venerdì 7 marzo 2008

FINTO GINECOLOGO

NON C'E' MAI NULLA DI NUOVO SOTTO IL SOLE! Ricordo un inserviente d'istituto il quale, la notte di Natale, sbronzo fradicio, indossò un camice e rubò un fonendoscopio per andare a visitare le pazienti di ginecologia. Eterno femminino!

Finto ginecologo molestava le pazienti
Convinceva le donne sostenendo che lui utilizzava un innovativo "metodo americano" per fare esami sicuri
PADOVA - La specializzazione in ginecologia gli mancava, ma per il resto si trattava di un medico in piena regola, anzi di un docente associato alla facoltà di Medicina dell’Università di Padova unità di Endocrinochirurgia e di senologia presso all’Azienda ospedaliera patavina. Ma il medico alle aule universitarie preferiva gli studi privati e visitava nell’intimità le pazienti fingendosi ginecologo con competenze d’oltreoceano. Lo rivela in un ampio articolo «Il Mattino di Padova», che racconta come il pallino del professore padovano 56enne fosse quello di fare il ginecologo, applicando sulle pazienti un innovativo "metodo americano".
MOLESTIE INIZIATE NEL 2003 - Un metodo che nulla a che fare con la diagnostica clinica ma che, con pratiche stimolatorie, in un ambiente con luci soffuse, aveva l’obiettivo di far raggiungere l’acme del piacere alle ignare signore con la scusa che il rilassamento successivo avrebbe dato un più certo esito degli esami. Una vicenda che risale al 2003, anno in cui cominciarono le prime segnalazioni da parte di alcune donne, poco convinte della professionalità del sedicente ginecologo. L’ambulatorio al monoblocco dell’ospedale di Padova del professore si trasformava con le luci soffuse in un sorta di "alcova del piacere". Dopo un breve colloquio con le pazienti il falso ginecologo adoperava la sua "tecnica" e, dopo la «performance» salutava le pazienti facendosi pure pagare la visita. Il professore è ora indagato dal pm di Padova, Dario Curtarello, per violenza sessuale, continuata e aggravata su quattro donne commessa con abuso di poteri e con violazioni dei doveri relativi a una pubblica funzione.
07 marzo 2008 (da corriere.it)

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