all'altezza del civico 205
Camion sbanda e finisce in un palazzo:
grave l'autista e residenti bloccati in casa
L'incidente mercoledì mattina in via Nazionale: il mezzo è salito sul marciapiede e si è incastrato in un portoneall'altezza del civico 205
Camion sbanda e finisce in un palazzo:
grave l'autista e residenti bloccati in casa
L'incidente mercoledì mattina in via Nazionale: il mezzo è salito sul marciapiede e si è incastrato in un portone
Le prime immagini del camion da SkyTg24
ROMA - Un camion è andato fuori strada sfondando un portone in pieno centro a Roma, in via Nazionale. Al volante del veicolo c'era un romeno, che è stato trasportato al Policlinico Umberto I in gravi condizioni. L'episodio è avvenuto all'alba, intorno alle 7, all'altezza del civico 205. Il camion, sbandando, ha invaso il marciapiede incastrandosi tra due pali e finendo contro il portone. Gli abitanti del palazzo sono ora bloccati nell'edificio. Sul posto sono intervenuti la polizia municipale e i vigili del fuoco, impegnati per la rimozione del mezzo. (fonte Ansa)
13 aprile 2011
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mercoledì 13 aprile 2011
sabato 9 aprile 2011
vendetta
Roma: omicidio in strada, zona Prati
Colpo di pistola vicino al Teatro delle Vittorie
(ANSA) - ROMA, 08 APR - Omicidio in strada a Roma nei pressi del teatro delle Vittorie. Un italiano di circa 40-45 anni e' morto, raggiunto da un colpo di pistola alla testa, in zona Prati. L'allarme e' stato dato da alcuni testimoni che avevano sentito uno sparo. Secondo quanto, si e' appreso l'uomo aveva diversi precedenti per reati finanziari. Non si esclude che possa essersi trattato di una vera e propria esecuzione. L'uomo e' stato colpito da un proiettile di piccolo calibro.
Colpo di pistola vicino al Teatro delle Vittorie
(ANSA) - ROMA, 08 APR - Omicidio in strada a Roma nei pressi del teatro delle Vittorie. Un italiano di circa 40-45 anni e' morto, raggiunto da un colpo di pistola alla testa, in zona Prati. L'allarme e' stato dato da alcuni testimoni che avevano sentito uno sparo. Secondo quanto, si e' appreso l'uomo aveva diversi precedenti per reati finanziari. Non si esclude che possa essersi trattato di una vera e propria esecuzione. L'uomo e' stato colpito da un proiettile di piccolo calibro.
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giovedì 31 marzo 2011
delitto dell'Olgiata
LA SVOLTA
Delitto Olgiata: il pm chiede convalida arresto Reves per omicidio volontario
Nuove conferme dell'esame Dna che accusa il filippino dell'assassinio della contessa Filo Alberico Della TorreNOTIZIE CORRELATE
Nobildonna, 007 e false piste: 20 anni di vite spezzate di P. Conti (30 mar'11)
Delitto Olgiata: trovato Dna maschile (5 giugno 2008)
Giallo dell'Olgiata, si riapre il caso (4 gennaio 2007)
Olgiata, l'omicida colpì perché scoperto (5 febbraio 1994)
Olgiata: si indaga anche sui depistaggi (1 maggio 1994) LA SVOLTA
Delitto Olgiata: il pm chiede convalida arresto Reves per omicidio volontario
Nuove conferme dell'esame Dna che accusa il filippino dell'assassinio della contessa Filo Alberico Della Torre
ROMA - Il pm Francesca Loy ha inviato al gip la richiesta di convalida del fermo di Winston Manuel Reves, 40 anni, fermato dai carabinieri del provinciale di Roma per l'omicidio della contessa Alberica Filo Della Torre, uccisa il 10 luglio del 1991 nella camera da letto della propria abitazione, all'Olgiata, a Roma. L'accusa è omicidio volontario. L'interrogatorio di garanzia si terrà con ogni probabilità domani o dopodomani L'ulteriore conferma che il dna sul lenzuolo che ha incastrato l'uomo era proprio suo, è arrivata anche da una comparazione svolta la notte scorsa. Dopo essere stato portato nel carcere di Regina Coeli sulla base del decreto di fermo, a Reves è stato prelevato un campione intorno alle due di notte, che è poi stato confrontato con quello in possesso dagli inquirenti che lo acquisirono nel 2007 con un tampone salivare. Da qui la conferma della coincidenza al 100% del dna dell'indagato con la traccia ematica individuata sul lenzuolo usato per strangolare la nobildonna.
Reves all'epoca del delitto (Proto)
ULTERIORI CONTROLLI - Per fugare però qualsiasi dubbio, anche sulla conservazione del campione, è stato deciso di svolgere un’ulteriore comparazione, dopo gli esami svolti dal Ris di Roma e che hanno portato all’arresto. In precedenza, nel 2007, lo stesso sangue era risultato compatibile in undici punti. La differenza rispetto agli esami odierna è dovuta all’uso di tecniche d’avanguardia. Un esame lungo che ancora deve concludersi quello sui reperti che gli inquirenti hanno dovuto recuperare nei diversi laboratori dove erano stati portati per svolgere esami. Tra questi i laboratori del Ris di Parma e di esperti della struttura di medicina legale dell’università La Sapienza. Il lenzuolo è stato completamente esaminato: delle 51 tracce ematiche, 50 di un colore più vivido sono della contessa, una quella riconducibile a Winston di un colore più chiaro, sangue misto a siero determinato dall’abrasione al gomito sinistro riscontrata sul filippino all’indomani del delitto.
Alberica Filo Della Torre (Ansa)
I POSSIBILI MOVENTI - Sono due le ipotesi che gli investigatori tengono presenti per stabilire quale fu il movente del delitto della contessa. Una prima ipotesi riguarda i contrasti che Manuel Winston Reves, l'ex domestico filippino della contessa, avrebbe avuto con la Filo della Torre a proposito di un prestito di un milione e mezzo di lire che non sarebbe stato restituito. Quanto alla seconda ipotesi, basata sulla ricostruzione della vicenda fin dall'origine, secondo gli investigatori il filippino potrebbe essere entrato nella villa Mattei per rubare dei gioielli, che sapeva dove erano conservati. In effetti, l'ex domestico conosceva la combinazione della serratura che consentiva di passare dal garage alla casa. Tra l'altro il fatto che i due cani presenti nella villa, un mastino e uno yorkshire, non abbiano abbaiato fa pensare che l'assassino fosse conosciuto dagli animali. Secondo la ricostruzione dei fatti, l'assassino, sorpreso dalla contessa, avrebbe lottato con lei che poi morì dopo essere stata colpita con uno zoccolo e strangolata anche con il lenzuolo.
VERSO ARCHIVIAZIONE PER IACONO - E' destinata a finire in archivio la posizione di Roberto Iacono, altro storico indagato per l’uccisione della contessa Alberica Filo Della Torre. Iacono, figlio della maestra che nel pomeriggio si recava a casa Mattei per curare gli studi della figlia della coppia, finì nel mirino degli investigatori fin all’indomani del delitto. Il ragazzo, che aveva problemi di salute, frequentava abitualmente la villa per i rapporti che la madre aveva con la contessa. Alla luce degli esami del dna e del lavoro della squadra "Cold Case" dei carabinieri della I sezione del nucleo investigativo di via In Selci, che incastrano Winston Manuel Reves, la procura è intenzionata a chiedere al gip di archiviare la posizione di Iacono. Un’istanza questa, che sarà formulata non appena saranno terminati gli esami sui reperti.
