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mercoledì 23 marzo 2011

omicidio colposo- suicidio?

TRAGEDIA DELLA STRADA A PALERMO
Giovane investe bimbo e crede di averlo ucciso: così si lancia da un ponte e muore
Il 21enne dopo l'incidente era fuggito senza prestare soccorso. Il piccolo, ricoverato, non è in pericolo di vita


PALERMO - «Quella Smart era lì, per strada. Lui camminava nevroticamente a ridosso della ringhiera». Gli automobilisti che ieri sera hanno attraversato viale Regione Siciliana all’altezza del ponte Corleone, raccontano così la scena che hanno visto coi propri occhi, poco prima di lanciare l’allarme alle forze dell’ordine. Un’angoscia evidente, il senso di colpa, il raptus e infine il lancio. Il gesto estremo è di P.G.M, un ragazzo di 21 anni che, dopo avere investito un bambino di 10 anni, A.C, è fuggito, senza soccorrerlo, per poi decidere di gettarsi dal ponte Corleone. Credeva di averlo ucciso, di avere spezzato una giovane vita. E invece il piccolo era soltanto rimasto ferito.

Un incidente stradale sfociato in una vera e propria tragedia quindi, che aumenta la lunga lista nera di suicidi di cui è stato triste teatro uno dei ponti più antichi del capoluogo siciliano: il 21enne l’ha raggiunto dopo qualche minuto dall’impatto col piccolo. L’incidente è infatti avvenuto in via Capitano Emanuele Basile, dalle parti di Mezzomonreale. Lo schianto è stato immediatamente seguito dalla paura, dal panico e dall’istinto dell’automobilista: il giovane non ha prestato soccorso dandosi ad una disperata fuga, fino alla circonvallazione. Ma non per scamparla. Anzi. Titubante, ha camminato per qualche minuto osservando quel burrone, e poi si è inflitto da solo la condanna, la più dura.

Le telefonate ai vigili del fuoco e ai carabinieri sono arrivate a decine: «C’è un uomo che vuole uccidersi, fermatelo». «Ha abbandonato l’auto e sembra volersi lanciare». E così ha fatto. Ai militari dell’Arma, ai pompieri e al medico legale arrivati sul posto, non è così rimasto che accertare quanto successo, visto che il giovane si è lasciato cadere giù ancor prima che qualcuno lo bloccasse. Il bambino, invece, è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Di Cristina, dove è stato ricoverato in prognosi riservata. Non è in pericolo di vita.

Monica Panzica
23 marzo 2011

domenica 21 novembre 2010

cadavere carbonizzato a Palermo

Cadavere carbonizzato a Palermo
Resti trovati nel parco della Favorita
I carabinieri hanno trovato un cadavere carbonizzato di un uomo in via Regina Elena, nel parco della Favorita di Palermo. I resti sono stati scoperti dai militari dell'Arma e dai Vigili del fuoco durante un servizio di vigilanza organizzato per la maratona cittadina. Sul posto ci sono i carabinieri della sezione investigativa scientifica del comando provinciale. Il cadavere non è stato ancora identificato.


Il corpo, completamente bruciato e privo di documenti, è stato trovato in un anfratto in località Montagnola, ai piedi del Monte Pellegrino, a poca distanza dal campo ippico ad ostacoli e da una colonia comunale.

Il Parco della Favorita, dove è stato trovato il cadavere, è un luogo frequentato da prostitute e transessuali. Sono in corso indagini dei carabinieri per identificare la vittima e risalire al movente dell'omicidio.

giovedì 13 agosto 2009

MORTE NATURALE?

Muore a 10 anni: autopsia, no lesioni
13 Agosto 2009 19:44 CRONACHE

PALERMO - L'autopsia sul corpo di Umberto Amorello, il bambino di 10 anni morto ieri nell'ospedale pediatrico "Di Cristina" di Palermo, non avrebbe individuato lesioni interne compatibili con le percosse subite venerdi' scorso da un ragazzino piu' grande durante una partita di calcio. Non sarebbero stati riscontrati ne' ematomi cerebrali ne' rottura della milza o dei reni. Il bimbo era affetto da asma e da un soffio al cuore. (RCD)

LITE FRA BAMBINI?

