Spagna: infezione in ospedale Madrid, 18 morti in 20 mesi
11 mag 15:11 Esteri
MADRID - Sono 18 le persone morte negli ultimi 20 mesi in un grande ospedale di Madrid. Le vittime hanno contratto un'infezione dovuta al batterio Acinetobacter Baumannii, che ha contagiato complessivamente 252 pazienti. Lo rende noto oggi il quotidiano spagnolo 'El Pais'. L'ospedale e' stato costretto a distruggere la sua unita' di cure intensive per poi ricostruirne una nuova non contaminata. (Agr)
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domenica 11 maggio 2008
martedì 22 aprile 2008
INFEZIONI NOSOCOMIALI
Orologio fonte di infezioni in ospedale, avviso a medici e infermieri
Barcellona, 21 apr. (Adnkronos Salute) - Meglio diffidare di medici e infermieri che, in ospedale, non si tolgono l'orologio dal polso. Potrebbero essere potenziali untori di numerose infezioni batteriche. L'avvertimento proviene dal XVIII Congresso europeo di microbiologia clinica e malattie infettive (Eccimid), in corso fino a martedì a Barcellona (Spagna). Secondo uno studio condotto dai ricercatori britannici dell'università di Sheffield, infatti, camici bianchi e infermieri che lavorano in ospedale dovrebbero togliersi gli orologi per evitare che, tra cinturino e polso, si dia vita a una vera e propria coltura batterica, potenzialmente pericolosa per i malati che sono più vulnerabili alle infezioni. Prima di puntare il dito contro gli orologi da polso, gli scienziati hanno misurato la contaminazione batterica di mani e polsi di due gruppi di operatori sanitari ospedalieri. Un gruppo abituato a portare sempre con se lorologio, l'altro a toglierlo. Ebbene, i microbiologi hanno scoperto la presenza dello stafilococco aureo nel 25% dei primi, e percentuali molto più basse nei secondi. Non solo: il polso di chi non ama separarsi mai dal proprio orologio è risultato una vera e propria coltura dei più diversi batteri. ''Che per fortuna - aggiungono - non si propaga alle mani''. Le conclusioni fanno il paio con quelle di un'altra ricerca secondo cui ''solo il 40% del personale ospedaliero rispetta le regole igieniche - prima tra tutte il lavaggio delle mani - necessarie per ridurre al minimo la possibilità di propagare infezioni opportunistiche tra i pazienti ricoverati''. Tra i comportamenti sotto osservazione, l'abitudine o meno di lavarsi le mani dopo essersi recati in bagno, che i ricercatori olandesi del Canisius-Wilhelmina Hospital hanno misurato nel personale sanitario ospedaliero e in altre due categorie di persone: i partecipanti all'Eccimid dello scorso anno, e quanti visitano i bagni pubblici delle stazioni di servizio sulle autostrade. Il risultato, poco confortante, è che medici e ricercatori che lavorano in ospedale sono risultati la categoria che si lava meno le mani (46%), rispetto ai congressisti microbiologi che, forse per deformazione professionale, nell'84% dei casi dopo essere andati in bagno usano il lavandino. Anche i comuni cittadini che vanno nelle toilette pubbliche delle autostrade sono più attenti, con una percentuale del 75% di persone che prima di uscire si lavano le mani. In questo caso, ipotizzano i ricercatori olandesi, a suggerire questa sana abitudine anche in chi non la applica nella vita di tutti i giorni potrebbero essere l'ambiente circostante, non sempre paradigma dell'igiene. Come fare per convincere o ricordare ai medici che lavarsi le mani è una misura precauzionale necessaria? Gli scienziati olandesi suggeriscono carta igienica e salviette 'promozionali', con su scritti messaggi tipo 'ricordati che devi lavarti le mani'. Laddove sono stati usati, la sana abitudine è diventata più comune. ''Con modesti investimenti finanziari'', concludono. (Univadis, 22 aprile)