«SONO INNOCENTE» - «Sono innocente». Due parole per allontanare un'accusa infamante e un passato che ritorna. Manuel Winston Reves, fermato per l'omicidio della contessa Alberica Filo della Torre, le ha ripetute oggi ai suoi avvocati. E sono anni che le dice alla moglie Rowena. E ai suoi datori di lavoro. Ma da oggi quei sospetti nei suoi confronti sono riaffiorati tra l'incredulità e lo sgomento delle famiglie che finora lo avevano accolto. È un «domestico modello», spiega chi lo conosce. Lui e sua moglie Rowena, una connazionale con la quale è sposato da 14 anni e dalla quale ha avuto tre figli, hanno lavorato presso famiglie facoltose di Roma. Una coppia di domestici molto richiesta nella Capitale e che vantava referenze di tutto rispetto per i suoi modi gentili, tanto che per diversi anni era stata assunta anche dalla famiglia dell'ex-presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo. «È un uomo buono, ci ha aiutati durante alcuni momenti di difficoltà. Gli abbiamo affidato i nostri due figli. Uno di loro oggi ha chiesto di lui, lo accompagnava sempre a scuola. Era 'l'idolò delle mamme della scuola», spiegano gli attuali datori di lavoro, una facoltosa coppia di ex-imprenditori nel campo dell'editoria.
LA FAMIGLIA - Da tre anni Winston vive con loro in quella casa romana lussuosa di due piani in zona Aurelia assieme a sua moglie Rowena. Entrambi aspettano che i loro tre figli di 15, 14 e 11 anni finiscano le scuole nelle Filippine e poter venire a Roma. E una di loro sembra marchiata inevitabilmente da un passato che il domestico non voleva comunque dimenticare del tutto. Winston ha chiamato la sua prima figlia Alberica, proprio come la contessa che secondo i pm ha assassinato venti anni fa e per la quale aveva lavorato solo due mesi. Ma il domestico aveva tentato di superare quella vicenda scomoda, ricordandola ai suoi datori di lavoro ogni volta che veniva assunto presso una nuova famiglia. E poi lavorava sodo. Da umile factotum: giardiniere, autista, domestico. Gli unici spazi liberi che si concedeva erano dedicati alla sua spiritualità. Assieme alla moglie frequentava le associazioni cattoliche, andava a messa e ogni tanto si isolava nelle sue lunghe passeggiate. Quando ricordava voleva restare solo. «Lui è innocente e spero che Dio non dorma in questa storia. Conosciamo tante persone qui in Italia. Mio marito è una persona semplice e molto affettuosa, mi ha sempre detto che non c'entra nulla con le accuse che gli sono state rivolte», dice sua moglie in lacrime. Ieri sera, durante le ore dell'arresto, lei non lo vedeva tornare e ha appreso la notizia dai datori di lavoro, che hanno visto scioccati le immagini del domestico in tv.
red. on.
30 marzo 2011(ultima modifica: 31 marzo 2011)
Delitto Olgiata: il pm chiede convalida arresto Reves per omicidio volontario
Nuove conferme dell'esame Dna che accusa il filippino dell'assassinio della contessa Filo Alberico Della TorreNOTIZIE CORRELATE
Nobildonna, 007 e false piste: 20 anni di vite spezzate di P. Conti (30 mar'11)
Delitto Olgiata: trovato Dna maschile (5 giugno 2008)
Giallo dell'Olgiata, si riapre il caso (4 gennaio 2007)
Olgiata, l'omicida colpì perché scoperto (5 febbraio 1994)
Olgiata: si indaga anche sui depistaggi (1 maggio 1994) LA SVOLTA
Delitto Olgiata: il pm chiede convalida arresto Reves per omicidio volontario
Nuove conferme dell'esame Dna che accusa il filippino dell'assassinio della contessa Filo Alberico Della Torre
ROMA - Il pm Francesca Loy ha inviato al gip la richiesta di convalida del fermo di Winston Manuel Reves, 40 anni, fermato dai carabinieri del provinciale di Roma per l'omicidio della contessa Alberica Filo Della Torre, uccisa il 10 luglio del 1991 nella camera da letto della propria abitazione, all'Olgiata, a Roma. L'accusa è omicidio volontario. L'interrogatorio di garanzia si terrà con ogni probabilità domani o dopodomani L'ulteriore conferma che il dna sul lenzuolo che ha incastrato l'uomo era proprio suo, è arrivata anche da una comparazione svolta la notte scorsa. Dopo essere stato portato nel carcere di Regina Coeli sulla base del decreto di fermo, a Reves è stato prelevato un campione intorno alle due di notte, che è poi stato confrontato con quello in possesso dagli inquirenti che lo acquisirono nel 2007 con un tampone salivare. Da qui la conferma della coincidenza al 100% del dna dell'indagato con la traccia ematica individuata sul lenzuolo usato per strangolare la nobildonna.
Reves all'epoca del delitto (Proto)
ULTERIORI CONTROLLI - Per fugare però qualsiasi dubbio, anche sulla conservazione del campione, è stato deciso di svolgere un’ulteriore comparazione, dopo gli esami svolti dal Ris di Roma e che hanno portato all’arresto. In precedenza, nel 2007, lo stesso sangue era risultato compatibile in undici punti. La differenza rispetto agli esami odierna è dovuta all’uso di tecniche d’avanguardia. Un esame lungo che ancora deve concludersi quello sui reperti che gli inquirenti hanno dovuto recuperare nei diversi laboratori dove erano stati portati per svolgere esami. Tra questi i laboratori del Ris di Parma e di esperti della struttura di medicina legale dell’università La Sapienza. Il lenzuolo è stato completamente esaminato: delle 51 tracce ematiche, 50 di un colore più vivido sono della contessa, una quella riconducibile a Winston di un colore più chiaro, sangue misto a siero determinato dall’abrasione al gomito sinistro riscontrata sul filippino all’indomani del delitto.
Alberica Filo Della Torre (Ansa)
I POSSIBILI MOVENTI - Sono due le ipotesi che gli investigatori tengono presenti per stabilire quale fu il movente del delitto della contessa. Una prima ipotesi riguarda i contrasti che Manuel Winston Reves, l'ex domestico filippino della contessa, avrebbe avuto con la Filo della Torre a proposito di un prestito di un milione e mezzo di lire che non sarebbe stato restituito. Quanto alla seconda ipotesi, basata sulla ricostruzione della vicenda fin dall'origine, secondo gli investigatori il filippino potrebbe essere entrato nella villa Mattei per rubare dei gioielli, che sapeva dove erano conservati. In effetti, l'ex domestico conosceva la combinazione della serratura che consentiva di passare dal garage alla casa. Tra l'altro il fatto che i due cani presenti nella villa, un mastino e uno yorkshire, non abbiano abbaiato fa pensare che l'assassino fosse conosciuto dagli animali. Secondo la ricostruzione dei fatti, l'assassino, sorpreso dalla contessa, avrebbe lottato con lei che poi morì dopo essere stata colpita con uno zoccolo e strangolata anche con il lenzuolo.
VERSO ARCHIVIAZIONE PER IACONO - E' destinata a finire in archivio la posizione di Roberto Iacono, altro storico indagato per l’uccisione della contessa Alberica Filo Della Torre. Iacono, figlio della maestra che nel pomeriggio si recava a casa Mattei per curare gli studi della figlia della coppia, finì nel mirino degli investigatori fin all’indomani del delitto. Il ragazzo, che aveva problemi di salute, frequentava abitualmente la villa per i rapporti che la madre aveva con la contessa. Alla luce degli esami del dna e del lavoro della squadra "Cold Case" dei carabinieri della I sezione del nucleo investigativo di via In Selci, che incastrano Winston Manuel Reves, la procura è intenzionata a chiedere al gip di archiviare la posizione di Iacono. Un’istanza questa, che sarà formulata non appena saranno terminati gli esami sui reperti.
