martedì 8 marzo 2011

ospedale di Rho

I REATI: LESIONI E OMICIDIO COLPOSO
Ospedale di Rho, il reparto sotto accusa
Garze nell'addome e tumori ignorati
Inchiesta su venti casi e due morti in un anno. Iniziati gli interrogatori. Gli episodi nella chirurgia generale



L'ospedale di Rho (Fotogramma) Il signor F. entra in ospedale per una colonscopia, un esame di routine, suggerito dal sistema sanitario per prevenzione. Alla fine dell'esame i medici lo rassicurano: hanno soltanto tolto un «polipetto». Niente di cui preoccuparsi. Il giorno dopo il signor F. però sta male. Torna in ospedale. E viene rioperato d'urgenza: durante il primo esame gli era stato perforato il colon. Nel corso dei mesi successivi, per riparare ai danni del primo e del secondo intervento, finirà in sala operatoria altre tre volte. Oggi ha cambiato ospedale. Ed è andato in Tribunale per una denuncia (a causa dei danni ha rischiato anche di perdere il lavoro). È raccogliendo denunce come quella del signor F. che la Procura di Milano ha aperto un'inchiesta su una ventina di gravi, presunti casi di malasanità avvenuti nell'ultimo anno e mezzo nel quinto reparto di Chirurgia generale dell'Ospedale di Rho, alle porte di Milano.
Interventi sbagliati e rifatti, senza dare adeguate informazioni ai pazienti; diagnosi sballate; operazioni fatte senza gli esami necessari; almeno un paio di morti sospette; gestione «disinvolta» dei consensi informati che i pazienti devono firmare prima di ogni operazione. Le indagini sono state affidate al commissariato di polizia di Rho-Pero. Per ora il fascicolo è aperto contro ignoti, ma le ipotesi di reato sono pesantissime: lesioni e omicidio colposo, più una serie di illeciti amministrativi.

Nelle carte dell'indagine vengono ricostruite storie come quella del signor A., 44 anni. Viene operato nel novembre del 2009, ma tre mesi dopo ha forti dolori. Entra di nuovo in sala operatoria e lì si scopre che durante il primo intervento il medico aveva dimenticato una garza nel corpo del paziente (agli atti c'è un altro caso analogo). C'è poi il caso dell'anziana signora G., 96 anni, che a ottobre 2010 viene portata all'ospedale di Rho per un controllo al seno su consiglio del medico di base. Una breve visita del senologo conferma la presenza di un tumore e la donna finisce sotto i ferri. Ma i parenti raccontano che non ci sono stati altri esami prima dell'intervento, e che non hanno mai avuto informazioni sull'esito dell'accertamento istologico. I familiari firmano una nuova denuncia. Ancor più grave quel che sarebbe accaduto alla signora C., 76 anni: operata per un tumore alla mammella, le viene asportata una parte dei linfonodi. Solo dopo gli esami istologici si scopre che i linfonodi rimossi non erano quelli maligni. La signora è costretta a una seconda operazione.
Gli interrogatori sono in corso in questi giorni. Gli investigatori del commissariato Rho-Pero hanno raccolto tutte le segnalazioni, sono andati in ospedale per sequestrare le cartelle cliniche relative agli interventi nel reparto di Chirurgia 5 (guidato dal primario Antonio Pallino) e hanno poi ricostruito le singole vicende grazie alle testimonianze dei malati o dei loro familiari. Sono stati interrogati come testimoni (non ci sono indagati) gran parte dei medici e degli infermieri.

Testimonianze che potrebbero riguardare anche la vicenda della signora G., 39 anni, donna con gravi problemi sociali. Viene ricoverata a marzo 2010, operata per un'appendicite acuta e dimessa pochi giorni dopo, anche se le sue condizioni non sono buone. La donna non ha assistenza e vaga alcuni giorni per le strade di Rho, fino a che entra disperata in Comune, con la ferita ancora sanguinante. I vigili la riportano in pronto soccorso per il ricovero. E l'intera vicenda finisce sul giornale locale di Rho, Settegiorni.

Più o meno negli stessi giorni, sempre in quel reparto, muore il signor M., 41 anni. Malato di un tumore al colon, viene operato e pochi giorni dopo, ancora debilitato per il primo intervento, viene portato in sala operatoria altre due volte per una peritonite acuta. L'inchiesta dovrà stabilire quale sia stata la causa della morte e se i medici abbiano seguito i protocolli corretti. Nel fascicolo in mano al pubblico ministero Maura Ripamonti vengono ricostruite anche le storie di altre due presunte vittime di diagnosi sbagliate che hanno richiesto interventi riparatori dopo le prime operazioni. Entrambi questi pazienti, di fronte agli ufficiali di polizia, hanno firmato nuove denunce contro l'ospedale di Rho.

Cesare Giuzzi, Gianni Santucci
08 marzo 2011

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