Palermo: muore a 10 anni per botte coetaneo
13 Agosto 2009 10:20 CRONACHE

PALERMO - Un bimbo di 10 anni e' morto ieri sera all''Ospedale dei bambini' di Palermo, dov'era giunto martedi in coma, per alcuni traumi agli organi interni provocati dalle botte ricevute, 4 giorni prima, da un compagno di giochi: le percosse avrebbero infatti gravemente lesionato il fegato e i reni del piccolo. La procura del capoluogo siciliano ha aperto un'inchiesta pert far luce sulle cause del decesso. (RCD)

martedì 17 febbraio 2009

INFANTICIDIO

Palermo,neonato morto in cassonetto
Sospettata la madre di sedici anni
Una ragazza di 16 anni è piantonata dalla polizia nell'ospedale Ingrassia a Palermo, accusata di avere ucciso il neonato che aveva appena partorito, nascondendo la gravidanza alla famiglia. Il neonato, secondo una prima ricostruzione, sarebbe stato trovato in un cassonetto dell'immondizia da alcuni passanti che hanno avvertito il 113. Sulla vicenda indaga la Procura dei minorenni che potrebbe accusare la ragazza di infanticidio. (da tgcom.it)

mercoledì 11 giugno 2008

NUOVI SCHIAVI

Vende la figlia minorenne ai pedofili- Madre condannata a 9 anni di carcere
Anche l'uomo dovrà scontare 10 anni. Coinvolte altre persone che avevano già patteggiato la pena
PALERMO - Per anni ha messo in vendita la figlia di 12 anni, costringendola a prostituirsi. Tanto che la ragazzina ebbe rapporti sessuali con alcuni uomini adulti, ovviamente a pagamento. Per questo motivo il Gup di Palermo Sergio Ziino ha condannato a 9 anni di carcere una donna, della quale non sono state rese note le generalità per non rendere individuabile la vittima. Più pesante la condanna inflitta a uno dei clienti, Francesco Muscatello: 10 anni per pedofilia e sfruttamento della prostituzione. DETENUTI - Il giudizio si è svolto col rito abbreviato: senza gli sconti di pena previsti per questo procedimento le condanne sarebbero state attorno ai 15 anni di carcere. Entrambi gli imputati sono detenuti e il Gup, che ha accolto le richieste dei pm Marcello Viola e Alessia Sinatra, ha respinto l'istanza di remissione in libertà. Nella vicenda erano coinvolte anche altre persone, due delle quali hanno pattegiato la pena in una precedente udienza, mentre una terza ha scelto il rito abbreviato e sarà giudicata da un altro magistrato.
11 giugno 2008 (corriere.it)

martedì 13 maggio 2008

OSSIGENO

SE E' VERO, VERGOGNA!

Palermo, bombola senza ossigeno: donna muore in ospedale

PALERMO (13 maggio) - I bocchettoni d'ossigeno erano tutti occupati, l'unica bombola disponibile era «quasi vuota». Caterina Intravaia, sessantenne di Monreale, è morta il 7 maggio scorso all'ospedale Ingrassia di Palermo. Secondo i parenti, la bombola d'ossigeno che doveva aiutarla a respirare «era in riserva, il manometro segnava rosso». Saranno ora gli inquirenti a verificare se l'ossigeno era nella quantità necessaria a fare fronte alla grave insufficienza respiratoria della donna e le eventuali responsabilità dei medici dell'ospedale siciliano. Come racconta l'edizione locale della Repubblica, domenica Caterina Intravaia, già ricoverata per un mese e mezzo alla Pneumatologia dell'Ingrassia, era arrivata in reparto poco dopo le 17.30 per una fibrosi polmonare con gravi complicazioni e i medici ne avevano disposto il ricovero, se pur in soprannumero. «A un certo punto - ha scritto il fratello della donna nell'esposto presentato alla polizia - ho notato che aveva la bocca nera. Ho verificato che il manometro indicava rosso. Ho chiamato subito l'infermiere». La bombola è stata staccata, la paziente inserita nella rete d'ossigeno dell'ospedale. Infermieri e medici hanno tentato di rianimarla ma le condizioni di Caternia Intravaia erano disperate, la donna è morta due ore dopo. Serafino Garda, direttore generale dell'ospedale, difende l'operato dei colleghi: «Per quanto mi è stato riferito da chi ha operato domenica pomeriggio in reparto - ha detto - non intravedo alcuna irregolarità in tutto ciò che è accaduto. Confidiamo nell'operato della magistratura». Gli investigatori hanno sequestrato la cartella clinica della donna, sulla quale verrà effettuato l'esame autoprtico per chiarirne le cause del decesso. (da ilmessaggero.it 13 maggio)

domenica 4 maggio 2008

CONCORSI UNIVERSITARI

Ho conosciuto il prof. Giorgio Chinnici tanti anni fa, e non lo sento da allora. Di lui, ho letto una monografia sulla mafia. Era un ricercatore molto valido, e mi dispiace che la sua carriera sia stata interrotta. Se leggerai queste righe, caro Giorgio, ricordati che i valori dell'intelletto sono superiori ai valori della carriera. Ciao, fatti sentire.