«SONO INNOCENTE» - «Sono innocente». Due parole per allontanare un'accusa infamante e un passato che ritorna. Manuel Winston Reves, fermato per l'omicidio della contessa Alberica Filo della Torre, le ha ripetute oggi ai suoi avvocati. E sono anni che le dice alla moglie Rowena. E ai suoi datori di lavoro. Ma da oggi quei sospetti nei suoi confronti sono riaffiorati tra l'incredulità e lo sgomento delle famiglie che finora lo avevano accolto. È un «domestico modello», spiega chi lo conosce. Lui e sua moglie Rowena, una connazionale con la quale è sposato da 14 anni e dalla quale ha avuto tre figli, hanno lavorato presso famiglie facoltose di Roma. Una coppia di domestici molto richiesta nella Capitale e che vantava referenze di tutto rispetto per i suoi modi gentili, tanto che per diversi anni era stata assunta anche dalla famiglia dell'ex-presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo. «È un uomo buono, ci ha aiutati durante alcuni momenti di difficoltà. Gli abbiamo affidato i nostri due figli. Uno di loro oggi ha chiesto di lui, lo accompagnava sempre a scuola. Era 'l'idolò delle mamme della scuola», spiegano gli attuali datori di lavoro, una facoltosa coppia di ex-imprenditori nel campo dell'editoria.
LA FAMIGLIA - Da tre anni Winston vive con loro in quella casa romana lussuosa di due piani in zona Aurelia assieme a sua moglie Rowena. Entrambi aspettano che i loro tre figli di 15, 14 e 11 anni finiscano le scuole nelle Filippine e poter venire a Roma. E una di loro sembra marchiata inevitabilmente da un passato che il domestico non voleva comunque dimenticare del tutto. Winston ha chiamato la sua prima figlia Alberica, proprio come la contessa che secondo i pm ha assassinato venti anni fa e per la quale aveva lavorato solo due mesi. Ma il domestico aveva tentato di superare quella vicenda scomoda, ricordandola ai suoi datori di lavoro ogni volta che veniva assunto presso una nuova famiglia. E poi lavorava sodo. Da umile factotum: giardiniere, autista, domestico. Gli unici spazi liberi che si concedeva erano dedicati alla sua spiritualità. Assieme alla moglie frequentava le associazioni cattoliche, andava a messa e ogni tanto si isolava nelle sue lunghe passeggiate. Quando ricordava voleva restare solo. «Lui è innocente e spero che Dio non dorma in questa storia. Conosciamo tante persone qui in Italia. Mio marito è una persona semplice e molto affettuosa, mi ha sempre detto che non c'entra nulla con le accuse che gli sono state rivolte», dice sua moglie in lacrime. Ieri sera, durante le ore dell'arresto, lei non lo vedeva tornare e ha appreso la notizia dai datori di lavoro, che hanno visto scioccati le immagini del domestico in tv.
red. on.
30 marzo 2011(ultima modifica: 31 marzo 2011)
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martedì 8 marzo 2011
chi è?
Giallo a Roma, cadavere a pezzi
era un trans
I resti giacevano da settimane in un campo
FOTO DAL WEB
17:32 - Un cadavere in avanzato stato di decomposizione, senza testa né gambe, è stato trovato dalla polizia in un campo di via Ardeatina, a Roma, all'altezza di via Porta Medaglia. Secondo una prima ipotesi, si tratterebbe di un transessuale. A scoprire il corpo senza vita, una Volante del commissariato Esposizione.
Il cadavere è stato trovato in un campo in via Ardeatina all'altezza di via di Porta Medaglia, una zona oltre il Grande raccordo anulare. Le indagini sono affidate alla Squadra mobile della questura di Roma, i cui agenti sono sul posto insieme con i colleghi della Scientifica.
Secondo le prime indiscrezioni ed i primi esami del tronco, la morte risalirebbe a molti giorni fa, forse addirittura settimane.La presenza di ciò che resta del corpo è stata segnalata alla polizia pochi minuti prima delle 13 da un passante, probabilmente lo stesso proprietario del campo che, passando in motorino, l'aveva scambiato per una sorta di sagoma.
La zona è nota per essere frequentata da transessuali e prostite.
era un trans
I resti giacevano da settimane in un campo
FOTO DAL WEB
17:32 - Un cadavere in avanzato stato di decomposizione, senza testa né gambe, è stato trovato dalla polizia in un campo di via Ardeatina, a Roma, all'altezza di via Porta Medaglia. Secondo una prima ipotesi, si tratterebbe di un transessuale. A scoprire il corpo senza vita, una Volante del commissariato Esposizione.
Il cadavere è stato trovato in un campo in via Ardeatina all'altezza di via di Porta Medaglia, una zona oltre il Grande raccordo anulare. Le indagini sono affidate alla Squadra mobile della questura di Roma, i cui agenti sono sul posto insieme con i colleghi della Scientifica.
Secondo le prime indiscrezioni ed i primi esami del tronco, la morte risalirebbe a molti giorni fa, forse addirittura settimane.La presenza di ciò che resta del corpo è stata segnalata alla polizia pochi minuti prima delle 13 da un passante, probabilmente lo stesso proprietario del campo che, passando in motorino, l'aveva scambiato per una sorta di sagoma.
La zona è nota per essere frequentata da transessuali e prostite.
lunedì 14 febbraio 2011
Piazza del Popolo
ROMA - Manifestano le donne a piazza del Popolo e il traffico in Centro ieri pomeriggio è andato in tilt. Per il Pd c’è lo zampino del sindaco che non ha organizzato bene i servizi per la viabilità nelle strade intorno alla centralissima piazza del Tridente. «Anche oggi l’Amministrazione Alemanno ha dato prova della sua inettitudine e inadeguatezza a gestire la nostra città. La manifestazione di piazza del Popolo è stata straordinaria e si è svolta fortunatamente senza alcun tipo di problema, fatta eccezione per il traffico nelle vie intorno alla piazza stessa che inspiegabilmente erano state lasciate aperte e ove si notava l’assenza di vigili urbani. Forse Alemanno non è stato informato, ma molte macchine e un autobus a due piani sono rimasti bloccati proprio in quell’area. Insomma un’altra volta l’Amministrazione Alemanno ha fornito una prova pessima di come si organizza un grande evento». Lo dichiara in una nota il segretario del Pd Roma, Marco Miccoli.
La replica del sindaco. «L’accusa di non aver ben predisposto i servizi di ordine pubblico a Piazza del Popolo è un’offesa alla professionalità e alle capacità della Questura di Roma e della nostra Polizia Municipale. Gli esponenti del Pd, che hanno tratto dalle difficoltà di traffico che si sono registrate intorno a piazza del Popolo un ennesimo motivo di polemica pretestuosa, si sono dimenticati che i servizi per le manifestazioni non sono decisi in sede politica, ma vengono stabiliti tecnicamente dagli uffici preposti della Questura e di Roma Capitale», ha risposo Gianni Alemanno.
Domenica 13 Febbraio 2011 - 21:54 Ultimo aggiornamento: 22:29
La replica del sindaco. «L’accusa di non aver ben predisposto i servizi di ordine pubblico a Piazza del Popolo è un’offesa alla professionalità e alle capacità della Questura di Roma e della nostra Polizia Municipale. Gli esponenti del Pd, che hanno tratto dalle difficoltà di traffico che si sono registrate intorno a piazza del Popolo un ennesimo motivo di polemica pretestuosa, si sono dimenticati che i servizi per le manifestazioni non sono decisi in sede politica, ma vengono stabiliti tecnicamente dagli uffici preposti della Questura e di Roma Capitale», ha risposo Gianni Alemanno.
Domenica 13 Febbraio 2011 - 21:54 Ultimo aggiornamento: 22:29
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sabato 11 dicembre 2010
sonnifero mortale
La banda del sonnifero sbaglia farmaco
e uccide turista americano: due arresti
Scoperta organizzazione che circuiva i viaggiatori stranieri e offriva loro vino drogato per poi rapinarli
ROMA - Selezionavano le vittime - soprattutto turisti stranieri - e con fare amichevole le approcciavano. Una volta guadagnata la loro fiducia le portavano a passeggiare nei pressi del Parco di Colle Oppio, e offrivano loro del vino contenente del sonnifero. Era questa la tecnica collaudata della banda del sonnifero che da tempo agiva nella Capitale, ma qualcosa è andato storto e qualche giorno fa un turista statunitense è morto, stroncato dagli effetti di una dose troppo forte di farmaci.
