venerdì 29 febbraio 2008

DETENUTI AMERICANI

La popolazione carceraria è superiore a qualsiasi altro Paese:un bianco su 106, un ispanico su 36, un afro-americano su 15
Usa, primato dietro le sbarreUn giovane nero su 9 in carcere
Usa, primato dietro le sbarreUn giovane nero su 9 in carcere" src="http://www.repubblica.it/2008/02/sezioni/esteri/usa-prigioni/usa-prigioni/este_29143438_34450.jpg" width=230>
Il rapporto pubblicato sul sito del Pew CenterWASHINGTON - Gli Stati Uniti hanno una popolazione carceraria superiore a quella di qualsiasi altro Paese al mondo e, per la prima volta nella storia degli Usa, più di un americano adulto su cento si trova dietro le sbarre. Lo ha scoperto uno studio pubblicato oggi dal Pew Center on the States, centro di studi economici e sociali. Secondo il rapporto, la popolazione carceraria negli States è cresciuta di 25 mila detenuti nel 2007, arrivando a quasi 1,6 milioni. Altre 723 mila persone si trovano in prigioni locali, arrivando a un totale di circa 2,3 milioni di carcerati. Con una popolazione adulta Usa di circa 230 milioni, il nuovo dato significa che un americano adulto su 99 è dietro le sbarre. Facendo un confronto la Cina, per esempio, che ha una popolazione di oltre un miliardo di abitanti, è al secondo posto con 1 milione e mezzo di persone in carcere, seguito dalla Russia che conta 890mila detenuti. I tassi di permanenza nelle carceri sono più alti per certi gruppi etnici: secondo i dati del 2006 un adulto americano bianco su 106 è dietro le sbarre, un ispanico su 36 è in prigione, mentre tra gli afro-americani la proporzione è addirittura di uno su 15, che sale a uno su nove se si guarda alla fascia di età compresa tra i 20 e i 34 anni. Mentre gli uomini hanno dieci possibilità in più di finire in carcere rispetto alle donne, la popolazione femminile carceraria cresce in maniera rapida secondo il rapporto del Pew. Si trova in carcere una donna bianca su 355 (che diventa una su 265 tra i 35 e i 39 anni), ma la percentuale aumenta con le donne appartenenti a minoranze: per le nere il tasso è una su cento, per le ispaniche è una su 297.
I dati si discostano rispetto a quelli ufficiali del Dipartimento della Giustizia che è arrivato a una stima di un detenuto ogni 135 americani guardando alla popolazione americana nel complesso, non solo agli adulti. Per mantenere questa popolazione in ascesa, nel 2007 gli stati hanno speso 44 miliardi di dollari, contro i 10 miliardi di dollari del 1987. Nel 2005, l'ultimo anno per cui ci sono cifre nazionali disponibili, imprigionare qualcuno è costato oltre 23 mila dollari. (29 febbraio 2008) (repubblica.it)

