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giovedì 31 marzo 2011

delitto dell'Olgiata

LA SVOLTA
Delitto Olgiata: il pm chiede convalida arresto Reves per omicidio volontario
Nuove conferme dell'esame Dna che accusa il filippino dell'assassinio della contessa Filo Alberico Della TorreNOTIZIE CORRELATE
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Delitto Olgiata: il pm chiede convalida arresto Reves per omicidio volontario

Nuove conferme dell'esame Dna che accusa il filippino dell'assassinio della contessa Filo Alberico Della Torre

ROMA - Il pm Francesca Loy ha inviato al gip la richiesta di convalida del fermo di Winston Manuel Reves, 40 anni, fermato dai carabinieri del provinciale di Roma per l'omicidio della contessa Alberica Filo Della Torre, uccisa il 10 luglio del 1991 nella camera da letto della propria abitazione, all'Olgiata, a Roma. L'accusa è omicidio volontario. L'interrogatorio di garanzia si terrà con ogni probabilità domani o dopodomani L'ulteriore conferma che il dna sul lenzuolo che ha incastrato l'uomo era proprio suo, è arrivata anche da una comparazione svolta la notte scorsa. Dopo essere stato portato nel carcere di Regina Coeli sulla base del decreto di fermo, a Reves è stato prelevato un campione intorno alle due di notte, che è poi stato confrontato con quello in possesso dagli inquirenti che lo acquisirono nel 2007 con un tampone salivare. Da qui la conferma della coincidenza al 100% del dna dell'indagato con la traccia ematica individuata sul lenzuolo usato per strangolare la nobildonna.


Reves all'epoca del delitto (Proto)
ULTERIORI CONTROLLI - Per fugare però qualsiasi dubbio, anche sulla conservazione del campione, è stato deciso di svolgere un’ulteriore comparazione, dopo gli esami svolti dal Ris di Roma e che hanno portato all’arresto. In precedenza, nel 2007, lo stesso sangue era risultato compatibile in undici punti. La differenza rispetto agli esami odierna è dovuta all’uso di tecniche d’avanguardia. Un esame lungo che ancora deve concludersi quello sui reperti che gli inquirenti hanno dovuto recuperare nei diversi laboratori dove erano stati portati per svolgere esami. Tra questi i laboratori del Ris di Parma e di esperti della struttura di medicina legale dell’università La Sapienza. Il lenzuolo è stato completamente esaminato: delle 51 tracce ematiche, 50 di un colore più vivido sono della contessa, una quella riconducibile a Winston di un colore più chiaro, sangue misto a siero determinato dall’abrasione al gomito sinistro riscontrata sul filippino all’indomani del delitto.


Alberica Filo Della Torre (Ansa)
I POSSIBILI MOVENTI - Sono due le ipotesi che gli investigatori tengono presenti per stabilire quale fu il movente del delitto della contessa. Una prima ipotesi riguarda i contrasti che Manuel Winston Reves, l'ex domestico filippino della contessa, avrebbe avuto con la Filo della Torre a proposito di un prestito di un milione e mezzo di lire che non sarebbe stato restituito. Quanto alla seconda ipotesi, basata sulla ricostruzione della vicenda fin dall'origine, secondo gli investigatori il filippino potrebbe essere entrato nella villa Mattei per rubare dei gioielli, che sapeva dove erano conservati. In effetti, l'ex domestico conosceva la combinazione della serratura che consentiva di passare dal garage alla casa. Tra l'altro il fatto che i due cani presenti nella villa, un mastino e uno yorkshire, non abbiano abbaiato fa pensare che l'assassino fosse conosciuto dagli animali. Secondo la ricostruzione dei fatti, l'assassino, sorpreso dalla contessa, avrebbe lottato con lei che poi morì dopo essere stata colpita con uno zoccolo e strangolata anche con il lenzuolo.

