Tragico delitto in Spagna. La donna era anche incinta
Uccide la moglie e mostra il cadavere
via web al padre, a 3mila km di distanza
Il genitore dell'omicida ha chiamato la polizia dalla Romania temendo che il figlio potesse uccidere ancora
Tragico delitto in Spagna. La donna era anche incinta
Uccide la moglie e mostra il cadavere
via web al padre, a 3mila km di distanza
Il genitore dell'omicida ha chiamato la polizia dalla Romania temendo che il figlio potesse uccidere ancora
MADRID - A più di tremila chilometri di distanza, suo padre non voleva crederci. Non poteva nemmeno pensare che suo figlio Dorel fosse diventato un assassino, che sua nuora fosse morta e che il nipotino in arrivo non sarebbe mai nato. Allora il ragazzo, da Torrejon de Ardoz, vicino a Madrid, ha orientato la telecamera del computer verso il cadavere della compagna perché le immagini arrivassero al padre, in Romania, a dimostrazione che non stava mentendo. Peggio, ha minacciato di infliggere la stessa sorte alla giovanissima cognata, appena tredicenne, che viveva con loro in Spagna e che in quel momento non era a casa.
L'ALLARME LANCIATO DEL PADRE DELL'ASSASSINO - Il padre dell’uxoricida non ha perso tempo, ha chiamato la polizia rumena, che ha messo in allarme i colleghi spagnoli: 45 minuti dopo la macabra esibizione attraverso la web-cam, gli agenti spagnoli erano già a casa dell’omicida. Il caso sarebbe stato archiviato come uno dei 70 delitti domestici che statisticamente affliggono ogni anno la Spagna, ma quello di lunedì si è distinto dagli altri per la “confessione” via computer e per la efficacia della collaborazione tra le polizie di due paesi che hanno forse sventato così una seconda aggressione. Dorel ha appena 21 anni, la vittima ne aveva 19. Ma la giovanissima coppia aveva già una bambina di tre anni; e tra meno di quattro mesi sarebbe nato il loro secondogenito. Entrambi rumeni, erano venuti in Spagna per trovare lavoro, con la sorellina minore della donna; e il vicinato non aveva mai avuto motivo di lamentarsi di loro: niente chiasso, niente litigi, niente strepiti. Scartate anche questioni di droga o di prostituzione. Semplicemente qualcosa aveva smesso di funzionare tra i due giovani, se è vero che lei aveva deciso di separarsi nonostante il bimbo in arrivo. «Sono ancora congetture», avvertono gli investigatori. Ma la minaccia di un abbandono sarebbe bastata al ragazzo per strangolare la sua compagna, lunedì pomeriggio. Non è chiaro nemmeno perché abbia deciso di chiamare il padre, in Romania: forse l’inconscio desiderio di essere fermato. Con un misto di rabbia e disperazione, gli ha mostrato quel che aveva fatto: la ragazza era stesa sul letto e sarebbe parsa addormentata, se non fosse stato per i segni violacei sul collo. Non si può sapere se il giovane omicida avesse davvero intenzione di uccidere anche la sorellina della donna. Ma dalla convulsa conversazione con lui, via computer, il padre ne ha dedotto che anche la tredicenne fosse in pericolo e ha subito avvertito la polizia rumena, convinto che non ci fosse un minuto da perdere.
Elisabetta Rosaspina
05 aprile 2011
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martedì 5 aprile 2011
mercoledì 3 settembre 2008
MORTE IMPROVVISA IN CARCERE
Salute: scoperto il 'crepacuore da carcere', morte improvvisa fra detenuti
Monaco, 2 set. (Adnkronos Salute) - Quando ai polsi scattano le manette della polizia, anche un cuore sano può non reggere allo shock. La prova arriva dalla Spagna, dove negli ultimi 10 anni sono stati registrati 60 casi di morte improvvisa in carcere. Decessi che hanno fulminato i detenuti nelle prime 24 ore di reclusione. A scoprire la nuova sindrome, una sorta di 'crepacuore da prigione', è un gruppo coordinato da Manuel Martinez Selles, dell'Hospital Gregorio Maranon di Madrid, che ha presentato i suoi dati al Congresso 2008 della Società europea di cardiologia (Esc) in corso fino a domani a Monaco di Baviera. Maschio, giovane e con un cuore che non aveva mai mostrato prima segni di sofferenza. Questo l'identikit del detenuto a rischio di morte improvvisa, descritto dal team madrileno. Dei 60 casi riportati, infatti, soltanto uno riguardava una donna. Gli altri 59 morti dietro le sbarre erano invece uomini, in media 33enni e senza una storia di rischio cardiovascolare alle spalle. Nel 29% dei casi (17 decessi) la morte era immediata e si consumava sul posto, al momento dell'arresto. La nuova sindrome - spiegano gli autori - è la versione umana della morte improvvisa post-cattura, ben nota nel mondo animale. Ma assomiglia anche alla cosiddetta 'sindrome di Tako-Tsubo', attacco coronarico acuto legato a situazioni di forte stress e descritto per la prima volta in Giappone. In tutti queste forme, e probabilmente anche nel 'crepacuore da carcere' - si ipotizza - all'origine c'è un picco dei livelli di adrenalina o di altre catecolamine. (da IGN, 3 settembre 2008)