ACQUA NEI CAPELLI A FINI IDENTIFICATIVI

Una ricerca rivela: l'acqua bevuta resta impressa per anni e varia da città a cittàLe analisi dicono dove si trovava un sospettato al momento di un fatto di cronaca
Nei capelli tracce della nostra storiaÈ l'ultima frontiera contro il crimine
Nei capelli tracce della nostra storiaÈ l'ultima frontiera contro il crimine" src="http://www.repubblica.it/2008/02/sezioni/scienza_e_tecnologia/capelli-storia/capelli-storia/imag_12349414_30320.jpg" width=230> di LUIGI BIGNAMI Il CSI, Crime Scene Investigation, il corpo di polizia divenuto popolare per una nota serie televisiva che negli Stati Uniti interviene a cercare le prove di un delitto, avrà nel suo corredo un elemento in più per cercare i criminali: le tracce lasciate dall'acqua che una persona beve in un determinato posto. Impronte che rimangono impresse nei capelli per almeno 2 o 3 anni. Un aiuto fondamentale anche per tutte le polizie criminali del mondo. Ricercatori dell'Università dello Utah (Usa) hanno scoperto che la percentuale di differenti forme dell'atomo di idrogeno e di ossigeno presenti nell'acqua potabile varia da regione a regione del pianeta. Quando si beve anche un solo bicchiere d'acqua, una parte di questi elementi finisce nei capelli e vi rimane mentre questi crescono. In tal modo tracce di un determinato tipo di idrogeno e di ossigeno presente nei capelli di una persona, permette di affermare dove questa è recentemente vissuta o dove ha viaggiato e può aiutare la polizia a ricostruire i movimenti dei criminali. "Possiamo dire che "sei ciò che bevi" e questo rimane registrato nei tuoi capelli", ha detto il ricercatore che realizzato la scoperta, Thure Cerling. Cerling, insieme ai colleghi, ha scoperto l'esistenza di un forte legame tra il livello degli isotopi di idrogeno e ossigeno presenti nei capelli e l'acqua che viene bevuta da una persona. Ma perché una persona che beve l'acqua vicino al mare, ad esempio, ha una percentuale diversa di isotopi da una che beve acqua di montagna?
Spiega il ricercatore: "Quando le nuvole si muovono da un oceano o da un mare verso la terraferma l'acqua con gli isotopi più pesanti -quindi con l'ossigeno 18 e l'idrogeno 2 - precipita prima di quella con gli isotopi più leggeri". Ciò significa che se un criminale, ma anche una qualsiasi persona, beve acqua del rubinetto nel cuore di Milano i suoi capelli avranno un contenuto diverso di isotopi dell'ossigeno e dell'idrogeno rispetto a una che beve acqua a Genova. Il team di Cerling ha realizzato la ricerca analizzando campioni di capelli raccolti in negozi di barbieri e di acqua di rubinetto presa vicino a ogni barbiere in 65 città di 18 Stati degli Usa. Il risultato è stato sorprendente, in quanto il ricercatore ha scoperto una precisa correlazione tra gli isotopi nei capelli e gli isotopi nell'acqua analizzata. "Con l'analisi del capello non possiamo dire con precisione se una persona si è trovata esattamente sul luogo del delitto, ma certamente possiamo affermare che era nell'area, sempre che egli abbia bevuto da un rubinetto", ha spiegato Cerling. Il valore della ricerca è tale che è stato pubblicato sul giornale scientifico Proceedings of the National Academy of Sciences ed ha già trovato applicazioni nella polizia americana impegnata nella ricerca di criminali e di persone assassinate per verificare dove sono state prima dell'assassinio. Un primo caso è stato sottoposto ai ricercatori dal Dipartimento di Polizia di Salt Lake City, che dal 2000 non riusciva ad identificare una donna ritrovata assassinata. Studiando campioni dei capelli della vittima si è potuto stabilire che la donna aveva viaggiato molto prima di essere uccisa. Non avendo tagliato i capelli per almeno due anni i ricercatori hanno potuto stabilire che aveva attraversato l'Idaho, il Montana e lo Wyoming e di aver toccato anche l'Oregon e lo stato di Washington. Con questa pista gli investigatori sono riusciti a risalire all'identità della poveretta. (28 febbraio 2008) (REPUBBLICA.IT)

KILLER

Roma, giustiziato in auto da due killer a Centocelle

ROMA (29 febbraio) - Un uomo è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco mentre era nella sua macchina, una Mercedes, questa mattina a Roma, in piazza delle Camelie, in zona Centocelle. L''uomo stava percorrendo una rotatoria quando, pochi minuti dopo le 11, è stato affiancato da una moto di grossa cilindrata con due uomini a bordo che hanno sparato e sono subito fuggiti. La vittima, ferita a morte, ha perso il controllo del mezzo finendo contro un autobus dell'Atac della linea 542, fermo al capolinea in piazza delle Camelie. Sul posto è intervenuta la polizia. L'uomo ucciso sarebbe un 40enne italiano. (29 FEB. 2008, ILMESSAGGERO.IT)

