Ruby Rubacuori: incinta di due mesi e matrimonio in vista
Pubblicato da Domenico Giampetruzzi in Matrimoni Vip, Pettegolezzi, Primo Piano, Scoop, Vip News.
Mercoledì, 2 Febbraio 2011.
La 18enne squillo marocchina Ruby Rubacuori, all’anagrafe Karima El Mahroug, è incinta di due mesi. Lo scoop è stato svelato dalla rivista “Oggi” aggiungendo che la giovane “papi girl” del presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi è stata avvistata all’uscita dallo studio di un noto ginecologo di Genova. In un’intervista rilasciata al quotidiano “La Repubblica” la giovane marocchina del “bunga bunga” ha dichiarato che si sposerà in Comune fra tre settimane con il suo attuale compagno Luca Risso, patron delle discoteche Fellini di Genova e tra i soci dell’Albikokka. A giugno prossimo Ruby Rubacuori si sposerà anche in Chiesa.
La ragazza marocchina è diventata famosa e popolare in tutto il mondo grazie alle frequentazioni con il capo del Governo italiano Silvio Berlusconi, che è indagato per prostituzione minorile e concussione. Dalle intercettazioni telefoniche raccolte dalla Procura della Repubblica di Milano è emerso che tra il premier Silvio Berlusconi e Ruby Rubacuori non c’è stato solo affetto e simpatia reciproca ma anche, o meglio soprattutto, rapporti intimi con pagamenti in contanti e gioielli. Lo scandalo Ruby Rubacuori è diventato oltre che mediatico anche mondiale per via dei gravi reati di natura penale che vengono imputati al premier italiano.
Dopo tutto ciò che è successo Ruby vuole mettere la testa a posto formando una famiglia con il suo attuale fidanzato. «Mi sposo in Comune fra tre settimane, e a giugno in chiesa. Non ho bisogno di permessi, sono entrata in Italia nel 2001 e ho tutto in regola, compreso un contratto di lavoro come cameriera».. E alla domanda del giornalista “Se Berlusconi si salverà?” la cubista ha così risposto: «Non lo so e sono fatti suoi. Lui è solo e combatte la solitudine, un po’ come ho fatto io. Io ho pagato l’affetto di mio padre, lui le ragazze….».
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mercoledì 2 febbraio 2011
venerdì 14 agosto 2009
DI NUOVO!
delitto d'onore
Giordania: uccide la sorella incinta
Le spara alla testa e al ventre. Si era sposata contro
il volere della famiglia
MILANO - Una ragazza di 23 anni, incinta, è stata freddata con un colpo alla testa e uno al ventre. A spararle è stato il fratello al termine della sua festa di matrimonio. In questo modo l'uomo voleva lavare l’onore della famiglia. La giovane donna si era sposata due anni fa contro il volere dei genitori, aveva avuto un primo bambino e adesso era in attesa del secondo figlio.
In occasione del matrimonio del fratello si era riconciliata con i familiari che l’avevano invitata alla cerimonia. Ma al termine dei festeggiamenti, l'uomo l’ha uccisa; mentre il marito è stato picchiato selvaggiamente da altri due fratelli della ragazza. Il fratello che ha sparato è stato incriminato oggi per omicidio preterintenzionale e possesso illegale di armi dal procuratore di Amman, Jihad al-Diridi; mentre i due fratelli che hanno picchiato il cognato sono sotto accusa per favoreggiamento.
In media ogni anno vengono uccise in Giordania tra 15 e 20 donne in quelli che vengono definiti come "omicidi d’onore". E' solo di ieri la notizia di una 16enne uccisa dallo zio con nove colpi di pistola perché era stata violentata da due cugini.
13 agosto 2009 (da corriere.it)
Giordania: uccide la sorella incinta
Le spara alla testa e al ventre. Si era sposata contro
il volere della famiglia
MILANO - Una ragazza di 23 anni, incinta, è stata freddata con un colpo alla testa e uno al ventre. A spararle è stato il fratello al termine della sua festa di matrimonio. In questo modo l'uomo voleva lavare l’onore della famiglia. La giovane donna si era sposata due anni fa contro il volere dei genitori, aveva avuto un primo bambino e adesso era in attesa del secondo figlio.
In occasione del matrimonio del fratello si era riconciliata con i familiari che l’avevano invitata alla cerimonia. Ma al termine dei festeggiamenti, l'uomo l’ha uccisa; mentre il marito è stato picchiato selvaggiamente da altri due fratelli della ragazza. Il fratello che ha sparato è stato incriminato oggi per omicidio preterintenzionale e possesso illegale di armi dal procuratore di Amman, Jihad al-Diridi; mentre i due fratelli che hanno picchiato il cognato sono sotto accusa per favoreggiamento.
In media ogni anno vengono uccise in Giordania tra 15 e 20 donne in quelli che vengono definiti come "omicidi d’onore". E' solo di ieri la notizia di una 16enne uccisa dallo zio con nove colpi di pistola perché era stata violentata da due cugini.
