sabato 5 aprile 2008

MEDICO ARRESTATO PER OMICIDIO COLPOSO

Arrestato medico ospedale Pescara per omicidio colposo e falso
Inviato da Redazione il 5/4/2008 10:18:24 -->(369 letture)
ULTIM’ORA. Marco Basile, primario di Chirurgia 1 dell’ospedale di Pescara, è stato arrestato questa mattina dalla squadra mobile di Pescara. Per lui accuse pesantissime: soppressione di atti pubblici, falso in atti pubblici e omicidio colposo. La vicenda sarebbe riconducibile alla morte di una signora di 74 anni, operata in ospedale nel gennaio scorso. A seguito della morte della donna i familiari hanno presentato una denuncia per chiarire le cause del decesso.Dopo tre mesi di indagini la procura ha ritenuto che si fossero raccolti elementi sufficienti per chiedere l'arresto dell'uomo.Questa mattina sono scattate le manette. I particolari della vicenda saranno illustrati in tarda mattinata alla stampa.05/04/2008 10.11TRE INTERVENTI E UN'ASPORTAZIONE DEL RENELa morte della paziente risale a gennaio 2007. Si trattava di una donna di 74 anni malata di tumore all’intestino. Ricoverata a ottobre 2006, dopo tre interventi, è morta nel gennaio 2007.Dopo il decesso della donna, però, la figlia ha presentato una denuncia in Procura. Il pm Gennaro Varone chiede l’autopsia ed è proprio da questa che emerge un fatto inquietante: alla donna manca un rene.Nessuno in famiglia era al corrente di un intervento per la sua asportazione.Cominciano le indagini e si comincia a ricostruire tutta la cartella clinica della vittima.Il primo intervento all’ospedale di Pescara risale al 2006 quando i medici tentano di asportare il tumore all’intestino.Qualche mese dopo c’è un secondo intervento per una seticemia: si era scoperto, infatti, che i punti non erano stati messi beni e la ferita si era riaperta.La terza operazione avviene invece a dicembre del 2006, un mese prima della morte. E proprio durante questo intervento, presumibilmente, sarebbe stato asportato il rene.Gli inquirenti, infatti, hanno ritrovato una radiografia della donna datata 4 dicembre 2006. Due giorni prima dell’ultimo intervento nel corpo della donna c’erano ancora tutti e due i reni. (da primadanoi.it 5 aprile)

venerdì 4 aprile 2008

UNA PROPOSTA

UNA PROPOSTA PER I NOSTRI POLITICI, BIPARTISAN COME QUALCUNO DICE. VI RICORDATE QUEL CHE FECE L'IMPERATORE GIUSTINIANO? "D'ENTRO LE LEGGI TRASSE IL TROPPO E IL VANO" DICHIARA DANTE. FATE LO STESSO. NOMINATE UNA PICCOLA COMMISSIONE DI GIURISTI ECCELSI, FATELI LAVORARE A TEMPO PIENO, A SFOLTIRE L'INTRICATA FORESTA DI LEGGI E DI SENTENZE, ORMAI SUPERATE DAI TEMPI E DAL BUON SENSO, E A DARCI UN CORPUS COERENTE E COMPRENSIBILE.

mercoledì 2 aprile 2008

ELOGIO DELLA STUPIDITA'

Negli Stati Uniti. Il direttore di uno degli ospedali coinvolti: «evento raro»
Espianto di organi da ragazzo malato di tumore: morti due trapiantati
Per i medici il donatore era morto di meningite, deceduti 2 dei 4 pazienti che hanno ricevuto i suoi organi
WASHINGTON - Quattro persone che avevano ricevuto organi in trapianti eseguiti negli Stati Uniti, sono state sottoposte a espianti dopo la scoperta che il donatore era morto per un tumore. Ma per due dei quattro pazienti era ormai troppo tardi: il decesso è arrivato prima che la chemioterapia potesse garantire loro la sopravvivenza, come accaduto per i due sopravvissuti.
«EVENTO ESTREMAMENTE RARO» - Gli organi, fegato, pancreas e reni, appartenevano ad Alex Koehne, un ragazzo di 15 anni, deceduto un anno fa per quella che i medici pensavano fosse meningite. In realtà, come emerge da un articolo pubblicato dalla rivista American Journal of Transplantation, l'autopsia effettuata un mese dopo ha rivelato che il giovane era stato ucciso da un cancro raro e fulminante. La vicenda è venuta ora alla luce per la morte di due delle persone che avevano ricevuto organi, un uomo di 52 anni al quale era stato trapiantato il fegato di Koehne e una donna di 36 anni che aveva ricevuto il pancreas. «Si è trattato di un evento estremamente raro», ha detto il dottor Lewis Teperman, del New York University Medical Center, uno degli ospedali coinvolti nei trapianti. I destinatari dei reni, due uomini di 46 e 64 anni, sono ora sottoposti a trattamenti di chemioterapia.
02 aprile 2008 (da corriere.it)

