sabato 31 marzo 2012

scomparsi


In Italia si vive a lungo, ma male

Istat: Nel 2065 i residenti in Italia saranno 61,3 milioniLe aspettative di vita nel nostro Paese sono in crescita, confermando il trend europeo, ma si invecchia peggio. Questi i dati ufficiali dell'Istat, ma non tutti i numeri fanno essere ottimisti per il futuro.
Una lunga pensione. Saranno tutti ultraottantenni gli uomini e le donne che oggi hanno 65 anni. Secondo i dati Istat, infatti, chi ha compiuto 65 anni nel 2010 ha un'aspettativa di vita che va dai 18,3 anni per gli uomini ai 21,9 per le donne. Questo, con un semplice calcolo matematico, significa che chi è andato in pensione due anni fa vivrà rispettivamente fino a 83,3 anni e 86,9 anni. Un dato in crescita rispetto al 2009, e che conferma il trend europeo che vede l'aspettativa di vita avvicinarsi sempre più ai cento anni.
I più giovani vivranno meno. Ma c'è un altro dato che lascia stupiti. Guardando alle aspettative di vita per i neonati, si scopre che nel 2001 un neonato poteva sperare di arrivare all'età di 77 anni, mentre un bambino nato nel 2010 arriverà ai 79,1 anni. Una crescita importante, dunque, ma che non avvicina i numeri che si riferiscono a chi vecchio è già oggi. Un uomo, oggi, ha un'aspettativa di 83 anni di vita, come abbiamo scritto prima, mentre un bambino a malapena dovrebbe arrivare a 80 anni. Un dato, dunque, in controtendenza rispetto a quel che si è sempre pensato, cioè che le aspettative di vita sarebbero state costantemente in crescita.


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Più vecchi, ma meno sani. Il pessimismo sul futuro viene confermato da un'altra ricerca medica. Secondo quanto riferisce Eurostat, infatti, nel 2004 l'aspettativa di una vita sana arrivava a 74 anni; età drasticamente crollata in quattro anni, con gli ultimi dati riferiti al 2008 che parlano di soli 61 anni. Di contro, però, si vede una diminuzione del 20% tra gli uomini e del 10% tra le donne della mortalità a causa dei tumori, mentre per quel che riguarda i giovanissimi tra gli 0 e i 14 anni i dati raccontano di 9 ragazzi su 10 sani. Insomma, si combatte la mortalità, si nasce sani, ma lo stile di vita, l'inquinamento e gli agenti patogeni abbassano nettamente le difese del nostro corpo. Si è scoperto l'elisir di lunga vita, ma ancora non si è riusciti a garantire una lunga vita sana e vivibile.
Europei centenari. La tendenza a invecchiare più a lungo è una costante in tutto l'Occidente e, in particolare, in Europa. In Inghilterra, per esempio, quasi 100mila sessantacinquenni arriveranno a toccare quota 100 anni, mentre saranno quasi 300mila i bambini nati nel 2012 quelli che raggiungeranno la fatidica soglia nel 2112. Si sbilancia addirittura più in là il demografo James Vaupel della Duke University di Durham, secondo cui la metà dei bambini nati dal 2000 diverrà centenario.
Profezie da confermare. Questi dati raccontano di ipotesi che difficilmente trovano conferma. Sono troppe le variabili da prendere in considerazione e sono troppe le incertezze sul futuro del pianeta per poter garantire aspettative certe. E, soprattutto, è troppo differente l'attenzione allo stile di vita — in particolare all'alimentazione — tra le zone più ricche e acculturate e quelle più povere da non poter dare dati generici certi. Se si vogliono confermare i trend del passato e si vuole puntare a una vecchiaia sana è fondamentale cambiare la cultura di ampie zone del Paese e dell'Europa, dove ancora esiste uno stile di vita malsano, basato su false credenze.
Duccio Fumero

mercoledì 28 marzo 2012

sorbitolo


Test killer, errore di etichettatura
Caccia agli altri 22 acquirenti online

Le ipotesi della procura di Trani: la sostanza tossica messa per sbaglio nei contenitori etichettati come sorbitolo

