LA RICERCA DELLA VERITA' SULL'omicidio DI ASCOLI Non si ferma neppure a Pasqua.
Melania: dopo una notte di interrogatori
ripartono indagini e sopralluoghi
Il contenuto della siringa conficcata nel petto della vittima potrebbe rispondere agli interrogativi
LA RICERCA DELLA VERITA' SULL'omicidio DI ASCOLI Non si ferma neppure a Pasqua.
Melania: dopo una notte di interrogatori
ripartono indagini e sopralluoghi
Il contenuto della siringa conficcata nel petto della vittima potrebbe rispondere agli interrogativi
La strada che Melania Rea ha percorso da sola per andare al bagno, prima di sparire nel nulla (fotogramma)
MILANO - Non si dà pace Salvatore Parolisi, marito di Carmela Rea, la donna di 29 anni scomparsa lunedì pomeriggio da Colle San Marco di Ascoli Piceno e trovata uccisa mercoledì pomeriggio a Ripe di Civitella, nel teramano. Salvatore Parolisi, il fratello e il cognato sono stati sentiti a lungo, quali persone informate dei fatti sino, fino a tarda notte. Al termine dell'audizione nessun provvedimento di fermo è stato emesso nei confronti di alcuno.
INDAGINI - Al comando provinciale dei carabinieri di Ascoli è stata una lunga notte di lavoro. in cui si sono concentrate attività di intelligence mirate a cercare di dipanare il giallo dell'assassinio di Carmela Melania Rea. I magistrati hanno voluto cristallizzare una serie di punti emersi durante i sopralluoghi a Ripe di Civitella (Teramo) dove è stato trovato il 20 aprile il cadavere e a Colle San Marco, dove due giorni prima, il 18 aprile, Melania è scomparsa mentre era in compagnia del marito Salvatore Parolisi e della loro bimba Vittoria di 18 mesi. I carabinieri stanno sentendo, e sentiranno nelle prossime ore, anche persone estranee alla famiglia. Anche nel giorno di Pasqua, proseguiranno gli accertamenti tecnici, con particolare attenzione alle utenze telefoniche. Previsto anche un ulteriore sopralluogo, concentrato nel tratto di strada che Melania Rea ha percorso da sola per andare al bagno, prima di sparire nel nulla. Sul posto ancora i Ris e gli agenti della Guardia Forestale con i cani molecolari specializzati nell'individuazione di tracce di sangue. Verrà di nuovo controllata a fondo anche la zona alle spalle del cippo in ricordo dei Caduti della Seconda guerra mondiale, posizionato proprio all'inizio del pianoro di San Marco, a poche centinaia di metri dal parco giochi dove la famiglia si era fermata a giocare con la bambina.
SCENARI - C'è attesa per conoscere i risultati dell'esame sul liquido trovato all'interno della siringa conficcata nel petto della vittima. Si tiene conto anche dell'ipotesi che possa non esserci stato nulla: nessun narcotico o droga. Il particolare è, però, interessante perché potrebbe dire molte cose dell'assassino e del perché, e come, abbia agito. «Se Carmela-Melania è stata narcotizzata, vuol dire che il killer non ha agito d'impulso - come lasciano invece intendere le coltellate inferte con furia sul corpo della donna, anche dopo la morte - ma ha premeditato l'aggressione», dice il comandante provinciale dei carabinieri di Ascoli Piceno, Alessandro Patrizio.«Ma se la siringa era vuota, quale può essere il significato della sua presenza sul seno della vittima? Un depistaggio? Un messaggio che rimanda all'uso della droga? Non certo da parte della vittima, madre di famiglia e persona - così la descrivono tutti - senza ombre». Interrogativi fra i tanti che inquirenti e investigatori stanno cercando di risolvere, in attesa di una prima relazione sui risultati degli accertamenti, e in attesa che, dunque il corpo di Melania 'parlì.
23 aprile 2011
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sabato 23 aprile 2011
martedì 13 maggio 2008
OSSIGENO
SE E' VERO, VERGOGNA!