Monaco, 2 set. (Adnkronos Salute) - Quando ai polsi scattano le manette della polizia, anche un cuore sano può non reggere allo shock. La prova arriva dalla Spagna, dove negli ultimi 10 anni sono stati registrati 60 casi di morte improvvisa in carcere. Decessi che hanno fulminato i detenuti nelle prime 24 ore di reclusione. A scoprire la nuova sindrome, una sorta di 'crepacuore da prigione', è un gruppo coordinato da Manuel Martinez Selles, dell'Hospital Gregorio Maranon di Madrid, che ha presentato i suoi dati al Congresso 2008 della Società europea di cardiologia (Esc) in corso fino a domani a Monaco di Baviera. Maschio, giovane e con un cuore che non aveva mai mostrato prima segni di sofferenza. Questo l'identikit del detenuto a rischio di morte improvvisa, descritto dal team madrileno. Dei 60 casi riportati, infatti, soltanto uno riguardava una donna. Gli altri 59 morti dietro le sbarre erano invece uomini, in media 33enni e senza una storia di rischio cardiovascolare alle spalle. Nel 29% dei casi (17 decessi) la morte era immediata e si consumava sul posto, al momento dell'arresto. La nuova sindrome - spiegano gli autori - è la versione umana della morte improvvisa post-cattura, ben nota nel mondo animale. Ma assomiglia anche alla cosiddetta 'sindrome di Tako-Tsubo', attacco coronarico acuto legato a situazioni di forte stress e descritto per la prima volta in Giappone. In tutti queste forme, e probabilmente anche nel 'crepacuore da carcere' - si ipotizza - all'origine c'è un picco dei livelli di adrenalina o di altre catecolamine. (da IGN, 3 settembre 2008)
venerdì 2 maggio 2008
MORTE DEGNA
Forse non tutti sanno che la legge spagnola sulla morte degna (o dignitosa) è stata preceduta di alcuni mesi da analoga legge nello stato del Rio Negro, in Argentina http://www.4semanas.com.ar/29022008/muertedigna.htm e che in Messico una legge simile è stata approvata all'unanimità dal Senato ed inviata alla Camera per la definitiva approvazione.
Non ho ancora trovato il testo della legge spagnola e della legge messicana, ma il testo della legge dello stato del Rio Grande mi sembra molto umano e condivisibile, anche se- devo pur dirlo- non ci trovo niente di nuovo rispetto a quello che in Italia abbiamo già nel codice deontologico e nella lettera del 1982 del card. Sjeper (cfr. la mia ormai datata Eutanasia: diritto di vivere e diritto di morire, 1982, CEDAM). Mi riprometto però di scrivere qualcosa su questo tema. Spero che non rimanga solo una promessa.
Non ho ancora trovato il testo della legge spagnola e della legge messicana, ma il testo della legge dello stato del Rio Grande mi sembra molto umano e condivisibile, anche se- devo pur dirlo- non ci trovo niente di nuovo rispetto a quello che in Italia abbiamo già nel codice deontologico e nella lettera del 1982 del card. Sjeper (cfr. la mia ormai datata Eutanasia: diritto di vivere e diritto di morire, 1982, CEDAM). Mi riprometto però di scrivere qualcosa su questo tema. Spero che non rimanga solo una promessa.
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martedì 22 aprile 2008
TESTAMENTO DI VITA
l'eutanasia resta vietata, ma si potra' rinunciare all'accanimento terapeutico
Spagna: via legge su «morte dignitosa»
Da mercoledì in vigore la norma: si potranno lasciare ai familiari indicazioni sulla sospensione delle terapie
MADRID (SPAGNA) – Terapie fino all’ultimo respiro o sospensione di trattamenti sanitari, alimentazione, idratazione, respirazione artificiale che prolungano una vita ormai incosciente e condannata? Da mercoledì prossimo gli spagnoli potranno lasciare, per iscritto, le loro volontà al riguardo, nel caso si trovassero un giorno nelle condizioni di non poterle più esprimere lucidamente.