Morta dopo test, gli inquirenti: «Chiarire errore in filiera»MILANO - La procura di Trani continua a lavorare sul caso della sostanza velenosa che ha causato a Barletta la morte di Teresa Sunna e l'avvelenamento di altre due donne. L'ipotesi sulla quale si sta concentrando l'attenzione degli inquirenti è l'errore di confezionamento o etichettatura: in pratica in una delle fasi successive alla produzione, il nitrito di sodio, sostanza tossica, sarebbe stato immesso in contenitori etichettati come sorbitolo, che è invece un integratore alimentare innocuo.
GLI ESAMI - Gli esami compiuti nelle ultime ore dal tossicologo Roberto Gagliano Candela hanno infatti confermato che non c'era proprio sorbitolo nella sostanza somministrata nel centro clinico di Barletta. La sostanza ingerita dalle tre donne conteneva, oltre alla concentrazione al 70% di nitrito di sodio, «probabilmente solo sali di lavorazione» e neppure un minimo di sorbitolo. Il tossicologo ha confermato che il nitrito di sodio diventa letale se una persona dal peso di 65 kg ne assume un quantitativo che va dai 2 grammi in su. Alle donne che si stavano sottoponendo al test nel centro di Barletta ne sono stati somministrati cinque grammi. Gli accertamenti sono dunque ora concentrati sulla filiera commerciale per comprendere se l'errore di etichettatura sia stato compiuto dall'azienda irlandese Mistral che ha rivenduto il prodotto o in ulteriori fasi intermedie di passaggio.
L'INCONTRO - Nella mattina di martedì intanto il sostituto procuratore di Trani Michele Ruggiero che indaga sul caso, ha incontrato gli amministratori della Cargill, l'azienda che ha prodotto la sostanza venduta, poi commercializzata dalla irlandese Mistral via internet in vari Paesi europei e anche in Italia. L'obiettivo è cercare di individuare esattamente in quale passaggio della filiera di produzione e vendita è avvenuto l'errore che ha consentito la presenza letale di nitrito di sodio. L'attenzione degli inquirenti è alta visto che sarebbero 22 gli acquisti del lotto di sostanza, che a Barletta, si è rivelata essere letale. Oltre a quello avvenuto in Italia, risulterebbero tre acquisti in Francia, uno in Belgio, uno in Lettonia e altri nel Regno Unito. Ora è al lavoro l'Interpol per allertare gli acquirenti.
Redazione online