SINDACO BRUCIATO VIVO

Agguato nel Casertano: ad ottobre era andato a "Mi manda Rai Tre"
Sindaco di Cervino bruciato vivo nell'autoEra uscito dal municipio con due persone
Cadavere carbonizzato: era stato eletto con il centrosinistraNegli ultimi tempi aveva sospeso alcuni dipendenti del Comune
CASERTA - Legato con il fil di ferro e rinchiuso in un’auto (con la quale era stato sequestrato) alla quale è stato dato fuoco. Morte atroce per Giovanni Piscitelli, 52 anni, sindaco di Cervino – piccolo comune ai confini tra Caserta e Benevento – il cui cadavere semicarbonizzaato è stato trovato in una zona montuosa di Durazzano, a pochi chilometri da Cervino. Il primo cittadino, eletto nel 2004 a capo di una lista di centro-sinistra, svolgeva l’attività di infermiere presso l’ospedale civile di Caserta: giovedì sera, dopo una riunione in municipio, Piscitelli non ha fatto ritorno a casa allarmando i familiari che hanno presentato una denuncia di scomparsa intorno alle 23,30.
Il sindaco ucciso Le modalità - Il primo cittadino sarebbe stato avvicinato da un’auto, con a bordo una o più persone armate che lo avrebbero «invitato» a salire. Secondo i primi accertamenti, Piscitelli è stato rinchiuso, dopo essere stato legato e ferito con un corpo contundente (forse il calcio di una pistola), nella sua stessa auto. Il veicolo è stato cosparso di liquido infiammabile e dato alle fiamme. L’uomo è, comunque, riuscito ad aprire uno sportello e ad uscire dall'abitacolo, avvolto dalle fiamme. Il cadavere, infatti, è stato trovato nei pressi dell'auto.
La scoperta del cadavere - Le ricerche erano appena cominciate quando al centralino del comando provinciale dei carabinieri di Caserta è giunta la comunicazione di un agricoltore di Durazzano, il quale segnalava un incendio in una zona isolata. I carabinieri si sono così recati sul posto ed hanno scoperto il cadavere. Piscitelli aveva i piedi legati con del filo di ferro. Per la sua attività di sindaco, Piscitelli era stato coinvolto in alcune inchieste per abuso d’ufficio. Negli ultimi tempi i suoi rapporti con alcuni dipendenti del Comune si erano fatti tesi ed aveva anche adottato per qualcuno provvedimenti di sospensione. Circostanza che il 19 ottobre scorso, lo aveva visto protagonista nel salotto della trasmissione «Mi manda Rai Tre» al cospetto di una vigilessa "demansionata" e passata da responsabile dell'area vigilanza a semplice impiegata (ruolo nel quale, ironia della sorte, doveva presentarsi sempre con la divisa di vigile).
Le prime indagini - Secondo una prima ricostruzione aveva lasciato giopvedì sera il Comune, dopo una riunione e a bordo di una Fiat Brava si sarebbe allontanato insieme con una o due persone. Piscitelli potrebbe essere stato tramortito prima di essere bruciato. Il medico legale, infatti, non avrebbe riscontrato sui resti del cadavere semicarbonizzato fori di entrata di proiettili. Comunque solo l’autopsia, già disposta dalla Procura della Repubblica di S.Maria Capua Vetere e che sarà eseguita nell’istituto di Medicina Legale dell’ospedale di Caserta, potrà chiarire le cause della morte. I carabinieri hanno già interrogato i familiari della vittima, alcuni suoi amici, consiglieri e assessori comunali.
Giorgio Santamaria
29 febbraio 2008(CORRIERE DEL MEZZOGIORNO.IT)

giovedì 28 febbraio 2008

OSPEDALE CARDARELLI

UNA VERGOGNA INDEGNA DI UN PAESE CIVILE

Napoli, muore dopo 36 ore su una barella

NAPOLI (28 febbraio) - È morta in ospedale dopo 36 ore di ricovero tutte trascorse su una barella, in un corridoio. Il decesso di P.G., 76 anni, ripropone la questione dell'emergenza sovraffollamento al Cardarelli, il più grande ospedale del Mezzogiorno. L'anziana paziente - come riferisce oggi il quotidiano «Il Mattino» - soffriva da tempo di insufficienza renale ed era costretta alla dialisi: a questa malattia si erano aggiunte complicazioni cardiache, che l'avevano portata al ricovero nel pronto soccorso del Cardarelli. Il cuore della donna si è fermato improvvisamente dopo un giorno e mezzo di degenza nel corridoio, accanto a molti altri malati costretti a una sistemazione di fortuna.

mercoledì 27 febbraio 2008

FRATELLI PAPPALARDI

Gravina, la madre riconosce i corpi dei fratelliniL'avvocato:«Rosa sta male, molto male»

