Visualizzazione post con etichetta medicina legale. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta medicina legale. Mostra tutti i post

sabato 12 dicembre 2009

UNA SCUOLA NAZIONALE DI MEDICINA LEGALE

Il 25 febbraio 2009 scrivevo su questo blog di un'idea, un'ipotesi non investigata fino in fondo, una proposta non ancora tale. Accennavo ad una scuola nazionale di medicina legale. Per una serie di ragioni: 1) la preparazione degli specialisti non è omogenea sul territorio; 2) i medici legali, o sedicenti tali, sono in numero eccessivo; 3) può capitare che alcune scuole non diano una preparazione sufficiente, o che alcuni specialisti non siano preparati; 4) il sistema di reclutamento è inadeguato, nella convinzione che il medico legale sia solo un chiacchierone; 5) recentissimi casi giudiziari mostrano che il PM può dire qualunque cosa su dati medico legali, tanto nessuno lo contesterà sul piano tecnico; 6), 7) ecc. Infine: si stanno cercando di accorpare alcune scuole di specializzazione.
Il mio status attuale (sapete tutti che con il 31.12.08 mi sono dimesso dall'università) non mi consente ovviamente di prendere iniziative concrete, ma non mi sono dimesso dal pensiero. Nella assoluta certezza che non avrò alcuna risposta od opinione su questo tema, nondimeno vi prego di farmela avere.

mercoledì 25 febbraio 2009

SCIENZE FORENSI

Vai a www.freewebs.com/gvgiusti e trovi nella home l'indicazione di un sito, evidenziato in giallo, che ti consente la lettura gratuita e integrale di un volume dedicato allo stato delle scienze forensi negli USA. L'Autore, un notissimo scienziato forense, giunge alla conclusione che è necessario migliorare molto la preparazione degli scienziati forensi, per evitare errori, per esempio condannare gli innocenti o lasciar libero un colpevole. Se ciò è vero per gli USA, temo che a maggior ragione sia vero da noi, dove le scienze forensi sono in pratica monopolio di Carabinieri e Polizia.
Nulla dice il libro sulla patologia forense o la medicina legale. Eventi recenti in Gran Bretagna e negli Stati Uniti non consentono valutazioni ottimistiche. Per l'Italia, la diretta esperienza acquisita mostra situazioni abbastanza simili, tali da suggerire la necessità di una migliore preparazione, e un invito alla prof. Rossana Cecchi di proporre più frequenti seminari dei patologi forensi. Il mio personale punto di vista è di abolire le scuole di specializzazione, che tanto servono a ben poco, e di cercare di immaginare una scuola nazionale di medicina legale. Io ci penso. Pensateci anche voi.

lunedì 27 ottobre 2008

CONCORSO?

Vince il concorso a Medicina
ma è laureata in Lettere

di MARINO BISSO E CARLO PICOZZA


ROMA - Et voilà, dal cilindro di un docente a contratto escono i nomi dei vincitori di due concorsi per tre posti da ricercatore. Accade prima che si svolgano le prove. Teatro: la facoltà di medicina dell'università Cattolica del Sacro Cuore. Così, quei concorsi che appaiono pilotati, finiscono nel mirino delle indagini coordinate da Maria Cordova, procuratore aggiunto di Roma. La previsione centrata e non solo: a incuriosire gli inquirenti, ci sarebbero i titoli dei vincitori. In particolare, il possesso di una laurea in lettere per un concorso in medicina legale vinto dalla figlia di un ordinario della facoltà e componente del consiglio di amministrazione dell'ateneo. 

Gli inquirenti vogliono chiarire se le prove sostenute da diversi aspiranti ricercatori per l'istituto di Medicina legale dell'università Cattolica del Sacro Cuore siano state decise anzitempo. In anticipo, come le previsioni di un candidato escluso. I carabinieri della sezione di palazzo di giustizia hanno concentrato le indagini proprio sul concorso svolto per la nomina di un ricercatore a Medicina legale e vinto da una candidata con una laurea in Lettere. 

Il sostituto procuratore Maria Cristina Palaia ha disposto nei giorni scorsi l'acquisizione della documentazione inerente la selezione. L'inchiesta, al momento contro ignoti, è scattata dopo alcuni esposti. In particolare quelli di uno dei candidati che aveva partecipato alle due selezioni e previsto i risultati delle prove. E per dare maggiore valore probatorio ai suoi pronostici, aveva inviato una lettera al ministro dell'Università e della Ricerca con i nomi dei futuri vincitori, quando ancora non si conoscevano numero e identità dei concorrenti. In effetti, su sei candidati, ha centrato il nome dei due fortunati. 

A tutta risposta, dal ministero è arrivata al docente a contratto la comunicazione che le sue segnalazioni erano state girate alla magistratura. E adesso, con la procura di Roma, a occuparsi del caso sono anche i giudici del Tribunale amministrativo regionale del Lazio. 

