«al nord il 60-70% dei crimini commessi dagli immigrati clandestini
«In Italia c'è un indulto quotidiano»
Manganelli: ci troviamo in una situazione di «indulto quotidiano in cui tutti parlano, ma nessuno fa
ROMA - La certezza della pena non esiste più. Ci troviamo in una situazione di «indulto quotidiano», in cui tutti parlano ma nessuno fa. Il capo della Polizia, prefetto Antonio Manganelli, non usa mezzi termini per definire lo stato della certezza della pena in Italia.
NON SI E' FATTO NULLA - «Viviamo una situazione di indulto quotidiano - dice alle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia del Senato - di cui tutti parlano. Ma su cui non si è fatto nulla negli ultimi anni».
Antonio Manganelli (Emblema)La pena, aggiunge Manganelli, «oggi è quando di più incerto esiste in Italia»; un qualcosa che rende «assolutamente inutile» la risposta dello Stato e «vanifica» gli sforzi di polizia e magistratura. «Non gioco a fare il giurista - prosegue il capo della Polizia - nè voglio entrare nelle prerogative del Parlamento, ma quella che abbiamo oggi è una situazione vergognosa».
CRIMINALITA' E CLANDESTINITA' - «La criminalità diffusa in Italia ha un segmento di fascia delinquenziale ben identificato che si chiama immigrazione clandestina» ha aggiunto il capo della polizia. «Il 30 per cento degli autori di reato di criminalità diffusa sono immigrati clandestini - ha spiegato ancora Manganelli - ma questa media nazionale del 30 per cento va disaggregata». Così, ha proseguito il capo della polizia, si scopre, che se al Sud i reati commessi da clandestini incidono relativamente poco («i reati compiuti da irregolari si attesta intorno al 30 per cento»), al Nord e in particolare nel Nord est «si toccano picchi del 60-70 per cento». La maggior parte degli immigrati clandestini, sottolinea poi Manganelli, entra in Italia non attraverso gli sbarchi ma con un visto turistico. «Solo il 10 per cento dei clandestini entra nel nostro Paese attraverso gli sbarchi a Lampedusa- dice il capo della polizia- mentre il 65-70 per cento arriva regolarmente e poi si intrattiene irregolarmente». E conclude: «Il 70 per cento di quei crimini commessi nel Nord est da irregolari è compiuta proprio da chi arriva con visto turistico e poi rimane clandestinamente sul nostro territorio». Per contrastare la clandetinità, riflette Manganelli, «occorre quindi non solo il contrasto all'ingresso, ma il controllo della permanenza sul territorio dei clandestini».
CPT - Dal primo gennaio a oggi, «le forze dell'ordine hanno fermato 10.500 immigrati clandestini per i quali è stata avviata la procedura di espulsione: ma solo 2.400 di loro hanno trovato posto nei Centri di permanenza temporanea» ha reso noto Manganelli. «È un dato che io trovo inquietante - ha ammesso Manganelli -, perchè significa che oltre 8 mila clandestini sono stati "perdonati" sul campo essendosi visti consegnare un foglietto su cui c'è scritto "devi andar via", che equivale a niente».«Noi forze dell'ordine diciamo che l'immigrazione clandestina va contrastata con rigore, ma di fatto rinunciamo già in partenza a qualsiasi possibilità di farlo» ha detto ancora Manganelli. In tutto il 2007 - ha spiegato Manganelli - «gli immigrati clandestini fermati e avviati ad espulsione sono stati 33.897, ma solo 6.366 di loro hanno trovato posto nei Cpt: di fatto, 27 mila sono stati destinatari di un ordine scritto (di allontanamento), naturalmente non accolto nella stragrande maggioranza, se non nella totalità, dei casi».
29 maggio 2008 (da corriere.it)
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giovedì 29 maggio 2008
giovedì 17 aprile 2008
EVVIVA!
Non so se mettermi a ridere o a piangere.
Trovato nudo insieme a sei prostitute:arrestato il capo della polizia di Teheran
TEHERAN (16 aprile) - Nell'ultimo anno ha fatto incarcerare migliaia di ragazze iraniane perché indossavano veli che lasciavano uscire troppo i capelli o indumenti che facevano intravedere il corpo, ma è stato incastrato da un blizt in un bordello. L'uomo in questione è il capo della polizia di Teheran, il generale Reza Zarei, il cui compito consisteva nel reprimere tutte le pratiche ritenute immorali: è stato trovato nudo in compagnia di sei prostitute e arrestato. In Iran la prostituzione è infatti illegale. A riferirlo è il sito del quotidiano israeliano Yediot Ahronot, spiegando che la vicenda è avvenuta il mese scorso. Il generale, che si è scoperto essere il primo a non rispettare le leggi dell'Islam, in seguito a quanto accaduto ha dovuto presentare le dimissioni. Le autorità iraniane hanno mantenuto sulla vicenda un quasi assoluto silenzio. Il portavoce dell'apparato giudiziario, Ali Reza Jamshidi, si è limitato a dire che «uno degli ex comandanti della polizia» è in carcere, in attesa di giudizio, ma non ha voluto fare alcun commento sulle accuse che gli vengono mosse. «Poiché il caso è nella fase giudiziaria - ha sottolineato Jamshidi - non possiamo dare alcuna informazione». Solo qualche giornale iraniano riformista ha fatto vaghi cenni alla vicenda, anche in questo caso senza pubblicare il nome di Zarei e le accuse che gli sarebbero rivolte. (da ilmessaggero.it)
Trovato nudo insieme a sei prostitute:arrestato il capo della polizia di Teheran
TEHERAN (16 aprile) - Nell'ultimo anno ha fatto incarcerare migliaia di ragazze iraniane perché indossavano veli che lasciavano uscire troppo i capelli o indumenti che facevano intravedere il corpo, ma è stato incastrato da un blizt in un bordello. L'uomo in questione è il capo della polizia di Teheran, il generale Reza Zarei, il cui compito consisteva nel reprimere tutte le pratiche ritenute immorali: è stato trovato nudo in compagnia di sei prostitute e arrestato. In Iran la prostituzione è infatti illegale. A riferirlo è il sito del quotidiano israeliano Yediot Ahronot, spiegando che la vicenda è avvenuta il mese scorso. Il generale, che si è scoperto essere il primo a non rispettare le leggi dell'Islam, in seguito a quanto accaduto ha dovuto presentare le dimissioni. Le autorità iraniane hanno mantenuto sulla vicenda un quasi assoluto silenzio. Il portavoce dell'apparato giudiziario, Ali Reza Jamshidi, si è limitato a dire che «uno degli ex comandanti della polizia» è in carcere, in attesa di giudizio, ma non ha voluto fare alcun commento sulle accuse che gli vengono mosse. «Poiché il caso è nella fase giudiziaria - ha sottolineato Jamshidi - non possiamo dare alcuna informazione». Solo qualche giornale iraniano riformista ha fatto vaghi cenni alla vicenda, anche in questo caso senza pubblicare il nome di Zarei e le accuse che gli sarebbero rivolte. (da ilmessaggero.it)
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