Nasce la banca dati del dna
ROMA (22 ottobre) - Arriva la banca dati del Dna. Uno dei quattro disegni di legge in materia di sicurezza che approderà martedì al Consiglio dei ministri prevede la creazione al dipartimento della Pubblica sicurezza di un archivio in cui confluiranno i profili del Dna, che saranno conservati «per quaranta anni dall'ultima circostanza che ne ha determinato l'inserimento».
Al Dap sarà invece istituito il laboratorio centrale per la banca dati, cui spetterà la «tipizzazione del profilo del Dna e la conservazione dei campioni biologici dal quale vengono estratti i profili». Campioni che saranno conservati per 20 anni. Il controllo della banca dati è affidato al garante per la protezione dei dati personali.
Ma a chi potrà essere effettuato il prelievo del Dna? Nel ddl si legge che saranno sottoposti al test «i soggetti al quale sia applicata la misura della custodia cautelare in carcere o quella degli arresti domiciliari; i soggetti arrestati in flagranza di reato o sottoposti a fermo di indiziato di delitto; i soggetti detenuti o internati a seguito di sentenza irrevocabile, per un delitto non colposo; i soggetti nei confronti dei quali sia applicata una misura alternativa alla detenzione a seguito di sentenza irrevocabile, per un delitto non colposo; i soggetti ai quali sia applicata, in via provvisoria o definitiva, una misura di sicurezza detentiva».
Il testo, messo a punto dai tecnici del ministero dell'Interno, prevede inoltre che i profili del dna non contengono informazioni che possano consentire l'identificazione diretta del soggetto cui sono riferiti e che l'accesso alla banca dati «deve essere effettuato con modalità tali da assicurare l'identificazione dell'operatore e la registrazione di ogni attività». Quanto al pubblico ufficiale che fa un uso distorto dei dati, la pena prevista nel ddl va da uno a tre anni di reclusione (sei mesi se il fatto è commesso per colpa).
Per la realizzazione della banca è previsto uno stanziamento di oltre 4 milioni di euro per il 2007, di 7,6 per il 2008 e di 6 a decorrere dal 2009.
(dal messaggero.it)
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lunedì 22 ottobre 2007
venerdì 21 settembre 2007
BANCA DATI DNA E PRIVACY
Privacy nella Banca dati del Dna
Il garante detta le regole
ROMA - Il Garante per la privacy ha inviato una segnalazione al parlamento e al governo in relazione alla creazione di una banca dati del Dna a fini di sicurezza e giustizia, sottolineando l'opportunità di un rapido intervento legislativo ma chiedendo di adottare rigorose misure di sicurezza e di evitare raccolte generalizzate.
Il documento spiega che è urgente disciplinare la materia e potenziare le tecniche di indagine, ma insieme rileva gli effetti sui diritti e le libertà fondamentali delle persone che vanno tutelati. Su queste basi, ad avviso del Garante, una normativa adeguata sull'uso e la gestione dei dati Dna per finalità di accertamento e repressione dei reati dovrebbe prendere in esame alcuni profili fondamentali.
Finalità. La banca dati dovrebbe avere esclusive finalità specifiche di identificazione delle persone, e questo anche in armonia con quanto previsto dal Trattato di Prum di cooperazione giudiziaria e dalla normativa europea. I profili Dna non devono essere duplicati in altre banche dati di singole forze di polizia.
Modalità di conservazione. Considerata la particolare delicatezza e natura dei dati genetici, che riguardano peraltro non soltanto l'individuo, ma il suo intero gruppo biologico, nella banca dati non devono essere conservati campioni biologici (es. capelli, saliva, liquidi), ma profili (sequenze alfanumeriche). Devono essere applicati sistemi di analisi che non consentano di individuare patologie di cui sia eventualmente affetto l'interessato.
Accesso ai dati. Gli operatori che possono accedere ai dati devono essere individuati con modalità selettive e solo in rapporto ad attività investigative previste o disposte per legge.
Misure di sicurezza a protezione dei dati. Sempre per la particolare delicatezza di queste informazioni, occorre assicurare un elevato livello di sicurezza e qualità dei dati tale da consentire il tracciamento di ogni accesso e lo svolgimento periodico di adeguate procedure di controllo.
Diritti degli interessati. Occorrono specifiche indicazioni circa le modalità con le quali le persone i cui dati sono conservati possano esercitare i diritti loro riconosciuti dal Codice privacy: accesso, aggiornamento, eventuale cancellazione dei dati.
Proporzionalità della raccolta. L'Autorità raccomanda infine di prestare la massima attenzione rispetto all'ambito della raccolta dei dati e ai motivi che la giustificano. L'istituzione di una banca dati a livello nazionale non impone necessariamente l'introduzione di un prelievo obbligatorio del Dna poiché un tale archivio può utilmente essere composto da dati raccolti nell'ambito di procedimenti penali, già molto numerosi. Tuttavia, nel caso in cui il parlamento ritenesse di dover prevedere un prelievo obbligatorio per alcune categorie di soggetti (fermati, arrestati, indagati, imputati o condannati) occorre individuare in maniera proporzionata i soggetti interessati e i relativi reati, i quali non potrebbero che essere definiti sulla base della loro gravità.
Compiti di vigilanza dell'Autorità. L'Autorità concorda sull'utilità di specifiche previsioni che confermino i compiti di vigilanza e controllo dell'Autorità anche con riferimento a un eventuale rapporto periodico al parlamento.
(21 settembre 2007) (da www.repubblica.it)
Il garante detta le regole
ROMA - Il Garante per la privacy ha inviato una segnalazione al parlamento e al governo in relazione alla creazione di una banca dati del Dna a fini di sicurezza e giustizia, sottolineando l'opportunità di un rapido intervento legislativo ma chiedendo di adottare rigorose misure di sicurezza e di evitare raccolte generalizzate.