SANITA' CARCERARIA

Carceri: la salute dei detenuti passa al SSN
02 apr 13:06 Politica
ROMA - La tutela della salute dei detenuti nella carceri italiane passa al Servizio Sanitario Nazionale. L'Iter si e' perfezionato con il DPCM di attuazione dell'art. 2 (comma 283) della legge finanziaria 2008 sottoscritto ieri dal presidente del Consiglio dei ministri Romano Prodi e dai ministri proponenti Livia Turco e Luigi Scotti. Il principio costituzionale del fine rieducativo della pena diventa cosi' ancora piu' concreto: i detenuti, al pari dei cittadini liberi, hanno diritto ad ottenere un'assistenza sanitaria organizzata secondo un principio di globalita' degli interventi sulle cause che possono pregiudicare la salute, di unitarieta' dei servizi e delle prestazioni, di integrazione dell'assistenza sociale e sanitaria e di garanzia della continuita' terapeutica. L'obiettivo e' di fornire una piu' efficace assistenza migliorando la qualita' delle prestazioni di diagnosi, cura e riabilitazione negli istituti penitenziari. (Agr)

AMIANTO

Amianto, prima condanna per omicidio colposo

GORIZIA ( 2 aprile) - Prima condanna per omicidio colposo dovuto all'amianto a Gorizia. Il giudice monocratico del Tribunale, Caterina Brindisi, ha condannato Manlio Lippi, 85 anni, ex direttore degli stabilimenti navalmeccanici Italcantieri, oggi Fincantieri, di Monfalcone (Gorizia), a un anno di reclusione (pena sospesa) per omicidio colposo. È la prima sentenza del Tribunale di Gorizia in un processo legato a un caso di decesso per amianto a fronte di centinaia di fascicoli aperti dalla Procura per altrettanti casi di operai deceduti per malattie riconducibili all'esposizione all'amianto. Lippi è accusato della morte nel 1998 di Annamaria Greco, dipendente di una ditta che si occupava delle pulizie nel cantiere. La donna vi aveva lavorato negli anni Settanta prestando servizio sulle navi in fase di costruzione in ambienti nei quali - secondo l'accusa - la concentrazione di fibre d'amianto era di dieci volte superiore al quantitativo minimo per contrarre l'asbestosi. Era deceduta per un mesotelioma alla pleura a 52 anni. Il pm Annunziata Puglia aveva chiesto la condanna a 2 anni di reclusione. Il giudice Brindisi ha condannato Lippi al pagamento di una provvisionale di 100mila euro e al risarcimento ai familiari da quantificare in sede civile. Al momento della lettura, le persone presenti in aula , fra le quali i due figli della donna - Andrea e Michela - e i rappresentanti dell'Associazione dei parenti delle vittime degli esposti all'amianto, hanno applaudito a lungo. «Abbiamo aspettato per anni questo momento» è stato il commento del presidente dell'associazione dei familiari delle vittime dell'amianto Davide Bottegaro. Ora sono un migliaio i fascicoli aperti che aspettano una risposta. Contestualmente, il giudice Brindisi ha emesso la sentenza di assoluzione (per insussistenza del fatto) in un altro procedimento nel quale è ipotizzato il reato di lesioni personali ai danni di un altro ex dipendente del cantiere di Monfalcone. Nel processo erano imputati, oltre allo stesso Manlio Lippi, gli ex presidenti del cda di Fincantieri Vittorio Fanfani, Enrico Bocchini e Corrado Antonini (tuttora presidente del gruppo navalmeccanico), e gli ex direttori Dario Alessandrini e Giancarlo Testa. (ilmessaggero.it 2 aprile)

