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giovedì 6 novembre 2008

ERRORI MEDICI

05-11-2008 14:48
Samita': Camera approva Commissione per errori medici
(ANSA) -ROMA 5 NOV- L'aula della Camera ha approvato in via definitiva la proposta di legge che istituisce la Commissione di inchiesta sugli errori medici. La Commissione ha gia' ricevuto nelle scorse settimane il voto favorevole della Commissione Affari sociali della Camera e i pareri della commissione Affari costituzionali e Bilancio. Il presidente della commissione verra' nominato dal presidente della Camera e i componenti saranno 21. 'Vogliamo una commissione d'inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi regionali', ha detto alla Camera Nunzio Testa (Udc).'Gli errori sanitari -ha continuato Testa- costano milioni di euro l'anno e gli sprechi incidono del 60-80% sulle spese regionali'. La Commissione, spiega Domenico Di Virgilio(Pdl) avra' 'poteri anche su strutture pubbliche e private'. 'Maggioranza e opposizione - ha sottolineato Testa- devono lavorare insieme per affrontare il problema dei grossi disavanzi e della cattiva organizzazione sanitaria. La commissione d'inchiesta deve essere la cartina tornasole dello stato di salute della nostra sanita', pubblica e privata. Si auspica che i lavori della commissione stimolino il governo ad una fattiva collaborazione per avviare una riforma sanitaria sostanziale'.(ANSA).

martedì 23 settembre 2008

ERRORI MEDICI

Fazio, istituiremo Agenzia di valutazione contro errori medici
Roma, 22 set. (Adnkronos Salute) - "Abbiamo in mente di istituire un'Agenzia nazionale 'ad hoc' per la valutazione dei problemi del Ssn. Un ente terzo che dovrà avere il compito di vigilare anche sugli errori medici e sui casi di malpractice". Ad annunciarlo è il sottosegretario al Welfare, Ferruccio Fazio, intervenuto telefonicamente a 'Repubblica Radio Tv', nel corso di una trasmissione in cui si è ritornati sulla dichiarazioni del ministro della Pubblica amministrazione e Innovazione, Renato Brunetta, che nei giorni scorsi si è pronunciato sulle singole capacità dei chirurghi e sulla necessità della pubblicazione dei loro curricula su internet. Dichiarazioni che il sottosegretario Fazio ha ritenuto "infelici nella forma, ma condivisibili nella sostanza". Perché, ha spiegato Fazio, "è necessario fornire ai cittadini più strumenti possibili per una migliore valutazione dei servizi sanitari". Una soluzione avanzata dal sottosegretario è appunto quella dell'istituzione di un'Agenzia di valutazione 'ad hoc'. "Certo sarà importante - ha sottolineato Fazio - stabilire come regolamentare l'Agenzia. Le valutazioni, ad esempio, dovranno riguardare non il singolo medico, ma la struttura sanitaria nel suo complesso. Solo così - conclude Fazio - si può migliorare la qualità delle prestazioni e l'appropriatezza delle cure". Alla trasmissione è intervenuto anche il presidente della Società italiana di cardiochirurgia (Sic), Ettore Vitali, che ha fatto notare al sottosegretario quanto le nuove norme sui turni di riposo dei medici possano influire sui casi di malpractice. "Norme che, assicura Fazio, l'Agenzia di valutazione potrebbe anche rivedere".

martedì 20 maggio 2008

RESPONSABILITA' MEDICA

Responsabilità medica: Chirurghi chiedono nuove regole -->
La Societa' italiana di chirurgia, in occasione dell'VIII convegno di Primavera, in programma alle Molinette di Torino, ha messo a punto un progetto di riforma della disciplina della responsabilita' medica che mira a modificare gli articoli 40 e 41 del codice penale e il consenso informato. Non si ipotizza di certo una depenalizzazione della colpa professionale o una diverso trattamento del medico ripetto ad ogni altro cittadino.Ciò che si vuole è una normativa specifica per la responsabilita' che consenta al sanitario che commette errori di non essere giudicato sulla base di norme che sono nate 70-80 anni fa. ''Non vogliamo essere al di sopra della legge - spiega il presidente della Sic, Roberto Tersigni - ma chiediamo che sia eliminata l'alea interpretatoria ai processi per colpa medica, che sia ratificato l'obbligo di mezzo e non di risultato, che sia precisato il nesso di causalita' e che sia data la giusta dimensione al difetto di consenso che oggi puo' far sconfinare un atto terapeutico in un atto doloso''. (da Studio Cataldi)

