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sabato 17 novembre 2012

ELOGIO DELLA STUPIDITA'

Clandestino rifiuta di lasciare l'ospedale:costa 900 euro al giorno

VENEZIA (29 marzo) - Un tunisino clandestino, ricoverato da mesi all'ospedale di Mestre (Venezia), rifiuta di lasciare il posto letto costando alla collettività 900 euro al giorno. L'uomo lo scorso novembre era finito sotto un treno, perdendo entrambe le gambe, durante una fuga dai carabinieri che stavano tentando di prenderlo, essendo accusato di avere accoltellato la convivente. Il tunisino, in seguito all'incidente è stato ricoverato all'ospedale, ma una volta finite le cure, ha rifiutato di lasciare il posto letto vani sono risultati tutti i tentativi per farlo dimettere. Inutile anche il decreto di espulsione emesso dalla Questura. Il Governo tunisino informato, non ha mai risposto alle sollecitazioni del Ministero degli Esteri italiano. Così l'uomo, pregiudicato e più volte arrestato, rimane a carico della Asl veneziana che gli garantisce vitto e alloggio per 900 euro al giorno.Antonio Padoan, direttore generale dell'azienda sanitaria veneziana, commentando la vicenda dice che «sempre più stranieri clandestini utilizzano i servizi sanitari degli ospedali in sostituzione dell'assistenza sanitaria, facendosi curare anche i denti». Oltre al tunisino l'ospedale veneziano paga mille euro al giorno per curare un ucraino clandestino emofiliaco. (da repubblica.it 29 marzo)

martedì 7 luglio 2009

ERRORE TRASFUSIONALE

ALL'OSPEDALE «SAN GIOVANNI DI DIO E RUGGI D’ARAGONA » DI SALERNO
Morto per una trasfusione: la sacca
era di un paziente con lo stesso cognome
Incredibile caso di omonimia dietro il decesso di un settantacinquenne. Aperte due inchieste, 17 «iscritti»


L'ospedale di Salerno

SALERNO — A Gerardo Fasolino, il settantacinquenne di Marina di Camerota, morto lo scorso 2 luglio all’ospedale «San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona» durante una trasfu sione, è stato iniettato sangue incompatibile con il proprio. Ci sarebbe stato un errore di omonimia sulla sacca di sangue prelevata prima della trasfusione. A Gerardo Fasolino sareb be stato iniettato sangue compatibile in realtà con un altro uomo ricoverato nel reparto di cardiochirurgia che ha lo stes so cognome dell’anziano. Per i risultati dell’autopsia, eseguita ieri mattina dal medi co legale Giovanni Zotti (a cui ha assistito anche il medico legale della famiglia, Giuseppe Raimo), bisognerà attendere almeno un paio di settimane.

E molto probabilmente i funerali si terranno stamat tina. Ma dopo l’esame autopti co si comincia a fare più chia rezza sulle cause che hanno de terminato il decesso improvvi so. Offrendo, così, sia alla magi stratura salernitana che alla di rezione generale (che ha nomi nato una commissione per un’inchiesta interna) maggiori elementi per accertare eventua li responsabilità del personale ospedaliero che quel giorno era in servizio presso l’azienda. Il pubblico ministero del Tribuna le di Salerno, Marinella Gugliel motti, che sta indagando sul ca so, ha iscritto 17 persone nel re gistro degli indagati. Nelle ma glie della magistratura sono fi niti medici e infermieri della seconda divisione di ortopedia e del centro trasfusionale, oltre agli anestesisti.

Ma nulla esclude che dopo i risultati degli esami istologici, le indagini possano prendere un’altra piega e chiudere il cerchio intor no a poche persone. Qualora l’autopsia dovesse confermare che ad uccidere Gerardo Fasolino sia stato un gruppo sangui gno incompatibile con il proprio, allora l’inchiesta giudizia ria si concentrerebbe su chi, la sera del 2 luglio scorso, sia entrato nell’emoteca, dove vengono conservate le sacche di sangue, per prelevare quella che sarebbe poi servita per la trasfusione. Se l’indagine giudiziaria segue il suo corso, an che l’inchiesta interna avviata dalla direzione generale del l’azienda ospedaliera non si ferma. Subito dopo la tragedia è stata nominata una commissione con il compito di accertare eventuali responsabilità mediche. Ieri mattina, nei corridoi del Ruggi si vociferava di un provvedimento di sospensione emesso dal direttore generale Attilio Bianchi nei confronti di medici ed infermieri dei reparti sotto accusa. Indiscrezione che, già nel pomeriggio, sono state smentite.