Fece ricorso al Tar, la sentenza arriva 18 anni dopo, quando il professore è già in pensione
PALERMO (4 maggio) - Una sentenza arrivata dopo 18 anni, quando ormai il professore che aveva fatto ricorso è in pensione. Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato da Giorgio Chinnici, contro la nomina di 4 docenti dell'università di Palermo con il quale si contestava la presunta illegittimità della composizione della commissione aggiudicatrice, il Tar ha annullato il concorso bandito nel 90 dal ministero dell'Università per quattro posti di docente di statistica sociale a Palermo. Se la sentenza diventerà definitiva una delle vincitrici diventerebbe una semplice ricercatrice, mentre gli altri ricercatori tornerebbero a fare i docenti associati. «Sono contento - commenta amareggiato il criminologo ed ex presidente del Consiglio comunale di Palermo - ma, come diceva nel Settecento Beccaria, non c'è peggior ingiustizia di una giustizia che arriva in ritardo».

mercoledì 19 marzo 2008

MANO MORTA =VIOLENZA SESSUALE

Fece la "mano morta" sul bus
La Cassazione lo condanna a 15 mesi
Il carcere per Andrea V. un uomo di 56 anni che fingendo di dormire palpeggiò la coscia di una ragazza
ROMA - La "mano morta" può costare cara. Aver palpeggiato la coscia di una ragazza seduta al suo fianco sulla corriera Palermo-Trapani, è costato la condanna a un anno, tre mesi e 15 giorni di reclusione a Andrea V., un uomo di 56 anni che fingeva di dormire mentre compiva le pesanti avances. Lo ha deciso la Cassazione con la sentenza 12157 in tema di violenza sessuale.
LA SUPREMA CORTE DA' RAGIONE ALLA CORTE D'APPELLO - Senza successo il molestatore ha fatto ricorso alla Suprema Corte contestando il verdetto di colpevolezza emesso dalla Corte di Appello di Palermo il 31 ottobre 2006. Ad avviso degli "ermellini" correttamente i giudici di merito «non hanno dato eccessivo rilievo al fatto che la vittima abbia evitato di reagire platealmente, limitandosi a cambiare subito posto e a chiamare in aiuto il fratello col cellulare».

giovedì 13 marzo 2008

COMPATIBILITA' CARCERARIA

(ANSA) - PALERMO, 12 MAR - E' troppo grasso per stare in carcere. Per questo a Salvatore Ferranti, 36 anni, sono stati concessi gli arresti domiciliari. Con i suoi 210 chili - racconta il Giornale di Sicilia -, l'uomo del clan mafioso palermitano dei Lo Piccolo, detenuto per associazione mafiosa, non passa dalla porta del bagno, il letto della cella non lo regge e, addirittura nell'istituto di pena di Pesaro, dove e' stato detenuto per un po', non avevano neppure una bilancia alla sua portata.

mercoledì 20 febbraio 2008

VIOLENZA SU MINORE

PALERMO (20 febbraio) - Per oltre sei mesi una bambina di 12 anni avrebbe subito in silenzio le violenze sessuali del padrino di battesimo: alla fine, però, ha raccontato tutto, facendo scattare l'arresto dell'uomo e dei genitori che avrebbero acconsentito alle violenze sessuali. L'ennesima vicenda di pedofilia è accaduta a Palermo. I carabinieri del Comando provinciale di Palermo hanno arrestato i genitori naturali e il padrino di battesimo della piccola. Le indagini hanno portato alla luce situazioni drammatiche di degrado familiare e ambientali e il timore di eventuali ritorsioni nei confronti della minore. Le violenze accertate dagli investigatori si sono protratte per circa sei mesi fino a quando la bimba, pur tra mille ritrosie, ha raccontato lo schock subìto. (da ilmessaggero.it del 20 febbraio 2008)