Questa notizia, che viene da specialisti più esposti a querele per responsabilità medica, è la prova che non si è veramente capita la situazione tristissima che incombe su tutti i medici e su tutti i pazienti. Entrambi i gruppi infatti sono legati a dispozioni codicistiche sono assolutamente antiquate e improponibili, se solo si tiene conto del rischio implicito nell'attività medica. Per attività lavorative molto meno rischiose, tutti gli stati hanno votato leggi, buone o meno buone, sugli infortuni sul lavoro. Cari Colleghi clinici, dovete chiedere lo stesso trattamento per la vostra attività, e cioè che, in caso di danno iatrogeno, sia corrisposto al paziente un indennizzo anche in assenza di colpa medica. Non impressionatevi, è lo stesso principio dell' INAIL. Possiamo chiamare INAIM questo ipotetico ente? A proposito di danni iatrogeni, il principio è stato approvato in alcuni Paesi, e si chiama no- fault compensation. Vai su Google per saperne di più.

mercoledì 7 maggio 2008

ERRORI MEDICI

Sanita': 15 mila denunce l'anno per i medici, 1.500 per chirurghi

Roma, 6 mag. (Adnkronos Salute) - E' impressionante il numero di denunce per errori medici in Italia. "Sono quadruplicate in dieci anni, tanto che secondo i dati Ania (Associazione nazionale imprese assicuratrici) sono passate da 3.154 nel 1994 a 11.932 nel 2004. Oggi il dato si aggira intorno a quota 15 mila, e si tratta di una sottostima". Parola di Antonio Mussa, direttore del Dipartimento di oncologia dell'azienda ospedaliera Le Molinette di Torino, intervenuto alla presentazione oggi a Roma dell'VIII Convegno di primavera della Società italiana di chirurgia (Sic), in programma nel capoluogo piemontese il 9 e 10 maggio. "Non esiste la possibilità di quantificare con precisione questo fenomeno - prosegue Mussa - l'unico dato accessibile è la percentuale di cause per malpractice valutata da una commissione tecnica istituita dal ministero della Salute nel 2005". Secondo la 'fotografia' dei tecnici, "la chirurgia è al quarto posto nella classifica delle specialità più bersagliate dalle cause (10%), dopo il record di ortopedia (16,5%), oncologia (13%) e ostetricia (11%)". Insomma, le denunce a carico dei 'maghi del bisturi' possono essere stimate "intorno a 1.500 ogni anno". "In pratica - dice Roberto Tersigni, presidente della Sic - ben quattro chirurghi su cinque ricevono, nel corso della propria vita professionale, almeno una richiesta di risarcimento o un avviso di garanzia per un presunto errore. E in generale i medici italiani trascorrono almeno un terzo della loro vita lavorativa a barcamenarsi tra carte bollate, processi e tribunali. Non è che oggi si sbaglia di più - precisa il chirurgo - è che sono aumentate le denunce". Lo testimoniano anche i dati dell'Amami, l'Associazione medici accusati di malpractice ingiustamente, citati oggi dai chirurghi. "L'80% delle denunce e dei procedimenti a carico dei colleghi - dice, infatti Mussa - finisce di fatto archiviato, perché il fatto non sussiste. Ma questo dopo vicende che durano in media 3-5 anni". Passare attraverso le forche caudine di un procedimento giudiziario non lascia il 'camice verde' senza danni. "C'è chi, per non esporsi più al rischio di denunce, rinuncia a interventi rischiosi o impegnativi", sottolinea il presidente della Sic. "Ho visto allievi - gli fa eco Mussa - messi sotto processo e poi assolti, che ancora faticano a entrare in sala operatoria, e un altro che alla fine ha chiesto un risarcimento per danno biologico". Insomma, le conseguenze dello 'stress da denuncia' rischiano di essere pesanti, specie per i giovani bisturi. "In ogni equipe ci sono medici che non operano, se non a livello semplice, ed eseguono interventi quasi privi di rischi - dice Enrico De Antoni, presidente eletto della Sic - E' giusto accertare le modalità di un decesso o verificare la correttezza di procedute. Ma oggi arrivano denunce per fatti avvenuti anche 10 anni fa. Occorrerebbe finalmente varare una legislazione moderna e adeguata in materia, che riconosca l'atto medico a fine terapeutico, preveda la differenza nel penale tra colpa grave e lieve del medico, come pure la necessità di dimostrare il nesso di causalità tra l'operato del 'camice bianco' e l'evento avverso. Infine, il procedimento penale deve essere a querela di parte e non d'ufficio. E si deve prevedere l'assicurazione obbligatoria per il chirurgo. E' importante - conclude - istituire come all'estero un albo dei periti, all'interno del quale il tribunale possa scegliere un consulente doc, in grado di valutare davvero l'operato del medico".