VERSO ARCHIVIAZIONE PER IACONO - E' destinata a finire in archivio la posizione di Roberto Iacono, altro storico indagato per l’uccisione della contessa Alberica Filo Della Torre. Iacono, figlio della maestra che nel pomeriggio si recava a casa Mattei per curare gli studi della figlia della coppia, finì nel mirino degli investigatori fin all’indomani del delitto. Il ragazzo, che aveva problemi di salute, frequentava abitualmente la villa per i rapporti che la madre aveva con la contessa. Alla luce degli esami del dna e del lavoro della squadra "Cold Case" dei carabinieri della I sezione del nucleo investigativo di via In Selci, che incastrano Winston Manuel Reves, la procura è intenzionata a chiedere al gip di archiviare la posizione di Iacono. Un’istanza questa, che sarà formulata non appena saranno terminati gli esami sui reperti.



«SONO INNOCENTE» - «Sono innocente». Due parole per allontanare un'accusa infamante e un passato che ritorna. Manuel Winston Reves, fermato per l'omicidio della contessa Alberica Filo della Torre, le ha ripetute oggi ai suoi avvocati. E sono anni che le dice alla moglie Rowena. E ai suoi datori di lavoro. Ma da oggi quei sospetti nei suoi confronti sono riaffiorati tra l'incredulità e lo sgomento delle famiglie che finora lo avevano accolto. È un «domestico modello», spiega chi lo conosce. Lui e sua moglie Rowena, una connazionale con la quale è sposato da 14 anni e dalla quale ha avuto tre figli, hanno lavorato presso famiglie facoltose di Roma. Una coppia di domestici molto richiesta nella Capitale e che vantava referenze di tutto rispetto per i suoi modi gentili, tanto che per diversi anni era stata assunta anche dalla famiglia dell'ex-presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo. «È un uomo buono, ci ha aiutati durante alcuni momenti di difficoltà. Gli abbiamo affidato i nostri due figli. Uno di loro oggi ha chiesto di lui, lo accompagnava sempre a scuola. Era 'l'idolò delle mamme della scuola», spiegano gli attuali datori di lavoro, una facoltosa coppia di ex-imprenditori nel campo dell'editoria.

LA FAMIGLIA - Da tre anni Winston vive con loro in quella casa romana lussuosa di due piani in zona Aurelia assieme a sua moglie Rowena. Entrambi aspettano che i loro tre figli di 15, 14 e 11 anni finiscano le scuole nelle Filippine e poter venire a Roma. E una di loro sembra marchiata inevitabilmente da un passato che il domestico non voleva comunque dimenticare del tutto. Winston ha chiamato la sua prima figlia Alberica, proprio come la contessa che secondo i pm ha assassinato venti anni fa e per la quale aveva lavorato solo due mesi. Ma il domestico aveva tentato di superare quella vicenda scomoda, ricordandola ai suoi datori di lavoro ogni volta che veniva assunto presso una nuova famiglia. E poi lavorava sodo. Da umile factotum: giardiniere, autista, domestico. Gli unici spazi liberi che si concedeva erano dedicati alla sua spiritualità. Assieme alla moglie frequentava le associazioni cattoliche, andava a messa e ogni tanto si isolava nelle sue lunghe passeggiate. Quando ricordava voleva restare solo. «Lui è innocente e spero che Dio non dorma in questa storia. Conosciamo tante persone qui in Italia. Mio marito è una persona semplice e molto affettuosa, mi ha sempre detto che non c'entra nulla con le accuse che gli sono state rivolte», dice sua moglie in lacrime. Ieri sera, durante le ore dell'arresto, lei non lo vedeva tornare e ha appreso la notizia dai datori di lavoro, che hanno visto scioccati le immagini del domestico in tv.

red. on.
30 marzo 2011(ultima modifica: 31 marzo 2011)

mercoledì 19 agosto 2009

DNA FALSIFICATO

WASHINGTON
Prove del Dna, è facile falsificarle



Articolo

WASHINGTON - Duro colpo per le prove del Dna, fino ad ora ritenute capaci di 'inchiodare' i colpevoli alla scena del delitto. Il Dna può essere falsificato e, a quanto pare, non si tratta nemmeno di un'operazione poi tanto difficile.

