PAVIA, L'UOMO SI PROCLAMAVA INNOCENTE. SULL'ACCADUTO AVVIATA UN'INCHIESTA
Detenuto fa sciopero della fame e muore
Estrema protesta di un tunisino di 42 anni: ha smesso di nutrirsi dopo una condanna per violenza sessuale
MILANO - È morto dopo un lungo sciopero della fame, iniziato oltre un mese fa, un detenuto tunisino di 42 anni, che era rinchiuso nel carcere di Torre del Gallo a Pavia. L'uomo è deceduto due giorni fa al policlinico San Matteo, dove era stato ricoverato per l'aggravarsi delle sue condizioni.
PROTESTA ESTREMA - Il tunisino aveva deciso di intraprendere lo sciopero della fame dopo che aveva saputo di una nuova condanna emessa contro di lui per un'accusa di violenza sessuale. Una sentenza che il nordafricano ha contestato, sino a decidere di interrompere l'assunzione di cibo e bevande. Sono stati inutili i tentativi del responsabile del carcere di convincerlo a mangiare. Sulla vicenda sono ora in corso accertamenti da parte dell'autorità giudiziaria.
08 settembre 2009 (da corriere.it)
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martedì 8 settembre 2009
domenica 20 gennaio 2008
SUICIDIO IN CARCERE
VITERBO (19 gennaio) - Si è suicidato in carcere Claudio Tomaino, di 30 anni, reo confesso dello sterminio di quattro suoi familiari accaduto il 27 marzo del 2006 nelle campagne di Caraffa di Catanzaro. Tomaino si è ucciso nel carcere di Viterbo, soffocandosi con una busta di plastica. A dare notizia del suicidio di Tomaino sono stati i difensori del pluriomicida, gli avvocati Clara ed Armando Veneto, informati dalla direzione del carcere di Viterbo. Secondo quanto hanno riferito i due penalisti, Tomaino si è infilato una busta di plastica in testa ed è morto soffocato. Nella busta il pluriomicida ha anche infilato il fornellino a gas che utilizzava per scaldarsi le vivande.A constatare il suicidio di Tomaino è stato stamattina un agente di custodia che si era recato nella cella del giovane per portargli le medicine che prendeva quotidianamente per i disturbi psichici di cui era affetto. La Corte d'assise di Catanzaro, su richiesta dei difensori, aveva disposto di sottoporre Tomaino a perizia psichiatrica, l'esito della quale avrebbe dovuto essere esaminato nell'udienza fissata per il prossimo 19 febbraio. Nella strage di Caraffa furono assassinati l'infermiere Camillo Pane, zio di Tomaino; la moglie, Annamaria, ed i figli Eugenio e Maria. La strage fu provocata da un movente economico. Tomaino, infatti, aveva un debito di 450mila euro con Camillo Pane, insieme al quale gestiva un'attività di compravendita immobiliare.Claudio Tomaino in passato aveva già tentato quattro volte il suicidio: lo hanno riferito i suoi difensori dicendo che Tomaino in un'occasione si era tagliato le vene e in un'altra aveva inghiottito alcune lamette. Altre due volte, inoltre, il giovane aveva preso un consistente quantitativo di barbiturici. (da ilmessaggero.it)
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