martedì 27 marzo 2012

pena di morte


Pena di morte, solo un paese su 10 la usa ancora

PENA DI MORTE|
Afghanistan, Arabia Saudita,  Bangladesh, Bielorussia, Cina, Corea del Nord, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Iran, Iraq, Malesia, Siria, Somalia, Striscia di Gaza, Stati Uniti d’America, Sud Sudan, Sudan, Taiwan, Vietnam, Yemen.
Benvenuti al club degli Amici della forca. Ha perso molti iscritti, un centinaio nel corso dell’ultimo mezzo secolo. Ogni tanto, qualcuno dei vecchi soci torna a far visita ma da tempo non registra più nuove iscrizioni. È destinato a chiudere, prima o poi, per mancanza d’iscritti, e a depositare i suoi arredi e i suoi orridi stucchi nella cantina della storia.
I luoghi del mondo dove l’anno scorso vi sono state esecuzioni capitali, secondo il Rapporto annuale di Amnesty International sulla pena di morte nel 2011, sono 20, oltre un terzo in meno rispetto a 10 anni fa. Visto dall’altra parte, l’anno scorso il 90 per cento degli stati membri delle Nazioni Unite non ha eseguito condanne a morte e, di questi, 141 paesi hanno abolito la pena di morte per legge o perseguono una consolidata prassi abolizionista: il più recente, e primo del 2012, è stato la Lettonia.
Grazie alla determinazione delle attiviste e degli attivisti per i diritti umani, al coraggio di leader politici che prendono decisioni che possono sembrare impopolari, all’onestà di avvocati e giornalisti che raccontano i fatti e, soprattutto, alla forza morale di un sempre maggior numero di familiari la cui vita è stata devastata dalla criminalità e che pretendono giustizia, sì, ma non predicano l’occhio per occhio dente per dente, la pena di morte è in ritirata.
Le politiche secondo cui è necessario uccidere chi ha ucciso per dimostrare che non si deve uccidere si svuotano ovunque di significato, restando patrimonio di una visione della giustizia basata sulla vendetta e sulla ritorsione.
Per non parlare di quei sistemi giuridici che tolgono la vita ad adulteri e omosessuali (Iran), ai blasfemi (Pakistan) o a chi predice il futuro (Arabia Saudita).
In quel 10 per cento di mondo dove si decapita, si fucila, s’avvelena e s’impicca, nel 2011 il boia ha agito 676 volte, 149 in più dell’anno precedente, a causa di un profondo aumento delle esecuzioni in due paesi: Arabia Saudita e Iran. In quest’ultimo paese, sono stati impiccati almeno tre minorenni. 
A quel numero, 676, frutto dei dati pubblici monitorati da Amnesty International, potrebbe mancare uno zero alla fine: quello delle svariate decine di esecuzioni segrete avvenute in Iran e, soprattutto, quello delle migliaia di condanne a morte eseguite in Cina.
Amnesty International ha cessato, da alcuni anni, di fornire dati basati su fonti pubbliche cinesi, poiché è probabile che sottostimino enormemente il numero effettivo delle esecuzioni. Anche nel rapporto odierno, l’organizzazione per i diritti umani chiede al governo della Cina di pubblicare i dati relativi alle condanne a morte e alle esecuzioni, per poter accertare se sia proprio vero che una serie di modifiche alle leggi e alle procedure, così come la cancellazione di 13 reati capitali, abbiano ridotto significativamente, negli ultimi quattro anni, l’uso della pena di morte.
Gli errori e gli orrori che caratterizzano i procedimenti giudiziari relativi alla pena capitale (confessioni estorte con la tortura, processi senza avvocato difensore, giurie razziste, familiari non avvisati, impiccagioni e decapitazioni sulla pubblica piazza, comuni cittadini che prendono parte all’esecuzione), sono descritti nel rapporto pubblicato questa mattina da Amnesty International.
Qui, voglio mettere in evidenza altre cose successe nel 2011: in 33 paesi vi sono stati provvedimenti di grazia o commutazioni nei confronti dei condannati a morte; Benin e Mongolia hanno fatto un passo avanti per aggiungersi ai paesi abolizionisti per legge; Sierra Leone e Nigeria hanno rispettivamente dichiarato e confermato la moratoria sulle esecuzioni; non ci sono state esecuzioni a Singapore e in Giappone (in questo paese, è stata la prima volta dopo 19 anni).
Negli Stati Uniti d’America, l’unico paese del continente americano a eseguire sentenze capitali (43 nel 2011, ma erano state 71 nel 2002), l’Illinois è diventato il 16° stato abolizionista della federazione e l’Oregon ha annunciato una moratoria.La sconvolgente vicenda di Troy Davis, l’ennesimo prigioniero messo a morte nonostante vi fossero dubbi sulla sua colpevolezza, ha rilanciato il dibattito e ha seminato ulteriori dubbi nell’opinione pubblica e nei giudici: le nuove condanne a morte emesse l’anno scorso sono state 78, un quarto rispetto agli anni Novanta.
Per chi si batte per l’abolizione della pena di morte, un’esecuzione in più è sempre un’esecuzione di troppo. I movimenti abolizionisti, quelli internazionali così come quelli regionali e locali, sanno che ci sono almeno 18.750 prigionieri in attesa d’esecuzione nel mondo. Il paradosso è che molti di loro non verranno messi a morte, condannati in base a una pena che, nei loro paesi, per prassi non viene ormai più usata.
Intanto, a due passi da qui, le madri di Uladzslau Kavalyou e Dzmitry Kanavalau aspettano i corpi dei loro figli, abbattuti con un colpo di pistola alla nuca a metà marzo, per poter celebrare il funerale. E’ accaduto nel cuore dell’Europa, in Bielorussia.

