mercoledì 28 marzo 2012

sorbitolo


Test killer, errore di etichettatura
Caccia agli altri 22 acquirenti online

Le ipotesi della procura di Trani: la sostanza tossica messa per sbaglio nei contenitori etichettati come sorbitolo

Morta dopo test, gli inquirenti: «Chiarire errore in filiera»MILANO - La procura di Trani continua a lavorare sul caso della sostanza velenosa che ha causato a Barletta la morte di Teresa Sunna e l'avvelenamento di altre due donne. L'ipotesi sulla quale si sta concentrando l'attenzione degli inquirenti è l'errore di confezionamento o etichettatura: in pratica in una delle fasi successive alla produzione, il nitrito di sodio, sostanza tossica, sarebbe stato immesso in contenitori etichettati come sorbitolo, che è invece un integratore alimentare innocuo.
GLI ESAMI - Gli esami compiuti nelle ultime ore dal tossicologo Roberto Gagliano Candela hanno infatti confermato che non c'era proprio sorbitolo nella sostanza somministrata nel centro clinico di Barletta. La sostanza ingerita dalle tre donne conteneva, oltre alla concentrazione al 70% di nitrito di sodio, «probabilmente solo sali di lavorazione» e neppure un minimo di sorbitolo. Il tossicologo ha confermato che il nitrito di sodio diventa letale se una persona dal peso di 65 kg ne assume un quantitativo che va dai 2 grammi in su. Alle donne che si stavano sottoponendo al test nel centro di Barletta ne sono stati somministrati cinque grammi. Gli accertamenti sono dunque ora concentrati sulla filiera commerciale per comprendere se l'errore di etichettatura sia stato compiuto dall'azienda irlandese Mistral che ha rivenduto il prodotto o in ulteriori fasi intermedie di passaggio.
L'INCONTRO - Nella mattina di martedì intanto il sostituto procuratore di Trani Michele Ruggiero che indaga sul caso, ha incontrato gli amministratori della Cargill, l'azienda che ha prodotto la sostanza venduta, poi commercializzata dalla irlandese Mistral via internet in vari Paesi europei e anche in Italia. L'obiettivo è cercare di individuare esattamente in quale passaggio della filiera di produzione e vendita è avvenuto l'errore che ha consentito la presenza letale di nitrito di sodio. L'attenzione degli inquirenti è alta visto che sarebbero 22 gli acquisti del lotto di sostanza, che a Barletta, si è rivelata essere letale. Oltre a quello avvenuto in Italia, risulterebbero tre acquisti in Francia, uno in Belgio, uno in Lettonia e altri nel Regno Unito. Ora è al lavoro l'Interpol per allertare gli acquirenti.
Redazione online

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