Angela Cappetta (da corriere.it)
07 luglio 2009

lunedì 27 ottobre 2008

SANITA' CALABRESE

Carabinieri sequestrano reparti Ospedale Vibo Valentia: 33 indagatiEsisterebbero "situazioni di pericolo concreto e gravi carenze sia sotto il profilo igienico-sanitario che sotto quello della prevenzione degli infortuni sul luogo di lavoro" ma le prestazioni sanitarie non sono sospese

Vibo Valentia, 27 ott. - (Adnkronos) - E' in corso da questa mattina un'operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia, del Noe di Reggio Calabria e dei Nas di Catanzaro all'ospedale civile Jazzolino di Vibo Valentia. I militari stanno procedendo al sequestro dei reparti di Ortopedia, Immunoematologia e Pronto soccorso su esecuzione di un provvedimento di urgenza emesso dalla Procura vibonese. L'intervento di sequestro si rende necessario a causa delle "gravi inadeguatezze evidenziate nel corso delle precedenti ispezioni e mai sanate".Secondo quanto rilevato dagli investigatori e dalla Procura, esisterebbero "situazioni di pericolo concreto e gravi carenze sia sotto il profilo igienico-sanitario che sotto quello della prevenzione degli infortuni sul luogo di lavoro". Contemporaneamente i carabinieri stanno notificando 33 avvisi di garanzia nei confronti di medici, dirigenti e responsabili di settore dell'ospedale civile. I reati contestati vanno dall'abuso d'ufficio all'illecito stoccaggio di rifiuti speciali, al mancato rispetto delle normative antinfortunistiche e sanitarie. La Procura precisa che le prestazioni sanitarie non sono sospese. La legge inoltre obbliga il commissario straordinario del Nas di Vibo Valentia a provvedere all'adeguamento strutturale entro 30 giorni.

lunedì 4 agosto 2008

COME MUORE UN BAMBINO

03 ago 16:48
Turchia: in ospedale morti 27 neonati in 15 giorni
ANKARA - Ventisette neonati morti in quindici giorni. E' successo in un ospedale pubblico di Ankara, in Turchia. I medici attribuiscono le morti a motivi differenti, ma per il sindacato la causa sarebbero le cattive condizioni d'igiene. (Agr)

domenica 6 luglio 2008

COME MUORE UN BAMBINO

In un ospedale del Cairo sono (sarebbero) morti cinque neonati a causa di un black out dell'energia elettrica. I neonati erano nelle culle, e quando la corrente elettrica se n'è andata i generatori non sono partiti. La stampa accusa i tagli alla sanità egiziana. Leggi
http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/esteri/cairo-neonati/cairo-neonati/cairo-neonati.html

SHOCK ANAFILATTICO

Sbagliano l'antibiotico in una flebo:muore in ospedale al San Filippo Neri

ROMA (5 luglio) - Ucciso da uno choc anafilattico provocato da un farmaco a cui era allergico. E' accaduto all'ospedale San Filippo Neri di Roma, dove Giovanni Fassini 74 anni è morto dopo che un'infermiera gli ha somministrato una flebo contenente cefalosporine, antibiotico al quale era allergico. I familiari hanno contattato un legale per presentare denuncia all'ospedale. Fazzini era ricoverato da un mese nel reparto di chirurgia oncologica del San Filippo Neri per un tumore al pancreas riscontrato 3 mesi fa. Il filglio: li avevamo avvisati « «Ieri - racconta il figlio della vittima - tra le 20 e le 20.30 è arrivata l'infermiera per somministrargli l'antibiotico e ci ha fatto uscire dalla stanza. Poco dopo ho sentito delle urla, come di soffocamento. Sono andato di corsa nella stanza, ho preso la boccetta dell'antibiotico e ho letto il nome del farmaco a cui mio padre era allergico. A quel punto gli ho staccato subito la flebo, ma non c'è stato niente da fare». L'uomo racconta inoltre che il medico «si è assunto immediatamente le sue responsabilità e ha detto che si riserva di fare un riscontro autoptico perchè ha dubbi che mio padre possa esser morto per questo motivo. Oggi sporgeremo denuncia alla Procura della Repubblica per denunciare il fatto». Aveva già avuto due choc anafilattici tanto tempo fa, racconta ancora il figlio e li avevamo avvisati. Il medico di famiglia, Enzo Mannaia, (anche parente della vittima) confrema il fatto che i medici dell'ospedale erano a conoscenza dell'allergia. Aperta un'inchiesta interna I medici del San Filippo Neri «sono intervenuti subito alla reazione del paziente al farmaco e hanno interrotto subito il dosaggio». È stata la risposta della direzione sanitaria che ha avviato un'indagine interna e disposto accertamenti sulle cause della morte. Secondo l'ospedale l'uomo presentava «un forte stato febbrile». I medici sono quindi intervenuti somministrando in vena una dose di cefalosporine, un antibiotico che contiene molecole di moxicillina. Subito dopo la flebo l'uomo è morto. La sostanza avrebbe gli provocato uno shock anafilattico. Storace: negligenza Francesco Storace segretario nazionale de La Destra sul suo blog ha commentato la vicenda come «storia di negligenza, trascuratezza. È ora che ci si decida a garantire ai malati la speranza di guarire e non la scusa di morire quando si viene ricoverati in corsia». (da ilmessaggero.it 6 luglio 2008)