Nitrito di sodio invece di sorbitolo


Test killer, errore di etichettatura
Caccia agli altri 22 acquirenti online

Le ipotesi della procura di Trani: la sostanza tossica messa per sbaglio nei contenitori etichettati come sorbitolo

MILANO - La procura di Trani continua a lavorare sul caso della sostanza velenosa che ha causato a Barletta la morte di Teresa Sunna e l'avvelenamento di altre due donne. L'ipotesi sulla quale si sta concentrando l'attenzione degli inquirenti è l'errore di confezionamento o etichettatura: in pratica in una delle fasi successive alla produzione, il nitrito di sodio, sostanza tossica, sarebbe stato immesso in contenitori etichettati come sorbitolo, che è invece un integratore alimentare innocuo.
GLI ESAMI - Gli esami compiuti nelle ultime ore dal tossicologo Roberto Gagliano Candela hanno infatti confermato che non c'era proprio sorbitolo nella sostanza somministrata nel centro clinico di Barletta. La sostanza ingerita dalle tre donne conteneva, oltre alla concentrazione al 70% di nitrito di sodio, «probabilmente solo sali di lavorazione» e neppure un minimo di sorbitolo. Il tossicologo ha confermato che il nitrito di sodio diventa letale se una persona dal peso di 65 kg ne assume un quantitativo che va dai 2 grammi in su. Alle donne che si stavano sottoponendo al test nel centro di Barletta ne sono stati somministrati cinque grammi. Gli accertamenti sono dunque ora concentrati sulla filiera commerciale per comprendere se l'errore di etichettatura sia stato compiuto dall'azienda irlandese Mistral che ha rivenduto il prodotto o in ulteriori fasi intermedie di passaggio.
L'INCONTRO - Nella mattina di martedì intanto il sostituto procuratore di Trani Michele Ruggiero che indaga sul caso, ha incontrato gli amministratori della Cargill, l'azienda che ha prodotto la sostanza venduta, poi commercializzata dalla irlandese Mistral via internet in vari Paesi europei e anche in Italia. L'obiettivo è cercare di individuare esattamente in quale passaggio della filiera di produzione e vendita è avvenuto l'errore che ha consentito la presenza letale di nitrito di sodio. L'attenzione degli inquirenti è alta visto che sarebbero 22 gli acquisti del lotto di sostanza, che a Barletta, si è rivelata essere letale. Oltre a quello avvenuto in Italia, risulterebbero tre acquisti in Francia, uno in Belgio, uno in Lettonia e altri nel Regno Unito. Ora è al lavoro l'Interpol per allertare gli acquirenti.
Redazione online27 marzo 2012 | 17:22

lunedì 26 marzo 2012

sorbitolo 2


Donna morta dopo il test, eBay blocca
le vendite di sorbitolo in tutto il mondo

Il ministro della Salute Balduzzi: «Episodio di una gravità inaudita ma non è il caso di suscitare un allarme sanitario»