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TESTAMENTI VITALI - Non è un’opzione per l’eutanasia “attiva”, tuttora illegale in Spagna. Ma un’indicazione da lasciare a medici, familiari, amici costretti a dover prendere eventuali decisioni sulle scelte terapeutiche più indicate per un malato terminale o colpito da danni cerebrali irreversibili. La legge che regola i “testamenti vitali” completa il percorso avviato dal parlamento spagnolo con l’approvazione, nel 2002, della Legge sulla Autonomia del paziente. Fin da allora fu stabilita la creazione nelle 17 comunità autonome di registri dove i cittadini potessero depositare le loro decisioni sui trattamenti medici che avrebbero voluto o non avrebbero voluto ricevere se non fossero più stati in grado di manifestare la loro volontà, un giorno, ai sanitari. I dati contenuti nei registri finiscono poi in un archivio centrale, al ministero della Sanità, che già raccoglie, attualmente, 30.500 testamenti inviati da dodici comunità. Le legge non obbliga però i medici a ottemperare alle volontà espresse dal paziente: l’ultima parola sulle terapie da somministrare o da interrompere spetta in definitiva sempre ai clinici. La nuova normativa soddisfa soltanto parzialmente l’associazione Derecho a Morir Dignamente (DMD), il cui presidente, Antonio José Bautista Sánchez, in un’intervista a El Pais, critica le difficoltà burocratiche legate a un registro non accessibile nei fine settimana e di notte, almeno finché non saranno informatizzati e connessi i dati. Dall’associazione, che raccoglie fin dagli anni ’60 le volontà dei suoi iscritti per una “morte dignitosa”, consigliano di compilare il testamento con l’aiuto del proprio medico per poter chiarire al meglio i propri desideri secondo le circostanze e le condizioni che possono presentarsi; e di lasciarne copie a un notaio e in famiglia. La legge spagnola vieta richieste di eutanasia, aiuto al suicidio o di trattamenti contrari alle corrette pratiche mediche.
Elisabetta Rosaspina22 aprile 2008 (da corriere.it)
Spagna: via legge su «morte dignitosa»
Da mercoledì in vigore la norma: si potranno lasciare ai familiari indicazioni sulla sospensione delle terapie
MADRID (SPAGNA) – Terapie fino all’ultimo respiro o sospensione di trattamenti sanitari, alimentazione, idratazione, respirazione artificiale che prolungano una vita ormai incosciente e condannata? Da mercoledì prossimo gli spagnoli potranno lasciare, per iscritto, le loro volontà al riguardo, nel caso si trovassero un giorno nelle condizioni di non poterle più esprimere lucidamente.
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TESTAMENTI VITALI - Non è un’opzione per l’eutanasia “attiva”, tuttora illegale in Spagna. Ma un’indicazione da lasciare a medici, familiari, amici costretti a dover prendere eventuali decisioni sulle scelte terapeutiche più indicate per un malato terminale o colpito da danni cerebrali irreversibili. La legge che regola i “testamenti vitali” completa il percorso avviato dal parlamento spagnolo con l’approvazione, nel 2002, della Legge sulla Autonomia del paziente. Fin da allora fu stabilita la creazione nelle 17 comunità autonome di registri dove i cittadini potessero depositare le loro decisioni sui trattamenti medici che avrebbero voluto o non avrebbero voluto ricevere se non fossero più stati in grado di manifestare la loro volontà, un giorno, ai sanitari. I dati contenuti nei registri finiscono poi in un archivio centrale, al ministero della Sanità, che già raccoglie, attualmente, 30.500 testamenti inviati da dodici comunità. Le legge non obbliga però i medici a ottemperare alle volontà espresse dal paziente: l’ultima parola sulle terapie da somministrare o da interrompere spetta in definitiva sempre ai clinici. La nuova normativa soddisfa soltanto parzialmente l’associazione Derecho a Morir Dignamente (DMD), il cui presidente, Antonio José Bautista Sánchez, in un’intervista a El Pais, critica le difficoltà burocratiche legate a un registro non accessibile nei fine settimana e di notte, almeno finché non saranno informatizzati e connessi i dati. Dall’associazione, che raccoglie fin dagli anni ’60 le volontà dei suoi iscritti per una “morte dignitosa”, consigliano di compilare il testamento con l’aiuto del proprio medico per poter chiarire al meglio i propri desideri secondo le circostanze e le condizioni che possono presentarsi; e di lasciarne copie a un notaio e in famiglia. La legge spagnola vieta richieste di eutanasia, aiuto al suicidio o di trattamenti contrari alle corrette pratiche mediche.
Elisabetta Rosaspina22 aprile 2008 (da corriere.it)
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giovedì 29 novembre 2007
ABORTI ALL'OTTAVO MESE
E' successo in Spagna, dove sembra che questa pratica (un vero e proprio infanticidio!) sia relativamente frequente. Ne abbiamo avuto un esempio anche in Italia qualche anno fa. Leggi
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=14016&sez=HOME_NELMONDO
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