mercoledì 21 febbraio 2007

ERRORI MEDICI

Regole ministeriali e di altri per evitare gli errori medici
Le regole .
1. Adottare in ogni ospedale il Foglio Unico di Terapia (medico e infermiere).
2. Sottoporre a revisione le procedure usate in ospedale e negli ambulatori nei processi di prescrizione, trascrizione, allestimento, stoccaggio, preparazione, distribuzione dei farmaci e dei dispositivi medici, ponendo particolare attenzione ai passaggi a rischio di errore.
3. Attivare processi di formazione sulla sicurezza in cui coinvolgere tutti gli operatori sanitari interessati.
4. Attivare nelle Aziende Sanitarie organismi e protocolli di controllo dell'introduzione negli ospedali di nuove tecnologie e, in particolare, di dispositivi medici.
5. Diffondere l'uso di:
A. sistemi di distribuzione, prelievo e allestimento controllato di farmaci e di dispositivi medici,
B. sistemi di prescrizione informatizzata,
C. gestione dei trattamenti farmacologici basati sulla dose unitaria, privilegiando le tecnologie che dimostrino il miglior rapporto costo/efficacia.
6. Migliorare la tracciabilità dei farmaci (attraverso un utilizzo più efficiente del codice a barre) e attivare un sistema di tracciabilità dei dispositivi medici.
7. Attivare un registro nazionale del tipo "incident reporting" coordinato dal Ministero della Salute e dall'AI FA, per la registrazione e la valutazione di una serie limitata e predefinita di errori più frequentemente rilevati nel corso delle attività sanitarie.
8. Rendere obbligatorio l'utilizzo dello 0,05 per cento del budget assegnato alle Aziende Sanitarie per l'acquisizione di tecnologie di provata efficacia rispetto all'obiettivo di innalzare il grado di sicurezza delle pratiche sanitarie.
9. Introdurre l'obbligo per le Direzioni Generali delle Aziende Sanitarie di predisporre un Piano per l'innalzamento dei livelli di sicurezza delle attività sanitarie da inserire nell'Atto Aziendale e da aggiornare annualmente, modulato sulla base di linee guida appositamente predisposte dal Ministero della Salute e dall'AIFA.
10. Migliorare la comunicazione con il paziente/cittadino.

Ragazzi, proprio non ci siamo. Queste non sono regole, sono il libro dei sogni. Passeranno mesi, o anni per l’istituzione di linee guida (art. 9), per attivare il registro nazionale (figuriamoci!), o la prescrizione informatizzata, o i meccanismi di controllo. E poi chissà se funzioneranno.
Ci sono cose assai più semplici ed efficaci, per esempio lavarsi le mani fra una visita e l’altra, non entrare in sala operatoria se non si è sterili, isolare gli infettivi, fare a tutti la sierodiagnosi per HIV, HBV e HCV (anche se c’è una seria limitazione di legge per HIV, ma se non si fa vedete cosa poi succede), eccetera.
Succede con le “regole” quello che succede con le leggi: le regole ci sono, ma tutti se ne infischiano. Non ci dovrebbe essere bisogno di una regola per tenere puliti i pavimenti, o per isolare gli infettivi.
Insomma, ci vuole una maggiore diligenza, da parte di tutti gli addetti.
Lasciatevelo dire da uno che ha una casistica vastissima di responsabilità medica.