VEDI COSA SUCCEDE

L'odontotecnico ha inoltre depistato i carabinieri denunciando una rapina
Spara a falso dentista che lo cura male
A Roma un pregiudicato arrestato per tentato omicidio con aggravanti di premeditazione e futili motivi
ROMA - Non si trattava di un tentativo di rapina, ma di una vendetta per denti curati male e in modo doloroso. Alle 15 di lunedì un uomo ha sparato alle gambe a un dentista nell'androne di un palazzo nel quartiere di Torpignattara, a Roma. Intervenuti i carabinieri, il dentista 57enne ha denunciato un tentativo di rapina finito male, ma non è stato creduto.
ODONTOTECNICO - Messo alle strette, ha ceduto. Non è un dentista, ma un odontotecnico che curava abusivamente i denti. Un romano 50enne, pregiudicato, gli ha sparato perché insoddisfatto delle cure ricevute che, non solo gli avevano peggiorato la condizione dentale, ma pare che fossero state particolarmente dolorose. Rintracciato dai carabinieri, il feritore ha confessato le proprie responsabilità ed è stato sottoposto a fermo per tentato omicidio con l'aggravante della premeditazione e dei futili motivi. Anche il falso dentista, ricoverato in ospedale dove è stata operato, è stato denunciato a piede libero per esercizio abusivo della professione. Anche l'ex moglie, il fratello e il nipote del ferito sono stati denunciati per simulazione di reato e favoreggiamento personale.
ALTRI CASI - Non è l'unico caso negli ultimi giorni di odontotecnici che sono stati denunciati per esercizio abusivo della professione dentistica. La Guardia di finanze ne ha scoperti e denunciati due ad Adrano, in provincia di Catania, e a Castellammare di Stabia (Napoli).
02 aprile 2008 (da corriere.it)

martedì 1 aprile 2008

ELOGIO DELLA STUPIDITA'

Il comune toglie il permesso di parcheggio,bimbo disabile non può più andare a scuola
TORINO (31 marzo) - Una triste vicenda di incomprensioni di paese e una vittima innocente: un bambino con tanti problemi che da una settimana ha smesso di frequentare la scuola. E' accaduto a Barbania, un piccolo paese vicino a Torino. Il bambino frequenta la terza elementare ed è autistico con disabilità al 100%. La scuola è situata in una stretta via in salita ed alla famiglia Scrimenti, questo il cognome del bambino, era stato dato il permesso di parcheggiare davanti all'istituto. Ora non più. La revoca del permesso sarebbe arrivata dopo la protesta di alune mamme per la guida pericolosa di Antonio, il padre del bambino che spiega: «Mio figlio è un bambino difficile che non può stare solo un secondo, imprevedibile, può camminare ma è pericoloso. Per il primo anno, nel 2006, non ci sono stati problemi, parcheggiavo davanti alla scuola, poi altri genitori hanno cominciato ad accusarmi di ogni cosa, compreso di guidare male e di investire le persone. Tutte bugie, è solo che non sopportano che io abbia questo aiuto. Purtroppo nei paesi succede anche questo». La moglie, Natalina Bruzzese, che ha anche altri due bimbi, piange di disperazione: «Adesso ci accusano di tutto perché devono pur trovare un modo per far accettare la loro protesta che è assurda. Ma non sanno cosa vuol dire avere un problema come questo».Domani i radicali terranno una conferenza stampa per parlare delle politiche per i disabili e per chiedere spiegazioni. E ill sindaco Giovanni Drovetti spiega: «Mi spiace molto di come si stanno mettendo le cose. Noi avevamo dato il permesso di parcheggio per dare una mano a questa famiglia, poi le polemiche delle altre famiglie ci hanno portato a cercare strade alternative mai però prese in considerazione. Abbiamo proposto che la Scuolabus andasse a prendere il bambino fin dentro casa con un insegnante di sostegno o anche che il padre potesse parcheggiare in una piazzola a 80 metri dalla scuola, ma come risposta non hanno portato più il bimbo a scuola». Pronta la risposta del papà: «Mio figlio non è in grado di camminare 80 metri e il medico ci ha sconsigliato in ogni modo lo Scuolabus, perché non vogliono capire?». (da corriere.it)