MILANO - Bloccate le vendite di sorbitolo in tutto il mondo. Lo ha deciso eBay, il più grande sito di compravendite online, dopo il caso di Teresa Sunna, la 29enne morta a Barletta dopo aver ingerito una fiala di sorbitolo poco prima di sottoporsi ad un test di intolleranza alimentare nello studio privato di un gastroenterologo. «eBay - si legge in una nota ufficiale dell'azienda - è profondamente addolorata da quanto accaduto a Barletta sabato 24 marzo. Ci sentiamo vicini alla famiglia della vittima. Le indagini sono in corso e quindi non possiamo commentare sul caso. L'azienda sta cooperando con le autorità locali e internazionali ed è impegnata a fornire tutto il supporto necessario affinchè sia fatta chiarezza sulla vicenda. Il sorbitolo è un sostituto dello zucchero molto diffuso e una sostanza che può essere legalmente venduta, sia attraverso canali di vendita tradizionali che online. Detto questo, come precauzione, eBay ha immediatamente cancellato tutte le vendite di sorbitolo, che resteranno interdette fino a ulteriori chiarimenti». Tutto questo mentre l'Aifa, l'Agenzia Italiana del Farmaco, citando l'ente statunitense LegitScript, il servizio di verifica e controllo delle farmacie online, l'unico riconosciuto ufficialmente dalle federazioni dei farmacisti, afferma che solo l'1% delle 40.000 farmacie online censite sarebbe legale, ovvero controllato dalle autorità competenti. Mentre il resto dell'esistente sarebbe rappresentato da farmacie false o illegali.
I CARABINIERI - Intanto i carabinieri del Nas di Padova confermano il blocco della vendita di sorbitolo (Foodgrade) da parte della Cargill, l'azienda che produce e commercializza il prodotto, spiegando tuttavia che nessun esame di laboratorio è stato disposto, né per la merce trovata nella sede di Rovigo né per quella del magazzino a Mantova. Secondo quanto si è appreso in ambienti investigativi, il lotto di prodotto al centro dell'inchiesta faceva parte di una partita di 1200 tonnellate di sorbitolo esportate tra l'aprile e il settembre 2010 da Cargill in Inghilterra, Svizzera e Germania. Merce che era accompagnata dai certificati di idoneità e qualità del prodotto. «Il sorbitolo - ha spiegato all'Ansa un investigatore - è un umidificante e un dolcificante che sostituisce fruttosio, saccarosio, dichiarato nelle etichette come E420. Viene usato nelle gomme da masticare e nei prodotti da forno». Nell'azienda di Rovigo la produzione prosegue, ma per il momento sono state messe sotto sequestro le varie partite (anche nel magazzino di Mantova) e sospesa di conseguenza la vendita, in attesa degli esiti dell'autopsia e degli esami di laboratorio del lotto sequestrato dalla magistratura di Trani.
Una locandina affissa nell'ospedale di Barletta del kit usato nel caso di Teresa Sunna (Ansa)Una locandina affissa nell'ospedale di Barletta del kit usato nel caso di Teresa Sunna (Ansa)
AUTOPSIA - Nel frattempo è stato attribuito l'incarico dell'autopsia sul corpo di Teresa Sunna: gli incaricati sono il medico legale Giancarlo Divella e il tossicologo Roberto Gagliano Candela. L'autopsia si svolgerà al Policlinico di Bari. Sono cinque i quesiti che la Procura ha posto ai medici. Gli inquirenti chiedono di sapere quale tipo di sostanza sia stata somministrata alla vittima, se questa sostanza faccia parte di un protocollo farmaceutico, la causa della morte di Teresa Sunna e del malore accusato dalle altre due donne, le modalità di acquisto via internet del sorbitolo e se sia stata tempestiva l'attività di soccorso da parte del personale del 118.
IL MINISTRO - «È un episodio di gravità inaudita, ma secondo le nostre informazioni non è tale da suscitare allarme sanitario di nessun tipo», scrive in una nota il Ministro della salute, Renato Balduzzi. Il Ministero della salute precisa che «nel centro clinico sequestrato dai Nas è stato utilizzato sorbitolo industriale, usato impropriamente in una soluzione per breath test, che serve per diagnosticare il malassorbimento intestinale. Allo stato non risulta alcuna contaminazione, come erroneamente riferito da notizie di stampa». «Si è trattato quindi - spiega nella nota - di uso improprio di sorbitolo (Sorbidex diluito con acqua del rubinetto) non medico, in un centro non autorizzato. Si resta in attesa delle analisi e dell'esame autoptico della giovane vittima, che forniranno risultati più precisi».
LE ALTRE - Sono buone le condizioni delle altre due donne che sabato scorso sono state colte da malore dopo avere ingerito una soluzione, di acqua e sorbitolo per poter effettuare test per le intolleranze alimentari in un centro diagnostico. Sono ancora ricoverate nei reparti di rianimazione, la 62enne, Addolorata Piazzola, e di medicina, la più giovane di 32 anni, Anna Abbrescia, solo perché possano restare ancora un po' sotto osservazione, ma le loro condizioni cliniche non destano preoccupazione. Le donne rifiutano di parlare con i giornalisti dopo che la più giovane, Anna Abbrescia, domenica, ha rilasciato una intervista televisiva e dopo avere subito il pressing di media locali e nazionali. I medici fanno loro da «scudo»: «Dobbiamo preservare queste pazienti, non è giusto questo assalto mediatico, la paziente non vuole parlare con nessuno», dice il medico di turno del reparto di medicina.
LE INDAGINI - Sul fronte delle indagini, la Procura di Trani sta indagando sulla vicenda, si è svolta una riunione operativa tra gli investigatori coordinata dal capo della Procura, Carlo Maria Capristo. Erano presenti anche il pm Michele Ruggiero, i carabinieri del Nas e la Polizia. Gli inquirenti, in sostanza, stanno cercando di capire se il sorbitolo somministrato alla giovane donna fosse stato adulterato o se avesse subito qualche contaminazione o attività di manomissione. I controlli si stanno svolgendo in tutta Europa perché il sorbitolo sotto accusa è stato venduto via Internet in altri paesi della comunità europea. Per questo il prefetto della Bat, Carlo Sessa, ha lanciato l'allarme sanitario. «Il discorso prioritario è quello di capire se questa sostanza sia stata manipolata», ha detto Capristo ai giornalisti.
Redazione Online26 marzo 2012 | 17:45

domenica 25 marzo 2012

sorbitolo industriale nella diagnostica


Barletta, 29enne muore in centro medico privato

Balduzzi: "Inaudito: uso improprio di sorbitolo industriale"

