venerdì 8 ottobre 2010

setticemia

Setticemia scambiata per influenza
Muore in Puglia una ragazza di 22 anni
Indaga la magistratura. Se ne è andata dopo un calvario
durante il quale le sono state amputate gambe e dita delle mani





BARI (5 ottobre) - È morta a 22 anni per setticemia a distanza di tre mesi da un banale intervento per l'asportazione di una cisti all'altezza del coccige, eseguito nell'ospedale di Putignano. La studentessa universitaria di farmacia, di Noci, è morta nel marzo scorso nell'ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti dopo che avevano tentato di salvarle la vita amputandole le gambe e tutte le dita delle mani, eccetto i pollici. La storia di Antonella Mansueto è oggetto di un fascicolo aperto dal sostituto procuratore del Tribunale di Bari, Angela Morea, dopo la denuncia presentata dai genitori.

La mamma di Antonella racconta sui giornali il calvario e la sofferenza della figlia. «Anche quando non respirava quasi più e il battito si sentiva appena - dice - I medici continuavano a dire che era solo un virus influenzale».

La ragazza era stata operata il 4 dicembre 2009: tutto era andato come previsto, poi qualche piccolo dolore e le medicazioni, per un certo periodo tutti i giorni e poi tre volte la settimana, come le era stato prescritto. Però Antonella e la sua famiglia si accorgono che qualcosa non va: la ferita non si rimargina ed emana un cattivo odore. Antonella si sente malissimo e le sue condizioni precipitano nei giorni successivi sino a quando, a marzo decidono di amputarle le gambe e le dita delle mani nell'estremo tentativo di salvarle la vita. L'operazione viene eseguita il 22 marzo da una équipe di medici di Bologna. Un tentativo risultato inutile perché la ragazza muore il 26 marzo.

Le indagini. Il pm della Procura di Bari, Angela Morea, ha convocato come persona informata dei fatti uno dei sanitari che ha conosciuto la ragazza dopo l'intervento chirurgico. Antonella venne ricoverata per l'asportazione di una cisti il 4 dicembre 2009 nell'ospedale di Putignano e venne operata dal chirurgo Aldo Calò. Il pm Morea ha disposto l'acquisizione delle cartelle cliniche e dei referti medici di tutte le strutture dove la ragazza, nei tre mesi di sofferenza, dall'operazione alla morte, è stata curata e visitata: l'ospedale di Putignano, il Miulli di Acquaviva e la Guardia Medica di Noci, dove addirittura le era stata diagnosticata un'influenza e le fu prescritta tachipirina per abbassare la febbre arrivata a 42. La Procura sta inoltre procedendo all'identificazione dei medici che hanno avuto in cura la 22enne, per individuare responsabilità personali e procedere ad eventuali iscrizioni nel registro degli indagati.

«Per capire cosa sia successo a Bari, abbiamo già inviato i carabinieri appartenenti al nucleo Nas della Commissione d'inchiesta» dice Ignazio Marino, presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio sanitario nazionale. I risultati, ha detto Marino, saranno valutati «durante il prossimo Ufficio di presidenza».

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