Barcellona, 21 apr. (Adnkronos Salute) - Meglio diffidare di medici e infermieri che, in ospedale, non si tolgono l'orologio dal polso. Potrebbero essere potenziali untori di numerose infezioni batteriche. L'avvertimento proviene dal XVIII Congresso europeo di microbiologia clinica e malattie infettive (Eccimid), in corso fino a martedì a Barcellona (Spagna). Secondo uno studio condotto dai ricercatori britannici dell'università di Sheffield, infatti, camici bianchi e infermieri che lavorano in ospedale dovrebbero togliersi gli orologi per evitare che, tra cinturino e polso, si dia vita a una vera e propria coltura batterica, potenzialmente pericolosa per i malati che sono più vulnerabili alle infezioni. Prima di puntare il dito contro gli orologi da polso, gli scienziati hanno misurato la contaminazione batterica di mani e polsi di due gruppi di operatori sanitari ospedalieri. Un gruppo abituato a portare sempre con se lorologio, l'altro a toglierlo. Ebbene, i microbiologi hanno scoperto la presenza dello stafilococco aureo nel 25% dei primi, e percentuali molto più basse nei secondi. Non solo: il polso di chi non ama separarsi mai dal proprio orologio è risultato una vera e propria coltura dei più diversi batteri. ''Che per fortuna - aggiungono - non si propaga alle mani''. Le conclusioni fanno il paio con quelle di un'altra ricerca secondo cui ''solo il 40% del personale ospedaliero rispetta le regole igieniche - prima tra tutte il lavaggio delle mani - necessarie per ridurre al minimo la possibilità di propagare infezioni opportunistiche tra i pazienti ricoverati''. Tra i comportamenti sotto osservazione, l'abitudine o meno di lavarsi le mani dopo essersi recati in bagno, che i ricercatori olandesi del Canisius-Wilhelmina Hospital hanno misurato nel personale sanitario ospedaliero e in altre due categorie di persone: i partecipanti all'Eccimid dello scorso anno, e quanti visitano i bagni pubblici delle stazioni di servizio sulle autostrade. Il risultato, poco confortante, è che medici e ricercatori che lavorano in ospedale sono risultati la categoria che si lava meno le mani (46%), rispetto ai congressisti microbiologi che, forse per deformazione professionale, nell'84% dei casi dopo essere andati in bagno usano il lavandino. Anche i comuni cittadini che vanno nelle toilette pubbliche delle autostrade sono più attenti, con una percentuale del 75% di persone che prima di uscire si lavano le mani. In questo caso, ipotizzano i ricercatori olandesi, a suggerire questa sana abitudine anche in chi non la applica nella vita di tutti i giorni potrebbero essere l'ambiente circostante, non sempre paradigma dell'igiene. Come fare per convincere o ricordare ai medici che lavarsi le mani è una misura precauzionale necessaria? Gli scienziati olandesi suggeriscono carta igienica e salviette 'promozionali', con su scritti messaggi tipo 'ricordati che devi lavarti le mani'. Laddove sono stati usati, la sana abitudine è diventata più comune. ''Con modesti investimenti finanziari'', concludono. (Univadis, 22 aprile)
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giovedì 18 ottobre 2007
LAVATEVI LE MANI
Lavatevi spesso le mani, e potrete allontanare i virus respiratori. Se siete medici, farete anche in modo di non infettare i vostri pazienti. Che c'entra con la medicina legale? Non saprei.
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giovedì 11 ottobre 2007
CLOSTRIDIUM DIFFICILE
THE INDIPENDENT riferisce la storia dei tre ospedali inglesi infettati dal Cl. difficile, e parla di 345 casi di morte (causata o concausata) da questo germe. L'aggettivo usato per lo stato di questi ospedali è "Horrific". Leggi qui
http://news.independent.co.uk/health/article3047615.ece
http://news.independent.co.uk/health/article3047615.ece
CLOSTRIDIUM DIFFICILE, MRSA
Leggi nel Daily Mail di oggi l'intera storia delle infezioni nosocomiali. Soprattutto leggi il blog del giornale. I lettori sono letteralmente inferociti, soprattutto con gli amministratori dell'ospedale di Maidstone, perchè il numero delle infermiere è basso per ragioni di costo, e non vi sarebbe il tempo per badare all'igiene e disinfettare ambiente, pazienti, medici, infermiere.
