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lunedì 7 febbraio 2011

TIR contromano

Trieste: ubriaco su Tir contromano
uccide padre e figlioletta di 17 mesi
L'autista, di nazionalità turca, è risultato positivo all'alcol-test. Coinvolte molte auto, tre i feriti

MILANO - Ubriaco alla guida di un Tir contromano. Sarebbe questa, secondo i primi accertamenti, la causa del grave incidente stradale nel quale domenica sera hanno perso la vita un uomo e la figlia di 17 mesi sull'autostrada A4 nel raccordo Sistiana-Trieste. Ad accertare lo stato di alterazione dell'autista, V. B., 55 anni, di nazionalità turca, è stato il risultato dell'alcol-test al quale è stato sottoposto in ospedale dove era stato portato subito dopo l'incidente e dove si trova ora in stato di fermo.


DINAMICA - La dinamica dello scontro nel quale hanno perso la vita il triestino M. G., 36 anni, e la piccola figlia, è stato in gran parte ricostruito grazie alle telecamere del tratto di autostrada in cui è avvenuto l'incidente. Le telecamere hanno infatti registrato il passaggio di un Tir contromano pochi istanti prima del grave incidente che ha coinvolto numerose autovetture e il ferimento di almeno altre tre persone. Il camion - ha spiegato un portavoce dall'Anas - si è immesso in senso contrario e probabilmente arrivava dal vicino interporto di Fernetti. I tecnici della sala di controllo dell'Anas hanno notato il passaggio del Tir, ma era troppo tardi per intervenire. Le registrazioni saranno ora a disposizione per chiarire con precisione la dinamica del sinistro che ha creato una fila di alcuni chilometri. (fonte: Ansa)

domenica 25 ottobre 2009

VULNERABILITA' GENETICA II

25/10/2009 (18:1) - LO SCONTO DI PENA CHE FA DISCUTERE
Il giudice: "E' il primo caso in Italia
Applicato un documento del 2002 "


Santosuosso: «Ma non esiste ancora
l'evidenza scientica per l'assoluzione»
Il caso di «vulnerabilità genetica» riconosciuto dalla Corte d’Assise d’Appello di Trieste «è il primo del genere in Italia». Così il giudice Amedeo Santosuosso, consigliere della Corte d’Appello di Milano, ha commentato lo sconto di pena di un anno riconosciuto a un cittadino algerino condannato per omicidio.

La sentenza, osserva Santosuosso, applica l’orientamento espresso nel 2002 nel documento britannico diventato da allora il punto di riferimento in merito alle connessioni fra caratteristiche genetiche, comportamento e responsabilità. Il documento, intitolato «Genetica e comportamento umano: il contesto etico», è stato elaborato dal Nuffield Council on Bioethics. «Le conclusioni di quel documento, in generale condivise, rilevano - spiega Santosuosso - che dalle conoscenze genetiche attuali non emerge una sufficiente evidenza scientifica tale da escludere la responsabilità e assolvere persone con determinate caratteristiche; tuttavia possono verificarsi casi in cui parziali evidenze scientifiche possono essere utilizzate per calcolare la pena».

Non è molto chiaro, al momento, che cosa si intenda per «vulnerabilità genetica». Il termine, secondo Santuosuosso, «sembra volersi riferire ad una condizione genetica che rende vulnerabili, sembra di capire sulla base di accertamenti di natura scientifica. Quale sia è tutto da vedere».

VULNERABILITA' GENETICA

25/10/2009 (18:33) - IL CASO
"E' vulnerabile geneticamente"
Sconto di pena al detenuto algerino

All’origine dell’omicidio un'aggressione avvenuta nel 2007
+ Il giudice: "E' il primo caso in Italia Applicato un documento del 2002 "


Uccise un colombiano a coltellate
Con una indagine cromosomica
la Corte ha accertato che i geni
lo renderebbero più aggressivo
TRIESTE
Uno sconto di pena di un anno, perchè ritenuto «vulnerabile geneticamente»: è quanto la Corte d’Assise d’Appello di Trieste ha riconosciuto al cittadino algerino Abdelmalek Bayout, portando a otto anni e due mesi di reclusione la condanna per aver ucciso a coltellate nel 2007, a Udine, il colombiano Walter Felipe Novoa Perez.

Attraverso un’indagine cromosomica innovativa - secondo quanto riferisce oggi il Messaggero Veneto - è stato accertato il possesso, da parte di Bayout, di alcuni geni, che lo renderebbero più incline a manifestare aggressività se provocato o espulso socialmente. Tale «vulnerabilità genetica» si sarebbe incrociata con «lo straniamento dovuto all’essersi trovato alla necessità di coniugare il rispetto della propria fede islamica integralista con il modello comportamentale occidentale», determinando nell’uomo «un importante deficit nella sua capacità di intendere e di volere».

All’origine dell’omicidio - ricorda il presidente della Corte d’Assise d’Appello, Pier Valerio Reinotti, estensore delle motivazioni della sentenza - è stata l’aggressione subita da Bayout da parte di un gruppo di giovani, tra cui Novoa Perez, che lo avevano deriso per avere gli occhi truccati con il kajal, apparentemente per motivi religiosi. (da lastampa.it)

sabato 7 febbraio 2009

AMIANTO

L'Italia sotto una valanga di amianto. http://www.repubblica.it/2009/02/sezioni/cronaca/amianto-velodromo-roma/valanga-amianto/valanga-amianto.html

sabato 31 maggio 2008

NUOVI SCHIAVI

Compravendita di esseri umani, sei nigeriani finiscono in manette
TRIESTESi è conclusa un'operazione della Squadra mobile di Trieste, coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo giuliano, che ha portato all’arresto dei vertici di un’organizzazione criminale nigeriana responsabile di tratta di esseri umani, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione e falsificazione di documenti. Gli arresti sono stati eseguiti in diverse città (Trieste, Venezia, Padova, Verona, Vicenza e Ravenna) a partire dallo scorso mese di marzo, quando erano finiti in manette a Venezia Imafidon Bose Faith di 43 anni ed Etu Steven Oti di 46 anni, in esecuzione di una misura cautelare emessa dal gip di Trieste, nella quale viene contestata anche l’aggravante del reato transnazionale.Dalle investigazioni è emerso un totale disprezzo della vita umana da parte dei trafficanti, che «compravano» le ragazze, costrette a ripagare il loro ingresso in Italia con anni di sfruttamento sessuale e dopo aver subito il rito voodoo, in molti casi esteso anche a danno dei famigliari delle giovani.Le indagini sono iniziate quando alla Questura di Trieste è arrivata una segnalazione del Consolato sloveno, relativa ad alcuni nigeriani che avevano presentato documenti falsi per fare entrare dei loro connazionali in Slovenia. L’immediato avvio di intercettazioni telefoniche delle utenze in uso ai nigeriani ha consentito di individuare la vastissima rete del traffico di esseri umani gestito esclusivamente dagli africani che, tramite connazionali, hanno fatto entrare in Italia, Bulgari e Grecia un centinaio di ragazze da avviare alla prostituzione, utilizzando documentazione falsa.Le attività operative, per le diramazioni internazionali della banda, sono state coordinate dal Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine e si sono concluse con l’arresto di Pina Igbinoba di 33 anni, di Elvis Ofure di 24 anni, di Linda Osagie di 34 anni e di Ibemudia Paulash Washington di 30 anni, già detenuto nel carcere triestino del Coroneo e tra i primi arrestati nel corso dell’indagine. (da lastampas.it 31 maggio)