Palermo, bombola senza ossigeno: donna muore in ospedale
PALERMO (13 maggio) - I bocchettoni d'ossigeno erano tutti occupati, l'unica bombola disponibile era «quasi vuota». Caterina Intravaia, sessantenne di Monreale, è morta il 7 maggio scorso all'ospedale Ingrassia di Palermo. Secondo i parenti, la bombola d'ossigeno che doveva aiutarla a respirare «era in riserva, il manometro segnava rosso». Saranno ora gli inquirenti a verificare se l'ossigeno era nella quantità necessaria a fare fronte alla grave insufficienza respiratoria della donna e le eventuali responsabilità dei medici dell'ospedale siciliano. Come racconta l'edizione locale della Repubblica, domenica Caterina Intravaia, già ricoverata per un mese e mezzo alla Pneumatologia dell'Ingrassia, era arrivata in reparto poco dopo le 17.30 per una fibrosi polmonare con gravi complicazioni e i medici ne avevano disposto il ricovero, se pur in soprannumero. «A un certo punto - ha scritto il fratello della donna nell'esposto presentato alla polizia - ho notato che aveva la bocca nera. Ho verificato che il manometro indicava rosso. Ho chiamato subito l'infermiere». La bombola è stata staccata, la paziente inserita nella rete d'ossigeno dell'ospedale. Infermieri e medici hanno tentato di rianimarla ma le condizioni di Caternia Intravaia erano disperate, la donna è morta due ore dopo. Serafino Garda, direttore generale dell'ospedale, difende l'operato dei colleghi: «Per quanto mi è stato riferito da chi ha operato domenica pomeriggio in reparto - ha detto - non intravedo alcuna irregolarità in tutto ciò che è accaduto. Confidiamo nell'operato della magistratura». Gli investigatori hanno sequestrato la cartella clinica della donna, sulla quale verrà effettuato l'esame autoprtico per chiarirne le cause del decesso. (da ilmessaggero.it 13 maggio)
Palermo, bombola senza ossigeno: donna muore in ospedale
PALERMO (13 maggio) - I bocchettoni d'ossigeno erano tutti occupati, l'unica bombola disponibile era «quasi vuota». Caterina Intravaia, sessantenne di Monreale, è morta il 7 maggio scorso all'ospedale Ingrassia di Palermo. Secondo i parenti, la bombola d'ossigeno che doveva aiutarla a respirare «era in riserva, il manometro segnava rosso». Saranno ora gli inquirenti a verificare se l'ossigeno era nella quantità necessaria a fare fronte alla grave insufficienza respiratoria della donna e le eventuali responsabilità dei medici dell'ospedale siciliano. Come racconta l'edizione locale della Repubblica, domenica Caterina Intravaia, già ricoverata per un mese e mezzo alla Pneumatologia dell'Ingrassia, era arrivata in reparto poco dopo le 17.30 per una fibrosi polmonare con gravi complicazioni e i medici ne avevano disposto il ricovero, se pur in soprannumero. «A un certo punto - ha scritto il fratello della donna nell'esposto presentato alla polizia - ho notato che aveva la bocca nera. Ho verificato che il manometro indicava rosso. Ho chiamato subito l'infermiere». La bombola è stata staccata, la paziente inserita nella rete d'ossigeno dell'ospedale. Infermieri e medici hanno tentato di rianimarla ma le condizioni di Caternia Intravaia erano disperate, la donna è morta due ore dopo. Serafino Garda, direttore generale dell'ospedale, difende l'operato dei colleghi: «Per quanto mi è stato riferito da chi ha operato domenica pomeriggio in reparto - ha detto - non intravedo alcuna irregolarità in tutto ciò che è accaduto. Confidiamo nell'operato della magistratura». Gli investigatori hanno sequestrato la cartella clinica della donna, sulla quale verrà effettuato l'esame autoprtico per chiarirne le cause del decesso. (da ilmessaggero.it 13 maggio)
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martedì 13 novembre 2007
TELEFILM AMERICANO
Come nei telefilm americani, i due sono stati identificati: lui è ucraino, lei è tedesca. Il caso sembrerebbe ormai risolto nelle sue linee essenziali. Grazie, Polizia.
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