LADRI INDISTURBATI - Al termine di una indagine complessa, nella notte tra venerdì 10 e sabato 11 dicembre gli agenti del commissariato Celio hanno arrestato due persone. Una terza, identificata dalla polizia, è attualmente ricercata. Ma potrebbero esserci altri malviventi coinvolti nell'organizzazione. La banda aveva messo a segno numerosi colpi: quando le vittime perdevano i sensi, i ladri agivano indisturbati, derubandole di tutto. In un caso però lo stratagemma ha avuto un epilogo drammatico, quando il turista americano è rimasto ucciso dal potente sonnifero. (fonte Ansa).
e uccide turista americano: due arresti
Scoperta organizzazione che circuiva i viaggiatori stranieri e offriva loro vino drogato per poi rapinarli
ROMA - Selezionavano le vittime - soprattutto turisti stranieri - e con fare amichevole le approcciavano. Una volta guadagnata la loro fiducia le portavano a passeggiare nei pressi del Parco di Colle Oppio, e offrivano loro del vino contenente del sonnifero. Era questa la tecnica collaudata della banda del sonnifero che da tempo agiva nella Capitale, ma qualcosa è andato storto e qualche giorno fa un turista statunitense è morto, stroncato dagli effetti di una dose troppo forte di farmaci.
LADRI INDISTURBATI - Al termine di una indagine complessa, nella notte tra venerdì 10 e sabato 11 dicembre gli agenti del commissariato Celio hanno arrestato due persone. Una terza, identificata dalla polizia, è attualmente ricercata. Ma potrebbero esserci altri malviventi coinvolti nell'organizzazione. La banda aveva messo a segno numerosi colpi: quando le vittime perdevano i sensi, i ladri agivano indisturbati, derubandole di tutto. In un caso però lo stratagemma ha avuto un epilogo drammatico, quando il turista americano è rimasto ucciso dal potente sonnifero. (fonte Ansa).
mercoledì 26 agosto 2009
BENE! Si riapre il caso dell'Olgiata
Olgiata, pool di 007 a caccia del killer
I fatti di ieri analizzati con i mezzi di oggi. Si inizia dalla morte della contessa Alberica Filo della Torre, uccisa 18 anni fa nella sua villa. A indagare sui delitti irrisolti una task force dei carabinieri. La cronaca nera sotto lo zoom delle tecnologie scientifiche e investigative potrà avere risvolti nuovi
di Maria Elena Vincenzi
Alberica Filo della TorreSi parte dal giallo dell´Olgiata, riaperto dopo 18 anni. I delitti irrisolti della capitale non sono stati dimenticati: li rianalizzerà, con l´ausilio delle tecnologie più avanzate, una task force dei carabinieri, un pool di uomini scelti che, ciascuno con la propria specializzazione, potrà fare luce sugli omicidi che non hanno ancora un colpevole. Le indagini, puntate sui dettagli non scandagliati dagli investigatori dell´epoca, saranno portate avanti da periti esperti che valuteranno il caso attraverso un salto cronologico: i fatti di ieri analizzati con i mezzi di oggi. La morte violenta di Alberica Filo Della Torre, avvenuta il 10 luglio del 1991, sarà rivista totalmente.
La squadra è stata voluta dalla procura di Roma che ha dato mandato al comando provinciale dei carabinieri. E gli uomini del generale Vittorio Tomasone hanno messo in piedi il pool. I fatti della cronaca nera sotto lo zoom di tecnologie scientifiche all´avanguardia, oltre all´applicazione delle ultime tecniche investigative, potranno avere risvolti nuovi e inaspettati.
E nella squadra speciale del comando provinciale di Roma entrano anche tecnici del Racis, il raggruppamento investigazioni scientifiche che comanda anche i Ris e i Rac, i due super-reparti di tecnici dei reperti. Il pool verrà coordinato dal nucleo investigativo di via in Selci, comandato dal tenente colonnello Lorenzo Sabatino: si riprenderanno in mano i faldoni dei misteriosi omicidi di cui si occupò l´Arma, secondo le disposizioni del sostituto procuratore Pierfilippo Laviani. Casi che sono finiti sulle prime pagine dei giornali e che hanno colorato di giallo la cronaca degli ultimi decenni. Così il primo test è proprio la morte della contessa Filo Della Torre, trovata senza vita nella stanza da letto della sua villa a nord di Roma. Un omicidio che fece grandissimo clamore tanto che ancora il 25 giugno scorso il gip ha rifiutato la richiesta di archiviazione e predisposto comunque nuove indagini.
I primi di agosto, arrivata la delega della procura al comando provinciale, ha preso il via la formazione della squadra. È un´equipe in cui gli uomini della prima sezione di via in Selci, quella dedicata agli omicidi, vengono affiancati da analisti del crimine, psicologi e scienziati. Militari con specializzazioni ricercatissime, con una formazione ad hoc sui risvolti psicologici e sociologici dei delitti che aiuteranno gli investigatori a riguardare il giallo dell´Olgiata con i "microscopi" di cui si dispone oggi. Caso che verrà seguito dal pm Maria Francesca Loy. Intanto si sono riaperti tutti gli atti, alla ricerca di particolari che, nel 1991, non furono presi nella dovuta considerazione per i motivi più svariati. Si cercheranno in primo luogo particolari che non erano stati presi in considerazione per la mancanza di un´adatta strumentazione. O, ancora, verranno riguardati attraverso un percorso investigativo che all´epoca non era in uso. E anche i reperti archiviati potranno essere rispolverati e rianalizzati dai Ris.
L´Olgiata ovviamente non sarà l´unico "caso freddo" riaperto, sarà solo il primo di tanti. Senza avere negli occhi e nelle orecchie indagati, ipotesi di risoluzione o piste particolari: la ricerca ripartirà da zero e sarà a 360 gradi. E nulla verrà trascurato.
(26 agosto 2009)
(da repubblica.it)
I fatti di ieri analizzati con i mezzi di oggi. Si inizia dalla morte della contessa Alberica Filo della Torre, uccisa 18 anni fa nella sua villa. A indagare sui delitti irrisolti una task force dei carabinieri. La cronaca nera sotto lo zoom delle tecnologie scientifiche e investigative potrà avere risvolti nuovi
di Maria Elena Vincenzi
Alberica Filo della TorreSi parte dal giallo dell´Olgiata, riaperto dopo 18 anni. I delitti irrisolti della capitale non sono stati dimenticati: li rianalizzerà, con l´ausilio delle tecnologie più avanzate, una task force dei carabinieri, un pool di uomini scelti che, ciascuno con la propria specializzazione, potrà fare luce sugli omicidi che non hanno ancora un colpevole. Le indagini, puntate sui dettagli non scandagliati dagli investigatori dell´epoca, saranno portate avanti da periti esperti che valuteranno il caso attraverso un salto cronologico: i fatti di ieri analizzati con i mezzi di oggi. La morte violenta di Alberica Filo Della Torre, avvenuta il 10 luglio del 1991, sarà rivista totalmente.
La squadra è stata voluta dalla procura di Roma che ha dato mandato al comando provinciale dei carabinieri. E gli uomini del generale Vittorio Tomasone hanno messo in piedi il pool. I fatti della cronaca nera sotto lo zoom di tecnologie scientifiche all´avanguardia, oltre all´applicazione delle ultime tecniche investigative, potranno avere risvolti nuovi e inaspettati.
E nella squadra speciale del comando provinciale di Roma entrano anche tecnici del Racis, il raggruppamento investigazioni scientifiche che comanda anche i Ris e i Rac, i due super-reparti di tecnici dei reperti. Il pool verrà coordinato dal nucleo investigativo di via in Selci, comandato dal tenente colonnello Lorenzo Sabatino: si riprenderanno in mano i faldoni dei misteriosi omicidi di cui si occupò l´Arma, secondo le disposizioni del sostituto procuratore Pierfilippo Laviani. Casi che sono finiti sulle prime pagine dei giornali e che hanno colorato di giallo la cronaca degli ultimi decenni. Così il primo test è proprio la morte della contessa Filo Della Torre, trovata senza vita nella stanza da letto della sua villa a nord di Roma. Un omicidio che fece grandissimo clamore tanto che ancora il 25 giugno scorso il gip ha rifiutato la richiesta di archiviazione e predisposto comunque nuove indagini.
