lunedì 7 luglio 2008

COMPATIBILITA' CARCERARIA

Fino a 5.000 euro per attestazioni che avvaloravano incompatibilità con la detenzioneTra i fermati un dottore del Policlinico Gemelli. Beneficiari noti esponenti della malavita
Roma, scarcerati con falsi certificatiDodici arresti, 2 medici in manette

La conferenza stampa della squadra mobileROMA - Fino a 5.000 euro per ottenere un falso certificato medico che riapriva le porte del carcere. Arrestate a Roma 12 persone, tra le quali due medici. Avvaloravano tossicodipendenze e alcolismo per consentire ai detenuti di tornare in libertà. Dietro compenso, i medici compiacenti certificavano pure la frequenza ai programmi di riabilitazione. In manette anche Armando Colombo Taranto, medico responsabile dell'ambulatorio psichiatrico per alcolisti e tossicodipendenti del Policlinico Gemelli, e l'assistente sociale Paola Di Nasci, in servizio al day hospital di psichiatria dell'ospedale. Arrestato anche un secondo medico, libero professionista. Per poter ricostruire il giro dei falsi certificati, la polizia ha sequestrato decine di cartelle cliniche custodite negli archivi della struttura sanitaria. "Ma l'ospedale - tengono a precisare i magistrati - non c'entra. Il procedimento penale è indirizzato contro medici del Policlinico, non contro la struttura sanitaria". Dei vantaggi offerti dai medici compiacenti usufruivano noti esponenti della malavita. Anche il cammorista Giorgio Lago, esponente dell'omonimo clan, avrebbe beneficiato dei falsi certificati. Secondo la polizia, si sarebbe costituito a Rebibbia già sicuro di riottenere la libertà con l'attestazione fasulla. I medici avvaloravano depressioni, stati di alcolismo e tossicodipendenza che venivano utilizzati per legittimare l'incompatibilità con il regime carcerario. I reati contestati agli indagati, a seconda delle posizioni, vanno dalla corruzione al falso in atto pubblico, dal falso in atti destinati all'autorità giudiziaria all'abuso d'ufficio. (7 luglio 2008) (da repubblica.it)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Prof

ho imparato da lei nel corso degli anni a rivolgere l'attenzione professionale (ed umana) verso il mondo del carcere e della compatibilità carceraria. Ho scoperto che quella parte di mondo ha bisogno del serio impegno di tutti, anche di noi medici e medici legali per riemergere dal disinteresse e dalla dimenticanza di tanti...
Se si rivelassero veri i comportamenti di questi colleghi sarebbe triste, perchè avrebbero dato un contributo affinchè rischiamo di perdere, come categoria, quella credibilità che può essere la grande occasione di dimostrare all'opinione pubblica che oltre che di certezza della pena vi è bisogno anche di un serio impegno per risolvere il problema delle pene e della detenzione nel nostro Paese. Noi comunque continuiamo onestamente ad impegnarci.

Giusto Giusti ha detto...

Caro Stefano, non conosco i colleghi arrestati, ma conosco il PM (dott.ssa De Martino)che si occupa del caso, e so che è persona seria e competente. Quanto alla nostra credibilità, si tratta dell'impegno di tutta una vita. Ciao.