http://www.dailymail.co.uk/pages/live/articles/news/news.html?in_article_id=486940&in_page_id=1770&in_page_id=1770&expand=true#StartComments
http://www.dailymail.co.uk/pages/live/articles/news/news.html?in_article_id=486940&in_page_id=1770&in_page_id=1770&expand=true#StartComments
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CLOSTRIDIUM DIFFICILE
http://www.guardian.co.uk/uklatest/story/0,,-6988063,00.html
Spesso affermo pubblicamente che gli ospedali debbono essere puliti, disinfestati e disinfettati, e che medici e infermieri si debbono lavare le mani, fra una visita e l'altra, e che i pazienti debbono essere tenuti puliti. L'inosservanza delle norme igieniche porta ad infezioni, talora a carattere epidemico. Le infezioni nosocomiali debbono essere tenute sotto controllo, alternativamente possono verificarsi casi di morte, attribuibili a negligenza, soprattutto da parte degli amministratori degli ospedali. Nel Regno Unito, alcuni ospedali sono stati colpiti dal Cl. difficile, e i morti sono stati 90. Medici e amministratori sono, per il momento, sotto inchiesta. Leggi dal Guardian la cronaca.
Spesso affermo pubblicamente che gli ospedali debbono essere puliti, disinfestati e disinfettati, e che medici e infermieri si debbono lavare le mani, fra una visita e l'altra, e che i pazienti debbono essere tenuti puliti. L'inosservanza delle norme igieniche porta ad infezioni, talora a carattere epidemico. Le infezioni nosocomiali debbono essere tenute sotto controllo, alternativamente possono verificarsi casi di morte, attribuibili a negligenza, soprattutto da parte degli amministratori degli ospedali. Nel Regno Unito, alcuni ospedali sono stati colpiti dal Cl. difficile, e i morti sono stati 90. Medici e amministratori sono, per il momento, sotto inchiesta. Leggi dal Guardian la cronaca.
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lunedì 30 luglio 2007
INFEZIONI NOSOCOMIALI
INFEZIONI NOSOCOMIALI
Prima di scordarmelo, scrivo il link del New York Times http://www.nytimes.com/2007/07/27/us/27infect.html?em&ex=1185854400&en=98b809dde0d40d90&ei=5087%0A
Il NYT scrive di un dato dell'ospedale dei reduci di Pittsburgh. In quell'ospedale le infezioni da stafilococchi meticillino resistenti erano molto frequenti, e molti erano i morti per questa infezione contratta in ospedale, finchè qualcuno non ha avuto l'idea di obbligare medici e infermiere di lavarsi le mani passando da un paziente all'altro. Oltre ad altre procedure di disinfezione, naturalmente, e di prevenzione, di carattere molto semplice. E' bastato questo per ridurre drasticamente la infezioni da questo temutissimo germe.
Da anni vado dicendo, anche nelle relazioni peritali, che le infezioni nosocomiali sono per lo più trasmesse attraverso le mani dei medici e degli infermieri, e attraverso strumenti di uso molto comune in corsia. Non voglio dire che l'ospedale di Pittsburgh mi abbia dato retta, ma soltanto comunicare a chi mi legge che non avevo tutti i torti a dimostrarmi così noioso, e pregare i lettori che eventualmente dovessero ricoverarsi in ospedale di fare bene attenzione all'igiene dell'ambiente, delle cose, e delle mani delle persone.
Prima di scordarmelo, scrivo il link del New York Times http://www.nytimes.com/2007/07/27/us/27infect.html?em&ex=1185854400&en=98b809dde0d40d90&ei=5087%0A
Il NYT scrive di un dato dell'ospedale dei reduci di Pittsburgh. In quell'ospedale le infezioni da stafilococchi meticillino resistenti erano molto frequenti, e molti erano i morti per questa infezione contratta in ospedale, finchè qualcuno non ha avuto l'idea di obbligare medici e infermiere di lavarsi le mani passando da un paziente all'altro. Oltre ad altre procedure di disinfezione, naturalmente, e di prevenzione, di carattere molto semplice. E' bastato questo per ridurre drasticamente la infezioni da questo temutissimo germe.
Da anni vado dicendo, anche nelle relazioni peritali, che le infezioni nosocomiali sono per lo più trasmesse attraverso le mani dei medici e degli infermieri, e attraverso strumenti di uso molto comune in corsia. Non voglio dire che l'ospedale di Pittsburgh mi abbia dato retta, ma soltanto comunicare a chi mi legge che non avevo tutti i torti a dimostrarmi così noioso, e pregare i lettori che eventualmente dovessero ricoverarsi in ospedale di fare bene attenzione all'igiene dell'ambiente, delle cose, e delle mani delle persone.
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