Le indagini dei pm tendono a chiarire se il possesso di una laurea in lettere per un concorso in Medicina legale, sia titolo adeguato. Tanto più che le prove vertevano sugli accertamenti dell'autopsia. Certo, nel bando la Cattolica chiede che i candidati sappiano anche di Bioetica clinica. Ma proprio sulle parole sembra consumarsi l'equivoco. E la vittoria del concorso. La candidata scelta, infatti, ha sì un curriculum orientato sulla Bioetica ma non, naturalmente, su quella clinica. I magistrati vogliono far luce sulla regolarità delle prove e sulle procedure. 

E sciogliere ogni dubbio sui possibili vantaggi derivanti dalla parentela stretta della vincitrice con un prof di Medicina che siede anche nel cda dell'università. 
Ora il candidato escluso dopo cinque anni di insegnamento si sfoga: "Non è la prima volta con lo stesso presidente di commissione: anche l'anno scorso fui l'unico escluso in un concorso per dottorato in Scienze medico-forensi pur essendo il solo ad avere in tasca la laurea in Medicina". (da repubblica.it, 27 ottobre 2008) 

venerdì 20 giugno 2008

RICERCOPOLI

RICERCOPOLI. A Perugia sono stati arrestati alcuni ricercatori medici per aver contraffatto i risultati delle loro ricerche. Leggi qui http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=26266&sez=HOME_INITALIA La cosa potrebbe lasciarci indifferenti, dato che notoriamente i medici legali non fanno ricerca, o, se la fanno, i risultati non interessano a nessuno. Ne abbiamo avuto la prova al recentissimo (finito ieri) congresso di Roma. Noi ci limitiamo ad esprimere opinioni, più o meno sensate. Spacciare per "ricerca" queste opinioni è ormai un'abitudine consolidata nel nostro settore. Quel che è peggio, tali "ricerche" sono state, sono, saranno valutate a fini concorsuali. Il messaggio che viene trasmesso è questo: io ho più "lavori" di te, e quindi ho più diritto di te di vincere questo concorso. Ne ho avuto una esperienza recentissima, e certamente ne avrò un'altra nei prossimi mesi. Il risultato finale è la conferma della "legge di Andrea", la quale- per chi non la conoscesse- afferma che circa il 10% dei membri di una microsocietà (parlamento, tribunale, chiesa, facoltà, ecc.) sono mentalmente ipodotati, e che dunque anche i mentalmente ipodotati possono accedere a tali microsocietà fino ai livelli più alti, perchè la selezione si esplica con tecniche diverse. Per favore, ditemi che non è vero, e che faccio male a pensare così. Rispondetemi nel blog di questo sito, o come volete, dato che questo testo lo stampo anche nello zibaldone. Allegria! 20 giugno 2008.

venerdì 7 dicembre 2007

malasanita'- solo notizie del 7.12.07

da ilmessaggero.it
Morta per tonsille, gli ispettori: in ospedalepersonale poco organizzato e precario
VIBO VALENTIA (7 dicembre) – Turni troppo lunghi, medici con poca esperienza professionale e personale precario: sono i primi segnali indicativi su quella che era l'organizzazione del reparto di otorinolaringoiatria nell'ospedale calabro dopo i primi controlli effettuati dagli ispettori del ministero della Salute. Nell'ospedale dove è morta una ragazza di sedici anni, Eva, per un ascesso dovuto alle tonsille, dopo la tragedia è il momento dei controlli, delle ispezioni e delle verifiche. E dopo il reparto di otorino toccherà anche delle altre divisioni mediche. Domani sarà effettuata l'autopsia sul corpo di Eva e i medici legali sono tutti di fuori regione. I pm hanno nominato una terna di esperti napoletani mentre la famiglia ha dato l'incarico al professor Mario Privitera di Messina. E anche oggi lungo le strade i compagni di scuola della giovane vittima hanno sfilato per le strade per manifestare il loro affetto per la compagna persa e per protesta verso il sistema sanità della calabria. Commossa la mamma di Eva. « Mia figlia si trovava bene in questa scuola, aveva amore per i compagni. Non ho parole per quello che stanno facendo. Ringrazio tutti di cuore. Ho visto ieri la manifestazione che hanno fatto ed ho visto oggi. Non riesco neanche a parlare. Capisco che mia figlia per loro significava qualcosa».

Dal corriere.it
Una donna di 40 anni in provincia di bari durante la nascita del quarto figlio
Altamura: muore durante parto cesareo
La neonata sta bene. Identificati dieci sanitari: si ipotizza il reato di cooperazione in omicidio colposo
ALTAMURA (Bari) - Caterina Lomurno, 40 anni tra nove giorni, è morta mentre dava alla luce con parto cesareo il suo quarto figlio all'ospedale di Altamura, in provincia di Bari. La neonata sta bene. Secondo la denuncia presentata dal marito, durante l'intervento i medici sono usciti dalla sala operatoria e hanno detto a lui e agli altri familiari in attesa che c'erano complicazioni. Avrebbero quindi precisato che la bambina stava bene ma per la partoriente c'erano complicazioni. Poco più tardi, i sanitari sono usciti nuovamente e hanno riferito che la partoriente era morta.