venerdì 27 giugno 2008

OSPEDALI DI CALABRIA

Calabria: ospedale inutilizzato, danno erariale da 7 milioni di euro
27 giu 09:52 Cronache
GERACE (Reggio Calabria) - Ennesimo scandalo nella sanita'. Un ospedale, pur essendo completato da anni, non e' mai entrato in funzione. Succede a Gerace, in Calabria, dove il Nucleo tributario della Guardia di finanza ha segnalato dieci persone alla Procura della Corte dei conti di Catanzaro. Il danno erariale accertato ammonta a circa 7 milioni di euro. (Agr)

domenica 1 giugno 2008

RETTILI

GRAZIE ALLA PRESENZA DEL SERPENTE PIù FACILE INDIVIDUARE IL SIERO
Arriva in ospedale a Caorle con una vipera attaccata al braccio
Un veneziano di 67 anni ha fatto ricorso alle cure del pronto soccorso visto che il rettile non lo mollava
VENEZIA - E' arrivato al in ospedale con una vipera ancora attaccata al braccio che aveva morsicato poco prima. Un veneziano di 67 anni, in vacanza a Caorle (Venezia), ha fatto ricorso alle cure del pronto soccorso della località balneare dopo essere stato morso dal serpente. L'uomo si è recato dai medici con il rettile ancora attaccato al braccio ed ha raccontato di essere stato morso mentre apriva la bicicletta.
PIU' FACILE INDIVIDUARE IL SIERO GIUSTO - La possibilità di constatare direttamente il tipo di rettile autore del morso ha permesso di trovare subito il siero adatto e l'uomo è stato trattenuto solo in osservazione dopo essere stato trasportato all'ospedale di Porto Gruaro.
01 giugno 2008 (da corriere.it)

martedì 13 maggio 2008

OSSIGENO

SE E' VERO, VERGOGNA!

Palermo, bombola senza ossigeno: donna muore in ospedale

PALERMO (13 maggio) - I bocchettoni d'ossigeno erano tutti occupati, l'unica bombola disponibile era «quasi vuota». Caterina Intravaia, sessantenne di Monreale, è morta il 7 maggio scorso all'ospedale Ingrassia di Palermo. Secondo i parenti, la bombola d'ossigeno che doveva aiutarla a respirare «era in riserva, il manometro segnava rosso». Saranno ora gli inquirenti a verificare se l'ossigeno era nella quantità necessaria a fare fronte alla grave insufficienza respiratoria della donna e le eventuali responsabilità dei medici dell'ospedale siciliano. Come racconta l'edizione locale della Repubblica, domenica Caterina Intravaia, già ricoverata per un mese e mezzo alla Pneumatologia dell'Ingrassia, era arrivata in reparto poco dopo le 17.30 per una fibrosi polmonare con gravi complicazioni e i medici ne avevano disposto il ricovero, se pur in soprannumero. «A un certo punto - ha scritto il fratello della donna nell'esposto presentato alla polizia - ho notato che aveva la bocca nera. Ho verificato che il manometro indicava rosso. Ho chiamato subito l'infermiere». La bombola è stata staccata, la paziente inserita nella rete d'ossigeno dell'ospedale. Infermieri e medici hanno tentato di rianimarla ma le condizioni di Caternia Intravaia erano disperate, la donna è morta due ore dopo. Serafino Garda, direttore generale dell'ospedale, difende l'operato dei colleghi: «Per quanto mi è stato riferito da chi ha operato domenica pomeriggio in reparto - ha detto - non intravedo alcuna irregolarità in tutto ciò che è accaduto. Confidiamo nell'operato della magistratura». Gli investigatori hanno sequestrato la cartella clinica della donna, sulla quale verrà effettuato l'esame autoprtico per chiarirne le cause del decesso. (da ilmessaggero.it 13 maggio)