La scoperta, ripresa dal New York Times, è arrivata da Israele, dove un gruppo di scienziati è riuscito a fabbricare dei campioni falsi di Dna. Il dottor Dan Frumkin e colleghi hanno dimostrato che il Dna può essere falsificato addirittura in due modi diversi: combinando i campioni di due persone, ma anche creando frammenti ex-novo, a partire da un database di mappatura genomica. "Ciò vuol dire - ha commentato Frumkin - che è possibile inventare di sana pianta una scena del crimine: qualsiasi studente di biologia sarebbe in grado di farlo".
Lo studio, pubblicato sulla rivista internazionale di medicina legale 'Forensic Science International: Genetics', è stato accolto negli Usa con preoccupazione. "Il Dna sembra essere molto più facile da collocare sul luogo del delitto rispetto alle impronte digitali", ha commentato Tania Simoncelli, consulente scientifico dell'American Civil Liberties Union. Eppure, ha aggiunto, "stiamo creando un sistema giudiziario che fa sempre più affidamento su questo metodo".

I timori riguardano anche la tutela della privacy: con la stessa tecnica, malintenzionati potrebbero frugare nel codice genetico di chiunque, a partire da un bicchiere o un mozzicone di sigaretta. Si potrebbe così accedere a dati sensibili come informazioni sui propri antenati o la possibilità di sviluppare una certa malattia. (da ticinonline 19 agosto 2009)

lunedì 22 dicembre 2008

ZANZARE E DNA

Finlandia: sospetto ladro d'auto
incastrato da una zanzara
Dal Dna del sangue nell'insetto, trovato sui sedili, la polizia è risalita al presunto autore del furto


La polizia scientifica finlandese è riuscita a risalire al presunto colpevole di un furto d'auto attraverso l'analisi del Dna condotto sul sangue di una zanzara trovata sui sedili delle vettura rubata (Ansa)HELSINKI - Il Dna del sangue succhiato da una zanzara ritrovata in un'automobile rubata ha permesso alla polizia finlandese di arrestare un sospetto. «Una pattuglia della polizia ha proceduto all'ispezione dell'auto e ha notato una zanzara che aveva succhiato del sangue. - ha raccontato lunedì l'ispettore Sakari Palomaki - Dopo averla inviata in laboratorio è stato verificato che il sangue apparteneva ad un uomo già presente negli schedari della polizia».

RICERCHE METICOLOSE - «Non è proprio una cosa abituale utilizzare zanzare in una indagine» ha detto l'ispettore, aggiungendo che l'episodio mostra quanto sono diventate meticolose le ricerche della polizia. L'auto era stata rubata a giugno a Lapua, 380 chilometri a nord di Helsinki, e ritrovata vicino ad una stazione ferroviaria a Seinajoki, una ventina di chilometri più lontano. Un procuratore dovrà ora decidere se la prova è sufficiente per incolpare il sospetto, che nega di aver rubato l'auto, affermando di aver solo fatto autostop.

mercoledì 30 aprile 2008

DNA E CARCERE

Di oggi è la notizia che l’esame del Dna ha scagionato un uomo, in carcere in Texas da ventisette anni per violenza carnale e omicidio della sua fidanzata. Come hanno commentato i media locali, James Woodward, un afroamericano di 55 anni, è il detenuto americano che ha trascorso più tempo in carcere nonostante la sua innocenza; il diciottesimo, in quello Stato, a essere assolto grazie all’esame del Dna. "In Texas abbiamo raggiunto un picco delle condanne sbagliate. Nessuno può dubitare che esista un problema", ha detto il senatore Rodney Ellis, il quale ha annunciato per l’8 maggio un incontro ad Austin per approfondire le cause di queste condanne sbagliate e individuare i modi per prevenirle. (da ilgiornale.it 30 aprile))

venerdì 28 marzo 2008

DNA

Già condannato per abusi su due sorelline,violenta bimba di 4 anni: inchiodato dal dna
AGRIGENTO (26 marzo) - È dell'indagato, un pizzaiolo di 42 anni, il liquido seminale trovato sugli abiti della bambina di 4 anni di Agrigento che ha raccontato di essere stata da lui violentata. Lo ha stabilito il test del Dna, mentre ieri, in un incidente probatorio, la bimba ha confermato le accuse. Nel 2006 l'uomo era stato condannato a 6 anni e 6 mesi per violenza sessuale su due sorelline di Canicattì, ma era stato poi scarcerato per scadenza dei termini di custodia cautelare. (da ilmessaggero.it 28 marzo)

lunedì 22 ottobre 2007

BANCA DATI DNA

Nasce la banca dati del dna


ROMA (22 ottobre) - Arriva la banca dati del Dna. Uno dei quattro disegni di legge in materia di sicurezza che approderà martedì al Consiglio dei ministri prevede la creazione al dipartimento della Pubblica sicurezza di un archivio in cui confluiranno i profili del Dna, che saranno conservati «per quaranta anni dall'ultima circostanza che ne ha determinato l'inserimento».