BARI (27 febbraio) - Rosa Carlucci, la madre dei due fratellini di Gravina ha riconosciuto all'Istituto di medicina legale dell'Università di Bari i corpi dei suoi due bambini, Francesco e Salvatore Pappalardi, morti di fame e freddo in una cisterna di acqua piovana, di una casa padronale abbandonata. La donna è arrivata scortata dalla polizia. Il riconoscimento da parte della mamma è stato confermato dal prof.Francesco Introna responsabile del pool di medici legali incaricati dalla Procura. Introna ha lasciato l'Istituto di medicina legale del Policlinico di Bari per raggiungere gli uffici della Procura di Bari dove verrà formalmente affidato l'incarico per l'autopsia. La mamma dei due bambini è giunta al Policlinico accompagnata dal suo compagno, Nicola Nuzzolese. Ieri erano stati portati alla luce i corpi dei fratellini. L'avvocato di Rosa CArlucci ha dichiarato che la donna dopo la procedura di riconoscimento si è sentita «male, male, molto male».Malore per la compagna del padre. La compagna del padre dei fratellini di Gravina, Maria Ricupero, è svenuta all'uscita dall'Istituto di medicina legale, mentre cercava inutilmente di sottrarsi all'assedio di giornalisti e telecamere. Mentre la polizia tentava di proteggerla e di accompagnarla alla sua automobile, la donna è caduta per terra in uno dei vialetti dell'ospedale. Subito dopo è stata fatta salire su un'automobile del Policlinico insieme con degli infermieri.Autopsia, esiti tra un mese. Inizieranno nel pomeriggio all'istituto di medicina legale di Bari le attività preliminari all'autopsia dei corpi di Francesco e Salvatore. I medici legali incaricati dalla Procura sono il professor Francesco Introna e il dottor Vito Romano. «Per tutti gli accertamenti - ha spiegato Introna - abbiamo avuto una trentina di giorni di tempo durante i quali dobbiamo accertare l'epoca della morte, causa e mezzi che l'hanno determinata ed eventuali tempi di sopravvivenza. L'autopsia, che in realtà sono esami sui resti, sarà una delle tappe degli accertamenti». «Cominceremo - ha sottolineato - con gli accertamenti radiologici, poi procederemo con risonanza con la possibilità di ricostruire le salme tridimensionalmente e faremo esami di laboratorio. L'autopsia sarà l'ultimo accertamento che faremo perché, essendo i corpi mummificati, rischiamo di perderli».La difesa chiede la scarcerazione di Filippo Pappalardi. L'avv.Angela Aliani ha presentato questa mattina istanza di scarcerazione nei confronti del padre dei due bambini di Gravina in Puglia che è in carcere dal 27 novembre scorso con l'accusa di duplice omicidio. I fratellini ricordati nelle scuole. Le scuole San Filippo Smaldone della Puglia hanno ricordato con momenti di preghiera e raccoglimento, i fratellini Pappalardi.Encomio al vigile che ha trovato i corpi. Il consiglio comunale di Gravina in Puglia conferirà un encomio solenne al vigile del fuoco, Francesco Miglio, che ha trovato i corpi mentre scendeva nel pozzo dove era caduto un dodicenne di Gravina in Puglia che stava giocando nel cortile della casa abbandonata in via Giovanni Consolazione. Cercando di muoversi nella verticale del pozzo per caricare il ragazzo ferito sulla barella, il vigile ha intravisto il cunicolo che conduce alla cisterna sotterranea dove sono stati trovati i corpi dei due fratellini ed ha poi dato l'allarme. La difesa del padre. «Era ancora giorno quando Francesco e Salvatore Pappalardi sono caduti nella cisterna» della vecchia masseria abbandonata nellaquale sono stati trovati i loro cadaveri il 25 febbraio scorso. E' la tesi dell'avv.Angela Aliani, difensore del papà dei due fratellini, Filippo. La circostanza «è provata dal fatto che il corpo di Salvatore era in corrispondenza di un raggio di luce», scrutando il quale il ragazzino potrebbe aver tentato di chiedere aiuto e potrebbe aver cercato di riscaldarsi. Le affermazioni contrastano con la ricostruzione dell'accusa che si basa soprattutto sul racconto di un baby-testimone che nell'agosto 2006 rivelò di aver visto (alle 21.30 del 5 giugno 2006) Filippo Pappalardi far salire sulla sua autovettura i due figli, subito dopo scomparsi nel nulla. La difesa afferma anche che «probabilmentenella cisterna è caduto prima Ciccio, perché ha quasi certamente una frattura alla gamba sinistra». (ilmessaggero.it, 27 feb. 2008)