venerdì 9 maggio 2008

UBRIACA DA DISINFETTANTE

Rovigo: ubriaca dopo incidente, colpa dell'ospedale
09 mag 21:03 Cronache
ROVIGO - Ubriaca a causa dell'alcol, ha pero' evitato una multa da quasi 700 euro e il ritiro della patente. E' successo a una 40enne polesana, che ha dimostrato come la colpa fosse del disinfettante dell'ambulatorio dell'ospedale dov'era stata portata dopo un incidente stradale. (Agr)

domenica 30 marzo 2008

ELOGIO DELLA STUPIDITA'

Mi domando davvero angosciato come si possano creare certe situazioni. Qualunque persona, che non sia più bisognevole di cure, DEVE essere dimesso dall'ospedale, e questo è compito del primario del reparto. Poi è clandestino, e DEVE essere espulso, l'aeroporto è vicino, e questo è compito della Polizia. E il costo dell'indebito periodo di ricovero deve essere addebitato a chi non l'ha dimesso dall'ospedale, cioè al primario.

Clandestino rifiuta di lasciare l'ospedale: costa 900 euro al giorno

VENEZIA (29 marzo) - Un tunisino clandestino, ricoverato da mesi all'ospedale di Mestre (Venezia), rifiuta di lasciare il posto letto costando alla collettività 900 euro al giorno. L'uomo lo scorso novembre era finito sotto un treno, perdendo entrambe le gambe, durante una fuga dai carabinieri che stavano tentando di prenderlo, essendo accusato di avere accoltellato la convivente. Il tunisino, in seguito all'incidente è stato ricoverato all'ospedale, ma una volta finite le cure, ha rifiutato di lasciare il posto letto vani sono risultati tutti i tentativi per farlo dimettere. Inutile anche il decreto di espulsione emesso dalla Questura. Il Governo tunisino informato, non ha mai risposto alle sollecitazioni del Ministero degli Esteri italiano. Così l'uomo, pregiudicato e più volte arrestato, rimane a carico della Asl veneziana che gli garantisce vitto e alloggio per 900 euro al giorno.Antonio Padoan, direttore generale dell'azienda sanitaria veneziana, commentando la vicenda dice che «sempre più stranieri clandestini utilizzano i servizi sanitari degli ospedali in sostituzione dell'assistenza sanitaria, facendosi curare anche i denti». Oltre al tunisino l'ospedale veneziano paga mille euro al giorno per curare un ucraino clandestino emofiliaco. (da repubblica.it 29 marzo)

mercoledì 20 febbraio 2008

OSPEDALE DI MELITO PORTO SALVO

ECCO DOVE CI PORTA LA 'NDRANGHETA! VERGOGNATEVI.


Melito P.Salvo,sequestrato ospedale
Nas: gravi carenze igienico-strutturali
Gravi carenze igienico-strutturali: con questa motivazione i carabinieri del Nas di Reggio Calabria hanno sequestrato l'ospedale di Melito Porto Salvo e denunciato sette dirigenti dell'ex azienda sanitaria locale. I problemi riscontrati nell'ospedale, secondo quanto riferiscono i carabinieri, sarebbero tali da creare condizioni di pericolo per l'incolumità dei lavoratori e degli utenti. Nel rapporto sono elencate oltre 40 violazioni.
Col provvedimento sono stati posti sotto sequestro gli immobili che ospitano le unità di anatomia patologica, il pronto soccorso e l'intera area dove sono dislocati gli uffici amministrativi, la direzione sanitaria, gli ambulatori e l'unità di dialisi. I locali sequestrati saranno affidati in custodia al direttore sanitario con un tempo di 30 giorni dalla notifica per il trasferimento dei ricoverati e ulteriori 30 giorni, con accesso limitato solo per la messa in sicurezza degli ambienti, per l'adeguamento delle strutture alla legge in vigore.Serra: "Roba da terzo mondo"La situazione era apparsa evidentemente critica già a fine gennaio quando il prefetto Achille Serra, presidente della Commissione per la verifica della qualità dell'assistenza sanitaria in Calabria, dopo la visita compiuta alla struttura, aveva commentato: "Roba da terzo mondo con tutto il rispetto per il terzo mondo". L'ospedale "Tiberio Evoli" avrebbe dovuto essere chiuso a gennaio di un anno fa, dopo che un'ispezione dei Nas aveva riscontrato precarie condizioni igieniche e sanitarie e numerose violazioni delle norme di sicurezza. Muffa e attrezzi sterili vicino alla pattumieraNel rapporto presentato alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria i Nas oggi parlano di oltre quaranta violazioni per le quali sono state denunciate sette dirigenti dell'ex azienda sanitaria locale. Tra le numerose anomalie i carabinieri hanno notato, nel reparto dove avvengono le dialisi, che un contenitore con all'interno i ferri sanitari si trova a pochissima distanza dal sacchetto utilizzato per l'immondizia. Sempre nello stesso reparto, c'è muffa sia dietro le apparecchiature che dietro i letti dei pazienti. L'assessore regionale: "Situazione così da anni"A Melito Porto Salvo si era recato anche l'assessore regionale alla Sanità della Calabria, Vincenzo Spaziante. ''Ho trovato una situazione indecorosa - aveva detto - sia sul piano dello stato dell'ospedale e sul piano dell'inerzia perché nessuno ha fatto nulla da anni. Questa situazione non è nata ieri, per crearla ci sono voluti molti e molti anni". (da tgcom 20 febbraio 2008)