I primi di agosto, arrivata la delega della procura al comando provinciale, ha preso il via la formazione della squadra. È un´equipe in cui gli uomini della prima sezione di via in Selci, quella dedicata agli omicidi, vengono affiancati da analisti del crimine, psicologi e scienziati. Militari con specializzazioni ricercatissime, con una formazione ad hoc sui risvolti psicologici e sociologici dei delitti che aiuteranno gli investigatori a riguardare il giallo dell´Olgiata con i "microscopi" di cui si dispone oggi. Caso che verrà seguito dal pm Maria Francesca Loy. Intanto si sono riaperti tutti gli atti, alla ricerca di particolari che, nel 1991, non furono presi nella dovuta considerazione per i motivi più svariati. Si cercheranno in primo luogo particolari che non erano stati presi in considerazione per la mancanza di un´adatta strumentazione. O, ancora, verranno riguardati attraverso un percorso investigativo che all´epoca non era in uso. E anche i reperti archiviati potranno essere rispolverati e rianalizzati dai Ris.
L´Olgiata ovviamente non sarà l´unico "caso freddo" riaperto, sarà solo il primo di tanti. Senza avere negli occhi e nelle orecchie indagati, ipotesi di risoluzione o piste particolari: la ricerca ripartirà da zero e sarà a 360 gradi. E nulla verrà trascurato.
(26 agosto 2009)
(da repubblica.it)
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mercoledì 12 agosto 2009
CHISSA'!
Roma: muore per piaghe da decubito, indagato medico di famiglia
12 Agosto 2009 14:45 CRONACHE
ROMA - Aveva prescritto soltanto una pomata e non si era accorto della gravita' di una sua paziente, una donna di 46 anni, devastata dalle piaghe da decubito. Alla fine i familiari hanno portato al pronto soccorso la donna, che pero' e' morta in ospedale. Il pm Giuseppe Saieva, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo iscrivendo sul registro degli indagati il medico di famiglia. Secondo la denuncia del padre della donna, il medico si era limitato giorni prima a prescrivere telefonicamente una pomata, senza mai visitare la paziente, che soffriva di una lieve epilessia ed era in profonda depressione. (RCD)
12 Agosto 2009 14:45 CRONACHE
ROMA - Aveva prescritto soltanto una pomata e non si era accorto della gravita' di una sua paziente, una donna di 46 anni, devastata dalle piaghe da decubito. Alla fine i familiari hanno portato al pronto soccorso la donna, che pero' e' morta in ospedale. Il pm Giuseppe Saieva, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo iscrivendo sul registro degli indagati il medico di famiglia. Secondo la denuncia del padre della donna, il medico si era limitato giorni prima a prescrivere telefonicamente una pomata, senza mai visitare la paziente, che soffriva di una lieve epilessia ed era in profonda depressione. (RCD)
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venerdì 24 luglio 2009
OMICIDI RISOLTI A ROMA
Roma, 23 lug. - (Adnkronos) - Con l'arresto dell'indiano di 46 anni nell'ambito delle indagini sull'omicidio di un cittadino marocchino di 46 anni, ucciso a colpi di bastone lo scorso 27 giugno, la Questura di Roma riferisce che gli 11 omicidi trattati dalla Polizia di Stato dal 1 gennaio ad oggi, a Roma, sono stati tutti risolti con l'arresto dei responsabili da parte della Squadra Mobile.
Desidero complimentarmi con il Questore e con il capo della Squadra Mobile di Roma per questo risultato, senz'altro ottimale. Di omicidi ve ne sono altri, di cui- immagino- si occupano i Carabinieri. Non posso non pensare, tuttavia, che gli omicidi di cui si è occupata la PS sono stati solo undici. Di conseguenza penso anche che, se altri omicidi vi sono in altre città che non sono stati risolti, la causa è lo scarso numero di investigatori che vi si dedica, perché le capacità vi sono.
Desidero complimentarmi con il Questore e con il capo della Squadra Mobile di Roma per questo risultato, senz'altro ottimale. Di omicidi ve ne sono altri, di cui- immagino- si occupano i Carabinieri. Non posso non pensare, tuttavia, che gli omicidi di cui si è occupata la PS sono stati solo undici. Di conseguenza penso anche che, se altri omicidi vi sono in altre città che non sono stati risolti, la causa è lo scarso numero di investigatori che vi si dedica, perché le capacità vi sono.
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mercoledì 11 febbraio 2009
DIVENTA UN'ABITUDINE?
L'imitazione è cosa nota nei fenomeni criminali. Bruciare i clochards lo sta diventando. Dopo il caso di Nettuno, due casi a Roma.
ROMA (10 febbraio) - Un altro grave episodio di razzismo a Roma, dieci giorni dopo l'aggressione ad un cittadino indiano che dormiva su una panchina a Nettuno. E' accaduto all'Esquilino, in pieno centro storico.
Non volevano che ragazzini bengalesi frequentassero il quartiere e così dopo averli minacciati di morte e picchiati, hanno tentato di bruciarli usando una bomboletta spray e un accendino a mo' di lanciafiamme. Uno della banda, un italiano di 20 anni, Ivano Balzanella, writer e con precedenti, è stato arrestato dalla polizia per minacce e lesioni aggravate dall'odio razziale e per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
«Andatevene via dalla zona o vi brucio», ha urlato nei confronti di tre ragazzini bengalesi Balzanella. Poi ha usato una bomboletta di vernice spray con un accendino, indirizzandolo verso il volto di uno degli stranieri ma i poliziotti hanno letteralmente atterrato l'extracomunitario per evitargli la fiammata in volto. Dopo una breve colluttazione gli agenti hanno arrestato, l'italiano, mentre uno o forse due complici, sono riusciti a scappare. Balzanella si è subito dichiarato writer. In passato era stato denunciato per aver imbrattato i treni nella stazione Termini e, pare, sia consumatore abituale di hashish e cocaina. Vive nel quartiere Esquilino insieme al padre, in una situazione di disagio, e frequenta, nonostante i suoi venti anni, ancora un istituto tecnico, sempre in zona, perché è stato ripetutamente bocciato.
Alemanno: un demente che va punito. «Mi auguro che quel demente arrestato all'Esquilino abbia la giusta punizione». Così il sindaco Gianni Alemanno ha commentato l'aggressione dell'Esquilino.
Marrazzo: punire, ma educare. Duro anche il commento di Piero Marrazzo, presidente della Regione Lazio: «Una nuova e vergognosa aggressione ai danni di cittadini stranieri. E ancora una volta sono dei ragazzi che aggrediscono altri ragazzi. Davvero un brutto segnale al quale le istituzioni e la politica non si devono stancare mai di rispondere con durezza, con la sanzione ma anche con la diffusione di una cultura del dialogo e della legalità. Non si possono condannare i singoli atti di razzismo e poi diffondere quotidianamente la paura del diverso e dello straniero, almeno finché confideremo come un valore quello di vivere in una società dove la convivenza civile e l’accoglienza sono valori fondamentali». (da il messaggero)
ROMA (10 febbraio) - Un altro grave episodio di razzismo a Roma, dieci giorni dopo l'aggressione ad un cittadino indiano che dormiva su una panchina a Nettuno. E' accaduto all'Esquilino, in pieno centro storico.