martedì 26 febbraio 2008

FRATELLI PAPPALARDI

Ciccio e Tore per un po' vivi nella cisterna Poi la morte, forse per il freddo e la fame
Prime analisi sui resti. Applausi all'uscita delle bare. La madre: «Sono certa che sono loro»
NOTIZIE CORRELATE
Resti umani nel pozzo: «Sono i fratellini scomparsi» (25 febbraio 2008)
Il saluto dalla fontana e il mistero del padre (25 febbraio 2008)
Mamma Rosa lo sa dalla tv: «La mia vita finisce oggi» (25 febbraio 2008)
GRAVINA IN PUGLIA (Bari) - Una fine orribile. «Abbiamo la sensazione, benchè debba essere confortata con i dati tecnici, che abbiano subito un'orribile morte». Lo ha dichiarato il procuratore della Repubblica di Bari, Emilio Marzano, uscendo dal luogo in cui sono stati trovati i corpi senza vita di Francesco e Salvatore Pappalardi. Col passare delle ore infatti sembra sempre più verosimile che i due fratellini non sarebbero morti subito dopo la caduta e a seguito di qualsiasi trauma subito: è probabile che siano deceduti a causa del freddo e per fame. Fonti vicine alle indagini sosterrebbero questa tesi «a prescindere dal fatto che i due ragazzini siano caduti o siano stati scaraventati da qualcuno nella cisterna». Le stesse fonti precisano che i corpi sono mummificati, che sulle teste di entrambi (ridotti a scheletri e ricoperti da muffe) non sono state trovate «grosse lesività evidenti». Non è al momento possibile dire - si è saputo da più fonti - se i due ragazzini abbiano fratture agli arti inferiori (compatibili cioè con la caduta) perchè non sono stati spogliati.
«SONO LORO» - «Per quanto riguarda i due corpicini, dobbiamo confermare ragionevolmente che si tratta di Ciccio e Tore» aveva detto in precedenza Marzano nei pressi della casa padronale abbandonata di Gravina in Puglia, nella cui cisterna sono stati trovati due cadaveri, confermando definitivamente che i resti umani scoperti casualmente dentro una cisterna appartengono ai due fratellini scomparsi nel giugno 2006.
APPLAUSO AI FERETRI - Un lungo applauso dai balconi di Via della Consolazione ha salutato le due bare all'uscita dal cortile del vecchio complesso di stabili dove, lunedì pomeriggio sono stati rinvenuti i corpi mummificati di Francesco e Salvatore Pappalardi, scomparsi venti mesi fa. Da tutti i balconi della piccola via nel centro di Gravina i residenti non hanno retto alla commozione e alle lacrime, è seguito uno scrosciante applauso. I resti di Francesco e Salvatore verranno portati al Policlinico, dove mercoledì mattina, nell'Istituto di medicina legale dell'Università di Bari, la signora Rosa Carlucci, madre dei due fratellini, dovrà fare il riconoscimento ufficiale dei resti.
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LENTA AGONIA- Già da alcune ore giravano voci dagli ambienti investigativi in cui si cominciava a delineare l'ipotesi che i due fratellini potessero aver avuto una morte lenta, una morte atroce, peggiore di quella che sarebbe toccata loro se fossero morti a causa della caduta nel pozzo. Da alcuni dati emergerebbe infatti che, per qualche tempo, i bambini possano essere rimasti vivi nella cisterna. I corpi non sono in corrispondenza dell'imboccatura del pozzo, che è larga poco meno di un metro per un metro. Non sono quindi rimasti fermi dopo essere precipitati giù - gettati o caduti - per i 22 metri del cunicolo che dal terrazzo porta alla cisterna sotto l'edificio. I corpi infatti sono entrambi da un lato, a una distanza l'uno dall'altro di una quindicina di metri. I due corpi sono stati trovati rannicchiati, in posizione fetale: Ciccio con le mani tra gambe, Tore con il pollice in bocca, lontani diversi metri uno dall'altro, senza scarpe, con i pantaloni leggermente abbassati, un giubbotto sfilato. È la fotografia scattata dai tecnici dell'ERT nel pozzo dell'orrore. Sarà l'autopsia a stabilire ora e cause della morte, ma già dai sopralluoghi fin qui fatti, che non hanno trovato altri accessi alla cisterna se non quel pozzo, chiuso da una botola, e che posizionano i corpi dei due bambini a diversi metri di distanza dalla verticale, è certo che Ciccio e Tore erano vivi quando sono finiti là sotto e sono sopravvissuti alla caduta almeno il tempo di cercare un'uscita, di soffrire il freddo...di morire di «una morte orribile», come ha sintetizzato il procuratore.