venerdì 25 gennaio 2008

MESSINA MALASANITA'

Messina: donna morta in ospedale, Procura apre inchiesta
25 gen 17:4
MESSINA - La Procura di Messina ha aperto un'inchiesta sulla morte di Giuseppa Rao, 35 anni, deceduta mercoledi' scorso al Policlinico di Messina, dopo circa un mese di degenza e due interventi chirurgici. Dodici medici sono stati iscritti sul registro degli indagati, mentre e' stata posta sotto sequestro l'intera documentazione sanitaria della donna. Secondo la denuncia presentata dai familiari, la donna era giunta in ospedale con forti dolori al basso ventre. I medici che l'hanno visitata le hanno diagnosticato una colica uro-renale, prescritto dei farmaci e dimessa. Le condizioni della donna sono peggiorate, e cosi' il giorno dopo e' stata operata per una sospetta peritonite, e alcuni giorni dopo sottoposta a un nuovo intervento, dal quale non si e' piu' ripresa. Mercoledi' scorso il decesso. (Agr)

BAMBINO MORTO

(ANSA) - CATANZARO, 25 GEN - La Procura di Lamezia terme ha aperto un'inchiesta sulla morte di un bambino di 2 anni e mezzo nell'ospedale locale. Il piccolo era stato ricoverato per convulsioni febbrili dopo essere stato nel pronto soccorso di Vibo Valentia. Alcuni medici dell'ospedale di Lamezia sono gia' stati sentiti dai Carabinieri, a cui si e' rivolto il padre del piccolo. I militari sentiranno in giornata anche altri medici e gli infermieri del reparto di pediatria.

giovedì 11 ottobre 2007

CLOSTRIDIUM DIFFICILE, MRSA

Leggi nel Daily Mail di oggi l'intera storia delle infezioni nosocomiali. Soprattutto leggi il blog del giornale. I lettori sono letteralmente inferociti, soprattutto con gli amministratori dell'ospedale di Maidstone, perchè il numero delle infermiere è basso per ragioni di costo, e non vi sarebbe il tempo per badare all'igiene e disinfettare ambiente, pazienti, medici, infermiere.
http://www.dailymail.co.uk/pages/live/articles/news/news.html?in_article_id=486940&in_page_id=1770&in_page_id=1770&expand=true#StartComments

lunedì 20 agosto 2007

OSPEDALE PER PEDOFILI

Apprendo dal corriere.it che a Lione nel 2009 aprirà un ospedale per pedofili. Tutto quello che so per il momento sta qui:
20 ago 17:12
Francia: nel 2009 ospedale per pedofili a Lione
PARIGI - Aprira' a Lione nel 2009 il primo "ospedale chiuso per pedofili". A darne l'annuncio il presidente francese Nicolas Sarkozy, al termine di una riunione interministeriale per definire nuove misure contro i criminali sessuali recidivi. Sarkozy - che in mattinata aveva incontrato il padre di un bambino di 5 anni rapito e violentato la settimana scorsa a Roubaix da un pedofilo uscito di prigione un mese prima - ha spiegato che, al termine della detenzione, il criminale "sara' esaminato da una commissione medica. Se i sanitari lo riterranno ancora pericoloso, il criminale sessuale dovra' andare nell'ospedale chiuso per farsi curare". (Agr)

Le parole del Presidente francese sono chiarissime, ma forse qualcuno vorrà strumentizzarle. In altre parole: non si possono curare prima che compiano odiosissimi reati?