Al Dap sarà invece istituito il laboratorio centrale per la banca dati, cui spetterà la «tipizzazione del profilo del Dna e la conservazione dei campioni biologici dal quale vengono estratti i profili». Campioni che saranno conservati per 20 anni. Il controllo della banca dati è affidato al garante per la protezione dei dati personali.

Ma a chi potrà essere effettuato il prelievo del Dna? Nel ddl si legge che saranno sottoposti al test «i soggetti al quale sia applicata la misura della custodia cautelare in carcere o quella degli arresti domiciliari; i soggetti arrestati in flagranza di reato o sottoposti a fermo di indiziato di delitto; i soggetti detenuti o internati a seguito di sentenza irrevocabile, per un delitto non colposo; i soggetti nei confronti dei quali sia applicata una misura alternativa alla detenzione a seguito di sentenza irrevocabile, per un delitto non colposo; i soggetti ai quali sia applicata, in via provvisoria o definitiva, una misura di sicurezza detentiva».

Il testo, messo a punto dai tecnici del ministero dell'Interno, prevede inoltre che i profili del dna non contengono informazioni che possano consentire l'identificazione diretta del soggetto cui sono riferiti e che l'accesso alla banca dati «deve essere effettuato con modalità tali da assicurare l'identificazione dell'operatore e la registrazione di ogni attività». Quanto al pubblico ufficiale che fa un uso distorto dei dati, la pena prevista nel ddl va da uno a tre anni di reclusione (sei mesi se il fatto è commesso per colpa).

Per la realizzazione della banca è previsto uno stanziamento di oltre 4 milioni di euro per il 2007, di 7,6 per il 2008 e di 6 a decorrere dal 2009.

(dal messaggero.it)

lunedì 24 settembre 2007

GENETICA FORENSE

GENETICA FORENSE
Un invito ai genetisti forensi. Imitate i Colleghi americani, i quali hanno messo in rete un libretto destinato a Giudici e Avvocati, per far capire loro il significato degli accertamenti compiuti con le tecniche del DNA. Leggi http://www.dna.gov/training/prosecutors-notebook/

venerdì 21 settembre 2007

BANCA DATI DNA E PRIVACY

Privacy nella Banca dati del Dna
Il garante detta le regole

ROMA - Il Garante per la privacy ha inviato una segnalazione al parlamento e al governo in relazione alla creazione di una banca dati del Dna a fini di sicurezza e giustizia, sottolineando l'opportunità di un rapido intervento legislativo ma chiedendo di adottare rigorose misure di sicurezza e di evitare raccolte generalizzate.

Il documento spiega che è urgente disciplinare la materia e potenziare le tecniche di indagine, ma insieme rileva gli effetti sui diritti e le libertà fondamentali delle persone che vanno tutelati. Su queste basi, ad avviso del Garante, una normativa adeguata sull'uso e la gestione dei dati Dna per finalità di accertamento e repressione dei reati dovrebbe prendere in esame alcuni profili fondamentali.

Finalità. La banca dati dovrebbe avere esclusive finalità specifiche di identificazione delle persone, e questo anche in armonia con quanto previsto dal Trattato di Prum di cooperazione giudiziaria e dalla normativa europea. I profili Dna non devono essere duplicati in altre banche dati di singole forze di polizia.

Modalità di conservazione. Considerata la particolare delicatezza e natura dei dati genetici, che riguardano peraltro non soltanto l'individuo, ma il suo intero gruppo biologico, nella banca dati non devono essere conservati campioni biologici (es. capelli, saliva, liquidi), ma profili (sequenze alfanumeriche). Devono essere applicati sistemi di analisi che non consentano di individuare patologie di cui sia eventualmente affetto l'interessato.

Accesso ai dati. Gli operatori che possono accedere ai dati devono essere individuati con modalità selettive e solo in rapporto ad attività investigative previste o disposte per legge.