Il feretro di uno dei due fratellini Pappalardi (Arcieri)SOGNO PREMONITORE - Chi non ha avuto dubbi sin da subito sul fatto che i cadaveri ritrovati fossereo quelli di Ciccio e Tore è Rosa Carlucci, la madre dei due fratellini. «Sono loro» ha detto la donna che vive in un altro paese ma che da lunedì non lascia Gravina. «Un anno fa - ha raccontato la signora Carlucci - avevo fatto un sogno premonitore, dove Salvatore, il più grande era caduto in fondo ad un pozzo, ma non pensavo mai che potesse essere tanto vicino». «Ho appreso la notizia dalla stampa - dice poi Rosa Carlucci -, nessuno si è preoccupato di avvisarmi. Ora ho perso tutte le mie speranze. La mia vita finisce qui».
«NON È CADUTA ACCIDENTALE» - «Mi sento di escludere categoricamente la caduta accidentale dentro il pozzo dei due bambini» aveva detto in mattinata il questore di Bari, Enzo Speranza. Per quanto riguarda le ipotesi investigative, il questore ha detto che «l’impianto accusatorio al momento resta in piedi anche perché diversi gradi di giudizio dei magistrati hanno condiviso la tesi accusatoria a cui si è giunti dopo aver valutato attentamente tutta la situazione, percorrendo anche la strada rumena. I due corpi presumibilmente - conclude Speranza - verranno estratti nella tarda mattinata o al massimo nelle prime ore del pomeriggio». Il questore ha anche precisato che il luogo era già stato ispezionato in passato durante le ricerche dei fratellini: «Sono entrati pure nel cortile. Infatti, c'è un segnale lasciato. Qui le forze di polizia ci sono già state».
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IL VARCO - Il varco aperto è delle dimensioni di un metro per un metro e mezzo e consente di scendere, dopo aver percorso pochi metri al di sotto del piano stradale, sul fondo della cisterna vuota dove, a poca distanza l'uno dall'altro, ci sono i due corpi. Il lavoro è proceduto con martelli a percussione e motoseghe per aprire il varco nella muratura della casa antica, fatta di pietra e cemento. Dopo i rilievi e gli accertamenti di magistrati e inquirenti, sarà possibile avviare le operazioni di recupero dei corpi.
LA CISTERNA - Il luogo nel quale sono stati trovati i resti dei ragazzini è una cisterna per l'acqua, oggi completamente asciutta, alla quale si accedeva solo attraverso un cunicolo della larghezza di un metro per un metro e della lunghezza di 20-25 metri: l'imboccatura del cunicolo è sul terrazzo, nella parte più alta della casa. La cisterna vera e propria, che serviva alla casa come rifornimento idrico con la raccolta di acqua piovana, si trova a pochi metri sotto il livello stradale ed è una vasca dalle dimensioni parecchio maggiori di quelle del cunicolo di accesso.
CASE FANTASMA - La casa nella quale si trova la cisterna fa parte di un gruppo di abitazioni abbandonate, in via Giovanni Consolazione, a poca distanza dalla pineta comunale e dalla stazione ferroviaria di Gravina in Puglia, nell'area retrostante il municipio. Dista 400-500 metri da piazza Quattro Fontane, dove i due fratellini furono avvistati per l'ultima volta, secondo la testimonianza di un loro compagno di giochi: la distanza sarebbe percorribile a piedi in una decina di minuti.
MICHELE MIGLIORA - Nel frattempo, migliorano le condizioni di Michele, il ragazzo di 11 anni la cui caduta nella stessa cisterna e le successive operazioni di salvataggio (■ Guarda la fotogallery) hanno consentito il ritrovamento dei corpi che si presume appartengano ai fratellini Ciccio e Tore Pappalardi. Il ragazzino è ricoverato nel reparto di Ortopedia del policlinico di Bari dove è stato trasferito dopo il recupero e operato. Per precauzione è trattenuto nel quartiere operatorio per essere monitorato dalla terapia intensiva. Con l'operazione il ragazzo è stato sottoposto ad una riduzione delle fratture esposte bilaterali del terzo dittale della gamba. Ha anche una frattura del collo del femore destro, una frattura della branca ischio-pubica destra, e fratture amieliche delle vertebre lombari. «Non ci sono - ha reso noto il direttore sanitario del policlinico di Bari, Vitangelo Dattoli - organi vitali compromessi. Le condizioni del ragazzo migliorano e si può dire che è quasi fuori pericolo». Il ragazzo dovrà però rimanere in ospedale almeno 90 giorni. Martedì mattina il ragazzino è stato trasferito dal reparto di terapia intensiva di ortopedia a quello di rianimazione. A quanto si è appreso si sarebbe trattato di una decisionme prudenziale dei medici del policlinico di Bari a fronte di un pneumotorace che ha comportato difficoltà respiratorie. (da corriere.it 26 feb. 2008)