Non volevano che ragazzini bengalesi frequentassero il quartiere e così dopo averli minacciati di morte e picchiati, hanno tentato di bruciarli usando una bomboletta spray e un accendino a mo' di lanciafiamme. Uno della banda, un italiano di 20 anni, Ivano Balzanella, writer e con precedenti, è stato arrestato dalla polizia per minacce e lesioni aggravate dall'odio razziale e per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
«Andatevene via dalla zona o vi brucio», ha urlato nei confronti di tre ragazzini bengalesi Balzanella. Poi ha usato una bomboletta di vernice spray con un accendino, indirizzandolo verso il volto di uno degli stranieri ma i poliziotti hanno letteralmente atterrato l'extracomunitario per evitargli la fiammata in volto. Dopo una breve colluttazione gli agenti hanno arrestato, l'italiano, mentre uno o forse due complici, sono riusciti a scappare. Balzanella si è subito dichiarato writer. In passato era stato denunciato per aver imbrattato i treni nella stazione Termini e, pare, sia consumatore abituale di hashish e cocaina. Vive nel quartiere Esquilino insieme al padre, in una situazione di disagio, e frequenta, nonostante i suoi venti anni, ancora un istituto tecnico, sempre in zona, perché è stato ripetutamente bocciato.
Alemanno: un demente che va punito. «Mi auguro che quel demente arrestato all'Esquilino abbia la giusta punizione». Così il sindaco Gianni Alemanno ha commentato l'aggressione dell'Esquilino.
Marrazzo: punire, ma educare. Duro anche il commento di Piero Marrazzo, presidente della Regione Lazio: «Una nuova e vergognosa aggressione ai danni di cittadini stranieri. E ancora una volta sono dei ragazzi che aggrediscono altri ragazzi. Davvero un brutto segnale al quale le istituzioni e la politica non si devono stancare mai di rispondere con durezza, con la sanzione ma anche con la diffusione di una cultura del dialogo e della legalità. Non si possono condannare i singoli atti di razzismo e poi diffondere quotidianamente la paura del diverso e dello straniero, almeno finché confideremo come un valore quello di vivere in una società dove la convivenza civile e l’accoglienza sono valori fondamentali». (da il messaggero)
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domenica 9 novembre 2008
MILITARI E ORDINE PUBBLICO
SE FUNZIONA, PERCHE' TOGLIERE I MILITARI?
Roma,"Meno reati grazie a militari"
Alemanno: "Loro impiego è stata svolta"
I militari impegnati nei controlli a Roma, in base alle misure adottate a livello nazionale per garantire la sicurezza nella città, lasceranno la capitale quando saranno in funzione i nuovi sistemi di vigilanza e il loro impiego "ha rappresentato una svolta e ha consentito di avere un minor numero di reati rispetto agli ultimi 10 anni". Lo ha detto il sindaco Gianni Alemanno all'inaugurazione dell'esposizione di mezzi militari al Circo Massimo.
"Le Forze Armate - ha detto il sindaco - dovranno tornare ai loro compiti di istituto e le forze dell'ordine dovranno fare la loro opera di vigilanza interna. Dobbiamo superare l'emergenza, quando saremo più attrezzati e a Roma avremo installato diversi sistemi di vigilanza, come le telecamere e la sala sistema di Roma, probabilmente potremo ringraziare l'Esercito e voltare pagina". Secondo il sindaco di Roma il bilancio sulla presenza dell'Esercito nella capitale "è molto positivo, sia come azione diretta sia come possibilità di liberare forze di polizia per attività investigative". (tgcom 9 novembre 2008)
Roma,"Meno reati grazie a militari"
Alemanno: "Loro impiego è stata svolta"
I militari impegnati nei controlli a Roma, in base alle misure adottate a livello nazionale per garantire la sicurezza nella città, lasceranno la capitale quando saranno in funzione i nuovi sistemi di vigilanza e il loro impiego "ha rappresentato una svolta e ha consentito di avere un minor numero di reati rispetto agli ultimi 10 anni". Lo ha detto il sindaco Gianni Alemanno all'inaugurazione dell'esposizione di mezzi militari al Circo Massimo.
"Le Forze Armate - ha detto il sindaco - dovranno tornare ai loro compiti di istituto e le forze dell'ordine dovranno fare la loro opera di vigilanza interna. Dobbiamo superare l'emergenza, quando saremo più attrezzati e a Roma avremo installato diversi sistemi di vigilanza, come le telecamere e la sala sistema di Roma, probabilmente potremo ringraziare l'Esercito e voltare pagina". Secondo il sindaco di Roma il bilancio sulla presenza dell'Esercito nella capitale "è molto positivo, sia come azione diretta sia come possibilità di liberare forze di polizia per attività investigative". (tgcom 9 novembre 2008)
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giovedì 21 agosto 2008
L'OMICIDIO DELL'OMOSESSUALE
L'OMICIDIO DELL'OMOSESSUALE
Tanti anni fa (1997) scrissi, insieme a colleghi e poliziotti, questo articolo: Giusti G., Marella G. L., Cave Bondi G., Marinelli E., Rossi P., D’Alfonso A., Intini A., Liviero V.: L’omicidio dell’omosessuale. Riv. It. Med. Leg., 19, 1343, 1997. Tre giorni fa, a Roma, nel corso di un incontro omosessuale, un uomo è stato ucciso e ieri l'omicida è stato catturato. Questo articolo di Repubblica http://roma.repubblica.it/dettaglio/Arrestato-il-killer-dellarchitetto-E-stato-incastrato-dalle-impronte/1503469?ref=rephp descrive esattamente le caratteristiche di questo tipo di omicida e di delitto che avevamo individuato 11 anni fa. E’ un segno che la collaborazione fra Polizia e medici legali può dare frutti anche oltre la singola contingenza.
Tanti anni fa (1997) scrissi, insieme a colleghi e poliziotti, questo articolo: Giusti G., Marella G. L., Cave Bondi G., Marinelli E., Rossi P., D’Alfonso A., Intini A., Liviero V.: L’omicidio dell’omosessuale. Riv. It. Med. Leg., 19, 1343, 1997. Tre giorni fa, a Roma, nel corso di un incontro omosessuale, un uomo è stato ucciso e ieri l'omicida è stato catturato. Questo articolo di Repubblica http://roma.repubblica.it/dettaglio/Arrestato-il-killer-dellarchitetto-E-stato-incastrato-dalle-impronte/1503469?ref=rephp descrive esattamente le caratteristiche di questo tipo di omicida e di delitto che avevamo individuato 11 anni fa. E’ un segno che la collaborazione fra Polizia e medici legali può dare frutti anche oltre la singola contingenza.
giovedì 24 luglio 2008
TRUFFE AUTOMOBILISTICHE
Roma, usavano sangue finto per simulare incidentiArrestate madre e figlia per estorsione
ROMA (24 luglio) - Fingevano di essere state investite per poi estorcere soldi al malcapitato. Usavano fiale con liquido rosso per simulare sangue e accessori d'auto già danneggiati. Con l'accusa di estorsione in concorso i carabinieri della compagnia Roma Piazza Dante hanno arrestato B.M. di 44 anni e B.A. di 21 anni, madre e figlia pregiudicate. L'ultimo colpo messo a segno ai danni di un professore universitario ed un tassista è stato fatale alle due truffatrici: i militari, che già le seguivano da tempo, hanno assistito all'intera sceneggiata e le hanno arrestate in flagranza di reato.La sceneggiata. Si accostavano alle auto in transito, facendo credere di essere state investite dopo essersi cosparse del liquido rosso. Poi, mostrando le finte macchie di sangue e gli oggetti rotti alle loro vittime, minacciavano di denunciarle se non le avessero immediatamente risarcite dei danni procurati. In qualche caso, per costringere le vittime al pagamento della somma richiesta, le due donne si intrufolavano nell'auto rifiutandosi di scendere fino all'avvenuto risarcimento del danno. (da ilmessaggero.it)
Stanno ancora facendo il processo per le truffe dal caso Lothar (falsi incidenti stradali), e già queste ricominciano. Addirittura con sangue falso.