13 agosto 2009 (da corriere.it)
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venerdì 15 febbraio 2008
MATRIMONIO NULLO
Lui si drogava, la chiesa annulla il matrimonio
il tribunale civile conferma: nozze non valide
NAPOLI (15 febbraio) – Lui si drogava e lei non lo sapeva. Il tribunale ecclesiastico ha annullato il matrimonio e la Corte d'Appello di Salerno ha confermato in sede civile la nullità del vincolo. L'Associazione Matrimonialisti Italiani, presieduta dall'avvocato Gian Ettore Gassani, commenta con soddisfazione la sentenza, è la prima volta che il tribunale civile si uniforma a quello ecclesiastico. Protagonisti della vicenda due giovani originari di Campagna, nel Salernitano i quali, dopo il matrimonio celebrato nel 1993, si erano separati per la scoperta, fatta dalla donna, che il marito usava sostanze stupefacenti. Dopo l'annullamento disposto dal Tribunale ecclesiastico, i due hanno quindi chiesto che venisse dichiarata efficace, da parte della Repubblica Italiana, la sentenza di nullità del matrimonio concordatario. Da qui la decisione della Corte di Appello di Salerno, che ha accolto la richiesta rendendo efficace, nello Stato italiano, la sentenza ecclesiastica. La donna, «ragazza di provincia cresciuta in una famiglia all'antica - si legge nella sentenza del Presidente relatore Angelo Rossi - voleva che il marito fosse un uomo integro sotto ogni aspetto». Nonostante l'errore sulle qualità personali del coniuge non sia incluso dall'Ordinamento statale come causa di nullità del matrimonio, la Corte ha però confermato che la nullità del Tribunale ecclesiastico non è «in contrasto con l'ordine pubblico». La Corte d' Appello ha quindi accolto la richiesta dei due giovani, dichiarando esecutiva nella Repubblica italiana la sentenza di annullamento pronunciata dal Tribunale ecclesiastico interdiocesano salernitano. «Si tratta di un momento importante di apertura dello Stato italiano rispetto ai principi della Chiesa. La giustizia può creare un canale di comunicazione tra i valori cristiani e quelli tutelati dalla giurisprudenza. Papa Ratzinger qualche giorno fa aveva giustamente censurato la disinvoltura di qualche Tribunale Ecclesiastico nell'annullare i vincoli religiosi sanciti con il matrimonio. Ma ha anche fatto più volte richiamo alla serietà del vincolo matrimoniale che non può essere minata da atteggiamenti, come la tossicodipendenza in malafede nascosta, che vanno ad incidere sulla solidità di un'unione tanto significativa», dice Gassani. «La Corte di Appello di Salerno ha emesso una sentenza storica e coraggiosa che crea un precedente importantissimo. Essa ratifica e fortifica il senso stesso del legame coniugale pur garantendo la specificità laica del Tribunale italiano. Resta però fermo il monito del Pontefice ai vari Tribunali Ecclesiastici a non annullare facilmente i matrimoni religiosi. Sia per non mettersi in contrasto, svilendole, con le norme del diritto canonico, sia per non diventare istituzione doppione del giudice ordinario», conclude il legale. (da ilmessaggero.it del 15 febbraio 2008)
il tribunale civile conferma: nozze non valide
NAPOLI (15 febbraio) – Lui si drogava e lei non lo sapeva. Il tribunale ecclesiastico ha annullato il matrimonio e la Corte d'Appello di Salerno ha confermato in sede civile la nullità del vincolo. L'Associazione Matrimonialisti Italiani, presieduta dall'avvocato Gian Ettore Gassani, commenta con soddisfazione la sentenza, è la prima volta che il tribunale civile si uniforma a quello ecclesiastico. Protagonisti della vicenda due giovani originari di Campagna, nel Salernitano i quali, dopo il matrimonio celebrato nel 1993, si erano separati per la scoperta, fatta dalla donna, che il marito usava sostanze stupefacenti. Dopo l'annullamento disposto dal Tribunale ecclesiastico, i due hanno quindi chiesto che venisse dichiarata efficace, da parte della Repubblica Italiana, la sentenza di nullità del matrimonio concordatario. Da qui la decisione della Corte di Appello di Salerno, che ha accolto la richiesta rendendo efficace, nello Stato italiano, la sentenza ecclesiastica. La donna, «ragazza di provincia cresciuta in una famiglia all'antica - si legge nella sentenza del Presidente relatore Angelo Rossi - voleva che il marito fosse un uomo integro sotto ogni aspetto». Nonostante l'errore sulle qualità personali del coniuge non sia incluso dall'Ordinamento statale come causa di nullità del matrimonio, la Corte ha però confermato che la nullità del Tribunale ecclesiastico non è «in contrasto con l'ordine pubblico». La Corte d' Appello ha quindi accolto la richiesta dei due giovani, dichiarando esecutiva nella Repubblica italiana la sentenza di annullamento pronunciata dal Tribunale ecclesiastico interdiocesano salernitano. «Si tratta di un momento importante di apertura dello Stato italiano rispetto ai principi della Chiesa. La giustizia può creare un canale di comunicazione tra i valori cristiani e quelli tutelati dalla giurisprudenza. Papa Ratzinger qualche giorno fa aveva giustamente censurato la disinvoltura di qualche Tribunale Ecclesiastico nell'annullare i vincoli religiosi sanciti con il matrimonio. Ma ha anche fatto più volte richiamo alla serietà del vincolo matrimoniale che non può essere minata da atteggiamenti, come la tossicodipendenza in malafede nascosta, che vanno ad incidere sulla solidità di un'unione tanto significativa», dice Gassani. «La Corte di Appello di Salerno ha emesso una sentenza storica e coraggiosa che crea un precedente importantissimo. Essa ratifica e fortifica il senso stesso del legame coniugale pur garantendo la specificità laica del Tribunale italiano. Resta però fermo il monito del Pontefice ai vari Tribunali Ecclesiastici a non annullare facilmente i matrimoni religiosi. Sia per non mettersi in contrasto, svilendole, con le norme del diritto canonico, sia per non diventare istituzione doppione del giudice ordinario», conclude il legale. (da ilmessaggero.it del 15 febbraio 2008)
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