Il liquido diagnostico di fabbricazione cinese sarebbe stato comprato via internet su un sito inglese. Indagano i Nas e la procura di Trani. Le altre due donne intossicate hanno 32 e 62 anni. L'ira del ministro della Salute: "Gravissimo"
 
Lo stabile al numero civico 20 di Via Rizzitelli a Barletta dove si trova lo studio medico Spinazzola (Ansa)
Lo stabile al numero civico 20 di Via Rizzitelli a Barletta dove si trova lo studio medico Spinazzola (Ansa)
Roma, 24 marzo 2012 - A Barletta una ragazza di 29 anni è morta stamattina nel rinomato centro medico privato "Spinazzola" dopo aver bevuto una soluzione diagnostica che viene utilizzata per la preparazione a test allergici (e non per una gastroscopia, come si era appreso in un primo momento). Altre due donne, rispettivamente di 32 e 62 anni, sono rimaste intossicate: una è ricoverata nel reparto di medicina dell'ospedale di Barletta, l'altra è ancora in rianimazione.
INQUIRENTI AL LAVORO - Sul decesso sono in corso gli accertamenti della polizia e della procura di Trani (pm Michele Ruggiero), che dovranno verificare anche la circostanza, riferita agli inquirenti dallo stesso medico, per la quale alcune sostanze per effettuare esami  sarebbero state acquistate su Internet.
PRIMA RICOSTRUZIONE - Allo studio medico, rinomato a Barletta, è intervenuto poco dopo le 9 il 118: i soccorritori hanno trovato le tre donne intossicate, ma per la 29enne non hanno fatto nemmeno in tempo a trasportarla sull’ambulanza. I Nas indagano. Nell'ospedale Dimiccoli di Barletta, dove sono ricoverate le due donne, sono al lavoro carabinieri del Nas.
IL MINISTRO BALDUZZI: GRAVITA' INAUDITA - La tragedia della giovane donna morta a barletta durante un esame medico in uno studio privato è di “gravità inaudita”; è un caso di uso improprio di sorbitolo industriale, dunque non per uso medico. La vicenda non segnala alcun allarme sanitario generalizzato: lo sottolinea una nota del ministero della Salute.
Il ministro Renato Balduzzi, si legge nella nota, “ha seguito per l’intero pomeriggio la vicenda della giovane morta a Barletta ed e’ vicino ai familiari della vittima e delle altre persone coinvolte: “E’ un episodio di gravita’ inaudita, ma secondo le nostre informazioni non e’ tale da suscitare allarme sanitario di nessun tipo”. Il Ministero della Salute precisa che nel centro clinico sequestrato dai NAS è stato utilizzato sorbitolo industriale usato impropriamente in una soluzione per breath test che serve per diagnosticare il malassorbimento intestinale. Allo stato non risulta alcuna contaminazione, come erroneamente riferito da notizie di stampa. Si e’ trattato quindi di uso improprio di sorbitolo (Sorbidex diluito con acqua del rubinetto) non medico in un centro non autorizzato”.
“Le analisi e l’esame autoptico domani forniranno risultati più precisi” prosegue la nota. “Il Pronto soccorso dell’Ospedale di Barletta ha provveduto immediatamente ad allertare il Centro antiveleni di Pavia, organo di consulenza tecnica del Ministero della Salute per la gestione della scorta nazionale di antidoti. In Pronto soccorso la prima paziente arrivata e’ stata subito trattata con blu di metilene con rapido miglioramento della sintomatologia. La seconda paziente ha subìto lo stesso trattamento clinico. La terza persona e’ deceduta sul posto per arresto cardiocircolatorio nonostante le manovre di rianimazione.
Continuano le indagini sulla provenienza del prodotto usato”.