Misure di sicurezza a protezione dei dati. Sempre per la particolare delicatezza di queste informazioni, occorre assicurare un elevato livello di sicurezza e qualità dei dati tale da consentire il tracciamento di ogni accesso e lo svolgimento periodico di adeguate procedure di controllo.

Diritti degli interessati. Occorrono specifiche indicazioni circa le modalità con le quali le persone i cui dati sono conservati possano esercitare i diritti loro riconosciuti dal Codice privacy: accesso, aggiornamento, eventuale cancellazione dei dati.

Proporzionalità della raccolta. L'Autorità raccomanda infine di prestare la massima attenzione rispetto all'ambito della raccolta dei dati e ai motivi che la giustificano. L'istituzione di una banca dati a livello nazionale non impone necessariamente l'introduzione di un prelievo obbligatorio del Dna poiché un tale archivio può utilmente essere composto da dati raccolti nell'ambito di procedimenti penali, già molto numerosi. Tuttavia, nel caso in cui il parlamento ritenesse di dover prevedere un prelievo obbligatorio per alcune categorie di soggetti (fermati, arrestati, indagati, imputati o condannati) occorre individuare in maniera proporzionata i soggetti interessati e i relativi reati, i quali non potrebbero che essere definiti sulla base della loro gravità.

Compiti di vigilanza dell'Autorità. L'Autorità concorda sull'utilità di specifiche previsioni che confermino i compiti di vigilanza e controllo dell'Autorità anche con riferimento a un eventuale rapporto periodico al parlamento.

(21 settembre 2007) (da www.repubblica.it)

mercoledì 19 settembre 2007

IMMIGRAZIONE E DNA

(ANSA) - ROMA, 19 SET - Introdurre in Italia il test del Dna per gli immigrati che chiedono il ricongiungimento familiare. E' la proposta del Senatore Mantovano.A breve ci sara' la presentazione di un disegno di legge simile a quello illustrato ieri a Parigi all'Assemblea nazionale dal ministro dell'immigrazione Brice Hortefeux, dice Mantovano. 'Presentero' in Senato - spiega - un ddl che introduca la possibilita' del test ogni qual volta il personale di polizia non abbia la certezza del vincolo familiare'.
Dopo la Francia, cominciamo a parlarne anche noi.

IMMIGRAZIONE E DNA

In Francia è in discussione una nuova legge sull'immigrazione. Si discute, in tema di ricongiungimento familiare, sull'utilizzo del test del DNA, che secondo alcuni deputati, ostili al progetto, potrebbe servire anche per altri scopi. Leggi l'articolo di Le Monde http://www.italysoft.com/news/le-monde.html
Mi limito a ricordare che Jeffries nel 1986, e per la prima volta, ha usato il test per provare la parentela fra una donna che rientrava in Gran Bretagnan dalla Nigeria portando con sè una nipotina, a titolo di ricongiungimento familiare.

BANCHE DATI DNA

BANCHE DATI DNA
Il Procuratore di Palermo approva l'iniziativa, ma non nasconde le difficoltà attuative.

Leggi

Palermo, 16 set. - (Adnkronos) - La creazione di una banca dati del Dna che schedera' i criminali "e' un grosso passo avanti nella ricerca dei colpevoli di delitti", ma "attenzione alla privacy". E' il monito del Procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo, che commenta cosi' il disegno di legge che verra' presentato al prossimo Consiglio dei ministri e che prevede la raccolta dei profili genetici ignoti trovati sulla scena del crimine degli arrestati per gravi reati di violenza che prevedono una pena superiore a tre anni, dei cadaveri non identificati, dei consanguigni degli scomparsi. "Sono favorevole a tutto cio' che puo' prevenire un crimine - ha spiegato Messineo all'ADNKRONOS - La schedatura, anzi preferirei chiamarla catalogazione dei dati, e' nell'interesse della collettivita'".