ROMA (24 luglio) - Fingevano di essere state investite per poi estorcere soldi al malcapitato. Usavano fiale con liquido rosso per simulare sangue e accessori d'auto già danneggiati. Con l'accusa di estorsione in concorso i carabinieri della compagnia Roma Piazza Dante hanno arrestato B.M. di 44 anni e B.A. di 21 anni, madre e figlia pregiudicate. L'ultimo colpo messo a segno ai danni di un professore universitario ed un tassista è stato fatale alle due truffatrici: i militari, che già le seguivano da tempo, hanno assistito all'intera sceneggiata e le hanno arrestate in flagranza di reato.La sceneggiata. Si accostavano alle auto in transito, facendo credere di essere state investite dopo essersi cosparse del liquido rosso. Poi, mostrando le finte macchie di sangue e gli oggetti rotti alle loro vittime, minacciavano di denunciarle se non le avessero immediatamente risarcite dei danni procurati. In qualche caso, per costringere le vittime al pagamento della somma richiesta, le due donne si intrufolavano nell'auto rifiutandosi di scendere fino all'avvenuto risarcimento del danno. (da ilmessaggero.it)
Stanno ancora facendo il processo per le truffe dal caso Lothar (falsi incidenti stradali), e già queste ricominciano. Addirittura con sangue falso.
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sabato 19 luglio 2008
CIBI CINESI AVARIATI
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=277230
Alimenti cinesi scaduti e avariati, e muniti di nuove etichette. E' successo a Roma. Per il Sindaco di Roma: deve controllare il territorio, mandi in giro i Suoi vigili urbani, sono tanti, gli faccia far qualcosa di utile, invece di far dare le multe alle auto in sosta. I cibi avariati sono un pericolo per la salute pubblica.
Alimenti cinesi scaduti e avariati, e muniti di nuove etichette. E' successo a Roma. Per il Sindaco di Roma: deve controllare il territorio, mandi in giro i Suoi vigili urbani, sono tanti, gli faccia far qualcosa di utile, invece di far dare le multe alle auto in sosta. I cibi avariati sono un pericolo per la salute pubblica.
domenica 6 luglio 2008
NUOVI SCHIAVI
Cinesi schiavizzati a Roma, sequestrati sei laboratori clandestini: 12 persone fermate
ROMA (5 luglio) - Lavoravano anche 17 ore al giorno chiusi in scantinati con piccole finestre, senza aria né luce, con accanto i figli piccolissimi, costretti a sopportare condizioni disumane. Per questo la polizia municipale di Roma ha sequestrato questa mattina sei laboratori cinesi di sartoria. Dodici persone sono state fermate, mentre i titolari delle attività sono stati denunciati anche per sfruttamento di manodopera clandestina.I "lavoratori-schiavi" erano una sessantina, donne e uomini cinesi tra i 24 e i 30 anni, provenienti dalla Regione dello Zhejiang. Sono stati trovati dai vigili a lavorare con i figli di 2 e 3 anni accanto, dentro 16 scantinati nei quartieri periferici della Borghesiana, Finocchio, Torre Angela e Colle Prenestino. In tutto gli agenti dell'VIII Gruppo della polizia municipale della capitale hanno controllato 16 laboratori: i sigilli sono scattati per sei. I dipendenti venivano fatti lavorare nei seminterrati dalle 9 del mattino fino alle due-tre di notte, per 4-500 euro al mese. Nelle sartorie quintali di stoffe sui pavimenti, che impedivano l'uscita in caso di incendio. Ed era molto probabilmente proprio negli scantinati che i lavoratori vivevano con la propria famiglia; sono state infatti trovate brande, resti di cibo e oggetti per l'igiene intima. (da ilmessaggero.itg 6 luglio 2008)
ROMA (5 luglio) - Lavoravano anche 17 ore al giorno chiusi in scantinati con piccole finestre, senza aria né luce, con accanto i figli piccolissimi, costretti a sopportare condizioni disumane. Per questo la polizia municipale di Roma ha sequestrato questa mattina sei laboratori cinesi di sartoria. Dodici persone sono state fermate, mentre i titolari delle attività sono stati denunciati anche per sfruttamento di manodopera clandestina.I "lavoratori-schiavi" erano una sessantina, donne e uomini cinesi tra i 24 e i 30 anni, provenienti dalla Regione dello Zhejiang. Sono stati trovati dai vigili a lavorare con i figli di 2 e 3 anni accanto, dentro 16 scantinati nei quartieri periferici della Borghesiana, Finocchio, Torre Angela e Colle Prenestino. In tutto gli agenti dell'VIII Gruppo della polizia municipale della capitale hanno controllato 16 laboratori: i sigilli sono scattati per sei. I dipendenti venivano fatti lavorare nei seminterrati dalle 9 del mattino fino alle due-tre di notte, per 4-500 euro al mese. Nelle sartorie quintali di stoffe sui pavimenti, che impedivano l'uscita in caso di incendio. Ed era molto probabilmente proprio negli scantinati che i lavoratori vivevano con la propria famiglia; sono state infatti trovate brande, resti di cibo e oggetti per l'igiene intima. (da ilmessaggero.itg 6 luglio 2008)
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mercoledì 7 maggio 2008
NUOVI SCHIAVI
Questa volta si tratta di prostitute cinesi a Roma. Trovarle è facilissimo, basta guardare negli annunci economici del più noto quotidiano della capitale.
Leggi qui http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/Schiave-del-sesso-invasione-cinese/2021749
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venerdì 11 aprile 2008
NUOVI SCHIAVI
Roma, religiosa di origini filippine scappa dal conventoLa madre superiora sotto accusa nega e parla di una vendetta
Confessione choc di una suora"Io, trattata come una schiava"
Confessione choc di una suora"Io, trattata come una schiava"' src="http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/cronaca/suora-schiava/suora-schiava/fran_12693323_13510.jpg" width=230>
Il convento albergo delle suore dello Spirito Santodi MARINO BISSO e CARLO PICOZZA ROMA - Scappa dal convento e si rifugia in un centro contro la violenza alle donne. È la storia di una suora trattata come schiava. Vittima di ricatti psicologici, si sottopone a visita ginecologica per far certificare la sua verginità. Angherie e vessazioni: cure mediche negate, mortificazioni e punizioni come "il bacio al pavimento". Le accuse sono finite ora al centro di un'inchiesta della procura di Roma che ha iscritto la madre superiora nel registro degli indagati contestandole il reato di maltrattamenti. Il racconto choc della suora è stato confermato da due consorelle sentite ieri a palazzo di giustizia a Roma. L'inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore Nicola Maiorano che ha affidato le indagini alla polizia giudiziaria diretta dal vicequestore Orlando Parrella. Scenario dei presunti maltrattamenti è un convento, vicino all'ospedale Gemelli, della Congregazione dello Spirito Santo, che funziona da "albergo a una stella". Vittima, suor Maria (chiamiamola così), nata 48 anni fa nelle Filippine e sbarcata a Roma nel giugno del '97. Un anno fa, l'otto marzo giorno dedicato alle donne, la religiosa lo ricorda così: "Sono stata costretta ad allontanarmi dal convento perché gravemente ammalata e vittima di maltrattamenti da parte delle mie superiore". "Ora", continua, "ho trovato rifugio in un centro antiviolenza". Le sue sofferenze sono condensate in una denuncia presentata dall'avvocato Teresa Manente, dell'ufficio legale di "Differenza donna". Al centro antiviolenza era stata accompagnata da due connazionali dell'associazione "Donne filippine". Una ventina di giorni dopo, "colpita da una grave emorragia", era stata costretta a lasciare il centro alla volta dell'ospedale San Camillo per essere operata. "Nonostante fossi gravemente malata da tempo", racconta, "la madre superiora mi privava di qualsiasi cura e assistenza medica, delle medicine e mi ordinava di continuare a lavorare". Già, i lavori: "Quando sono arrivata a Roma con altre consorelle", ricorda suor Maria, "mi era stato detto che avrei dovuto imparare l'italiano e dedicarmi all'apostolato con periodi di formazione e meditazione". "Ma - continua - ho sempre e solo lavorato nel convento che, in realtà, è una pensione a una stella, "Albergo suore dello Spirito Santo", con oltre 50 stanze". All'inizio, "da sola, dovevo preparare ogni giorno colazione, pranzo e cena per almeno 15 persone: al lavoro alle 6 per far mangiare le consorelle; alle 6.30 preghiera e messa e alle 8.30 servivo le colazioni in refettorio. Poi di nuovo ai fornelli per il pranzo delle 12.30. Quindi rassettavo la cucina per tornarvi alle 17 a preparare la cena". "Tre giorni a settimana, tra le 15 e le 17, pulizie in chiesa".