IDENTIFICATI DIECI SANITARI - Sono una decina tra medici e paramedici dell'ospedale di Altamura le persone identificate dai carabinieri ai quali la procura di Bari potrebbe inviare informazioni di garanzia. Il reato ipotizzato è di cooperazione in omicidio colposo. Le informazioni di garanzia sono un atto dovuto per dare la possibilità agli indagati di nominare un consulente di fiducia che ha la facoltà di assistere all'autopsia che sarà eseguita lunedì prossimo. Il pm inquirente, Ciro Angelillis, ha fatto inoltre acquisire dai carabinieri la cartella clinica della donna - che pare fosse in buono stato di salute - e precedenti esami clinici e diagnostici a cui la partoriente si era sottoposta durante la gravidanza.

da corrieredelmezzogiorno.it

Una 36enne di Pompei
Incinta, gira 4 ospedali: muore in macchina
Era all'ottavo mese: è stata trasportata a Scafati, Ponticelli, Torre del Greco e Pozzuoli prima di morire (con il bimbo) per emorragia
Il «Maresca» di Torre del Greco è stato il terzo ospedale visitato dalla donna
NAPOLI - È all'ottavo mese di gravidanza. Gira quattro ospedali prima di morire a causa di un'emorragia. Ed è nato morto anche il bambino che portava in grembo. Una tragedia incredibile che vede protagonista una donna di 36 anni, di Pompei. La vicenda è riportata dal quotidiano «Metropolis». La donna, Paola Cataldi, incinta, dopo aver avvertito i primi malori è stata portata in quattro nosocomi. Sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta da parte della Procura di Torre Annunziata per accertare come siano andati i fatti.
LA TRAGICA DINAMICA - Tutto è cominciato mercoledì pomeriggio quando la Cataldi, residente col marito Michele Lupara e il loro primo figlio a Pompei, ha avvertito i primi dolori all’addome. Quindi, come riferisce il quotidiano «Metropolis», è stata portata dapprima al vicino ospedale di Scafati, in provincia di Salerno, dove è stata sottoposta ad uno screening ecografico ma non è stata ricoverata. Durante la notte i dolori non sono scomparsi. Così all’alba di giovedì il marito ha accompagnato la moglie nell’ospedale evangelico Villa Betania nel quartiere Ponticelli di Napoli, dove i medici hanno fatto capire che è era necessario un ricovero. La donna però ha firmato le dimissioni. In autostrada, lungo la strada verso casa, all’altezza di Torre del Greco, la situazione è precipitata. Le condizioni della donna sono diventate gravi a causa di un’emorragia. Il marito, allora, si è diretto verso l’ospedale Maresca di Torre del Greco. Qui i medici del reparto di ostetricia e ginecologia hanno tentato di salvare il bimbo ma non c’è stato nulla da fare perchè c’è stato il distacco della placenta. A questo punto i medici hanno deciso di procedere ad un delicato intervento chirurgico ma nonostante l’operazione le sue condizioni sono apparse disperate. L’ospedale »Maresca« di Torre del Greco non dispone di una sala di rianimazione. È stato chiamato il 118 e la donna è stata trasferita verso il primo posto libero: all’ospedale «La Schiana» di Pozzuoli, ma è deceduta poco dopo l’arrivo.
07 dicembre 2007

da repubblica.it
La malasanità riguarda anche la medicina legale
REATO PRESCRITTO PER PERIZIA "LUMACA", MEDICO A GIUDIZIO
Incaricato dalla Procura della Repubblica di effettuare una perizia medico-legale per stabilire le lesioni causate da un dentista ad una paziente, deposita la consulenza con tre anni di ritardo mandando cosi' il reato in prescrizione. Per questo un medico legale genovese, Marco S. (46 anni, originario di Napoli), e' stato rinviato a giudizio con l'accusa di omissione di atti d'ufficio. La sentenza e' stata emessa dal gup di Savona, Donatella Aschero (pm Danilo Ceccarelli). A far finire nei guai il consulente della repubblica una 56enne genovese (rappresentata dai legali Maggiorelli e Tonnarelli di Genova) che aveva querelato il proprio dentista per un intervento risalente al 1997. La procura di Savona in quel caso incarico' il medico legale nell'ottobre del '99 e la consulenza venne depositata tre anni e quattro mesi piu' tardi nonostante il professionista nominato dalla procura della repubblica avesse chiesto solo novanta giorni per la relazione.