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sabato 4 giugno 2011

tricloroetano all'insegnante

Professoressa avvelenata dagli studenti

La folle idea degli alunni per saltare un compito in classe

Una professoressa si è sentita male dopo aver bevuto dell’acqua contaminata dai suoi alunni per evitare un compito in classe. L’assurda vicenda è avvenuta in una scuola bolognese, ma il responsabile del gesto non è ancora stato individuato.

Gli studenti della II F dell’istituto tecnico industriale A. Valerianidi Bologna hanno approfittato della temporanea assenzadell’insegnante per “condire” la sua bottiglietta d’acqua con una sostanza tossica.

La professoressa d’inglese aveva appena finito di dettare ledomande del compito, quando si è allontanata per qualche minuto dall’aula. Gli studenti, evidentemente impreparati, ne hanno approfittato per prendere una decisione sconcertante. Dal momento che la bottiglietta d’acqua della docente era rimasta incustodita sulla cattedra qualcuno, non avendo a portata di mano un purgante, ha pensato di versarci dentro del tricloroetano. La sostanza è incolore e inodore, ma è molto tossica e in moderate quantità può anche essere letale.

Rientrata in classe l’insegnante ha bevuto un sorso dalla bottiglietta e si è sentita male. Successivamente è stata portata in ospedale dove i medici hanno scoperto la causa del suo malore. Probabilmente il responsabile non aveva pianificato il gesto e è stato costretto ad utilizzare quello che ha trovato. Una rapida visita allo stanzino dei bidelli può avergli fruttato il liquido tossico, che il ragazzo ha poi utilizzato. O forse si è trattato un piano precedentemente organizzato.

Che si tratti di incoscienza o di premeditazione comunque è ancora da stabilire. Di sicuro il colpevole o i colpevoli rischiano grosso. Come minimo c’è l’espulsione dalla scuola, ma potrebbe anche esserci un’incriminazione per avvelenamento.

giovedì 10 marzo 2011

accoltellamento

A CESENA
Uccisa a coltellate a 20 anni
L'ex interrogato dalla polizia
La ragazza è stata colpita in centro. Soccorsa, è morta all'ospedale per le ferite, di cui almeno una al collo

Una ragazza è morta dopo essere stata accoltellata, nel primo pomeriggio, a Cesena: aveva 20 anni. Stefania Garattoni, questo il nome della vittima, subito soccorsa, è spirata all’ospedale per le ferite, di cui almeno una al collo. Il presunto omicida, ex fidanzato della giovane, è stato portato in commissariato per essere interrogato.

L'AGGRESSIONE - Stando alle prime informazioni, la ragazza sarebbe stata colpita con un coltello mentre passeggiava, insieme con un’amica, attorno alle 14,30 in via Mazzoni, nel centro storico della città. Era appena uscita dal centro di recupero scolastico Cartesio, che frequentava per ottenere il diploma di scuola superiore. Il suo aggressore, dopo averla accoltellata, avrebbe rubato una moto in un vicino concessionario per poi scappare. Sarebbe arrivato a casa e da lì si sarebbe allontanato in bicicletta.

IL FERMO - Da subito, la polizia si è messa alla ricerca di un ex fidanzato della vittima, un coetaneo con il quale la ragazza avrebbe avuto una lunga relazione. Verso le 17,30 è stato bloccato il presunto aggressore: è stato trovato in una pista ciclabile a San Carlo, a pochi chilometri dalla città, ed è stato portato in commissariato per essere interrogato.


09 marzo 2011

domenica 6 febbraio 2011

omicidio- suicidio

omicidio-suicidio a Bologna
Uccide moglie e figlio e si spara
Era già stato arrestato per stalking

L'uomo ha fatto fuoco contro la moglie e il figlio
e poi si è tolto la vita
omicidio-suicidio a Bologna

Uccide moglie e figlio e si spara
Era già stato arrestato per stalking


L'uomo ha fatto fuoco contro la moglie e il figlio
e poi si è tolto la vita

BOLOGNA - Tragedia famigliare a Bologna: un uomo, già arrestato per stalking, ha ucciso moglie e figlioletto e poi si è sparato. Due dei cadaveri - la donna e il ragazzino - sono stati trovati all'interno di un'auto, mentre quello del marito era a pochi passa dalla vettura, vicino al garage di un condominio in via della Guardia, nella periferia della città.

GIA' ARRESTATO PER STALKING - L'uomo di 48 anni che ha compiuto la strage era già stato arrestato per stalking, proprio nei confronti della stessa donna. Dopo la scarcerazione, aveva avuto l'obbligo di non avvicinarla. Lei aveva 32 anni ed era marocchina. Quanto è emerso dalla ricostruzione della polizia rafforza il quadro della complicata separazione fra i due che, fin dai primi accertamenti, è subito emersa come probabile movente della strage familiare. L'allarme al 113 è giunto verso le 13. Madre e bimbo sono stati trovati dagli agenti nell'auto, nella parte comune dei box, l'uomo a qualche metro di distanza; la pistola era vicina al suo corpo. Proprio lui risultava residente nel condominio di via della Guardia, anche se pare non vi alloggiasse.



06 febbraio 2011

lunedì 15 ottobre 2007

FALSO IN CARTELLA

Il falso in atto pubblico (cartella clinica) è reato più grave dell'omicidio colposo. A Bologna, arrestato un medico che avrebbe falsificato la cartella clinica di una paziente, sottoposta ad asportazione di un rene per un errore nell'etichettatura di una TAC di altra persona.

Dal Corriere.it
dirigente del reparto urologia del policlinico s.orsola di bologna
Medico arrestato per falsa cartella clinica
Una donna era morta per una diagnosi sbagliata dovuta a un referto e a una tac appartenenti a un'altra persona

BOLOGNA - Svolta nelle indagini sulla morte di Daniela Lanzoni, deceduta a fine settembre al Policlinico S.Orsola di Bologna dopo l'asportazione di un rene decisa per una diagnosi sbagliata, dovuta all'attribuzione di un referto e di una tac appartenenti a un'altra donna che aveva lo stesso cognome, ma nome differente. I carabinieri hanno arrestato l'urologo G. C., che avrebbe falsificato la cartella clinica della donna 54enne. Il medico è stato posto agli arresti domiciliari, con divieto di comunicare con estranei. Il medico che, già era indagato con altre sei persone a piede libero per omicidio colposo, è stato arrestato perché ritenuto responsabile inoltre di falsi in atti pubblici (cartella clinica) tali da ostacolare l'accertamento dei fatti, anche in sede amministrativa. Avrebbe, cioè, falsificato la cartella clinica della donna.


15 ottobre 2007