Cinque mesi e, "nel dicembre 1997, mi comparvero spaccature della pelle sulle mani: "Dermatite grave", diagnosticò il dermatologo", invitandola a tenere al riparo le mani. Ma la superiora minimizza e prescrive un'altra terapia: "Crema e guanti di gomma". "Le ferite facevano molto male ma non avevo il coraggio di chiedere di cambiare mansioni per paura che la superiora si arrabbiasse e mi accusasse di non aver voglia di lavorare". Ma le piaghe si infettano. Arriva la febbre. "Allora mi accompagnò in ospedale: il dermatologo avvertì che l'infezione metteva a rischio le dita". A suor Maria viene assegnato un altro lavoro: "Lavare e stirare biancheria di consorelle e ospiti". Tra le mura della Congregazione, suor Maria viene "sottoposta a continue aggressioni e umiliazioni". "Mi venivano consegnati 20 euro al mese", racconta, "e di ogni acquisto dovevo mostrare alla superiora gli scontrini". Quest'ultima, alcune settimane fa, è stata interrogata. Assistita dall'avvocato Stefano Merlini ha negato gli addebiti dicendo di essere vittima di una vendetta e di accuse inventate dalle tre suore. (11 aprile 2008) (da repubblica.it)
Confessione choc di una suora"Io, trattata come una schiava"
Confessione choc di una suora"Io, trattata come una schiava"' src="http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/cronaca/suora-schiava/suora-schiava/fran_12693323_13510.jpg" width=230>
Il convento albergo delle suore dello Spirito Santodi MARINO BISSO e CARLO PICOZZA ROMA - Scappa dal convento e si rifugia in un centro contro la violenza alle donne. È la storia di una suora trattata come schiava. Vittima di ricatti psicologici, si sottopone a visita ginecologica per far certificare la sua verginità. Angherie e vessazioni: cure mediche negate, mortificazioni e punizioni come "il bacio al pavimento". Le accuse sono finite ora al centro di un'inchiesta della procura di Roma che ha iscritto la madre superiora nel registro degli indagati contestandole il reato di maltrattamenti. Il racconto choc della suora è stato confermato da due consorelle sentite ieri a palazzo di giustizia a Roma. L'inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore Nicola Maiorano che ha affidato le indagini alla polizia giudiziaria diretta dal vicequestore Orlando Parrella. Scenario dei presunti maltrattamenti è un convento, vicino all'ospedale Gemelli, della Congregazione dello Spirito Santo, che funziona da "albergo a una stella". Vittima, suor Maria (chiamiamola così), nata 48 anni fa nelle Filippine e sbarcata a Roma nel giugno del '97. Un anno fa, l'otto marzo giorno dedicato alle donne, la religiosa lo ricorda così: "Sono stata costretta ad allontanarmi dal convento perché gravemente ammalata e vittima di maltrattamenti da parte delle mie superiore". "Ora", continua, "ho trovato rifugio in un centro antiviolenza". Le sue sofferenze sono condensate in una denuncia presentata dall'avvocato Teresa Manente, dell'ufficio legale di "Differenza donna". Al centro antiviolenza era stata accompagnata da due connazionali dell'associazione "Donne filippine". Una ventina di giorni dopo, "colpita da una grave emorragia", era stata costretta a lasciare il centro alla volta dell'ospedale San Camillo per essere operata. "Nonostante fossi gravemente malata da tempo", racconta, "la madre superiora mi privava di qualsiasi cura e assistenza medica, delle medicine e mi ordinava di continuare a lavorare". Già, i lavori: "Quando sono arrivata a Roma con altre consorelle", ricorda suor Maria, "mi era stato detto che avrei dovuto imparare l'italiano e dedicarmi all'apostolato con periodi di formazione e meditazione". "Ma - continua - ho sempre e solo lavorato nel convento che, in realtà, è una pensione a una stella, "Albergo suore dello Spirito Santo", con oltre 50 stanze". All'inizio, "da sola, dovevo preparare ogni giorno colazione, pranzo e cena per almeno 15 persone: al lavoro alle 6 per far mangiare le consorelle; alle 6.30 preghiera e messa e alle 8.30 servivo le colazioni in refettorio. Poi di nuovo ai fornelli per il pranzo delle 12.30. Quindi rassettavo la cucina per tornarvi alle 17 a preparare la cena". "Tre giorni a settimana, tra le 15 e le 17, pulizie in chiesa".
Cinque mesi e, "nel dicembre 1997, mi comparvero spaccature della pelle sulle mani: "Dermatite grave", diagnosticò il dermatologo", invitandola a tenere al riparo le mani. Ma la superiora minimizza e prescrive un'altra terapia: "Crema e guanti di gomma". "Le ferite facevano molto male ma non avevo il coraggio di chiedere di cambiare mansioni per paura che la superiora si arrabbiasse e mi accusasse di non aver voglia di lavorare". Ma le piaghe si infettano. Arriva la febbre. "Allora mi accompagnò in ospedale: il dermatologo avvertì che l'infezione metteva a rischio le dita". A suor Maria viene assegnato un altro lavoro: "Lavare e stirare biancheria di consorelle e ospiti". Tra le mura della Congregazione, suor Maria viene "sottoposta a continue aggressioni e umiliazioni". "Mi venivano consegnati 20 euro al mese", racconta, "e di ogni acquisto dovevo mostrare alla superiora gli scontrini". Quest'ultima, alcune settimane fa, è stata interrogata. Assistita dall'avvocato Stefano Merlini ha negato gli addebiti dicendo di essere vittima di una vendetta e di accuse inventate dalle tre suore. (11 aprile 2008) (da repubblica.it)
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venerdì 29 febbraio 2008
KILLER
Roma, giustiziato in auto da due killer a Centocelle
ROMA (29 febbraio) - Un uomo è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco mentre era nella sua macchina, una Mercedes, questa mattina a Roma, in piazza delle Camelie, in zona Centocelle. L''uomo stava percorrendo una rotatoria quando, pochi minuti dopo le 11, è stato affiancato da una moto di grossa cilindrata con due uomini a bordo che hanno sparato e sono subito fuggiti. La vittima, ferita a morte, ha perso il controllo del mezzo finendo contro un autobus dell'Atac della linea 542, fermo al capolinea in piazza delle Camelie. Sul posto è intervenuta la polizia. L'uomo ucciso sarebbe un 40enne italiano. (29 FEB. 2008, ILMESSAGGERO.IT)
ROMA (29 febbraio) - Un uomo è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco mentre era nella sua macchina, una Mercedes, questa mattina a Roma, in piazza delle Camelie, in zona Centocelle. L''uomo stava percorrendo una rotatoria quando, pochi minuti dopo le 11, è stato affiancato da una moto di grossa cilindrata con due uomini a bordo che hanno sparato e sono subito fuggiti. La vittima, ferita a morte, ha perso il controllo del mezzo finendo contro un autobus dell'Atac della linea 542, fermo al capolinea in piazza delle Camelie. Sul posto è intervenuta la polizia. L'uomo ucciso sarebbe un 40enne italiano. (29 FEB. 2008, ILMESSAGGERO.IT)
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lunedì 4 febbraio 2008
CADAVERE SUL TETTO
ROMA (4 febbraio) - Il cadavere di un uomo è stato trovato sul tetto della scuola media "Pinelli", di viale della Venezia Giulia 33, al quartiere Prenestino. L'uomo presenta ferite alla gola. Due per ora le ipotesi sull'identità del morto: ladro o tossicodipendente.
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sabato 26 gennaio 2008
GIUSTIZIA LUMACA
Le considerazioni di Claudio Fancelli, procuratore reggente della Corte d'Appello di Roma, sulle disfunzioni della giustizia a Roma, e in articolare sulla lentezza dei processi lumaca. Leggi qui http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=17709&sez=HOME_ROMA
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