Il documento spiega che è urgente disciplinare la materia e potenziare le tecniche di indagine, ma insieme rileva gli effetti sui diritti e le libertà fondamentali delle persone che vanno tutelati. Su queste basi, ad avviso del Garante, una normativa adeguata sull'uso e la gestione dei dati Dna per finalità di accertamento e repressione dei reati dovrebbe prendere in esame alcuni profili fondamentali.
Finalità. La banca dati dovrebbe avere esclusive finalità specifiche di identificazione delle persone, e questo anche in armonia con quanto previsto dal Trattato di Prum di cooperazione giudiziaria e dalla normativa europea. I profili Dna non devono essere duplicati in altre banche dati di singole forze di polizia.
Modalità di conservazione. Considerata la particolare delicatezza e natura dei dati genetici, che riguardano peraltro non soltanto l'individuo, ma il suo intero gruppo biologico, nella banca dati non devono essere conservati campioni biologici (es. capelli, saliva, liquidi), ma profili (sequenze alfanumeriche). Devono essere applicati sistemi di analisi che non consentano di individuare patologie di cui sia eventualmente affetto l'interessato.
Accesso ai dati. Gli operatori che possono accedere ai dati devono essere individuati con modalità selettive e solo in rapporto ad attività investigative previste o disposte per legge.
Misure di sicurezza a protezione dei dati. Sempre per la particolare delicatezza di queste informazioni, occorre assicurare un elevato livello di sicurezza e qualità dei dati tale da consentire il tracciamento di ogni accesso e lo svolgimento periodico di adeguate procedure di controllo.
Diritti degli interessati. Occorrono specifiche indicazioni circa le modalità con le quali le persone i cui dati sono conservati possano esercitare i diritti loro riconosciuti dal Codice privacy: accesso, aggiornamento, eventuale cancellazione dei dati.
Proporzionalità della raccolta. L'Autorità raccomanda infine di prestare la massima attenzione rispetto all'ambito della raccolta dei dati e ai motivi che la giustificano. L'istituzione di una banca dati a livello nazionale non impone necessariamente l'introduzione di un prelievo obbligatorio del Dna poiché un tale archivio può utilmente essere composto da dati raccolti nell'ambito di procedimenti penali, già molto numerosi. Tuttavia, nel caso in cui il parlamento ritenesse di dover prevedere un prelievo obbligatorio per alcune categorie di soggetti (fermati, arrestati, indagati, imputati o condannati) occorre individuare in maniera proporzionata i soggetti interessati e i relativi reati, i quali non potrebbero che essere definiti sulla base della loro gravità.
Compiti di vigilanza dell'Autorità. L'Autorità concorda sull'utilità di specifiche previsioni che confermino i compiti di vigilanza e controllo dell'Autorità anche con riferimento a un eventuale rapporto periodico al parlamento.
(21 settembre 2007) (da www.repubblica.it)
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sabato 15 settembre 2007
BANCA DATI DNA
UN ANNUNCIO DELL'ON. RUTELLI
«Tuteleremo la riservatezza delle persone» Rutelli: «Molti delitti risolti con banca Dna» «Per sconfiggere il crimine bisogna puntare sulle nuove tecniche che stanno dando grandi risultati in altre parti del mondo»
SANT'ARCANGELO DI ROMAGNA (RIMINI) - «Per sconfiggere il crimine bisogna puntare sulle nuove tecniche che stanno dando grandi risultati in altre parti del mondo: tuteleremo la riservatezza delle persone, ma con la banca del Dna molti delitti non rimarranno irrisolti». Così si è espresso il vicepremier Francesco Rutelli entrando all'iniziativa della Margherita in corso a Sant'Arcangelo di Romagna è tornato nuovamente a parlare della banca dati del dna dopo che la riunione dei capi di gabinetto dei diversi dicasteri avrebbe raggiunto un accordo per le risorse da stanziare su questa iniziativa.
15 settembre 2007
Non è chiaro chi sarà sottoposto al prelievo di materiale biologico, chi farà il prelievo, in quali strutture queste indagini si faranno. Io credo assolutamente probabile che la banca dati del DNA sarà molto utile per risolvere delitti e per scagionare innocenti, ma dovrà essere considerata la sua utilità anche nel prevenire delitti.
«Tuteleremo la riservatezza delle persone» Rutelli: «Molti delitti risolti con banca Dna» «Per sconfiggere il crimine bisogna puntare sulle nuove tecniche che stanno dando grandi risultati in altre parti del mondo»
SANT'ARCANGELO DI ROMAGNA (RIMINI) - «Per sconfiggere il crimine bisogna puntare sulle nuove tecniche che stanno dando grandi risultati in altre parti del mondo: tuteleremo la riservatezza delle persone, ma con la banca del Dna molti delitti non rimarranno irrisolti». Così si è espresso il vicepremier Francesco Rutelli entrando all'iniziativa della Margherita in corso a Sant'Arcangelo di Romagna è tornato nuovamente a parlare della banca dati del dna dopo che la riunione dei capi di gabinetto dei diversi dicasteri avrebbe raggiunto un accordo per le risorse da stanziare su questa iniziativa.
15 settembre 2007
Non è chiaro chi sarà sottoposto al prelievo di materiale biologico, chi farà il prelievo, in quali strutture queste indagini si faranno. Io credo assolutamente probabile che la banca dati del DNA sarà molto utile per risolvere delitti e per scagionare innocenti, ma dovrà essere considerata la sua utilità anche nel prevenire delitti.
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