove. Teatro: la facoltà di medicina dell'università Cattolica del Sacro Cuore. Così, quei concorsi che appaiono pilotati, finiscono nel mirino delle indagini coordinate da Maria Cordova, procuratore aggiunto di Roma. La previsione centrata e non solo: a incuriosire gli inquirenti, ci sarebbero i titoli dei vincitori. In particolare, il possesso di una laurea in lettere per un concorso in medicina legale vinto dalla figlia di un ordinario della facoltà e componente del consiglio di amministrazione dell'ateneo. 

Gli inquirenti vogliono chiarire se le prove sostenute da diversi aspiranti ricercatori per l'istituto di Medicina legale dell'università Cattolica del Sacro Cuore siano state decise anzitempo. In anticipo, come le previsioni di un candidato escluso. I carabinieri della sezione di palazzo di giustizia hanno concentrato le indagini proprio sul concorso svolto per la nomina di un ricercatore a Medicina legale e vinto da una candidata con una laurea in Lettere. 

Il sostituto procuratore Maria Cristina Palaia ha disposto nei giorni scorsi l'acquisizione della documentazione inerente la selezione. L'inchiesta, al momento contro ignoti, è scattata dopo alcuni esposti. In particolare quelli di uno dei candidati che aveva partecipato alle due selezioni e previsto i risultati delle prove. E per dare maggiore valore probatorio ai suoi pronostici, aveva inviato una lettera al ministro dell'Università e della Ricerca con i nomi dei futuri vincitori, quando ancora non si conoscevano numero e identità dei concorrenti. In effetti, su sei candidati, ha centrato il nome dei due fortunati. 

A tutta risposta, dal ministero è arrivata al docente a contratto la comunicazione che le sue segnalazioni erano state girate alla magistratura. E adesso, con la procura di Roma, a occuparsi del caso sono anche i giudici del Tribunale amministrativo regionale del Lazio. 

Le indagini dei pm tendono a chiarire se il possesso di una laurea in lettere per un concorso in Medicina legale, sia titolo adeguato. Tanto più che le prove vertevano sugli accertamenti dell'autopsia. Certo, nel bando la Cattolica chiede che i candidati sappiano anche di Bioetica clinica. Ma proprio sulle parole sembra consumarsi l'equivoco. E la vittoria del concorso. La candidata scelta, infatti, ha sì un curriculum orientato sulla Bioetica ma non, naturalmente, su quella clinica. I magistrati vogliono far luce sulla regolarità delle prove e sulle procedure. 

E sciogliere ogni dubbio sui possibili vantaggi derivanti dalla parentela stretta della vincitrice con un prof di Medicina che siede anche nel cda dell'università. 
Ora il candidato escluso dopo cinque anni di insegnamento si sfoga: "Non è la prima volta con lo stesso presidente di commissione: anche l'anno scorso fui l'unico escluso in un concorso per dottorato in Scienze medico-forensi pur essendo il solo ad avere in tasca la laurea in Medicina". (da repubblica.it, 27 ottobre 2008) 

venerdì 20 giugno 2008

RICERCOPOLI

RICERCOPOLI. A Perugia sono stati arrestati alcuni ricercatori medici per aver contraffatto i risultati delle loro ricerche. Leggi qui http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=26266&sez=HOME_INITALIA La cosa potrebbe lasciarci indifferenti, dato che notoriamente i medici legali non fanno ricerca, o, se la fanno, i risultati non interessano a nessuno. Ne abbiamo avuto la prova al recentissimo (finito ieri) congresso di Roma. Noi ci limitiamo ad esprimere opinioni, più o meno sensate. Spacciare per "ricerca" queste opinioni è ormai un'abitudine consolidata nel nostro settore. Quel che è peggio, tali "ricerche" sono state, sono, saranno valutate a fini concorsuali. Il messaggio che viene trasmesso è questo: io ho più "lavori" di te, e quindi ho più diritto di te di vincere questo concorso. Ne ho avuto una esperienza recentissima, e certamente ne avrò un'altra nei prossimi mesi. Il risultato finale è la conferma della "legge di Andrea", la quale- per chi non la conoscesse- afferma che circa il 10% dei membri di una microsocietà (parlamento, tribunale, chiesa, facoltà, ecc.) sono mentalmente ipodotati, e che dunque anche i mentalmente ipodotati possono accedere a tali microsocietà fino ai livelli più alti, perchè la selezione si esplica con tecniche diverse. Per favore, ditemi che non è vero, e che faccio male a pensare così. Rispondetemi nel blog di questo sito, o come volete, dato che questo testo lo stampo anche nello zibaldone. Allegria! 20 giugno 2008.

domenica 4 maggio 2008

CONCORSI UNIVERSITARI

Ho conosciuto il prof. Giorgio Chinnici tanti anni fa, e non lo sento da allora. Di lui, ho letto una monografia sulla mafia. Era un ricercatore molto valido, e mi dispiace che la sua carriera sia stata interrotta. Se leggerai queste righe, caro Giorgio, ricordati che i valori dell'intelletto sono superiori ai valori della carriera. Ciao, fatti sentire.

Fece ricorso al Tar, la sentenza arriva 18 anni dopo, quando il professore è già in pensione
PALERMO (4 maggio) - Una sentenza arrivata dopo 18 anni, quando ormai il professore che aveva fatto ricorso è in pensione. Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato da Giorgio Chinnici, contro la nomina di 4 docenti dell'università di Palermo con il quale si contestava la presunta illegittimità della composizione della commissione aggiudicatrice, il Tar ha annullato il concorso bandito nel 90 dal ministero dell'Università per quattro posti di docente di statistica sociale a Palermo. Se la sentenza diventerà definitiva una delle vincitrici diventerebbe una semplice ricercatrice, mentre gli altri ricercatori tornerebbero a fare i docenti associati. «Sono contento - commenta amareggiato il criminologo ed ex presidente del Consiglio comunale di Palermo - ma, come diceva nel Settecento Beccaria, non c'è peggior ingiustizia di una giustizia che arriva in ritardo».