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Messaggio N°326 16-09-2007 - 07:56
Tags: banche dati, difficoltà, DNA


BANCHE DATI DNA
Vorrei che i nostri politici non si illudessero che, mediante una banca dati del DNA, i problemi dell'identificazione dei criminali siano risolti. In particolare se si dovranno riaprire processi conclusisi con un nulla di fatto, per i quali la prova del DNA sarebbe utile, le difficoltà che si prospettano sono numerose: dal degrado del campione alla mancanza di un termine di confronto, alle tracce parziali, ecc. Il Guardian di oggi ti propone un articolo che contiene queste problematiche, e ti linka ad altri articoli sul tema. Leggi qui http://www.guardian.co.uk/science/2007/sep/16/sciencenews?gusrc=rss&feed=science



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Messaggio N°324 15-09-2007 - 21:11
Tags: banche dati, DNA


BANCHE DATI DNA: POLEMICHE
Cominciano le polemiche e i distinguo. Vedrete domani.

15 set 18:15 Dna: Rodota', "No a schedatura genetica del cittadino"

ROMA - "Sono assolutamente contrario a raccolte dati generalizzate che possono portare a una schedatura genetica del cittadino, che sarebbe costosa, non necessaria e pericolosa. La banca dati dovrebbe essere invece molto precisa, mirata e circoscritta". Cosi' Stefano Rodota', ex Presidente dell'Autorita' garante per la protezione dei dati personali. Secondo l'ex Garante e' importante inoltre limitare l'acceso alla banca dati, che dovrebbe essere consentito "solo alla magistratura e alla polizia". Quanto alla conservazione dei dati, secondo Rodota', "vanno distrutti se la persona imputata risulta innocente". Rodota' invita a usare estremo rigore anche nello stabilire quali sono i dati che possono essere raccolti". In particolare, dovrebbero essere schedati "solo i dati che permettono l'identificazione della persona, ma non informazioni sul suo gruppo genetico o sul suo futuro, come ad esempio l'insorgere di malattie". (Agr)


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Messaggio N°323 15-09-2007 - 18:02
Tags: banche dati DNA, costi


QUANTO COSTA LA BANCA DATI DNA?
15 set 15:31 Dna: Li Gotti, "11 milioni di euro per attivazione banca dati"

ROMA - Costera' undici milioni di euro l'attivazione e la messa a regime della banca dati nazionale del dna, a cui andranno aggiunti una media di 6 milioni l'anno per la "manutenzione". Lo ha dichiarato il sottosegretario alla Giustizia, Luigi Li Gotti. "Eravamo pronti da tempo - ha spiegato Li Gotti -, ma l'ostacolo principale e' stato a lungo proprio quello dei fondi: a fine luglio il ministro Mastella aveva scritto al collega dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa proprio per sollecitare la ricerca di una soluzione, e nelle ultime ore sembra essere stato raggiunto un accordo. La spesa e' notevole, basti pensare che ogni prelievo costera' in media sugli 80 euro, cui vanno sommati i costi per la creazione del laboratorio e quelli per la formazione del personale, ma i vantaggi sono evidenti: nei Paesi i cui la banca dati del dna e' gia' in funzione, la percentuale di identificazione degli autori dei reati per i quali sono disponibili tracce biologiche e' salita dal 6 al 60%". (Agr)



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sabato 15 settembre 2007

BANCA DATI DNA

UN ANNUNCIO DELL'ON. RUTELLI
«Tuteleremo la riservatezza delle persone» Rutelli: «Molti delitti risolti con banca Dna» «Per sconfiggere il crimine bisogna puntare sulle nuove tecniche che stanno dando grandi risultati in altre parti del mondo»
SANT'ARCANGELO DI ROMAGNA (RIMINI) - «Per sconfiggere il crimine bisogna puntare sulle nuove tecniche che stanno dando grandi risultati in altre parti del mondo: tuteleremo la riservatezza delle persone, ma con la banca del Dna molti delitti non rimarranno irrisolti». Così si è espresso il vicepremier Francesco Rutelli entrando all'iniziativa della Margherita in corso a Sant'Arcangelo di Romagna è tornato nuovamente a parlare della banca dati del dna dopo che la riunione dei capi di gabinetto dei diversi dicasteri avrebbe raggiunto un accordo per le risorse da stanziare su questa iniziativa.
15 settembre 2007
Non è chiaro chi sarà sottoposto al prelievo di materiale biologico, chi farà il prelievo, in quali strutture queste indagini si faranno. Io credo assolutamente probabile che la banca dati del DNA sarà molto utile per risolvere delitti e per scagionare innocenti, ma dovrà essere considerata la sua utilità anche nel prevenire delitti.