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mercoledì 18 febbraio 2009

SOTTILI DISTINZIONI

Vicenza. Il coltello sacro dei sikh non è
"arma bianca" solo se manca l'affilatura


VICENZA (18 febbraio) - Dopo la sentenza del tribunale di Vicenza che tanto ha fatto discutere, arriva la precisazione che potrebbe mettere fine alle polemiche: il kirpan, coltello-simbolo per i sikhisti, non è considerato "arma bianca" in un unico caso: quando alla lama manca il filo.
Dieci giorni fa il gip Eloisa Pesenti aveva archiviato il procedimento a carico di un indiano, Baldwinder Singh, denunciato perchè gli venne trovato addosso il tradizionale coltello, uno dei cinque simboli della sua religione da cui un fedele non deve mai separarsi. L'avvocato difensore dell'uomo ha depositato una voluminosa documentazione per dimostrare che il pugnale ha valore esclusivamente religioso.

Nella fattiscpecie il tribunale ha fatto proprie le tesi della difesa, a maggior ragione perché il pugnale in questione non aveva la lama affilata. Questo per non creare discriminazione alcuna con i cittadini italiani: se il kirpan è affilato costituisce un'arma a tutti gli effetti e pertanto portandolo si configura il reato di porto abusivo d'armi. (da ilgazzettino.it)

lunedì 14 luglio 2008

LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI (seguito)

(ASCA) - Roma, 11 lug - ''Alcune notizia di stampa oggi pubblicate sulla sentenza emessa dalla sesta sezione penale sul possesso di marijuana da parte di persona che si dichiarava professante di religione rastafariana rendono opportuno precisare che la Corte di Cassazione in tale sentenza era chiamata a valutare la decisione del giudice di merito che, dando esclusivo rilievo alla quantita' di droga detenuta, aveva, per cio' solo, ritenuto che l'imputato la detenesse ai fini di spaccio e non, come questi aveva dichiarato, per uso personale''. In una nota la corte suprema di cassazione, che e' il giudice di ultimo grado in Italia che assicura l'esatta osservanza e l'uniforme interpretazione della legge, difende la sentenza emessa sesta sezione penale che ha annullato la condanna a un anno e quattro mesi di carcere per illecita detenzione a fini di spaccio inflitta ad un adepto rasta, sorpreso dai carabinieri con poco meno di un etto di marijuana. ''La Corte di Cassazione - si legge nella nota - ha annullato la sentenza con rinvio chiedendo al giudice di merito di valutare anche, come e' doveroso fare al fine di stabilire se la detenzione sia a fini di spaccio o per uso personale, le 'circostanze di tempo, luogo e modalita' comportamentali dell'imputato' e tra queste anche la giustificazione dallo stesso data di appartenenza alla religione rastafariana''.

giovedì 10 luglio 2008

LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI (?)

Rasta possono avere molta "erba"
Lo ha stabilito la Cassazione
Nei confronti dei seguaci della religione rasta trovati con "erba" in abbondanza i giudici devono essere comprensivi e considerare che, per gli adepti di tale religione fumare marijuana favorisce la contemplazione e la preghiera "nella credenza che l'erba sacra sia cresciuta sulla tomba di re Salomone". Lo sottolinea la Cassazione che ha accolto il ricorso di un italiano condannato a 1 anno e 4 mesi per illecita detenzione a fine di spaccio.
I carabinieri avevano sorpreso Giuseppe G. con circa un etto di marijuana. In Cassazione l'uomo ha sostenuto di essere un rasta fariano e di fumare l'erba in base ai precetti della sua religione che ne consentono l'uso quotidiano anche di 10 grammi al giorno. (da tgcom 10 luglio 2008)